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Autore: Me91    06/09/2007    15 recensioni
Vegeta, seduto in riva ad un lago, avrà un incontro inaspettato. Goku, ormai sparito da anni con il drago Shenron, passerà a trovarlo... Una fic tristissima sulle note di "Io vivrò senza te" di Lucio Battisti.
Genere: Triste, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una piccola fanfiction accompagnata dalla canzone “Io vivrò senza te” di Lucio Battisti, tra l’altro un cantante che adoro. Con la speranza di non annoiarvi, buona lettura!

Un addio. Di nuovo. Per sempre.


Vegeta era seduto, da solo, in riva ad un lago limpido e grigiastro. Il tempo preannunciava pioggia. Il cielo ricoperto da nuvole perlate, il vento freddo, il sole che calava in lontananza... un’atmosfera che rispecchiava pienamente lo stato d’animo del Principe dei Sayan. Lì, seduto su quella riva melmosa, sembrava così impassibile, così freddo. Persino i suoi occhi, puntati sulle calme acque del lago, leggermente smosse da gelido vento, erano vuoti e non esprimevano alcun sentimento. Ma in realtà la sua anima era in un eterno tormento. Da anni e anni non riusciva più a trovare la pace. Le notti erano tutte uguali: il buio, il letto così grande, così vuoto, il silenzio... e lui, con gli occhi perennemente aperti, a fissare il vuoto, a pensare, a riflettere, a tormentarsi. Pian piano, giorno dopo giorno, anno dopo anno, si era chiuso in sé stesso. Forse era il suo orgoglio che gli impediva anche solo di parlare, o forse no. Però non aveva più detto una parola. Si era chiuso, quasi ostinatamente, in un meditabondo e triste silenzio. Ormai era solo. O meglio, si sentiva solo. Trunks c’era ancora e ancora c’era pure la sua piccola Bra. Però entrambi ormai sembravano così lontani, così estranei. Li aveva allontanati dalla sua vita quasi da un giorno all’altro, perché voleva solo rimanere con sé stesso. Sì, perché solo di sé stesso sentiva di aver bisogno. Troppi anni erano passati e Bulma non c’era più. Ora era solo un ricordo, un doloroso ricordo che lo assillava ogni minuto della sua esistenza. Eppure non aveva potuto farci niente prima e tanto meno ora avrebbe potuto fare qualcosa. Lui era un Sayan, apparteneva ad una razza di guerrieri longevi e forti, quindi destinati a vivere molti più anni dei terrestri. E questa realtà lo aveva sconvolto, travolto del tutto. A volte si chiedeva il perché di questa sua “fortuna”. A volte avrebbe davvero preferito morire con lei. L’aveva amata. La ama. La amerà ancora. Era davvero l’unico contatto che gli era rimasto con quel pianeta. I suoi figli non sarebbero mai riusciti a colmare quel vuoto. E poi... e poi, Kakaroth. Lui era un’altra causa della sua sofferenza. Andarsene così presto... perché? Perché lo aveva lasciato così? Dovevano ancora confrontarsi... già, dovevano farlo. Era il suo orgoglio che glielo ricordava in continuazione. Uno scontro leale, questa volta. Magari no, non avrebbe vinto. Però avrebbe combattuto.
Il vento si alzò più forte. Una fitta al cuore. Bulma. Sì, ogni tanto il ricordo di lei riaffiorava improvviso... con gli anni, però, si era fatto sempre più opprimente. Quanto avrebbe voluto sfogarsi. Quanto. Ma non poteva. Quel maledetto orgoglio gli impediva di parlarne con qualcuno. Già, gli sarebbe bastato solo quello. Parlare. Nient’altro. Ma con chi? Trunks? No, non avrebbe potuto. Con lui si era sempre mostrato così fiero, così forte. Non ci sarebbe mai riuscito. Bra? Lei no. Lei era la sua bambina. Non sarebbe mai riuscito a sfogarsi con lei. Per questo si era chiuso in quel silenzio, perché non aveva più nessuno con cui sfogarsi, con cui parlare. Non che con Bulma avesse mai discusso di cose del genere, però tra di loro c’era una affinità così profonda che bastava un sguardo, un solo sguardo o un’espressione, e già lei capiva tutto. Oh, ma Bulma non c’era più. E questo gli doleva al cuore.
Il vento ora era così forte che Vegeta dovette socchiudere gli occhi per resistere a quell’aria pungente. Fu così che notò un’ombra. Sì, qualcosa di forma indefinita si andava formando sulla superficie del lago, come un riflesso di una nuvola. Pian piano l’ombra si definì e Vegeta, stupito, si alzò in piedi per andare a controllare che avesse visto davvero giusto. Sì, non si era sbagliato. Si affacciò nel lago, si inginocchiò sulla riva a guardare la superficie dell’acqua. Però non vedeva il suo riflesso, bensì davanti a lui si trovava Goku. In quel momento Vegeta non riuscì a capire se Goku fosse veramente lì o fosse solo il frutto della sua fantasia. Ma nonostante questo non poté fare a meno di sfoggiare un mezzo sorriso, misto tra la fierezza e la sorpresa.
«Kakaroth...» sussurrò Vegeta. La sua voce era pastosa e roca, segno che non era usata da tanto, troppo tempo.
«Non ci vediamo da tanto tempo.» gli disse Goku assumendo un’aria seria.
«Non è certo colpa mia.» ribatté Vegeta con calma, alludendo al drago Shenron con cui Goku se n’era andato.
Dopo un breve istante di silenzio il Principe riprese:
«Sono successe tante cose da quando te ne sei andato.»
«Ne sono a conoscenza.» rispose Goku annuendo.
«Bulma è morta.» quelle parole uscirono quasi automaticamente dalla bocca di Vegeta. Quel pensiero vagava nella sua mente ogni minuto del giorno e della notte. E ora gli era uscito così, spontaneamente.
L’immagine di Goku riflessa sul lago lo fissò con intensità, mentre tremolava sotto la forza del vento che increspava la superficie dell’acqua.
«Lo so. E so cosa si prova.» confessò Goku lentamente.
«Lo sai...» ripeté Vegeta stringendo i pugni, con finta calma.
Il Principe sospirò, poi riprese:
«Lo sai. Bene. Sono felice. Davvero. Perché, sai, te ne sei andato anni fa. Io invece ho continuato la mia inutile esistenza, con solo il supporto di Bulma. Sì, perché lei e solo lei era la mia fonte di vita. E’ vero, i miei figli... anche a loro voglio bene, ma non come lei. E quando è morta... beh, potrai capire, probabilmente. Mi è crollato tutto addosso. La mia esistenza, la mia ragione di vita, era stata appena chiusa in una cassa di legno scuro e seppellita. Però tu lo sai... non è così?» il suo corpo fremette di rabbia repressa «Tu lo sai, Kakaroth, ma certo! Tu pensi di sapere sempre tutto, no? Ma come... come puoi solo credere di conoscere il mio dolore?! Sei un’ipocrita, Kakaroth! Nient’altro!» Vegeta scattò in piedi e un dolore profondo lo colpì nell’anima.
Goku lo fissava con uno sguardo serio e attento. Vegeta strinse di più i pugni e sentì anche gli occhi velarsi di lacrime. Però no... non avrebbe mai pianto davanti il suo eterno rivale.

Che non si muore per amore
è una gran bella verità
perciò dolcissimo mio amore
ecco quello, quello che, da domani
mi accadrà
Io vivrò senza te
anche se ancora non so
come io vivrò

«Vegeta» riprese Goku con calma «Io c’ero. C’ero il giorno della sua sepoltura. Ti capisco.»
«TACI!» ringhiò Vegeta «Tu non puoi capire! Era tutto... tutto così...» si bloccò e abbassò gli occhi, poi continuò con voce leggermente tremante:
«La mia Bulma era lì, davanti a me. In quella cassa scura e fredda... Davanti a quell’immagine il mio cuore aveva preso a battere più forte, sembrava stesse per esplodere di dolore. Il mio corpo era continuamente scosso da fremiti, di dolore e rabbia... Tutto quello sembrava... impossibile. Ai miei occhi appariva solo come una realtà distante, inverosimile... tutto era sfuocato. I colori, le sensazioni, tutto... mai, mai avrei creduto di sentirmi così un giorno. Era una sensazione nuova, forse mai provata prima. Il dolore era profondo, pieno, palpabile. Era un tormento. Un tormento continuo che sembrava non avere mai fine. Come è sempre stato fino ad oggi. La consapevolezza che la sua anima se n’era andata via, la certezza che non avrei potuto più toccare quel corpo, stringermi nel suo abbraccio, assaggiare quelle labbra calde, affondare le mani in quei morbidi capelli... era tutto così doloroso e, purtroppo, reale.» si fermò ancora.
«Vegeta» disse di nuovo Goku approfittando del silenzio «Sfogati con me.»
Vegeta alzò gli occhi sorpreso.
«A me puoi dire tutto ciò che vuoi. Io so ascoltare.»
«Tu... tu sai ascoltare?!» ripeté furioso Vegeta con le lacrime agli occhi «Ma se non sei mai stato presente! Se hai sempre preferito fuggire o agire a modo tuo invece di dar retta a qualcun altro! Tu sei testardo tanto quanto me!»
«Questo non è vero.» lo contraddisse Goku «Vegeta ora posso ascoltarti. Ho tutto il tempo che vuoi. Sei bravo a far esplodere la rabbia... perché non fai la stessa cosa con la sofferenza? Soffrire così è inutile. Fai solo del male a te stesso.»
«Non parlare come se sapessi sempre tutto, Kakaroth!» urlò Vegeta iniziando a tremare di rabbia.
«Vegeta!» questa volta di tono di Goku era duro «Bulma non c’è più. Rassegnati.»
Vegeta si paralizzò. Quella realtà lo sconvolse dentro. Non c’è più... non c’è più...

Senza te, io senza te
solo continuerò e dormirò
mi sveglierò, camminerò
combatterò
*, qualche cosa farò
qualche cosa farò, sì, qualche cosa farò
qualche cosa di sicuro io farò...

«Noooo!» Vegeta corse dentro il lago e iniziò a calciare e a tirare pugni all’acqua gelida, con tutto l’intento di colpire Goku, che però era sparito. Quando Vegeta se ne accorse si fermò di colpo e cadde in ginocchio nell’acqua. E così si era immaginato tutto. Kakaroth non c’era e lui aveva parlato al vento. Iniziò a piovere. Gocce d’acqua fredde andavano a bagnare lentamente il suo volto. Però quella... quella era una goccia calda. Scivolò lungo la sua guancia e raggiunse le sue labbra. Salata. Era una lacrima. Salata e amara allo stesso tempo, come il suo dolore. Stava piangendo...

...piangerò...
sì io piangerò...

La pioggia cadeva sempre più forte. Tremante, Vegeta allungò una mano verso il suo viso e si sfiorò l’occhio. Era caldo. E pieno di lacrime calde. Stava piangendo. E si sentiva bene. Finalmente... finalmente stava buttando tutta la sua amarezza fuori, attraverso quelle lacrime amare quanto la sua sofferenza. Bulma se n’era andata, Kakaroth aveva ragione. Se n’era andata da più di dieci anni. E ora i suoi 100 anni Vegeta se li sentiva pesare sulle spalle più che mai. Eppure Kakaroth aveva ragione: doveva rassegnarsi. Lei non c’era più e non ci sarebbe più stata. Forse l’avrebbe ritrovata in un’altra vita... nell’Aldilà. Però, tanto, da lui, per ora, non sarebbe mai più ritornata. E continuò a piangere, però con il sorriso sulle labbra... a piangere sotto la pioggia, inginocchiato tra le acque fredde del lago grigio.

E se ritorni nella mente
basta pensare che non ci sei
che sto soffrendo inutilmente
perché so, io lo so, io so che non tornerai...

«Bulma...» iniziò a parlare al vento «Io ti amo. E l’ho sempre saputo. Però non te l’ho detto mai. Forse solo in quelle rare occasioni... eppure ti amo. E la colpa è solo del mio stupido orgoglio se non ti ho mai detto nulla di veramente sincero. Eppure... eppure tu sembravi sapere. Tu sapevi tutto. E mi amavi. E solo ora io, da codardo, da vigliacco che sono, riesco a dirtelo piangendo. Ora che tu non ci sei più... perdonami...» una brezza insolita, calda, sembrò accarezzargli la guancia. Vegeta sorrise.
«Lo hai già fatto...» sussurrò nel buio sempre più profondo di quella grigia giornata.

Senza te, io senza te
solo continuerò
e dormirò, mi sveglierò
camminerò, combatterò
*,
qualche cosa farò, qualche cosa farò,
sì, qualche cosa farò,
qualche cosa di sicuro io farò...
piangerò...
Sì, io piangerò, io piangerò...

«Non cambierai mai...»
Vegeta continuò a tenere gli occhi abbassati, senza muoversi dalla posizione in cui si trovava, sorrise.
«Sapevo che c’eri veramente.» commentò, mentre l’ultima lacrima gli scendeva lungo la guancia.
«Sono passato a trovarti.» spiegò Goku alle sue spalle, con anch’egli il sorriso sulle labbra «E... ti ho trovato in gran forma.»
«Beh, tu non sei cambiato di una virgola. Sei proprio come ti ho visto l’ultima volta...»
«E tu sei proprio come sempre. Scontroso, lunatico e pieno di sé.» scherzò Goku mentre un lampo illuminava il cielo in lontananza.
Vegeta ridacchiò.
«E tu sei sempre il solito impiccione. Sempre tra i piedi nei momenti meno opportuni!»
Goku sorrise ancor di più a queste parole. Quanto era vero ciò che gli diceva Vegeta...
«Vedi di tirarti su da lì e trovarti un riparo.» gli disse Goku «Incominci ad avere una certa età, non trovi?»
«Ah, così ora mi dai del vecchio...»
«Può darsi.»
Rimasero in silenzio. Fu Vegeta a parlare dopo un po’:
«Quando ti rivedrò ancora?»
Goku sembrò pensarci e poi rispose con serietà:
«Io devo andare. Sono sempre ovunque, con chiunque... però non potrete vedermi. Forse non mi rivedrai mai più.» una piccola pausa, poi:
«Mi mancherai, Vegeta. Davvero.»
Vegeta rimase silenzioso qualche istante. Fissava dritto davanti a sé. Poco dopo, però, mostrò un mezzo sorriso e disse:
«In tal caso, ci conviene combattere ora o mai più, no? Abbiamo ancora un conto in sospeso...» si voltò per guardare Goku, ma quest’ultimo era sparito. Calò di nuovo un silenzio rotto solo dalla pioggia che picchiava sul terreno. Vegeta rimase diverso tempo fermo a guardare dietro di sé, forse aspettando che l’amico/nemico ricomparisse... ma questo non accadde. E così non si sarebbero più confrontati. Anche se, in realtà, Vegeta sapeva bene chi dei due era il più forte. Eppure un ultimo combattimento lui lo desiderava con tutto sé stesso, perché voleva finalmente chiudere quella faccenda un volta per tutte. Ma Kakaroth se n’era andato. Un addio. Di nuovo. Per sempre. Evidentemente, quel conto in sospeso... sarebbe dovuto rimanere tale.

*Scusate se ho cambiato una parola a questa bellissima canzone. Invece di “combatterò” c’era scritto “lavorerò”, in effetti un termine poco appropriato per il Principe dei Sayan. ^^’


  
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