<< Fratellinoooooooo!!! >> Tom, un ragazzo di quasi 18 anni con lunghi rasta biondi, saltò in grembo al gemello, comodamente appisolato sulla poltrona della sua camera intento ad ascoltare della musica dal suo fidato i-Pod.
<< Okay,
che cavolo devi dirmi di così importante da svegliarmi e da farmi andare in
iper ventilazione? >> Rispose Bill, i capelli neri a ciocche bianchi
schizzati in aria, con gli occhi nocciola ridotti a due spilli velenosi. Tom
parve non accorgersene e si impadronì dell’i-Pod del gemello, schiaffandogli
invece nelle orecchie le sue cuffie.
<< Zitto e
guarda. >> Il rasta si alzò dalle
gambe del fratello e si chinò per guardare il suo i-Pod. Bill sembrava del
tutto concentrato sulle immagini, ma evidentemente quello non era ciò che il
fratello maggiore (di soli 10 minuti, mannaggia a lui e alla sua lingua lunga,
glielo rinfacciava sempre.) voleva fargli vedere, perché si riprese il proprio
i-Pod in mano e trafficò per qualche minuto, strattonando le povere orecchie
del gemello. Esasperato, il moro si tolse le cuffiette per porgerle quanto più
malamente possibile al fratello, concentrato al massimo.
<< Quando
avrai finito con il tuo dannato i-Pod, dimmelo civilmente, senza spaccarmi le
gambe o rovinarmi i timpani. >>
Fece acidamente, rimettendosi le sue cuffie nelle orecchie. Sfortunatamente per
lui, il fratello aveva appena finito di smanettare, così gli strappò via le
cuffiette e gli rimise nuovamente le sue. Nel piccolo schermo dell’i-Pod di
Tom, cominciarono a saettare delle immagini.
Una ragazza,
seduta sul pavimento di un bagno, una vetrata…
I wait for te postman to
bring me a letter…
I wait
for the good Lord to make me feel better
And I carry the weight of the
world on my shoulders
A family in crisis that only grows older
Non ce la fa più, lui. Si tappa le orecchie con le
mani pallide, mentre la sua mamma urla qualcosa al padre. Non li sopporta più,
allora urla. Per un secondo, la sua voce copre le urla della madre e quelli del
padre, ma poi tutto ritorna come prima. Ma perché è successo? E perché suo
fratello non sente niente? Forse non vuole ascoltare ma sente. Sì, lui è sempre
stato così. si fa passare tutto sopra. Un altro strillo, un rumore. Cos’è
successo? Sente la mamma piangere, ma non gli importa. Si tappa più forte le
orecchie, per non sentire. Ma non ce la
fa. Sente i singhiozzi forti della mamma. Vorrebbe uscire dal bagno, sa che
deve uscire a consolare la mamma, ma non ce la fa, è troppo per lui. La loro è
una famiglia in crisi, ma non l’ ha mai creduto veramente. Ha sempre sperato
che fosse tutto un sogno, un incubo, e che poi quando si sarebbe risvegliato
avrebbe visto suo fratello Tom giocare con le macchine e la sua mamma con il
vassoio della colazione e il suo papà che legge il giornale. Ma non è mai stato
così.
Why'd you have to go
Why'd you have to go
Why'd you have to go
Perché te ne sei andato, papà? Pensa il bambino, cercando di
frenare le lacrime. lui ha sentito la porta sbattere. Sente la mamma che
piange, ma la porta della sua camera gli sembra troppo lontana e lui è troppo
stanco. Suo fratello Bill è chiuso in bagno, lo ha sentito urlare. Non ce la fa
più neanche lui. Vuole che finisca la tortura di sentire sempre la mamma
piangere e il papà urlare. È stanco di tutto questo è stanco di tutto. Scoppia
a piangere anche lui. Se solo lo vedesse suo fratello. È sempre stato
considerato da lui come una giuda, un fratello maggiore a cui aggrapparsi, ma
non è così. Non è mai stato forte come crede il gemello. Se solo lo vedesse
adesso… non capisce perché si sia chiuso in bagno. devono stare insieme, ha
bisogno del suo gemello, ha bisogno del suo fratellino, di Bill. Perché da solo
non ce la fa.
Daughter to father, daughter to father
I am broken but I am hoping
Daughter to father, daughter to father
I am crying, a part of me is dying and
These are, these are
The confessions of a broken heart
Non può farcela da solo, ha bisogno di Tom, adesso. Senza
pensare spalanca la porta del bagno e corre. Corre verso la loro camera, la
apre e si butta sul letto. Vede suo fratello piangere, rannicchiato in un
angolo con le orecchie tappate, come lui prima. Si avvicina silenziosamente,
come un gatto. Si inginocchia davanti a lui e lo guarda negli occhi. Sono
identici, la stessa espressione in viso.
<< Basta. Bill, falli smettere. Ti prego fratellino,
falli stare zitti. Io non ce la faccio. >> Supplica Tom, nascondendo il
viso tra le ginocchia. Ormai i suoi pantaloni sono zuppi di lacrime. Un tonfo, la porta di casa che si riapre, un
urlo, della mamma. Bill è piccolo, ma deve sapere cosa succede. Apre la porta
della loro camera e vede la sua mamma in piedi davanti al papà. Lui la guarda
cattivo, con una cattiva luce negli occhi. Improvvisamente il papà tira uno
schiaffo alla mamma. Il piccolo Bill rimare scioccato. Chiude immediatamente la
porta davanti a lui e va a sedersi accanto al gemello, abbracciandosi le gambe.
And I wear all your old clothes, your polo sweater
I dream of another you
The one who would never (never)
Leave me alone to pick up the pieces
A daddy to hold me, that's what I needed
Finalmente sono insieme, ma sono immersi nei propri pensieri.
Hanno paura, paura che possano non finire mai quei giorni.
<< Non riesco io Tomi… il papà ha picchiato la mamma.
Ho paura fratellone. >> Biascica Bill, appoggiando il capo alla spalla
del gemello. Quest’ultimo prende a singhiozzare più forte, accompagnato dalla
pioggia che batte furiosa alla finestra. Tutto questo è scoppiato come una
normale litigata. Ma loro, lo sapevano che non era così. Infatti la mamma ed il
papà si erano messi ad urlare. E da lì è cominciato tutto. Da una settimana a
questa parte, le urla sono sempre più forti. La mamma piange, il papà grida e
Tom e Bill sono sempre rinchiusi da qualche parte, con le orecchie tappate per
non sentire. Amano la mamma, amano il papà, ma sanno che per lui non è così.
perché non li ha mai abbracciati, mai consolati o sorriso. Mai. Per questo
hanno paura che faccia male anche a loro, sono piccoli, hanno solo 6 anni.
So why'd you have to go
Why'd you have to go
Why'd you have to go!!
<< Tomi… perché papà se ne va via? >> Sussurra Bill. Lo sa, papà se ne sta
andando. Ha sentito che lo urla alla mamma. Ma non sa
perché.
<< Non lo so fratellino. Non lo so. >>
Singhiozza in risposta il gemello, tappandosi con più forza le orecchie. Bill
lo guarda stranito. Eppure, è sempre stato il suo gemello il più forte dei due,
non lui. In quel momento capisce che devono stare insieme. Lo abbraccia, non
riesce a piangere come lui. Lo stringe forte e Tom si aggrappa alla sua
maglietta, stringe i pugni per smettere, ma non ce la fa. Di solito è il
contrario. Il loro papà se ne sta andando, e nessuno può fare niente, neanche
la mamma.
Daughter to
father, daughter to father
I don't know you, but I still want to
Daughter to father, daughter to father
Tell me the truth, did you ever love me
Cause these are, these are
The confessions of a broken heart
Sono stanchi, si chiedono cosa possono aver fatto di
male… perchè il papà non li ha mai abbracciati? La mamma è sempre stata con
loro. A volte il papà non li guardava neppure. Forse sono stati uno sbaglio?
Forse il papà non li voleva? Non li voleva gemelli, non li voleva maschi…?
Cos’era successo? Non riescono a capirlo, i due gemelli, però sanno che il papà
non li voleva. La mamma sì, altrimenti li avrebbe dati in adozione, e lei
parlava loro dolcemente. Il papà non gli ha quasi mai rivolto la parola,
evidentemente era sempre arrabbiato. Ma anche quando Bill prendeva un bel voto
o Tom faceva un bel disegno, lui non si complimentava. Annuiva. E allora i
gemelli ci stavano male. Ma adesso hanno capito. Il loro papà non vuole loro
bene. Sono piccoli, certo, ma mica stupidi? L’hanno capito che non saranno mai
come una famiglia normale, ma vogliono solo che la mamma smetta di urlare e che
il papà gli sorrida, almeno una volta prima di andarsene.
I love you,
I love you
I love you
I....!!!!!
I love you!!
Eppure loro lo amano, come si ama un papà. Non lo dimenticheranno mai.
<< VAI AL DIAVOLO, TU E I TUOI STUPIDI FIGLI!
>> Strilla il papà, dall’altra parte della porta. Tom si dispera ancora
di più. Bill lo stringe e piange anche lui, finalmente. Non riesce più a
reggere quella situazione, in un certo senso è quasi sollevato che se ne sia
andato. Almeno loro e la mamma sarebbero rimasti insieme e liberi, senza più
grida, rumori di piatti contro il muro, o insulti. Finalmente ci sarebbe
rimasto il silenzio. Un silenzio forse triste, ma silenzio. Quel silenzio che
non sentono da due anni. Non lo sanno perché sia scoppiato tutto. Non lo
sapranno mai, ma in quei giorni è sempre tutto amplificato. Sembra che i piatti
li vogliano prendere in testa, che le urla siano dirette a loro, invece che
alla mamma. E in questi giorni sono sempre chiusi in camera. Si trovano
qualcosa da fare, o ascoltano la musica in tv o guardano i cartoni o giocano
con il computer, per non ascoltare. Avevano paura di sentire cose cattive. Ma
adesso che le hanno sentite, non sembrano tanto cattive. Ormai ci sono
abituati.
Daughter to father, daughter to father
I don't know you, but I still want to
Daughter to father, daughter to father
Tell me the truth...
Did you ever love me!!!?
Did you ever love me?
These are.....
The confessions...of a broken heart
I wait for the postman to bring me a letter…
<< Hai visto fratellino? >> Urlò Tom, togliendogli dalle
mani l’i-Pod. Bill annuì, quasi spaesato. Era da tanto che non ricordava quando
il papà se n’era andato, tanto che sembrava che se ne fosse dimenticato. Eppure
era ancora lì il ricordo… da 11 anni era sempre rintanato nella sua memoria.
<< Dove l’
hai trovata, Tom? >> Chiese al gemello. Lui alzò le spalle e indicò una
rivista sul tavolino. Bill la prese e cominciò a sfogliarla, per vedere, per
capire. Trovò un articolo su una cantante, Lindsay Lohan, uno di quegli
articoli di gossip che non gli interessavano. Lesse l’articolo, dove parlava di
una nuova amicizia dell’attrice e di un probabile terzo album. Lesse la
biografia e i titoli degli album. In allegato alla rivista, c’era un libretto,
con tutti i testi delle canzoni della cantante e tra quelli riconobbe il testo
che aveva appena sentito e che gli aveva fatto ricordare.
<< È
bella, vero? >> Il rasta gli mise davanti la foto dell’attrice in una
rivista scandalistica, dove la ritraeva con un corpetto rosso, slip neri e
reggicalze. Bill lo guardò storto. Decise di annuire, per non destare sospetti.
Non l’aveva mai sentita quell’attrice… solo a volte in alcune riviste che
comprava Gustav per tenersi informato, a volte compariva una sua foto. A quanto
pare suo fratello non aveva letto il testo o ascoltato attentamente come lui,
ma d'altronde… cosa si poteva aspettare da lui? Che capisse che quella canzone
era fatta a pennello per loro? Forse glielo avrebbe spiegato, un giorno. Quando
il ricordo si sarebbe fatto più vivo, forse. O forse l’avrebbe semplicemente
lasciato in pace, senza assillarlo sulle sue paranoie. Sta di fatto, che da
quando sentì quella canzone per la prima volta, Bill non la tolse mai dal suo
i-Pod. Diventò come un portafortuna e ogni volta prima di un concerto o di uno
show se la ascoltava, calmandosi e tornando dagli altri con il sorriso sulle
labbra. Non seppe mai il reale motivo, ma gli andò bene così. dopotutto… era
troppo impegnato per cercare di capire il perché. Probabilmente non l’avrebbe
mai capito…
okay,
volevo dire solo un paio di parole.
I
gemelli Kaulitz non mi appartengono e con questo scritto non ho la minima
intenzione di offenderli, descrivendoli come non sono o impossessarmi di un
loro pezzo di vita. Dico in oltre che io NON so come si sono svolti i fatti tra
i loro genitori, quindi la mia è tutta pura invenzione.
Perfetto…
è la prima FF che scrivo sui Tokio Hotel… e probabilmente sarà anche l’ultima,
ma volevo almeno pubblicare questa, per togliermi il pensiero. Fatemi sapere se
vi va, le recensioni sono sempre gradite. ^^