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Autore: michiamanopsicopatica    20/02/2013    3 recensioni
{ReiMao.}
#1. ~ «Io sono Reisuke Hojo.» il bambino alzò il capo sorridendo, incrociando il suo sguardo.
#2. ~ «Hai visto? Sono stato bravo come un elite!»
#3. ~ «Posso fotografarti? Ti prego!» aggiunse subito dopo.
#4. ~ Hinata qui, Hinata lì.Reisuke ne aveva abbastanza di quella ragazza.
#5. ~ Il bambino, emozionato, lo prese tra le mani, girandolo più volte. «A-Anche io ti ho fatto un regalo.»
#6. ~ «Sorellona, come si fa a diventare adulti?»
#7. ~ E pensare che avrebbe voluto così tanto restare al fianco dell’unica persona che riusciva a donargli un po’ di gioia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Mao Nonosaka, Reisuke Houjou
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: Ciao, inizio col dire che , sono perfettamente consapevole che la ReiMao è una coppia alquanto bizzarra, sinceramente non so perché mi piaccia così tanto, o perché abbia deciso di scrivere questa Fan Fiction su loro due. Forse perché era più forte di me, oppure avevo semplicemente voglia di regalare un po’ di gioia nella vita di Reisuke, prima che andasse incontro ad una morte – a mio parere – incredibilmente ingiusta. Comunque sia, si svolge nel secondo mondo, dove Mao diventa accidentalmente la Baby-Sitter del nostro protagonista. Sono sette momenti Random dedicati interamente a loro. Forse, in futuro, scriverò altro su di loro.

 

 

 

He’s just a child and he’s on fire.

 

 

 

1. ~ First impression.

Il primo giorno in cui scelse di fare da Baby-Sitter a quel bambino non avrebbe mai immaginato di quale peste le sarebbe capitata.

Appena superata la soglia della porta e salutato educatamente i genitori si chinò verso quel piccolo bambino di soli cinque anni che la fissava con un volto così innocente che non poté fare a meno di intenerirla. Tra l’altro era a conoscenza del fatto che i suoi genitori non andassero affatto d’accordo,a tal punto da essersi picchiati più volte anche di fronte a quella piccola creatura.

«Io sono Reisuke Hojo.» il bambino alzò il capo sorridendo, incrociando il suo sguardo.

«…Il mio nome è Mao Nonosaka

Lo conosceva da pochissimo, eppure aveva già compreso che immensa sofferenza di un’infanzia andata a rotoli si celasse dietro quella spensieratezza così falsa.

 

2. ~ Books.

All’interno di casa Hojo era presente un’enorme libreria piena di libri di ogni genere. Erano uno più complesso dell’altro ed erano difficili da interpretare. Spesso Mao curiosava alla ricerca di qualcosa da leggere; una volta fece per prendere un libro apparentemente interessante, ma si tagliò brutalmente con la carta, iniziando a sanguinare.

Il piccolo Reisuke assistette alla scena e si precipitò verso la sua Baby-Sitter.

«Bisogna medicarla.» disse, per poi aggiungere. «Siediti a terra, penso a tutto io.»

Mao lo guardò stranita e sorpresa allo stesso tempo, ma si limitò a sorridere e fece quanto richiesto da lui. Al suo ritorno, Reisuke riuscì a medicare la ferità con estrema abilità, assomigliando quasi ad un medico. Quando notò l’espressione stupita di lei, sorrise. Aveva attirato la sua attenzione.

«Hai visto? Sono stato bravo come un elite.»

«Un bambino di cinque anni non sarebbe stato in grado di fare qualcosa del genere. Come hai…?»

Non riuscì a terminare la frase che Reisuke indicò la libreria. «L’ho imparato da uno di quei libri. Quando i miei genitori litigano e non li voglio ascoltare,leggo un libro.»

Mao sbarrò gli occhi. «Hai letto uno di quei libri?»

«In realtà, li ho letti tutti.»

Quando la Baby-Sitter raccontò incredula l’episodio ai genitori Hojo e di quanto il loro figlio fosse intelligente, questi le scoppiarono a ridere in faccia.

 

3. ~ Innocent tears.

Reisuke mentre disegnava, osservava incuriosito la sua Baby-Sitter che scattava in continuazione foto a diverse parti della casa.

«Cosa stai facendo, Sorellona?» chiese, poggiando la matita sopra il disegno.

«Scatto foto. Sai, la fotografia è la mia passione.» rispose lei, incrociando il suo sguardo e portandosi una ciocca dei lunghi capelli viola dietro l’orecchio. «Posso fotografarti? Ti prego!» aggiunse subito dopo.

Reisuke non seppe spiegarsi il perché, ma le sue gote si accesero appena a quella richiesta. Forse era a causa dei suoi genitori: questi non gli avevano mai scattato una foto. I suoi genitori si odiavano a vicenda, e odiavano anche lui, perché era la prova di qualcosa che non era mai esistito.

Si morse il labbro inferiore, sentendosi un nodo alla gola. Detestava piangere, lo faceva sentire debole, inutile. Quando piangeva non era un elite. Non era superiore agl’altri.

Mao, appena si accorse dell’espressione sul suo volto lasciò cadere a terra la fotocamera, correndolo verso di lui, per poi chinarsi ed abbracciarlo fortemente.

«Piangi, piccolo Rei. Dopo ti sentirai meglio.» disse, carezzandogli la schiena cercando di confortarlo, mentre cominciò ad udire singhiozzi e il rumore delle lacrime cadere a terra. Ben presto quello si trasformò in un sonoro pianto e Reisuke cominciò ad urlare, tirando pugni alla schiena di Mao, gridandole di andarsene così da potersi umiliare da solo, ma la ragazza si limitò a stringerlo più forte e iniziare a giocare con i capelli rossi di lui. Voltò appena il capo,baciandolo su una guancia. Poi gli rivolse uno dei suoi migliori sorrisi.

«Quando sei triste per qualcosa non esitare a parlarmene. Mai.»

«Perché…?» domandò il bambino con voce debole tra un singhiozzo e l’altro.

Mao sciolse l’abbraccio e lo guardò negl’occhi, anche se ricoperti di lacrime.

«Perché quando sei te stesso, sei ancora più elite del solito.»

 

4. ~ Psycho jealousy.

Hinata qui, Hinata lì.

Reisuke ne aveva abbastanza di quella ragazza. Spesso Mao le parlava al telefono e il piccolo Rei non poteva che provare un istinto omicida verso la sconosciuta, anche perché non tollerava che qualcuno riuscisse a renderla felice più di quanto tentasse lui.

Tra l’altro aveva scoperto che nella sua borsa teneva sempre una foto della sua rivale e ne era intollerabilmente geloso.

Aveva provato più volte di attirare la sua attenzione, arrivando a rompere alcuni vasi di famiglia, ma nulla. Certo, lei lo sgridava, però in quei momenti esisteva solo Hinata.

E lui non poteva che arrivare ad atti psicopatici, Mao Nonosaka era solo sua.

Prese la foto di Hinata dalla borsa mentre la Baby-Sitter era fuori per fare la spesa e le diede fuoco, gustandosi mentre rideva insanamente l’immagine della rivale divorata e consumata dalle fiamme, fino a divenire cenere.

Mao avrebbe sicuramente tentato di strozzarlo al suo ritorno, ma almeno il piccolo Rei era bravo a fuggire e a nascondersi.

 

5. ~ Christmas and hats.

«Dato che il Natale lo passerò con la mia famiglia e purtroppo non posso stare qui, ti darò oggi il mio regalo.» gli sorrise calorosamente Mao, frugando nella borsa, mentre si godeva l’adorabile espressione di un Reisuke entusiasmato. Da essa tirò fuori un pacchetto regalo di colore rosso, coperto da un nastrino giallo, e glie la porse. «Ecco a te. Spero che ti piaccia.»

Il bambino, emozionato, lo prese tra le mani, girandolo più volte. «A-Anche io ti ho fatto un regalo.»

«Davvero?» domandò Mao dolcemente. Questo annuì, prima di fuggire in camera, evidentemente alla ricerca del regalo per lei. Ritornò dopo una ventina di secondi, con un pacchetto blu.

Entrambi si guardarono,per poi scartare la sorpresa contemporaneamente, e – appena videro il contenuto – ad entrambi sfuggì una risata.

«Abbiamo avuto la stessa idea!»

Reisuke osservò il cappello che le aveva regalato Mao: era verde,con una striscia bianca alla fine, lo portò alla testa indossandolo.

Anche la ragazza aveva ricevuto un cappello bianco, e lo guardò entusiasta, prima di poggiarlo soddisfatta sul capo.

Già amavano quei cappelli.

 

6. ~ A reason for win.

All’inizio Mao credeva che quella era stata solo una semplice impressione, ma negl’ultimi tempi il piccolo Rei era cambiato. C’era qualcosa di diverso il lui. Lo stesso valeva per Hinata, la sua migliore amica.

Sembrava che tutti stessero nascondendo qualcosa, diventando più schivi nei suoi confronti.

Quel giorno stava cucinando un dolce al cioccolato per Reisuke, quando questo le venne incontro.

«Sorellona, come si fa a diventare adulti?»

«Adulti?» la ragazza dai lunghi capelli viola si portò una mano sul mento per pensare, mentre si sporcava accidentalmente di cacao. «Di certo devi diventare più alto.» scherzò infine. Il bimbo gonfiò le guance.

«Sono serio!» fece con voce infantile. Mao rise.

«Va bene, va bene. Uhm…penso che il segreto per diventare adulti sia mettersi in testa un obbiettivo

«Un obbiettivo

«Certo! E devi tentare in qualsiasi modo per fare in modo che il tuo obbiettivo si avveri. Devi farne di esso la tua ragione di vita.»

Reisuke non rispose, si limitò a ritornare nella sua stanza, chiudendola a chiave e prendendo il proprio diario del futuro tra le mani.

Senza neanche accorgersene, Mao Nonosaka era diventata la ragione per il quale doveva assolutamente vincere il Gioco della Sopravvivenza.

 

7. ~ Death.

Riusciva a sentire quel coltello perforargli la carne, il suo corpicino tremava e il sangue cadeva, mescolandosi con l’acqua. Riusciva ancora a distinguere l’immagine di Yuno Gasai, che era riuscita finalmente riuscita ad ottenere l’antidoto.

Reisuke socchiuse gli occhi, lasciando che la morte avesse la meglio su di lui. E pensare che avrebbe voluto così tanto restare al fianco dell’unica persona che riusciva a donargli un po’ di gioia.

Mi dispiace, Sorellona Mao.

reisuke houjou photo: Reisuke Houjou tumblr_mauonnd0O61rsz4i9.png mao nonosaka photo: Mao nonosaka icon eBVRF.png
  
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