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Autore: Zyra    18/02/2013    1 recensioni
"La bellezza finalmente sciupata di quella creatura addormentata, mi fa venire solo da ridere."
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Chiudi gli occhi.
Flash.
Tortura.
Flash.
“Svegliati”-  mi alzo dal pavimento freddo rivolgendo lo sguardo alla mia ombra.  Prima le dita e poi tutto il braccio si staccano dal muro ricoperto di foto e scritte deliranti, mi tende la mano, trascinandomi davanti al televisore del salotto, che trasmette il video di una ragazza dall’aspetto familiare, mia sorella. Ha la bocca cucita con un filo di metallo che si intreccia fra il labbro superiore e quello inferiore e da ogni foro si può notare il rosso brillante del sangue ancora fresco. Sulle orecchie ha un paio di cuffie che vanno di moda in questi tempi collegate a un i-pod poggiato per terra. Ha le mani e i piedi legati a una sedia girevole rossa e indossa un vestito fatto a brandelli tutto slabbrato dal colore indefinito per via della fuliggine che lo ricopre.
Guardo l’ombra come se le stessi chiedendo di procedere, mi risponde accennando un si con la testa. Fisso nuovamente lo schermo, la bellezza finalmente sciupata di quella creatura addormentata, mi fa venire solo da ridere.
Abbozzo un sorriso.
Mi avvicino sempre di più al televisore sfiorando la superficie e fondendomi con l’immagine proiettata ritrovandomi nella stanza dove sta per svolgersi la mia prima vendetta.
Cammino verso quel corpo ancora ignaro, raccolgo l’i-pod verde metallizzato da terra e premo il pulsante start.  Le si spalancano gli occhi, il respiro sempre più affannato. Urla. Urla. Urla, sempre di più, quasi mi danno fastidio, il sangue sgorga dai tagli sulle labbra mescolandosi alla saliva e alle lacrime che colano giù fino al pavimento e sul vestito, inizia a dimenarsi proprio come un’animale.
Si blocca. Sembra quasi una marionetta, che abbassa la testa e con un colpo secco la rialza, e dalle orecchie le scivolano lame di sangue incollando i capelli su tutto il volto che non ha più un’espressione umana. Negli occhi le pupille sono diventate dei puntini in un’orbita bianca dai filamenti rossi, schizzando irrequiete da una parte e dall’altra. E’ letteralmente impazzita.
Sorrido.
E’ lo spettacolo più bello cui io abbia mai assistito. Inizio a girare intorno , lentamente, alla sedia. Gli occhi ancora spalancati che mi seguono mentre cammino.
Affanno.
Solo questo si sente, l’affanno di una creatura che ancora crede nella speranza. Questa volta rido solo all’idea di una mente così ipocrita e ingenua. Mi fissa come per sapere se tutto quel dolore avrebbe avuto fine, se tutto ciò fosse finito.
Abbasso la musica, si rilassa. “ Oh no mia cara non è finita.” mi guarda sbigottita. Urla. Piange. Urla. Ha perso l’udito per via della precedente musica troppo alta.
Una brezza leggera in quella stanza dall’odore fetido e marcio, attira la mia attenzione. È l’ombra.
Si avvicina alla creatura, alza il braccio e la mano diventa una lama scura e opaca, senza esitazioni le taglia la gola. Il sangue oltrepassa il corpo invisibile dell’ombra, sporcando il mio sempre più sudato per la troppa adrenalina che mi pulsa nel cervello.
Inizio a piangere e contemporaneamente rido, sto impazzendo? Guardo l’ombra che mi sorride e lentamente si avvicina a me entrando in simbiosi col mio corpo.
Chiudo gli occhi.
Flash.
 
 
 
 
 
Mi sveglio davanti al solito televisore, questa volta è ripreso un uomo sulla cinquantina. So perfettamente chi è. Dallo schermo vedo una testa china su se stessa, come se fosse un film in 3D, alzarsi lentamente. Una mano fredda e invisibile, prende dolcemente la mia tirandomi dentro quel film dove Io sono il protagonista.
Scruto il corpo che mi trovo davanti, un uomo addormentato con caviglie e polsi legati da cinture di cuoio marrone che, per quanto strette, impedivano al sangue di circolare regolarmente.
Flash.
Urlo.
Flash.
Brucio.
Che cosa è questa sensazione strana? Ansia? Preoccupazione? No. No. NO. Mi piego in due strappandomi ciocche di capelli.
Urlo.
Perché?!
Lacrime calde rigano il mio apatico viso. L’ombra come un viscido serpente si avvicina alla mia sagoma calmando le mie emozioni. Mi rialzo e contemplo di nuovo quella figura. Un quadro perfetto, di come si possa ridurre un uomo di famiglia.
Un passo dopo l’altro mi avvicino a quello che dovrei chiamare “ Padre”. Mi chino su di lui e raccolgo la siringa che si trova per terra. Portando l’ago al braccio, per iniettargliuna tossina che lo porterà a volere la propria morte.
 
-3
-2
-1
Che l'incubo del mio passato si ripercuota su di te schifoso animale.
Questi interminabili secondi... mi tolgo la maglia ormai sudicia di sangue e sudore, per far vedere alla poca luce che ci illumina la sua opera. Tante cicatrici sulla schiena e, come una lama, un’unica di esse sul petto. Rido. Non avrei mai pensato fossero così sadici . E mi diverte sempre più fissare quel liquido opaco scivolare giù, giù, giù.
CLAP.
E volo senza limiti in questo campo di nuvole. Spalanca i suoi occhi lucidi e rossi come se avesse sentito urla strazianti direttamente nel suo orecchio. Mi fissa. Fissa la siringa. Mi fissa. Si rilassa per una frazione di secondo. Rido. Urla. Urla. Urla per la paura che lo invade.  Stupido uomo. So cosa gli succede, ai suoi occhi mi sto sciogliendo. Sorrido. Mi lavano il viso lasciandomi lacrime amare.
La sua bocca inizia a tremare. “ Sete, ho tanta sete, aiutami ti prego.” Sorrido. “ Certo, certo, come potrei non aiutarti padre”. Prendo la bottiglia di rum e una sola goccia gli bagna le labbra secche e bianche. “ Ancora… Ancora… ANCORA.”  Sorrido. “ Ma certo.” Non ho più un suolo su cui atterrare... raccolgo l’imbuto e glielo metto in bocca, versandogli il rum, goccia dopo goccia, goccia…dopo…goccia.
Rido.
“ Anc-ancora!” gli verso l’intera bottiglia, i suoi occhi non sono più rilassati, ma sempre più assetati. Una, due, tre, quattro bottiglie. Non ho sorrisi dietro cui nascondermi. Vomita. Che schifo. Il suo stesso vomito risale dall’imbuto schizzandomi in faccia. Continuo imperterrito a versargli  dell’altro alchool. “ BRUCIA, BASTA, BRUCIA!"Come un maestoso muro l'eterno mi crolla addoss. Mi fermo, ma ricomincia a lamentarsi e vomitare. Non ce la faccio più. “ MOSTRO VAI VIA!” mi dice. Sorrido. Vomita. Ingoia l’ultima goccia di alchool rimanente.Prendo la mia maglia e gliela lego intorno alla bocca, così da fargli bere il suo stesso vomito. Spalanca gli occhi piangendo e ingoiando quello schifo, ma man mano il battito del suo cuore rallenta. TUM TUM TUM…Tum…Tum….tum…..tum….
E di soppiatto il mio sordo tonfo si spegne.
Flash.
Apro gli occhi.
 Adesso mi torvo sul lettino dello psicologo che mi fissa basito.
“ Emh-Emh. Allora Seth co-come ti senti?”.
“ Benissimo dottore, mai stato meglio.”.
“ Ok allora, posso farti qualche domanda riguardante il tuo sogno?”
“ Certamente, se no perché la dovrei pagare?”
“ Si, certo… Comunque, pensi di voler fare tutto ciò nella realtà?”
Ci rifletto un po’. Rido. “ Oh dottore sarebbe troppo bello per essere REALE qualcosa di simile.”
“ Mh. Non ti verrebbero i sensi di colpa?”
“ No.”
“ Capisco. E quest’ombra chi sarebbe?”
“ Che domanda infantile dottore, la credevo più sveglio sa? Comunque, sono sempre io, l’ombra è l parte di me che si può sporcare del peccato commesso. Le è più chiaro ora?”
“SI certamente, certamente…e dove sarebbe andata? Non ha avuto un gran da fare mentre uccideva suo padre.”
Ho appena compreso di star perdendo il mio tempo e soprattutto fiato per parlare con questo individuo goffo e senza un minimo di cervello. “ Era dentro di me, era lei che commetteva il peccato, non poteva farlo senza un corpo.”
Silenzio.
Mi guarda sbigottito, palpandosi la fronte sudata con un fazzolettino di stoffa bianco.“Ok…Nel tuo sogno hai torturato tua sorella e tuo padre, ma tua madre?”
Sorrido “ Oh lei? Beh ci ha già pensato mio padre e come ha detto lei, nella realtà.”
Gli porgo un ampio sorriso, che non mi fu ricambiato.
Guardo il soffitto in legno continuando a sorridere.
 
Chiudo gli occhi.
 
Flash.
 
 
  
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