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Autore: Princess Kurenai    20/02/2013    4 recensioni
Era passato oltre un mese dal suo rientro a Casa Baggins - includendo i giorni passati a risolvere i vari problemi legati alla sua 'presunta morte' che aveva assolutamente dovuto fronteggiare nel minor tempo possibile -, e per quanto Bilbo avesse sentito la mancanza di quelle mura così familiari e rassicuranti, del suo letto e dei suoi libri... in quel momento sentiva una 'mancanza' ben diversa.
Perché l'idea di vivere di nuovo solo dopo aver passato quasi un anno in compagnia di tredici chiassosi ed invadenti Nani, più uno Stregone, lo rendeva nostalgico e triste... e non era da lui.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo, Dìs, Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: The Long Way Home
Titolo del Capitolo: I. Time to Move on
Fandom: The Hobbit
Personaggi: Bilbo Baggins
Genere: Introspettivo, Malinconico
Rating: Verde
Avvertimenti: Slash, What if? (E se…), Spoiler sulla fine del libro
Conteggio Parole: 1355
Note: 1. Ambientata alla fine del libro Lo Hobbit, dopo la Battaglia dei Cinque Eserciti. Ulteriori informazioni nei capitoli successivi ç_ç
2. Aggiornamenti settimanali<3
3. Dedicata all’amore della mia vita<3
4. Non betata BWAH!

Era passato oltre un mese dal suo rientro a Casa Baggins - includendo i giorni passati a risolvere i vari problemi legati alla sua 'presunta morte' che aveva assolutamente dovuto fronteggiare nel minor tempo possibile -, e per quanto Bilbo avesse sentito la mancanza di quelle mura così familiari e rassicuranti, del suo letto e dei suoi libri... in quel momento sentiva una 'mancanza' ben diversa.
Perché l'idea di vivere di nuovo solo dopo aver passato quasi un anno in compagnia di tredici chiassosi ed invadenti Nani, più uno Stregone, lo rendeva nostalgico e triste... e non era da lui.
Anche se in fondo però doveva aspettarselo, Gandalf lo aveva avvertito che una volta tornato non sarebbe stato più lo stesso.
Era cambiato tutto nella sua vita, si sentiva addirittura uno Hobbit migliore, anche se... beh, anche se aveva ugualmente perso tutto ciò a cui teneva.
Non era stato poi così difficile affezionarsi a quei tredici Nani. Voleva bene a tutti, nessuno escluso.
Dallo strano Bifur a Dwalin - custodiva ancora il cappuccio che gli aveva prestato. Dalle chiacchiere con Bofur - il suo primo amico, l'unico che si era sempre preoccupato per lui - agli scherzi di Fìli e Kìli. E nel ricordare i loro visi sorridenti, Bilbo non poté non sentire una morsa allo stomaco.
Perché in quei mesi si era davvero affezionato a quei due. Non era però un 'affetto' come quello che lo poteva legare ad Ori, perché era una cosa ben più assurda visto che erano entrambi più grandi di lui, ma aveva sviluppato per loro un sentimento quasi 'familiare'... forse a causa della sua relazione con Thorin.
Ed in quel momento, nel ricordare il nome del capo della Compagnia, lo Hobbit si sentì immancabilmente mancare la terra sotto i piedi.
Cercava di ripetersi che lui e Thorin si erano lasciati in pace, che erano di nuovo amici... ma chi voleva prendere in giro?
L'idea di non rivederlo più - di non potersi più stringere a lui, né sentire la sua voce ed il profumo - lo distruggeva.
Ogni volta che ci pensava desiderava solo nascondersi e piangere fino a non avere più lacrime e forze - cosa che aveva effettivamente fatto più volte.
Sentì infatti gli occhi pizzicare e, ancora prima di poter scoppiare, cercò di fermarsi.
" No. Non va per niente bene Bilbo! No no. Proprio per niente!", esclamò nella solitudine della sua dimora - era ormai diventata una cosa normale il parlare da solo.
Ormai quello che era successo con Thorin era passato, si disse. Lui era tornato nella sua Contea, a Casa Baggins, e doveva farsene una ragione: non avrebbe mai più rivisto il Nano. Mai più.
Ripeté più volte quelle parole - " Mai più." -, così tante che ad un certo punto iniziarono a perdere significato.
Niente aveva più senso, ed il pianto sarebbe sopraggiunto in ogni caso... lo avrebbe solo ritardato.
Qualche minuto? Un'ora?
Non sapeva quanto sarebbe riuscito a resistere, ma avrebbe fatto del suo meglio per non farsi sopraffare per l'ennesima volta. Prese infatti la sua giacca e, uscendo in fretta e furia da casa, si diresse verso il piccolo mercato di Hobbiville lasciando alle sue spalle il silenzio di Casa Baggins nella speranza di farsi riempire dalle chiacchiere e dal chiasso della sua gente.
Gli schiamazzi dei bambini, i classici pettegolezzi delle donne ed i canti degli Hobbit - insieme al familiare profumo dell'Erba Pipa - riuscivano quasi sempre a donargli un po' di calma.
Passeggiava in silenzio, soffermandosi di tanto in tanto ad acquistare qualcosa e a parlare a sua volta. Ma, nonostante l'apparente calma, tutto suonava così... falso.
" Signor Baggins! Come state?"
" Bene mio buon amico. Voi?"
" Oh, i soliti acciacchi dell'età!"
" Mi dispiace. E vostra moglie? Come sta?"
" Si lamenta sempre! E dovreste vedere mio figlio è già alto come il sottoscritto, chissà dove vuole arrivare questo ragazzo!"
" Già. Mi farebbe piacere incontrarlo, magari invitarvi a casa per un tea un giorno di questi."
" Grazie per l'invito, Signor Baggins! Sono certo che Flora per quel giorno preparerà una delle sue torte alle fragole."
" Non vedo l'ora di poterla gustare, ora però devo proprio andare. Mi aspettano altre compere. Arrivederci e buongiorno."
" Buongiorno a lei, Signor Baggins."
Cambiavano i nomi e le persone - magari al posto di un figlio avevano mezza dozzina di figlie femmine - ma nessuno gli augurava davvero un 'buongiorno'.
All'inizio Bilbo era sincero nell'invitare chi incontrava, e anche chi conosceva da sempre, a casa sua - voleva solo riempire quel vuoto - ma, con il passare dei giorni, era diventato più che altro una semplice abitudine, perché nessuno si era mai presentato per il tea o la seconda colazione... ed era diventato sempre più difficile ignorare ciò che si lasciava alle spalle.
" Quel Baggins, è un tipo strano. Ho sentito che era fuori dalla Contea con dei Nani e con della Gente Alta."
" Per tutto quel tempo? Incredibile!"
All’inizio quelle parole lo avevano ferito perché aveva stupidamente pensato di sentirsi di nuovo ‘a casa’ nella Contea, ad Hobbiville, ma ormai non era più 'rispettabile' agli occhi dei suoi compaesani, ed era più che comprensibile... se ne era andato senza neanche un minimo preavviso, con una compagnia di Nani ed uno Stregone. Era stato via per quasi un anno – tant’è che lo avevano addirittura creduto morto.
In ogni caso, dopo i primi giorni, aveva presto scoperto che non gli importava più di tanto.
Che pensassero di lui quello che volevano!
Perché Bilbo non si era mai sentito così vivo. Partire per quell'avventura era stata la cosa migliore che avesse mai fatto, e anche se avesse avuto l'opportunità di tornare indietro, avrebbe ugualmente intrapreso la stessa via... magari avrebbe solo fatto delle scelte diverse.
Chissà che sarebbe successo se non avessero preso la via delle Montagne Nebbiose o se non avesse dato via l’Arkengemma… magari non avrebbe litigato con Thorin…
Se si fosse impegnato, forse Bilbo sarebbe anche riuscito a trovare un modo per evitare che il Nano scendesse in battaglia per quel suo stupido orgoglio...
Tuttavia riempirsi di 'se' e di tutte quelle ipotesi non sarebbe servito a niente, perché ciò che aveva perso non lo avrebbe avuto indietro mai più.
Sospirò, e riprendendo la via di Casa Baggins decise di rinchiudersi per l'ennesima volta tra le sue quattro mura... lasciando che fossero solo le lacrime ed i ricordi a tenergli compagnia.
Alla fine, giorno dopo giorno, passarono altri mesi e nonostante tutti gli sforzi, Bilbo non riusciva a dimenticare ed andare davvero avanti.
Ogni cosa gli ricordava ciò che aveva lasciato ad Erebor e ciò che aveva vissuto con i Nani.
Aveva passato con loro una sola serata a Casa Baggins – forse una delle peggiori della sua vita, visto che aveva avuto quasi un esaurimento nervoso -, eppure gli mancavano i loro canti, gli schiamazzi ed i pericolosissimi lanci di piatti e forchette.
Gli mancava perfino il disastro che avevano combinato Fìli e Kìli nel suo bagno, cosa che avevano confessato una notte, mentre riposavano dentro una grotta umida e gelida – e Bilbo, con il cuore leggero per i bei sentimenti che provava in quei tempi, li aveva perdonati con una risata.
Erano i 'suoi ragazzi', li chiamava così tra sé e sé in quel periodo, e avrebbe continuato a farlo pur di non lasciare che il loro volto sorridente - era così che li voleva ricordare, tra risate e scherzi - svanisse con il passare del tempo.
Sbatté il pugno sul tavolo, mugugnando un ‘basta’ e ricacciando per l’ennesima volta le lacrime.
Doveva smetterla di piangere e di vivere nel passato. Ricordare era giusto ma non rimpiangere in quel modo ciò che era andato perduto...
“ Basta Bilbo! È andata! Vai avanti, fatti un tea e falla finita anche tu!”, borbottò alzandosi per mettere l'acqua sul fuoco.
Attese paziente di sentirla bollire - preparandosi a farsi l'ennesimo tea delle cinque in solitudine - e nel silenzio della sua abitazione sentì forti e chiari dei colpi alla sua porta.
Sussultò non poco, stupito da quell'improvviso rumore.
Solo dopo qualche istante Bilbo riuscì a reagire, andando verso l'uscio e chiedendosi chi potesse essersi avventurato fin lì vista la sua ‘nuova fama’.
Magari qualcuno aveva deciso di ignorare le voci che correvano sul suo conto e di accettare l’invito per il tea? Magari, aggiunse, era davvero giunto il momento di andare avanti.

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