Primo giorno di scuola
I
Gabriella e Troy
Un momento indimenticabile
10 Novembre 2007.
Il primo giorno di scuola. Scendo
dalla macchina di mia madre, lo cerco in mezzo alla folla di studenti. Eccolo
lì, in tutta la sua bellezza. E non posso fare a meno di pensare a poche
settimane fa.
Due settimane prima…
Sole, spiaggia piena, mare
cristallino. Ero comodamente sdraiata su un lettino, sotto un ombrellone visto
che durante la settimana mi ero arrostita sotto il sole delle Hawaii. Era la
seconda settimana d’Agosto, tirava un lieve venticello. Così lieve che quasi
non lo sentivo. Le onde si infrangevano sui scogli, mentre alla radio del
lido passava la nuova canzone di un
cantante italiano. Lucio Dalla, la canzone era Due dita sotto il cielo, non riuscivo a capire tutte le parole però
mi piaceva. Avevo gli occhi chiusi, la mia abbronzatura risaltava grazie al mio
costume a due pezzi celeste. I capelli pieni di salsedine, ricci e liberi. Ero
in vacanza da poco, ma già mi mancava Albuquerque. Taylor, la mia famiglia
(già, perché io ero in vacanza con alcuni cugini) e lui. Troy. Eppure non mi doveva mancare, ci eravamo lasciati a
Gennaio, di comune accordo. Tutti e due eravamo troppo impegnati, io con la
domanda di ammissione al conservatorio di musica e lui con il basket. Era molto
difficile parlarci, figuriamoci vederci! Fatto sta che mi mancava
terribilmente, sapendo che non dovevo pensare a lui.
-Gabriella…- aprii gli occhi al
suono di quella voce, spalancando la bocca ammutolita.
-Troy…- sussurrai, come se lui fosse
uscito dai miei pensieri, -Che ci fai qui? Non dovevi stare ad Albuquerque?-
gli domandai mettendomi a sedere cosicché lui potesse sedersi vicino alla mia
vita.
-Già, ma i miei hanno pensato che
dovessi abbronzarmi un po’.- sorrise dolcemente, -Tu sei con i tuoi cugini,
vero?-
-Già.- annuii, -Con mia cugina Jessica
e i catastrofici gemelli Tom e Riley.- ridemmo, era tanto che non ci capitava
di ridere insieme.
-Mi riserverai un po’ di tempo?- si
indicò ammiccando.
Io risi, -Certo, questo ed altro
per te.- mi erano uscite spontaneamente quelle parole e sapevo benissimo che
non erano per amicizia.
La settimana seguente passò
piuttosto velocemente. Passavamo tutti i giorni in spiaggia, a volte uscivamo
alla sera con i miei cugini. Gli presentai Jessica, i gemelli li conosceva
perché una volta erano venuti a trovarmi mentre ero con lui in salotto a vedere
un film e mi avevano praticamente messo sotto sopra casa. Quel pomeriggio lo
passammo io e Troy a ridere rimettendo a posto. Uscimmo spesso, come due buoni
amici. Non sapevo cosa provasse lui, ma io sentivo ricrescere quell’amore che
ero riuscita abilmente a sotterrare a Gennaio per non soffrire.
Un giorno eravamo in spiaggia. Il
cielo era nuvoloso, il sole era scomparso. Infatti la spiaggia era deserta, c’eravamo
solo noi due. Io indossavo un bikini nero, con sopra una maglietta slargata
grigia. Lui invece aveva i bermuda bianchi e una maglietta nera. Io leggevo un
libro, lui ascoltava l’i-pod. Mi raccolsi i capelli neri con un mollettone,
preparandomi a girare pagina. Appena un boccolo sfuggì al mollettone vidi una
goccia d’acqua sfiorare una pagina del mio libro. Alzai gli occhi al cielo,
inarcando entrambe le sopraciglia. Una goccia sfiorò il mio naso, facendomelo
arricciare. Seguita da un’altra e un’altra ancora. Stava piovendo. Prendemmo in
fretta le nostre cose e corremmo verso la tettoia delle cabine dalle porte
bianche. Ci sedemmo ad uno dei tanti tavoli circolari che stavano davanti alle
cabine, la pioggia aumentava man mano, io mi strinsi nella mia maglietta
fradicia.
-Credo sia meglio avvertire che
siamo bloccati per via del temporale.- dissi voltandomi verso Troy, che stava
trafficando col suo cellulare nero.
-Niente da fare, non c’è linea.- mi
informò chiudendo lo sportellino del telefono e appoggiandolo sul tavolo
bianco.
Sbuffai un poco, guardando le gocce
confondersi con il mare, che si stava man mano ingrossando a dismisura.
-Io vado a cambiarmi, sono bagnato
fradicio.- sentii la voce di Troy dire queste parole, poi una porta chiusa,
probabilmente quella della cabina.
Rimasi qualche secondo in silenzio,
l’unico rumore era quello della pioggia che batteva sulla sabbia, che fino a
poco prima era asciutta. Spostai lo sguardo quando sentii un ringhio sommesso.
Deglutii rumorosamente.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!-
credo che il mio urlo fosse più alto della scala degli ultrasuoni.
Aprì la porta della mia cabina e ci
entrai. La chiusi subito, guardando dallo spioncino.
-Gabriella, cosa stai facendo?-
-C’è un cane orribile là fuori.- mi
irrigidì di botto, voltandomi piano, -Oh… ehm, tu ti stavi…-
-Cambiando? Esatto.- Troy incrociò
le braccia al petto, era la situazione più imbarazzante che avessi mai vissuto.
Lui era lì, con indosso solo un paio di bermuda azzurri. Non che fosse strano,
non era la prima volta che lo vedevo in costume, ma la cabina era così stretta
che potevamo toccarci senza nessuna fatica.
-Io non ci torno là fuori.- asserì
scotendo energicamente la testa, l’imbarazzo che stavo provando era molto più
sopportabile.
-Che cane era?- sospirò Troy
avvicinandosi di più a me.
-Un… pastore tedesco…- risposi
rossa in viso, fino a quando non mi accorsi che lui stava solo mirando alla
maniglia della cabina.
La girò un paio di volte, lo vidi
inarcare un sopraciglio scettico, -Bene.- disse appoggiando la schiena al muro,
-A quanto pare siamo bloccati qui dentro.-
Sbarrai gli occhi, -Cosa?- mormorai
girando la maniglia, a vuoto purtroppo, -No, accidenti!- battei un pugno sulla
porta, -Apriti immediatamente, non posso rimanere qui dentro! Non è concepibile,
no! Devo uscire assolutamente!- continuai a battere i pugni sulla porta, fino a
quando Troy non mi posò entrambe le mani sulle spalle.
-Gabriella, calmati.- mi disse
preoccupato, -Troveremo un modo per aprirla, non c’è bisogno che tu ti faccia
male.- mi disse facendomi notare un taglietto all’altezza della mano destra.
-Non è niente.- dissi mentre lui mi
prendeva dolcemente la mano.
-Lo so. Ma vedi di stare calma,
ok?- mi disse spostandomi e cercando di far scattare la serratura, guardò dallo
spioncino, -C’è una buona notizia, il cane se n’è andato.-
Solo in quel momento mi resi di
quanto potevo apparire stupida ai suoi occhi. Ero andata dentro alla cabina per
colpa di un cane, che probabilmente non mi avrebbe fatto niente! Lui si alzò,
guardandosi intorno.
-Mi serve qualcosa di appuntito.-
borbottò, ma io lo sentii.
Mi passai una mano tra i capelli,
il mollettone marrone era ancora lì. Me lo tolsi, i capelli caddero sulle mie
spalle fino a metà schiena, -Tieni.- gli dissi porgendoglielo, -Puoi usare la vite
del mollettone.- gli feci notare al suo sguardo accigliato.
Troy annuì, prese il mollettone e
tolse la vite che univa i due pezzi. Cominciò a trafficare con la serratura,
fino a quando non scattò. La porta si aprì e lui sorrise uscendo dalla cabina.
-Visto? Ce l’abbiamo fatta.-
commentò mentre anche io uscivo da quella stretta cabina.
-Già, ma il cane non se n’è
andato!- esclamai riparandomi dietro alle sue spalle.
-Ma è solo un cucciolo.- Troy si
voltò col viso verso di me, -Hai paura di un cucciolo?-
-Certo! Soprattutto se un cane
simile mi ha morso alla mano quando avevo otto anni!- ribattei con sarcasmo. (A me è successo, era il cane di mia zia… Da
quel momento non vado molto d’accordo con i cani tipo quelli! XD NdA)
Troy scosse la testa, prese un sacchetto
con un pezzo di pizza dal suo borsone, quello con il pranzo, e lo tirò lontano.
Il cane scomparii dalla nostra vista.
-Grazie.- lo ringraziai sfregandomi
le braccia bagnate.
-Dai, vatti a cambiare.- indicò la
cabina.
-Scherzi? E se si blocca di nuovo?-
-Cosa vorresti fare, sentiamo.
Tutte le altre cabine sono chiuse a chiave.- mi fece notare con ironia, -O
entri in quella cabina o ti spogli davanti a me.-
Sgranai gli occhi stupita,
arrossendo di botto, -Io…- non riuscii a comporre una frase completa, -Ecco…
cosa…?-
-Tieni.- mi lanciò un asciugamano
blu e bianco molto lungo, -Cambiati lì, io non ti guardo.- disse voltandosi
dalla parte opposta.
Rimasi ferma qualche secondo, poi
mi misi l’asciugamano intorno al corpo e cominciai a spogliarmi, lanciandogli
comunque alcune occhiate fugaci. Troy non era tipo da spiare le donne nude, ma
si sa che non pensavo razionalmente in quel momento.
-Puoi girarti.- dopo qualche minuto
lui si voltò finalmente verso di me, avevo messo un costume a due pezzi bianco
che avevo portato di ricambio e sopra un paio di pantaloncini corti verdi e una
canottiera a spalline piccola bianca.
Mi ravvivai i capelli, mentre lui
si infilava una maglietta.
-E ora che si fa?- gli domandai
sedendomi su un tavolo.
-Chiacchieriamo.- prese una sedia e
si sedette davanti a me, -Di che cosa vuoi parlare?-
-Non ho niente da dire.- gli dissi
tenendo le gambe accavallate.
-Bene, allora parlo io.- mi fissò
negli occhi, sentii un brivido percorrermi, -Mi piaci ancora.-
Lo guardai come se avesse appena
detto di voler intraprendere la carriera da astronauta, -Come scusa?- fu
l’unica cosa che riuscii a chiedere.
-Mi piaci ancora.- ripeté
sorridendomi, -E non capisco perché.-
-Nemmeno io.- gli fissai le labbra,
quelle labbra che non baciavo da mesi, -Anche a me piaci ancora.-
-Vuoi tornare insieme a me?-
-Io non ho mai voluto lasciarti.-
si alzò dalla sedia ed appoggiò le mani sulle mie, bloccandomi ogni via di
uscita.
-Ho una voglia matta di baciarti.-
mi disse avvicinando il suo viso al mio.
-Mi leggi nel pensiero?- inarcai un
sopraciglio annullando la distanza tra di noi.
Gli cinsi il collo con le braccia,
mentre lui teneva le sue mani sul tavolo. Ci baciammo per quella che sembrò un
eternità, la pioggia era l’unico rumore che si sentiva. Ci staccammo ansanti,
sentivo il battito del mio cuore accelerare a dismisura. Ci fissammo qualche
secondo, i nostri sguardi erano incatenati. Lui si chinò di nuovo su di me,
baciandomi ancora. Un bacio che mi mancava, che non aveva niente a che fare con
tutti quelli che ci eravamo scambiati quando stavamo insieme. Lo staccai
malvolentieri, un flusso di pensieri nella mia mente.
-E se ci dovessimo lasciare di
nuovo?- gli chiesi in un sussurro, -Non voglio stare lontana da te di nuovo,
non ora che ho riscoperto di amarti.-
-Non ti lascerò mai più andare via,
Gabriella.- cominciò a giocare con un mio boccolo nero, -Non lascerò che il
basket ti metta in secondo piano.-
-E io non lascerò che la musica mi
allontani da te.- ci scambiammo un altro bacio, -Voglio…- un altro bacio, -Stare
con te…- un altro bacio, -Non lasciamoci…- una supplica, un altro bacio.
-Te lo giuro…- Troy mi baciò di
nuovo, -Mai più…- il fiato corto, un altro bacio.
Rimanemmo a baciarmi per diversi
minuti, non volevamo separarci in quel momento. Ad un certo punto Troy si
separò, guardando per terra preoccupato per qualcosa. Posai anche io lo sguardo
a terra e vidi l’acqua arrivargli alle caviglie. Il temporale stava
peggiorando. Troy si sedette accanto a me sul tavolo, fissando l’acqua che
stava man mano salendo.
-Dobbiamo ripararci da qualche
parte.- disse guardandosi intorno.
Io scesi dal tavolo, l’acqua mi
arrivava a metà polpaccio. Mi allontanai dalle cabine, arrivando finalmente
alla spiaggia. La sabbia bagnata mi entrava nei piedi scalzi, quando ad un certo
punto sentì una mano prendere la mia.
-Che stai facendo?- mi voltai, Troy
mi guardò preoccupato, -Il mare si sta ingrossando, non vedi?-
Io per tutta risposa mi sedetti
sulla sabbia, guardando le onde che mi arrivavano ai piedi ormai. Eravamo sotto
la pioggia, il mare era in tempesta, la sabbia bagnata tra le mani. Troy si
inginocchiò davanti a me, confuso.
-Vieni, andiamo a ripararci.-
Scossi la testa, prendendogli una
mano e trascinandolo sopra di me. Lo feci stendere sulla sabbia, eravamo ormai
sporchi di sabbia. Mi chinai sulle sue labbra, in un bacio stupendo. Ci
staccammo, lui mi guardò ancora più confuso.
-Ti amo, Troy.- gli confessai.
-Anche io ti amo, Gabriella.- si
accigliò, -Ma perché me lo dici ora?-
-Perché voglio che questo momento
sia indimenticabile. Voglio che sia solo nostro.-
Eravamo entrambi bagnati e sporchi
di sabbia, ma non ci importava. Ci baciammo di nuovo, sotto la pioggia che ci
aveva riconciliati. In quel momento ebbi tutto quello che desideravo: un
momento indimenticabile. Tutto per noi, che nessuno avrebbe potuto distruggere
o eguagliare. Era solo nostro. Non facemmo nulla di sconveniente. Rimanemmo
solo a baciarci e a scambiarci carezze, come due semplici innamorati. Era
quello che volevo. Qualcosa che ci rappresentasse.
E tutto ci porta ad oggi…
Lo raggiungo e gli do un bacio
sulle labbra, lui mi stringe a sé. Quell’esperienza ci ha cambiati dentro e
fuori, ci amiamo. Non ci dividerà niente e nessuno.
-Vado da Chad, ieri sera mi ha
chiamato perché voleva parlarmi. Ti spiace?- mi domanda passandomi un braccio
sulle spalle.
-No, tranquillo. Tanto io devo
andare da Taylor. Non le parlo da quando sono partita.- lo bacio e ci separiamo
verso i rispettivi amici, individuo una ragazza, -TAYLOR!- lei mi guarda e poi
torna a farsi strada tra la gente, -Ma cosa…?- la seguo accigliata.
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È una ficcy composta da quattro
capitoli, visti ognuno da un personaggio femminile diverso. Tutti e quattro
raccontano cos’è successo durante il mese di Agosto, prima del loro ultimo anno
di liceo. Dico tutto alla fine, visto che posto i chappy subito.
Baci a volontà e grazie a chi commenterà (Ho fatto anche la
rima XD)
By Titty90 ^^
Ps: Ci vediamo al quarto capitolo.