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Autore: Larriesh    19/02/2013    3 recensioni
Blaine e Kurt vivono un un mondo in cui tutto è basato sullo scorrere del tempo, e ogni persona ha reolato il proprio grazie ad un orologio sul braccio, che scorre a ritroso.
Cosa succede se Blaine vive alla giornata, con pochissimo tempo a disposizione, mentre Kurt è un cosiddetto "ricco", con decine di anni davanti, che però vuole cambiare il mondo?
[idea di base: "In time"]
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Burt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando Blaine si svegliò, in quel freddo mattino di inizio dicembre, la prima cosa che fece fu, come al solito, guardare il suo orologio sul braccio, accarezzandolo lentamente.
Quelle tredici cifre sul suo braccio, che sembravano un tatuaggio, lampeggiavano con quella loro tenue luce verde e segnavano un anno di tempo.
Blaine sorrise, osservando quelle cifre. Sapeva che dall'indomani, quando avrebbe compiuto 20 anni, tutto sarebbe cambiato. Quel tempo che aveva a disposizione avrebbe cominciato a scorrere e da quel momento la sua vita sarebbe diventata una corsa contro la morte.
Funzionava così, non sapeva dire da quanto e nemmeno sapeva se il mondo aveva sempre funzionato così. Ora però, alla fine del XXIII secolo, ogni essere umano portava una specie di orologio tatuato al braccio dove scorreva il tempo che rimaneva loro da vivere.
Ognuno nasceva con un anno sul proprio orologio e i bambini crescevano fino a raggiungere vent'anni. Una volta compiuti, il loro sviluppo fisico si fermava e il loro tempo iniziava a scorrere a ritroso.
Il tempo era diventato una valuta: tutto si pagava in ore, giorni o settimane e il lavoro veniva pagato in tempo.
Così le persone come Blaine, le persone che vivevano nel cosiddetto "ghetto", una delle zone più povere della città, vivevano alla giornata: si svegliavano, correvano a lavoro e alla fine della giornata veniva pagato loro il tempo che spettava.
Il brutto della situazione era che ogni giorno le cose peggioravano; ogni giorno i prezzi per i beni primari si alzavano: un semplice caffè poteva passare da due a cinque ore nell'arco di una giornata. A peggiorare la situazione c’era il calo degli stipendi e capitava sempre più spesso, infatti, di trovare persone accasciate ai lati della strada, gli orologi scuri, neri, segno che il loro tempo era finito e il loro cuore aveva smesso di battere per sempre.
Blaine si alzò dal letto con un sospiro e si vestì, indossando un paio di jeans dall'aria non proprio nuova e una polo nera che di certo aveva visto tempi migliori.
Si recò in cucina, dove una ragazza alta, esile, con lunghi capelli neri ricci stava preparando i pancakes.
Blaine le si avvicinò e le schioccò un bacio sulla guancia.
"Auguri vecchiaccia!" esclamò, sorridendole.
Elaine, la ragazza, si voltò e gli fece una linguaccia, per poi ridere. Il suo viso aveva lineamenti morbidi, molto dolci e gli occhi scuri osservarono la figura di Blaine compiaciuti.
"Diventi sempre più bello, Blainey. " disse, amorevole.
Questi roteò gli occhi. "Mamma, ti prego, non ricominciare."
Sua madre gli accarezzò una guancia e si guardò l'orologio, sospirando. "Cinquant'anni.. non mi sembra nemmeno di averli."
Blaine le sorrise. "Questo perché sei bellissima, mamma."
La donna ricambiò il sorriso, poi si sedettero al tavolo e fecero colazione insieme.
"Oggi cosa devi fare a lavoro?" le chiese Blaine.
"Sono stata chiamata nell'ufficio del capo, hanno detto che hanno un lavoro importante da propormi."
"Ma è meraviglioso, mamma!" esclamò Blaine. "Finalmente riconoscono il tuo potenziale!"
La donna annuì e sorrise. Poi si alzò, prendendo la giacca dalla sedia sulla quale era seduta e indossandola.
"Tesoro, vado. Ci vediamo stasera. Mi raccomando, non bighellonare troppo in giro, oggi." si raccomandò, dandogli un bacio.
"No, mamma, tranquilla." la rassicurò Blaine vedendola uscire.


 
Dall'altra parte della città, in una grande villa dall'aria antica, Kurt veniva svegliato dai raggi del sole.
Si rigirò nel letto un paio di volte, stiracchiandosi per bene e si osservò l'orologio. Sembrava strano vedere le cifre scorrere, quando fino al giorno prima erano immobili.
Osservò il suo decennio e si chiese perché suo padre, con migliaia di anni a disposizione, gli avesse concesso così poco tempo come regalo dei suoi 20 anni.
Si alzò e si vestì, fermandosi a guardarsi allo specchio. Quello era l'aspetto che avrebbe avuto per il resto della sua vita e  non gli dispiaceva affatto: altezza nella norma, capelli tra il biondo e il castano, intensi occhi azzurri ed un corpo snello, non muscoloso, ma pur sempre tonico.
Sentì bussare alla porta e dopo che ebbe detto 'avanti', il suo maggiordomo personale fece capolino nella stanza.
"Buongiorno signorino Kurt, ha dormito bene?"
Kurt gli sorrise, benevolo. Era molto affezionato al suo domestico. Dimostrava l'aspetto di un ragazzino, quando la sua vera età si aggirava sugli ottant'anni. Kurt lo considerava un po' come un nonno.
"Ciao Everett. Si, ho dormito bene.. è ancora un po' strano vedere queste cifre scorrere, ma è tutto ok, ci farò l'abitudine." rispose.
L’uomoannuì. "Cosa le preparo per colazione?" chiese.
"Un tè andrà benissimo, grazie."
Il domestico annuì ed inchinandosi si diresse alla porta.
Kurt sbuffò. "Everett quante volte ti ho detto di non inchinarti? E ti prego, dammi del tu. Sei uno di famiglia per me, lo sai." Glisorrise.
Everett fece lo stesso, benevolo, prima di uscire.
Aspettando di scendere per colazione, Kurt si mise ad osservare la città dalla sua finestra; la vita scorreva lenta, nessuno aveva fretta di raggiungere il posto di lavoro o la propria casa. Osservò poi l'orizzonte, dove si poteva vedere la linea delle mura che dividevano la città dal ghetto e si chiese cosa potesse esserci al di là.
Ancora una volta, ebbe l'impressione di essere nel posto sbagliato.
 
 

 
Quando la madre di Blaine rincasò quella sera, sorrise alla vista del figlio che dormiva tranquillo sul divano.
Si avvicinò e gli accarezzò una guancia, sospirando. Poi osservò il suo orologio, sul quale il tempo era ancora fermo.
"Figlio mio, come vorrei poterti dare di più.."
Blaine si mosse nel sonno, mormorando il suo nome. "Blainey? Sono qui, tesoro.."
Il figlio, sentendo la madre chiamarlo, aprì gli occhi, stropicciandoseli con le mani.
"Mamma.. ciao.. mi sono seduto un attimo quando sono rincasato, devo essermi addormentato.." sussurrò Blaine, la voce ancora impastata dal sonno.
"Cosa hai fatto per esserti stancato, tesoro?" gli chiese Elaine.
Blaine si levò a sedere, facendo segno alla madre di accomodarsi vicino a lui.
"Sono stato da Doc." spiegò. "L'ho aiutato a scaricare le merci per il magazzino, e a fare l'inventario. Mi ha dato due giorni. Li ho messi nel Deck*."
La madre lo rimproverò. "Blaine, ti ho detto di non affaticarti troppo. Domani il tuo tempo inizierà a scorrere, lì dovrai lavorare. Hai fatto così tanto in questi anni che sembra che per te sia già scattata l'ora.**"
Blaine fece spallucce. "Del tempo in più non ci ha mai fatto male, mamma. Ci ha sempre aiutato a pagare le spese e a me non disturba fare qualche lavoretto per aiutare la nostra economia."
La madre lo abbracciò. "Sei il figlio che tutte le madri vorrebbero avere, Blaine. Ti meriti il meglio dalla vita. Mi rendi sempre così tanto orgogliosa.. e sarei la donna più felice del mondo se decidessi di uscire con qualcuno."
Blaine sorrise, roteando gli occhi. "Mamma, quando l'uomo della mia vita busserà alla mia porta lo capirò, tranquilla."
La madre gli prese il viso tra le mani. "Forse devi andare a prendertelo Blaine. Troppo comodo aspettare che le cose ti capitino sotto il naso!" gli disse.
Blaine non disse nulla al riguardo e cambiò argomento. "Allora, questo lavoro?" chiese.
"Ti ho svegliato appunto per questo." rispose Elaine. "Mi hanno offerto un pagamento di un anno per andare a lavorare due settimane nella zona 13. Il viaggio è a carico dell'azienda e il pernottamento in hotel pure. Io non dovrò pagare nulla, dovrò solo partecipare ad un progetto in collaborazione con una grande sartoria."
Blaine la abbracciò, entusiasta. "Mamma ma è stupendo! Un anno è un sacco di tempo! Sono così felice!"
"Sei sicuro che possa partire, Blaine? La partenza è prevista per domani.. è saggio che io ti lasci da solo proprio mentre il tuo tempo scatta?" chiese la madre, in pensiero per la salute di suo figlio.
Blaine la rassicurò subito. "Si mamma, tranquilla. Parti pure senza preoccupazione. Io me la caverò. Da domani inizierò a cercarmi un lavoro e starò bene."
Elaine lo guardò fisso negli occhi per qualche istante, prima di annuire. "Ok, va bene. Allora è deciso. Partirò domani nel primo pomeriggio."
Blaine le sorrise, e l'abbracciò. "Beh, possiamo permetterci una cena fuori per festeggiare, no? In fondo, abbiamo due giorni sul Deck."
La madre non lo ammonì come al solito dicendogli di risparmiare tempo,perché non ce ne era mai abbastanza: quella volta annuì e insieme presero le giacche e uscirono.


 
Nel frattempo, Kurt stava uscendo dalla sua camera, vestito interamente di nero, con gli abiti più anonimi che era riuscito a trovare. Scese le scale, controllando che nessuno lo vedesse. Era davanti alla porta, quando Everett comparse dalla cucina, chiamandolo.
"Signorino Kurt! Dove sta andando?"
Kurt imprecò, e poi si voltò, con un sorriso smagliante in volto.
"Devo vedermi con alcuni amici." disse, inventandosi la prima scusa che potesse sembrare plausibile.
Everett lo osservò in viso, con una smorfia a metà tra la disapprovazione e la rassegnazione, e poi scosse la testa.
"Non ti impedirò di fare quello che stai progettando, Kurt. Però ti prego, stai attento." gli disse solo.
Kurt si stupì e si chiese come potesse Everett sapere tutto. Annuì e gli promise che sarebbe tornato presto. Detto questo poi, uscì.

Controllò che in strada nessuno lo seguisse e iniziò a camminare per la città, in direzione delle mura. 
Ogni volta che vedeva una persona camminare nella sua direzione, si nascondeva prima che questa potesse vederlo e proseguiva solo quando credeva di aver messo abbastanza distanza tra di loro.

Arrivò al punto che aveva trovato in delle vecchie carte, dove era indicato un passaggio non controllato e, grazie allo spostamento di una lastra mal posizionata, scovò il passaggio verso il ghetto. Kurt osservò a lungo il varco che l'avrebbe condotto dall'altra parte, chiedendosi se stessefacendo la cosa giusta. Quando pensò a suo padre,però, non ebbe esitazioni, entrò e rimise la lastra a posto. Avanzò lentamente nel cunicolo e dopo pochi minuti si ritrovò davanti ad una lastra identica a quella che aveva spostato pochi minuti prima.
La tolse e si trovò davanti una città che cadeva a pezzi, che viveva di stenti, nella miseria.
Kurt rimase sbalordito: quindi era quella la condizione nel ghetto? Come si poteva vivere in quel mondo?
Chiuse il passaggio dentro di sé e si incamminò per le strade buie.
Procedeva a tentoni, alla ricerca di una locanda in cui sostare per la notte.
Proprio mentre aveva individuato un insegna lampeggiante, venne fermato da degli uomini che non promettevano nulla di buono.
Quello che lo teneva per il braccio, poi, era particolarmente agghiacciante. Basso, tarchiato, calvo, vestito con un completo bianco, la camicia nera e una pistola ben visibile che sporgeva dalla tasca.
"Bene bene bene, chi abbiamo qui?" gracchiò.
E a quelle parole, Kurt iniziò seriamente ad avere paura.
 


 
*contenitore nel quale si può raccogliere del tempo. Una specie di portafogli, insomma.
** modo di dire per indicare che il tempo ha iniziato a scorrere.
 
 



 
E rieccomi.
Con questa nuova long Klaine, che io vedo come una specie di sfida contro me stessa. Spero di non deludervi.
Da dove arriva l’ispirazione. Beh, l’altro giorno ero nel mio lettuccio, febbricitante, che guardavo un film bellissimo, “In time”. L’idea del tempo viene da lì, io svilupperò la storia in un modo diverso.
Credo aggiornerò una volta a settimana, il martedì, e se tutto andrà bene, gli aggiornamenti potrebbero diventare due più in là.
Un grazie enorme a Pè, la mia beta di fiducia che amo un sacco <3
Beh, questo è tutto, se volete sapere come continua la storia.. stay tuned ;)
Bonnie 
  
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