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Autore: Fiery    06/09/2007    1 recensioni
Il primo giorno di scuola è sempre quello che più si teme oppure che si spera con tutto il cuore. Per quattro ragazze (Gabriella, Taylor, Sharpay, Kelsi) quel primo giorno di scuola è speciale, perchè devono fare i conti con quello che ne è stato delle loro vacanze estive.
Scritta in riva al mare e sugli scalini di casa mia in montagna. Baci
Genere: Romantico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Primo giorno di scuola

Primo giorno di scuola

I

Gabriella e Troy

Un momento indimenticabile

 

10 Novembre 2007.

Il primo giorno di scuola. Scendo dalla macchina di mia madre, lo cerco in mezzo alla folla di studenti. Eccolo lì, in tutta la sua bellezza. E non posso fare a meno di pensare a poche settimane fa.

Due settimane prima…

Sole, spiaggia piena, mare cristallino. Ero comodamente sdraiata su un lettino, sotto un ombrellone visto che durante la settimana mi ero arrostita sotto il sole delle Hawaii. Era la seconda settimana d’Agosto, tirava un lieve venticello. Così lieve che quasi non lo sentivo. Le onde si infrangevano sui scogli, mentre alla radio del lido  passava la nuova canzone di un cantante italiano. Lucio Dalla, la canzone era Due dita sotto il cielo, non riuscivo a capire tutte le parole però mi piaceva. Avevo gli occhi chiusi, la mia abbronzatura risaltava grazie al mio costume a due pezzi celeste. I capelli pieni di salsedine, ricci e liberi. Ero in vacanza da poco, ma già mi mancava Albuquerque. Taylor, la mia famiglia (già, perché io ero in vacanza con alcuni cugini) e lui. Troy. Eppure non mi doveva mancare, ci eravamo lasciati a Gennaio, di comune accordo. Tutti e due eravamo troppo impegnati, io con la domanda di ammissione al conservatorio di musica e lui con il basket. Era molto difficile parlarci, figuriamoci vederci! Fatto sta che mi mancava terribilmente, sapendo che non dovevo pensare a lui.

-Gabriella…- aprii gli occhi al suono di quella voce, spalancando la bocca ammutolita.

-Troy…- sussurrai, come se lui fosse uscito dai miei pensieri, -Che ci fai qui? Non dovevi stare ad Albuquerque?- gli domandai mettendomi a sedere cosicché lui potesse sedersi vicino alla mia vita.

-Già, ma i miei hanno pensato che dovessi abbronzarmi un po’.- sorrise dolcemente, -Tu sei con i tuoi cugini, vero?-

-Già.- annuii, -Con mia cugina Jessica e i catastrofici gemelli Tom e Riley.- ridemmo, era tanto che non ci capitava di ridere insieme.

-Mi riserverai un po’ di tempo?- si indicò ammiccando.

Io risi, -Certo, questo ed altro per te.- mi erano uscite spontaneamente quelle parole e sapevo benissimo che non erano per amicizia.

La settimana seguente passò piuttosto velocemente. Passavamo tutti i giorni in spiaggia, a volte uscivamo alla sera con i miei cugini. Gli presentai Jessica, i gemelli li conosceva perché una volta erano venuti a trovarmi mentre ero con lui in salotto a vedere un film e mi avevano praticamente messo sotto sopra casa. Quel pomeriggio lo passammo io e Troy a ridere rimettendo a posto. Uscimmo spesso, come due buoni amici. Non sapevo cosa provasse lui, ma io sentivo ricrescere quell’amore che ero riuscita abilmente a sotterrare a Gennaio per non soffrire.

Un giorno eravamo in spiaggia. Il cielo era nuvoloso, il sole era scomparso. Infatti la spiaggia era deserta, c’eravamo solo noi due. Io indossavo un bikini nero, con sopra una maglietta slargata grigia. Lui invece aveva i bermuda bianchi e una maglietta nera. Io leggevo un libro, lui ascoltava l’i-pod. Mi raccolsi i capelli neri con un mollettone, preparandomi a girare pagina. Appena un boccolo sfuggì al mollettone vidi una goccia d’acqua sfiorare una pagina del mio libro. Alzai gli occhi al cielo, inarcando entrambe le sopraciglia. Una goccia sfiorò il mio naso, facendomelo arricciare. Seguita da un’altra e un’altra ancora. Stava piovendo. Prendemmo in fretta le nostre cose e corremmo verso la tettoia delle cabine dalle porte bianche. Ci sedemmo ad uno dei tanti tavoli circolari che stavano davanti alle cabine, la pioggia aumentava man mano, io mi strinsi nella mia maglietta fradicia.

-Credo sia meglio avvertire che siamo bloccati per via del temporale.- dissi voltandomi verso Troy, che stava trafficando col suo cellulare nero.

-Niente da fare, non c’è linea.- mi informò chiudendo lo sportellino del telefono e appoggiandolo sul tavolo bianco.

Sbuffai un poco, guardando le gocce confondersi con il mare, che si stava man mano ingrossando a dismisura.

-Io vado a cambiarmi, sono bagnato fradicio.- sentii la voce di Troy dire queste parole, poi una porta chiusa, probabilmente quella della cabina.

Rimasi qualche secondo in silenzio, l’unico rumore era quello della pioggia che batteva sulla sabbia, che fino a poco prima era asciutta. Spostai lo sguardo quando sentii un ringhio sommesso. Deglutii rumorosamente.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!- credo che il mio urlo fosse più alto della scala degli ultrasuoni.

Aprì la porta della mia cabina e ci entrai. La chiusi subito, guardando dallo spioncino.

-Gabriella, cosa stai facendo?-

-C’è un cane orribile là fuori.- mi irrigidì di botto, voltandomi piano, -Oh… ehm, tu ti stavi…-

-Cambiando? Esatto.- Troy incrociò le braccia al petto, era la situazione più imbarazzante che avessi mai vissuto. Lui era lì, con indosso solo un paio di bermuda azzurri. Non che fosse strano, non era la prima volta che lo vedevo in costume, ma la cabina era così stretta che potevamo toccarci senza nessuna fatica.

-Io non ci torno là fuori.- asserì scotendo energicamente la testa, l’imbarazzo che stavo provando era molto più sopportabile.

-Che cane era?- sospirò Troy avvicinandosi di più a me.

-Un… pastore tedesco…- risposi rossa in viso, fino a quando non mi accorsi che lui stava solo mirando alla maniglia della cabina.

La girò un paio di volte, lo vidi inarcare un sopraciglio scettico, -Bene.- disse appoggiando la schiena al muro, -A quanto pare siamo bloccati qui dentro.-

Sbarrai gli occhi, -Cosa?- mormorai girando la maniglia, a vuoto purtroppo, -No, accidenti!- battei un pugno sulla porta, -Apriti immediatamente, non posso rimanere qui dentro! Non è concepibile, no! Devo uscire assolutamente!- continuai a battere i pugni sulla porta, fino a quando Troy non mi posò entrambe le mani sulle spalle.

-Gabriella, calmati.- mi disse preoccupato, -Troveremo un modo per aprirla, non c’è bisogno che tu ti faccia male.- mi disse facendomi notare un taglietto all’altezza della mano destra.

-Non è niente.- dissi mentre lui mi prendeva dolcemente la mano.

-Lo so. Ma vedi di stare calma, ok?- mi disse spostandomi e cercando di far scattare la serratura, guardò dallo spioncino, -C’è una buona notizia, il cane se n’è andato.-

Solo in quel momento mi resi di quanto potevo apparire stupida ai suoi occhi. Ero andata dentro alla cabina per colpa di un cane, che probabilmente non mi avrebbe fatto niente! Lui si alzò, guardandosi intorno.

-Mi serve qualcosa di appuntito.- borbottò, ma io lo sentii.

Mi passai una mano tra i capelli, il mollettone marrone era ancora lì. Me lo tolsi, i capelli caddero sulle mie spalle fino a metà schiena, -Tieni.- gli dissi porgendoglielo, -Puoi usare la vite del mollettone.- gli feci notare al suo sguardo accigliato.

Troy annuì, prese il mollettone e tolse la vite che univa i due pezzi. Cominciò a trafficare con la serratura, fino a quando non scattò. La porta si aprì e lui sorrise uscendo dalla cabina.

-Visto? Ce l’abbiamo fatta.- commentò mentre anche io uscivo da quella stretta cabina.

-Già, ma il cane non se n’è andato!- esclamai riparandomi dietro alle sue spalle.

-Ma è solo un cucciolo.- Troy si voltò col viso verso di me, -Hai paura di un cucciolo?-

-Certo! Soprattutto se un cane simile mi ha morso alla mano quando avevo otto anni!- ribattei con sarcasmo. (A me è successo, era il cane di mia zia… Da quel momento non vado molto d’accordo con i cani tipo quelli! XD NdA)

Troy scosse la testa, prese un sacchetto con un pezzo di pizza dal suo borsone, quello con il pranzo, e lo tirò lontano. Il cane scomparii dalla nostra vista.

-Grazie.- lo ringraziai sfregandomi le braccia bagnate.

-Dai, vatti a cambiare.- indicò la cabina.

-Scherzi? E se si blocca di nuovo?-

-Cosa vorresti fare, sentiamo. Tutte le altre cabine sono chiuse a chiave.- mi fece notare con ironia, -O entri in quella cabina o ti spogli davanti a me.-

Sgranai gli occhi stupita, arrossendo di botto, -Io…- non riuscii a comporre una frase completa, -Ecco… cosa…?-

-Tieni.- mi lanciò un asciugamano blu e bianco molto lungo, -Cambiati lì, io non ti guardo.- disse voltandosi dalla parte opposta.

Rimasi ferma qualche secondo, poi mi misi l’asciugamano intorno al corpo e cominciai a spogliarmi, lanciandogli comunque alcune occhiate fugaci. Troy non era tipo da spiare le donne nude, ma si sa che non pensavo razionalmente in quel momento.

-Puoi girarti.- dopo qualche minuto lui si voltò finalmente verso di me, avevo messo un costume a due pezzi bianco che avevo portato di ricambio e sopra un paio di pantaloncini corti verdi e una canottiera a spalline piccola bianca.

Mi ravvivai i capelli, mentre lui si infilava una maglietta.

-E ora che si fa?- gli domandai sedendomi su un tavolo.

-Chiacchieriamo.- prese una sedia e si sedette davanti a me, -Di che cosa vuoi parlare?-

-Non ho niente da dire.- gli dissi tenendo le gambe accavallate.

-Bene, allora parlo io.- mi fissò negli occhi, sentii un brivido percorrermi, -Mi piaci ancora.-

Lo guardai come se avesse appena detto di voler intraprendere la carriera da astronauta, -Come scusa?- fu l’unica cosa che riuscii a chiedere.

-Mi piaci ancora.- ripeté sorridendomi, -E non capisco perché.-

-Nemmeno io.- gli fissai le labbra, quelle labbra che non baciavo da mesi, -Anche a me piaci ancora.-

-Vuoi tornare insieme a me?-

-Io non ho mai voluto lasciarti.- si alzò dalla sedia ed appoggiò le mani sulle mie, bloccandomi ogni via di uscita.

-Ho una voglia matta di baciarti.- mi disse avvicinando il suo viso al mio.

-Mi leggi nel pensiero?- inarcai un sopraciglio annullando la distanza tra di noi.

Gli cinsi il collo con le braccia, mentre lui teneva le sue mani sul tavolo. Ci baciammo per quella che sembrò un eternità, la pioggia era l’unico rumore che si sentiva. Ci staccammo ansanti, sentivo il battito del mio cuore accelerare a dismisura. Ci fissammo qualche secondo, i nostri sguardi erano incatenati. Lui si chinò di nuovo su di me, baciandomi ancora. Un bacio che mi mancava, che non aveva niente a che fare con tutti quelli che ci eravamo scambiati quando stavamo insieme. Lo staccai malvolentieri, un flusso di pensieri nella mia mente.

-E se ci dovessimo lasciare di nuovo?- gli chiesi in un sussurro, -Non voglio stare lontana da te di nuovo, non ora che ho riscoperto di amarti.-

-Non ti lascerò mai più andare via, Gabriella.- cominciò a giocare con un mio boccolo nero, -Non lascerò che il basket ti metta in secondo piano.-

-E io non lascerò che la musica mi allontani da te.- ci scambiammo un altro bacio, -Voglio…- un altro bacio, -Stare con te…- un altro bacio, -Non lasciamoci…- una supplica, un altro bacio.

-Te lo giuro…- Troy mi baciò di nuovo, -Mai più…- il fiato corto, un altro bacio.

Rimanemmo a baciarmi per diversi minuti, non volevamo separarci in quel momento. Ad un certo punto Troy si separò, guardando per terra preoccupato per qualcosa. Posai anche io lo sguardo a terra e vidi l’acqua arrivargli alle caviglie. Il temporale stava peggiorando. Troy si sedette accanto a me sul tavolo, fissando l’acqua che stava man mano salendo.

-Dobbiamo ripararci da qualche parte.- disse guardandosi intorno.

Io scesi dal tavolo, l’acqua mi arrivava a metà polpaccio. Mi allontanai dalle cabine, arrivando finalmente alla spiaggia. La sabbia bagnata mi entrava nei piedi scalzi, quando ad un certo punto sentì una mano prendere la mia.

-Che stai facendo?- mi voltai, Troy mi guardò preoccupato, -Il mare si sta ingrossando, non vedi?-

Io per tutta risposa mi sedetti sulla sabbia, guardando le onde che mi arrivavano ai piedi ormai. Eravamo sotto la pioggia, il mare era in tempesta, la sabbia bagnata tra le mani. Troy si inginocchiò davanti a me, confuso.

-Vieni, andiamo a ripararci.-

Scossi la testa, prendendogli una mano e trascinandolo sopra di me. Lo feci stendere sulla sabbia, eravamo ormai sporchi di sabbia. Mi chinai sulle sue labbra, in un bacio stupendo. Ci staccammo, lui mi guardò ancora più confuso.

-Ti amo, Troy.- gli confessai.

-Anche io ti amo, Gabriella.- si accigliò, -Ma perché me lo dici ora?-

-Perché voglio che questo momento sia indimenticabile. Voglio che sia solo nostro.-

Eravamo entrambi bagnati e sporchi di sabbia, ma non ci importava. Ci baciammo di nuovo, sotto la pioggia che ci aveva riconciliati. In quel momento ebbi tutto quello che desideravo: un momento indimenticabile. Tutto per noi, che nessuno avrebbe potuto distruggere o eguagliare. Era solo nostro. Non facemmo nulla di sconveniente. Rimanemmo solo a baciarci e a scambiarci carezze, come due semplici innamorati. Era quello che volevo. Qualcosa che ci rappresentasse.

E tutto ci porta ad oggi…

Lo raggiungo e gli do un bacio sulle labbra, lui mi stringe a sé. Quell’esperienza ci ha cambiati dentro e fuori, ci amiamo. Non ci dividerà niente e nessuno.

-Vado da Chad, ieri sera mi ha chiamato perché voleva parlarmi. Ti spiace?- mi domanda passandomi un braccio sulle spalle.

-No, tranquillo. Tanto io devo andare da Taylor. Non le parlo da quando sono partita.- lo bacio e ci separiamo verso i rispettivi amici, individuo una ragazza, -TAYLOR!- lei mi guarda e poi torna a farsi strada tra la gente, -Ma cosa…?- la seguo accigliata.

 

************

È una ficcy composta da quattro capitoli, visti ognuno da un personaggio femminile diverso. Tutti e quattro raccontano cos’è successo durante il mese di Agosto, prima del loro ultimo anno di liceo. Dico tutto alla fine, visto che posto i chappy subito.

Baci a volontà e grazie a chi commenterà (Ho fatto anche la rima XD)

By Titty90 ^^

Ps: Ci vediamo al quarto capitolo.

  
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