Tradimento.
 
Questa parola echeggia da giorni nelle mie orecchie. Martella insistentemente nella testa e non mi abbandona. Tradimento.
Non mi fidavo di nessuno. Non avevo aperto a nessuno il mio cuore. Solo a lui.
Era un'eccezione. La mia eccezione. Quello che mi faceva continuare a vivere, quello che teneva in piedi l’ultimo barlume di speranza che mi era rimasto.
Ora sono solo.
Credevo che le cose sarebbero cambiate. La maledizione non era mai esistita.
Ero libero. Libero di amare e farmi amare.

Quel giorno corsi da Tessa, raggiungendola senza fiato. Era lì. Di fronte a me. Bella come non mai. I suoi grandi occhi grigi e le guance candide. Avevo voglia di carezzarla, di prendere le sue fragili manine e portarmele al petto, per farle capire quanto ero felice. Volevo attirarla a me e riempirla di baci. Dolci e delicati baci. Immaginai le mie labbra sfiorare il suo collo e proseguire, disegnando delle linee sinuose sul suo corpo formoso.
Quel giorno sarebbe stata mia. Solo mia. Potevamo amarci e nessuno ci avrebbe ostacolato. Dopo cinque anni, era giunto il momento di essere finalmente felici. Finalmente liberi.
 
Perché?
 
Mi alzo dal letto dove per troppo tempo mi sono disperato. È giunto il momento di affrontare la realtà. Stavolta non sarei rimasto zitto. Era un errore che non avrei più commesso.
Cammino a passo svelto per il corridoio, superando gli innumerevoli dipinti che decorano le pareti dell’Istituto. Alcuni ritratti mi fissano allibiti, non credono a ciò che sto per fare.
Arrivo di fronte la porta di Jem e lì mi fermo.
Dietro la schiena, tengo stretto in un pugno il coltello con il simbolo degli Herondale, che brilla alla luce soffusa delle torce attaccate ai muri del palazzo.
 
Ormai ho deciso.
 
Senza bussare entro, interrompendo il dolce suono del violino del mio amico. Lui si volta, mi vede, è radioso.
 
Odio la sua gioia ostentata. Odio il fatto che lui ora sia felice. Odio James Carstairs.
 
“Will! Ti stavo cercando per dirti…”, si interrompe.
Il mio volto è una maschera d’ira.
Avanzo senza più ragionare. Sono cieco. Ormai non ho più niente da perdere, nulla mi trattiene più dall’agire.
“Perché?!”, grido a pochi centimetri dal volto di Jem facendolo arretrare spaventato. “Perché l’hai fatto?! Lei era mia! L’unica cosa che mi era rimasta!”, dico iniziando a piangere.
 
Non mi importa più dell’orgoglio.
 
“Tu sei il mio parabatai! Dovresti essere dalla mia parte, un amico, un fratello.”
Jem mi fissa allibito e si porta una mano al petto. Là dove prima c’era il ciondolo di giada, che ora pende al collo di Tessa.
“Will io la amo.”
Quattro parole. Quattro semplici parole per farmi impazzire completamente.
“Io la amo Jem! Io! Tu sei malato! Stai per morire! Non potrai mai darle la felicità che potrei assicurarle io!”
Mi mordo la lingua. Sono stato duro. Ricordandogli il suo destino, ho ferito i suoi sentimenti. Ma non mi importa.
 
Lui non è più il mio parabatai.
 
“Will”, dice con estrema calma e sguardo fermo. Mi arrabbio ancora di più. “Io sposerò Tessa, perché la amo e perché so di poterla rendere felice. Se tu non sei d’accordo sei libero di andartene.”
Lo fulmino con sguardo pieno d’astio. Il coltello pesante nella mia mano. Poi mi volto e lascio la sua stanza.
 
Per me non esiste più nessun James Carstairs. Lui, il mio amico, è già morto.
 
 


Tessa si sistemò il cappellino con le mani inguantate. Faceva freddo e il respiro condensava appena lasciava le calde labbra della ragazza. Era il 18 dicembre.
Superò il cancello in ferro battuto che segnava l’ingresso del cimitero. I fiori che teneva in mano ondeggiavano al vento, perdendo ad ogni passo qualche petalo. Tessa li guardò tristemente. Erano passati sei anni dalla sua morte. Da quando lui l’aveva lasciata.
Camminò tra le grigie tombe, lasciando dietro di se una scia di orme sulla neve. Il bordo del vestito di broccato nero era zuppo e pian piano si appesantiva sempre di più, quasi a ricordarle la difficoltà di quel viaggio.
Arrivò di fronte ad una lapide. Si chinò e lasciando a terra i fiori vi posò un leggero bacio. Una lacrima a rigarle il viso.
Alle sue spalle si fermò un ragazzo. Alto e possente. La aiutò a rialzarsi e l’abbracciò con trasporto.
Tenendola per mano la accompagnò all’uscita.
Tessa si voltò un'ultima volta prima di varcare la soglia del cimitero. Un singhiozzo la scosse.
Il bastone di giada del suo accompagnatore brillò alla debole luce del sole, riportandola alla realtà. Era pronta ad andare. Era pronta a dirgli addio e non tornare mai più.
Salì sulla carrozza, che silenziosamente si allontanò, lasciando alle spalle il duro passato.





 



Ti amo Will. Ti ho sempre amato.
 
 







Angolo Autrice
Ciao a tutti!! Spero che la storia vi sia piaciuta perchè l'ho scritta di getto.... l'altro giorno stavo rileggendo con una mia amica Shadowhunters le origini e quando sono arrivata alla parte in cui Will viene rifiutato ho pianto di nuovo come una fontana!!!
Non so se si è capito ma io tifo per la coppia Will/Tessa. D'altronde Will è stato sempre affascinante, il classico bello e impossibile e ora che è puccioso forse è ancora più carino >.<
In questa one-shot ho voluto immaginare cosa sarebbe successo se Will non avesse accettato i sentimenti di Jem e avesse iniziato ad odiarlo.... all'inizio volevo che commettesse un omicidio e uccidesse l'amico, ma alla fine ho optato per la sua morte con lo struggimento finale di Tessa che in realtà è sempre stata innamorata di lui XD
Spero vi sia piaciuta!