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Autore: EliseBoydTurner    20/02/2013    2 recensioni
"Fu uno di quei giorni dopo la scuola che lui scrisse la sua prima canzone per una ragazza. Era breve, ma intensa. Non capitò mai tra le mani dell'interessata, il cui nome si era perso tra gli album di fotografie delle elementari, ma bensì in quelle di suo padre.
“Ed”, lo fermò subito dopo averla letta, bisbigliando. Il piccolo Edward non capiva, ma lui gli prese comunque la testa e gli disse “Ed, piccolo mio, tu sei in grado di salvare vite.”
Salvare vite.
Era per questo che cantava?"
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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How to Change a Life”

 

Dopo il lavoro, si tornava sempre a casa.
E non la casa che si trova tra le braccia calde di qualcuno, ma la vera casa. Quella sporca e in disordine. Ormai la notte la passava ai concerti, oppure anche in un bus da qualche parte, scrivendo, o magari addormentandosi nel durante.
Ma gli mancava, ogni tanto, la sua piccola casetta. Era un ricordo da cui lui non si sarebbe mai separato, aveva ventidue anni ma non si era dimenticato nulla: i giochi, la madre che urlava quando disegnava coi pastelli sui muri bianchi, ricordi indelebili.
Anche perchè spesso, girando per casa, i segni dei pastelli si vedevano, si vedevano eccome.
Entrò in casa infilando le chiavi nella serratura con le mani tremanti e sudato come non mai. Era la prima volta che faceva la strada a piedi. Si asciugò le goccioline di sudore una volta entrato dalla porta e agitò i capelli rossi. Sospirò.
Non era stata una giornata leggera, le giornate di Ed Sheeran, come quelle di ogni altra celebrità, non erano leggere ormai da un bel po'.
La sua vita non era facile da gestire, era come camminare su una corda tesa alla perfezione: alla fine del filo ti attende una gloria inimmaginabile, ma cadendo potresti perdere ogni singola cosa. La fama lo aveva cambiato tempo fa, come cambia tutti, perchè non si può salire su un palco ed essere ancora timido come lo si è sempre stato.
Da piccolo affrontava le ragazze come se fossero intoccabili, reliquie dorate all'interno di una caverna. Irraggiungibili. Timido, era il ragazzino che si nascondeva da tutto e da tutti, senza mai uscire allo scoperto, come se il mondo fosse una minaccia per lui
O forse il contrario.
Fu uno di quei giorni dopo la scuola che lui scrisse la sua prima canzone per una ragazza. Era breve, ma intensa. Non capitò mai tra le mani dell'interessata, il cui nome si era perso tra gli album di fotografie delle elementari, ma bensì in quelle di suo padre.
“Ed”, lo fermò subito dopo averla letta, bisbigliando. Il piccolo Edward non capiva, ma lui gli prese comunque la testa e gli disse “Ed, piccolo mio, tu sei in grado di salvare vite.”

Salvare vite.
Era per questo che cantava?

Si sedette sulla poltroncina davanti al computer. Era mezzanotte, ma non era ancora abbastanza stanco per dormire. Inoltre, controllare le mail era un buon passatempo per lui, alcuni suoi fan spesso lo stupivano e alcuni lo facevano ridere per ore, non sapeva bene per quale motivo. Poteva anche sentire i famigliari, gli amici, Taylor. Poteva fare mille cose solo attraverso quella.
Quel giorno ce ne erano un paio. La prima mail del mittente era visibile, ma non ci fece caso.

Ciao Ed.
Mi chiamo Carmen e ti parlo dal Messico! Tu come stai? Scommetto bene, con la vita da re che hai, e che ti meriti. Non importa se non risponderai a questa mail, ma sappi che sei tutto per me e per le mie amiche. Sei perfetto, il mio unico idolo, non cambiare mai!”


Era bello quando i fan cercavano di stupirlo pensando che non avesse mai letto cose simili. Era una cosa simpatica, lo faceva sorridere.
Passò le altre mail avanti. Non aveva molta voglia di leggerle o comunque di tenerle a mente.

Una sola catturò la sua attenzione.
La mail era visibile, ma il nome no. Come se la persona volesse far sapere la sua identità, sì, ma non quella del web, la sua vera identità, la sua vera personalità.
La aprì. Era lunga, strano per una mail di un fan, o comunque di uno sconosciuto.

Ciao Edward.
Il mio nome è Cas. Ho 18 anni e vivo in un paesino sperduto da qualche parte nel mondo, lontano da te e mentalmente da tutti. Non sono nessuno e ho paura di rivelarlo al mondo. Ti scrivo perchè non sei esattamente il mio cantante preferito ma ciò che dici nelle canzoni colpisce, ti colpisce nel profondo e lascia un'impronta profonda e inguaribile. Come se qualcuno la volesse guarire.

Ti scrivo perchè sei la mia salvezza, e non come immagino ti dicano tutte le tue fan ogni giorno. Sei davvero la mia salvezza, lo sei stato concretamente.

I miei genitori si sono lasciati, io ero piccola, ma ero abbastanza grande quando durante un litigio lui le ha ficcato un coltello nel petto.
Ho vissuto con un padre in carcere e una nonna che, seppur anziana, si prendeva cura di me. Ho avuto problemi a relazionarmi fin da piccola e non ho mai avuto un vero amico, solo persone che col tempo mi hanno lasciato in mezzo alla strada, come il cagnolino della famiglia che va in vacanza a Luglio.

Non sono qui per lamentarmi della mia vita con un cantante che nemmeno sa chi sono, e che non conosco davvero, e nemmeno per farti vedere i miei tagli sulle braccia dopo aver saputo la notizia di una tua presunta assunzione di marijuana, ma per raccontarti come mi hai salvato.
Ero in trappola. Alla morte dell'unica persona che mi era vicina non sapevo cosa fare, essendo io simile ad una diciottenne ma con le reazioni di una bambina, ho iniziato a drogarmi, i soldi hanno poi iniziato a scarseggiare e nessuno accettava i miei servigi, quindi, a rigor di logica, ho iniziato a prostituirmi.
Sette mesi fa ho tentato il suicidio con una dose di eroina superiore al massimo consigliato. Non è cambiato nulla, come puoi vedere sono ancora viva. E qualche mese dopo ti ho scoperto.
Ti ho scoperto con la canzone che mi averebbe cambiato la vita, “A Team”. Non sono mai stata più la stessa.
Ho smesso, ho smesso di fare la vita che facevo. Ho cercato qualcuno da cui stare e che mi aiutasse e ho conosciuto delle persone. Delle persone vere, perfette, perfette per me.
Questa e-mail scritta ad una tarda ora ed in modo schifoso, lungo e insignificante, è per te. Senza di te non sarei qui.
Molti te lo dicono, ma spero che questo cambierà qualcosa dentro di te. Non so chi sei ma tutti abbiamo bisogno di salvare qualcuno.
Tu hai salvato me, hai salvato Cas, mi hai salvata da morte certa, forse non fisica, ma sicuramente spirituale.
Ti sarò grata a vita per quello che hai fatto, Ed.
Sei la mia più grande ispirazione. Grazie.
Continua a cantare e a salvare vite, con te il mondo cambierà.
Cas.”


Aveva sentito attraverso uno schermo tutte le sue emozioni e i suoi pianti, e così gli erano stati trasmessi.
Pianse a lungo quella notte. Non riuscì a dormire, la stanchezza non venne mai.
Aveva davvero salvato la vita ad una persona?
Così, da lontano. Senza volerlo.
Poteva davvero farlo.

Era come un superpotere, come Spiderman che viene morso dal ragno, Ed poteva salvarli, salvarli tutti. Poteva essere una cura alle ferite e alle lacrime, senza nemmeno saperlo.

Quella sera lo avrebbe davvero cambiato, ormai sapeva chi era e cosa sapeva fare.
Suo padre aveva ragione. Era capace di farlo.

“Ciao, Cas.
Mi chiamo Ed Sheeran e tu stanotte hai dato un senso alla mia vita.
So di cantare per la tua vita e quella di molte altre.
Grazie di avermi salvato la vita.
Sei la mia più grande ispirazione, continua a vivere e con te il mondo cambierà.
Ed.”

 

  
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