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Autore: madeitpossible    19/02/2013    4 recensioni
Un giorno il nuovo amico dello scrittore, gli confidò che andava spesso a farsi dei massaggi e lo disse con uno sguardo malizioso.
Rick lo guardò stralunato, pensando che non ci fosse nulla di male ad andare a farsi fare dei massaggi.
Daniel spiegò, vedendo la faccia dell’amico, che si iniziava con dei massaggi, ma che dopo si andava un po’ oltre..
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rick Castle
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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tyghujijik

                                                                                    A te e a te e a te e a te e a te e a te e a te.

 

 

Era l’estate del 2018.
La relazione tra Castle e Beckett alla fine non era durata nel tempo.
Litigavano continuamente. All’inizio della loro storia era divertente e il sesso dopo aver fatto pace era qualcosa di strabiliante, ma più gli anni passavano, più la sintonia che c’era tra di loro diminuiva.
Ormai erano quattro mesi che si erano lasciati di comune accordo. Avevano provato comunque a vedersi, lui aveva continuato per un po’ ad andare in distretto, ma non si sentiva più parte di quell’insieme.
Cosi le sue apparizioni furono sempre più sporadiche e alla fine non si fece più vedere.
Beckett stava male. Stava davvero male.
Non avrebbe mai creduto possibile che tra di loro qualcosa si potesse rompere.
Lanie le aveva detto, i primi tempi che si erano messi insieme, che se non avesse funzionato tra di loro, lei non avrebbe mai più creduto all’Amore.
Allora l’Amore davvero non esisteva.

Castle non aveva avuto più donne da quando si erano lasciati.
Ma non aveva neanche voglia di trovarsi qualcuna. Sapeva che nessuna donna avrebbe mai potuto sostituire Beckett, nessuna sarebbe stata mai al suo livello.
Nel frattempo lo scrittore aveva rivoluzionato la sua vita.
Aveva deciso di accettare un lavoro come professore universitario di lettere.
Avrebbe comunque continuato a scrivere.
Aveva logicamente stretto nuove amicizie.
Si trovava particolarmente bene con uno dei suoi assistenti: Daniel.
Daniel era più giovane di Rick di qualche anno, anche lui era single e usciva da una relazione durata parecchi anni.
Un giorno il nuovo amico dello scrittore, gli confidò che andava spesso a farsi dei massaggi e lo disse con uno sguardo malizioso.
Rick lo guardò stralunato, pensando che non ci fosse nulla di male ad andare a farsi fare dei massaggi.
Daniel spiegò, vedendo la faccia dell’amico, che si iniziava con dei massaggi, ma che dopo si andava un po’ oltre..
Una lampadina si accese nella testa di Rick che non riuscendo a trattenersi, avvicinandosi all’orecchio di Daniel sussurrò:
“Vuoi dire che vai da quelle escort che prima ti massaggiano con oli e creme e poi ti fanno godere?”
Daniel annuì e gli disse che era un’esperienza che almeno una volta nella vita andava fatta.
Rick pensò che andare con una escort non era proprio la sua massima aspirazione.
Rise al suo amico, ma declinò l’offerta.

Diverse settimane dopo era il compleanno di Rick.
Daniel gli diede un biglietto con una via e gli disse che il suo regalo lo attendeva li.
Alla escort massaggiatrice, Rick neanche ci pensava. ..
Finita la lezione di quel giorno decise di andare a prendere il regalo che gli aveva fatto Daniel. Arrivò all’indirizzo e si rese conto che era una casa.
Entrò nel cortiletto e seguendo la scia di sassi che vi era, arrivò alla porta.
Nessun campanello.
“Se questo è uno scherzo, giuro che lo riempio di botte”
Bussò.
Dopo pochi secondi la porta di aprì e una donna sulla quarantina (*), con addosso solo un accappatoio bianco lo salutò, gli porse la mano e lo fece entrare.
“Tu devi essere Rick, giusto? Daniel mi ha parlato di te.”
Rick osservò la donna: capelli corti, nerissimi, alta quasi quanto lui, occhi marroni, mani curate, le unghie erano perfette, colorate con uno smalto rosso accesso.
Sembrava una signora.
L’unica pecca era l’accappatoio.
Fu cosi che Rick si ricordò della conversazione che aveva avuto con il suo amico.
Doveva dire alla donna che non aveva intenzione di farsi fare alcun “massaggio”.
“Si sono io, mi spiace ma io non posso accettare il regalo di Daniel.”
“Mi aveva anche detto che ti saresti opposto. Per questo infatti mi ha chiesto di convincerti. Se vuoi, ti posso anche fare solo un massaggio.”
“Posso tenermi le mutande addosso?”
Che frase stupida che gli era uscita dalla bocca.
La donna si mise a ridere.
“ Se è quello che desideri, certo puoi tenerle. Il mio nome è Mina, comunque. Piacere.” E gli tese la mano che prontamente venne presa da Rick e stretta decisamente.

Lo accompagnò verso il lettino, posizionato esattamente al centro della stanza.
In un lato vi era un armadio piccolo con sopra delle lozioni per il corpo.
Gli disse di spogliarsi.
Rick si tolse le scarpe, i calzini, la cravatta, la camicia azzurra ed infine i pantaloni.
Rimase in mutande, ovviamente.
Mina si tolse l’accappatoio.
La guardò stupito.
“Con l’accappatoio non riesco a lavorare bene, ti spiace se resto in reggiseno e mutande?”
Con titubanza Rick pensò che non si poteva definire “mutande” quel minuscolo perizoma nero di pizzo, ma rispose:
“Se proprio non riesci a lavorare con qualcosa addosso, va bene.”
“Mi sento più libera e poi per il massaggio devo usare tutto il mio corpo.”
“Ehm.. allora forse non ci siamo capiti..”
“Rick ho capito benissimo, adesso taci e goditi il massaggio. Mettiti a pancia in giù.”
Questa tizia, che aveva appena conosciuto e con la quale non voleva avere nulla a che fare, già lo comandava.
Va bene, sto ai tuoi giochi cara. Pensò Rick.
Si sdraiò a pancia in giù.
Mina si mise un po’ di olio alla lavanda sulle mani e iniziò a toccare pian piano i piedi di Rick.
Era teso, riusciva a sentirlo nell’aria.
Probabilmente non sei mai andato con una escort e questo ti spaventa. Ti farò cambiare idea, carissimo.
Prese l’altro piede e iniziò a fare lo stesso procedimento.
Piccoli cerchi nella pianta, con i pollici andava a toccare anche tutte le dita.
Salì poi sui polpacci, sempre molto lentamente e sempre con movimenti concentrici.
Andò a finire sulle cosce e appena raggiunse il punto appena sotto il sedere, sentì che Rick emise un suono. Forse un gemito?
Non ci fece più di tanto caso.
Si stava rilassando un po’, finalmente.
Azzardò a salire sul lettino.
Non disse nulla, quindi si mise a cavalcioni su di lui e continuò il massaggio sulla schiena.
Movimenti concentrici e sempre molta lentezza.
Si concentrò molto sulla spina dorsale, cercava di usare un po’ più di forza. Sapeva essere quella una zona molto rilassante. Fece con i pollici su e giù da essa e ogni tanto sentiva scrocchiare qualche osso.
Salì ancora di più fino ad arrivare all’altezza delle spalle. Era ancora teso. Era durissimo e ci volle un bel po’ di tempo affinché quella specie di sasso enorme che Rick si trovava sulle spalle si ammorbidisse.
Passò le mani all’inizio dietro alle orecchie e sulla parte posteriore del collo.
Anche quella era una zona molto rilassante.
Lo scrittore non emetteva suono. Sembrava  essere caduto in una specie di trans paradisiaca.
Ammise con se stesso che questo massaggio non era niente male e che Mina se la cavava davvero bene.
Era arrivato il momento di mettersi supino.
Mina scese da Rick.
“Puoi girarti ora.”
“Va bene.”
Come aveva fatto prima, prese altra lozione alla lavanda e la cosparse per tutto il corpo di Rick. E ne tenne un po’ sulle mani.
Iniziò dai piedi. Il procedimento era sempre lo stesso.
Conosceva altri metodi di massaggio, per esempio tenere la mani rigide e toccare ritmicamente la parte del corpo interessata, ma aveva notato che a Rick piacevano i movimenti circolari e decise di continuare in quel modo.
Passò alle gambe e quando arrivò vicino all’inguine, i movimenti si fecero se possibile, ancora più lenti.
Logicamente il suo scopo era eccitarlo.
Rick aprì gli occhi, che aveva chiuso precedentemente per godersi quel momento.
Si fissarono negli occhi.
Castle li richiuse perché qualcosa dentro di lui si stava muovendo.
Mina sorrise, ce la stava facendo.
Passò direttamente all’addome, saltando accuratamente la parte più intima e più coperta dell’uomo.
Adesso c’era la parte divertente.
“Rick posso venirti sopra come ho fatto prima? Perché se no non riesco a massaggiare equamente il tuo petto.”
Senza aprire gli occhi, annuì.
Giustamente Mina si posizionò esattamente sopra il membro di Rick.
Sebbene avesse già fatto massaggi di questo genere, ammise dentro di se’, che con Rick era diverso, più eccitante. Probabilmente il fatto che lui non le avesse detto di si per il suo tipo di “massaggio”, la faceva arrabbiare e eccitare al contempo e aveva l’assoluta certezza che voleva farlo godere come un porco spino(*), quell’uomo sconosciuto come mai aveva fatto con tutti gli altri.
Continuò il massaggio nel addome e nel petto.
Anche lei si stava eccitando.
E senza rendersene conto iniziò a fare dei movimenti circolari anche con il bacino.
Lo scrittore voleva aprire gli occhi e dirle di fermarsi, ma era troppo tempo che non aveva un rapporto sessuale. Il cuore pensava a Kate. L’amico la’ sotto pensava a quella donna che lo aveva sedotto con un massaggio.
Al diavolo Kate.
Aprì gli occhi e la seduttrice vide una diversa luce nei suoi occhi.
Vide la luce di chi finalmente aveva preso una decisione.
E Mina sapeva esattamente quale aveva preso Rick.
Anche perché la sentiva sotto di se…
Arrivò al collo e si sporse un po’ più in avanti con il corpo.
Rick prese l’iniziativa e la baciò.

Mina prese la mano destra dell’uomo e se la posizionò sul petto, il quale non la ritrasse, anzi la aiutò a togliersi il reggiseno e iniziò a toccare il capezzolo della donna.
La donna capì che l’uomo ormai non si sarebbe tirato indietro, quindi lasciò che l’uomo la toccasse da solo.
Intanto Mina infilò la sua mano dentro le mutande di Rick. Gli sfiorò il membro. Si sollevò da lui, si tolse da sola il perizoma nero di pizzo che indossava e nel frattempo Rick fece lo stesso.
Si ammirarono a vicenda.
Senza chiedere se a lui andasse bene, lei si riposizionò sopra di lui, ma stavolta erano in posizioni inverse.
Davanti agli occhi a Mina sembrava di avere un bellissimo soldatino sull’attenti.
Rick iniziò a leccare la zona erogena per eccellenza della donna, la quale, appena sentì la lingua farsi strada, ebbe un sussultò.
Pensò che nessuno l’aveva fatta godere con cosi poco.
Mina ripensò alla sua prima volta, con quel bellissimo ragazzo che aveva amato. Il primo e unico amore della sua vita.
Erano sul divano beige a casa di lui. Erano cosi giovani.
Poi la vita si era complicata e adesso non lasciava che nessun uomo entrasse nel suo cuore anche se il suo unico desiderio era quello di essere amata ancora.
Cosa in lei scatenò questo pensiero non lo sapeva dire.
Rick aumentò la velocità e quella fulminea distrazione scomparse velocemente quanto era  arrivata.
Lei iniziò a muovere la mano destra su e giù per il membro dell’uomo.
Lui però voleva di più e glielo fece capire, alzando improvvisamente il bacino verso il suo viso.
Senza pensarci Mina aprì la bocca e lo accolse amorevolmente e con passione.
Stavano entrambi per giungere al culmine, quando lei improvvisamente, si alzò da Rick e si mise nella posizione in cui erano prima di togliersi le mutande entrambi.
In un colpo deciso il soldatino sull’attenti scoprì una nuova parte della donna.
Rick non aveva sentito mai con nessuna, eccetto Kate logicamente, una sintonia cosi profonda.
Non sapeva nulla di quella donna e ciò lo tranquillizzava.
Per lei, lui era uno dei tanti.
Meglio cosi.
Si muovevano in sincronia, sempre più velocemente.
Fino al momento in cui Rick sussurrò:
“Sto venendo, Mina.”
“Tranquillo, Rick.”
Era la conferma che lui aspettava.
In preda alla lussuria Rick venne dentro di lei. E lei sentendo che era riuscita a conquistare lui, l’uomo che all’inizio era indisposto nei suoi confronti, si lasciò andare e venne.
Si sorrisero.
Ma erano due sorrisi di circostanza.
Rick non si era mai trovato in quella situazione.
E adesso cosa avrebbe dovuto fare?
Alzarsi, vestirsi e salutarla?
La doveva invitare a prendere un caffè?
A mangiare qualcosa?
Era in panico.
Lei colse i suoi pensieri.
Si alzò, si mise l’accappatoio bianco che indossava prima. Raccolse le mutande di Rick e gliele porse.
“Non c’è nulla da vergognarsi Rick. Sei un uomo e hai delle tentazioni come tutti.”
Lui annuì, si rivestì e prima di avvicinarsi alla porta, le diede un bacio leggero sulla guancia.
“Magari ci rivedremo prima o poi.” Le disse.
Ma Mina sapeva che non avrebbe mai più visto quell’ uomo.


Commento: Ricordatevi che non mi dovete mai sfidare.
Un elogio celato a una persona che mi piace far arrabbiare.
(*) Chi deve sapere, sa.
B&B
Madeitpossible.







  
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