Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Chartraux    20/02/2013    5 recensioni
Blaine Anderson ha diciassette anni, occhi color del miele, capelli scuri come la notte, un buon carattere, una voce splendida ed un sorriso simpatico. Nonostante ciò, si trova all'ultimo gradino della scala gerarchica del McKinley. Perchè?
Perchè è un nerd innamorato della matematica, perché canta nel Glee Club della scuola, perché indossa camicie che nemmeno Howard Wolowitz oserebbe mai acquistare e perché, per concludere, è gay; per questo viene puntualmente buttato nei cassonetti, spintonato contro gli armadietti, “lavato” con la granita e perennemente ignorato. Tuttavia sopravvive perché ha amici fantastici, anche se un po' pazzi, capaci di metterlo sempre a suo agio.
Improvvisamente la sua vita viene sconvolta da un "gioco" inatteso e preoccupante: parteciperà al programma “What not the wear” e dovrà collaborare con Kurt Hummel, il capo cheerleader dell'istituto, la punta di diamante della piramide gerarchica.
C'è un particolare trascurabile (forse): Kurt è da anni il suo amore segreto.
Tra outfit innovativi, chiacchiere inconcludenti, amici impiccioni, segreti svelati, la sua vita subirà una strana virata. Ma Blaine lo sa: le apparenze non contano. O, almeno, non sempre.
[Cheerio!Kurt/Nerd!Blaine - AU]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli: 14/18
Parole: 3.121 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.

 




What Not to Wear
Capitolo 14


 

Si sono alzati presto quella mattina: devono accompagnare Wesley all’aeroporto perché, finalmente, potrà raggiungere Allison in Italia. Ma, come al solito, un po’ a causa di Kurt e la sua idratazione mattutina, un po’ a causa di Jeff smarrito nel suo mondo sognante, un po’ per David che si è chiuso in bagno per dormire altri cinque minuti –che si sono trasformati in trentacinque–, sono partiti con dodici minuti di ritardo sulla tabella di marcia.
Wes, conoscendo bene i suoi amici, ha preparato tutto il giorno precedente e le valige sono già caricate sull’auto di David –un pick-up a sei posti col vano coperto– che li trasporterà fino all’aeroscalo di Lima.
Dopo averli raccattati tutti, chi più o meno sveglio e ben vestito, Thompson si mette alla guida, con a fianco un asiatico ansioso che gli continua ad urlare “Datti una mossa! Se perdo il volo giuro che mi ci porti tu a nuoto!” e, conoscendolo bene, David fa quanto richiesto, certo che entro una settimana si troverà recapitata a casa una multa per eccesso di velocità; ma per Wes –e per la propria incolumità– questo ed altro.
Un paio di ore dopo, Wesley Montgomery riesce a salire sul volo AE036 che atterrerà a Fiumicino quattordici ore più tardi. Oltre il finestrino, sopra al terrazzo usato dai conoscenti per il saluto, vede i suoi Warblers e il cheerio salutarlo; ridacchia notando Jeff con le lacrime agli occhi ed un fazzoletto bianco nella mano destra che viene sventolato quasi con passione, sospirando manda un messaggio al suo amico biondo: Non sto partendo per la guerra. Ci rivediamo fra ventisei giorni.
Un secondo più tardi, nota l’espressione di Sterling farsi imbronciata e sbraitare che gli sarebbe mancato comunque, anche se i giorni fossero stati solo tre! –perché sì, Wesley Montgomery, sa leggere il labiale!–
Ride, notando gli altri quattro amici distanziarsi da Jeff e far finta di non conoscerlo, visto che tutti i bambini presenti lo stanno additando ed i probabili genitori sono già pronti a chiamare la polizia!
- Eh sì,- pensa Wes - con i Warblers non ci si annoia mai! - e sospirando si allaccia la cintura e spegne il cellulare. Ma non prima di aver mandato un ultimo sms con su scritto “Giusto per ricordarvi: Martelletto è venuto con me.”, li vede ridere ed è certo di andare via con il cuore un po’ più leggero.

“Wow!” dice David mettendo le mani in tasca e capitanando la fila dei ragazzi verso l’uscita “Non avrei mai creduto che abbracciasse anche te, Kurt”.
“E perché?” domanda il cheerleader curioso; sa che Wes non lo considera ancora membro della Tana, ma è quasi certo di essergli perlomeno simpatico.
Nick tira uno scappellotto all’amico di colore e risponde al suo posto, per non menzionare la famosa litigata della settimana precedente “Beh, sai, non sei effettivamente un Warblers; lui è molto attaccato alle origini del suo Glee.”
Hummel alza un sopracciglio “Ma io non faccio parte del Glee Club.”
“Lo sappiamo!” risponde Jeff, con un sorriso a trentatré denti, saltellando e continuando a sventolare il suo fazzolettino bianco “Ma fai parte della scuola rivale delle provinciali; potrai ben capire la sua prudenza. Sai com’è, è fissato con gli intrighi internazionali!”
Il cheerio ridacchia: adora Jeff, lo trova esilarante e decisamente simpatico, e, nonostante la sua follia, lo trova quasi privo di difetti. Sì, magari un po’ pesante, visto che ogni giorno lo chiama per sapere quale caramella mangiare, ma lo trova adorabile. Ed è certo che tra lui e Nick ci sia qualcosa, nonostante Blaine continui a negare. Ma lui è Kurt Hummel, il ragazzo che ha fatto innamorare –e sposare– suo padre con Carole Hudson, quindi…
“No!”
Kurt si volta verso Blaine, che ha appena parlato “Eh?”
“Ho detto no.”
“Di cosa stai parlando?”
Gli occhi miele di Anderson lo scrutano e Kurt trattiene il respiro: ama quelle iridi.
“Non ci pensare nemmeno.”
“Ma a cosa?”
“Kurt, non sono stupido,” rimbrotta il nerd fermandolo e mettendo qualche passo di distanza tra gli altri amici “e non puoi intrometterti.”
Il cheerio solleva un sopracciglio “Seriamente, stai parlando come Ciubecca. Non capisco un'acca di quello che dici.”
Blaine sopprime una risata e poi scrolla le spalle “Per quanto adori il tuo riferimento starwarsiano, non casco nel tuo giochetto. Ho detto di no!”
“Ed io non capisco a cosa ti riferisci, Blaine!”
“Ai Niff. Non devi intrometterti in qualunque cosa ci si tra loro; che sia amicizia o amore, devi lasciarli fare da soli.”
Kurt mette il broncio e volge lo sguardo a terra, il pavimento dell’aeroporto ha un colore che lo deprime.
Blaine sospira “Non sono arrabbiato Kurt, ma, seriamente, non intrometterti. So che li vorresti aiutare, ma lascia che sistemino le cose tra loro.”
“Ma ci metteranno una vita” borbotta.
Anderson lo ferma un istante, prendendolo per un braccio “So che lo vuoi fare per il loro bene, ma credo sia meglio che se la sbrighino da soli. Jeff non ha ben chiaro cosa sia l’amore, ha un feedback negativo alle spalle, e Nick sta solo aspettando, pazientemente.”
Kurt lo guarda e poi sorride teneramente “Ma allora c’è qualcosa tra loro.”
Blaine risponde col medesimo sguardo “Probabilmente.” e trattiene una risata notando l’altro saltellare da un piede all’altro eccitato, “Kurt…”
“Uh?”
“Non dire o fare nulla!” e come risposta vede il ragazzo serrare le labbra e passare il pollice e l’indice uniti, come se fosse una cerniera; rotea gli occhi al cielo “Beh, meglio così” e detto questo raggiungono i tre Warblers con una rapida corsa.
 
Circa quattro ore dopo Blaine è seduto alla tavola Hummel-Hudson per il “famoso” pranzo con la famiglia al completo.
Il suo posto è di fianco a quello di Burt e di fronte a quello di Finn; non che non gli piaccia, ma si sente eccessivamente osservato e sa il perché.
“Allora” comincia il quarterback guardandolo perplesso “Blaine è qui.”
“Wow, dovrò cambiare il mio regalo di Natale; sai, ti avevo preso un paio di occhiali da vista” lo prende in giro bonariamente Kurt assaggiando il brodo di verdure di Carole.
“Ma io ci vedo!” ribatte l’altro “Non ho mai avuto problemi di vista.”
La famiglia al completo rotea gli occhi e Blaine vorrebbe ridere, ma sa che non è il caso; reprime la propria ilarità affondando il cucchiaio nella bocca.
“Finn, ti stavo prendendo in giro. Non ti ho comprato un paio di occhiali.”
“Oh.” lo guarda un istante “E allora cosa mi hai preso?”
“Cinque giorni e lo scoprirai!” ghigna Kurt gioendo della frustrazione del fratello.
Borbotta un “va bene” mentre mangia un po’ di zuppa, ma poi, dopo due cucchiaiate di silenzio, riprende “Sì, ma Blaine che ci fa qui?”
“L’ho invitato io” risponde con nonchalance il cheerleader continuando ad osservare la propria cena “C’è qualche problema?”
“Beh, no” risponde Finn scrutando Anderson –che preferirebbe essere ovunque fuor che in quella casa–“mi stavo solo chiedendo perché.”
“Mi ha aiutato con matematica” mente e nota, con la coda dell’occhio, Blaine fermare a mezz’aria il cucchiaio, si morde il labbro inferiore sapendo di averlo ferito e, dopo un sospiro, aggiunge “E poi è mio amico.”
Il giocatore di football passa lo sguardo da Blaine a Kurt un paio di volte, poi sorride “Oh, bene! Non si sa mai che ti convinca ad entrare nel Glee!” dice iniziando a mangiare con foga la minestra, inzuppandovi il pane e bevendo il succo d’arancia –cosa che Kurt non concepisce: non comprende come si possa bere succo di agrumi durante un pasto, al posto dell’acqua.
Il fratello acquisito gli lancia un’occhiataccia “Finn, te l’ho già detto, non voglio entrare nel Glee.”
“E perché?”
Silenzio.
Kurt si volta verso Blaine che lo sta guardando perplesso; se non fossero presenti ben tre testimoni lo avrebbe ucciso, tagliandogli la gola con il cucchiaio del dolce! Sospira a quel pensiero, rendendosi conto che i film di David lo stanno coinvolgendo troppo.
“Perché” risponde con una certa pacatezza “rovinerebbe la mia immagine. E ci ho messo anni a costruirla.” e, spera, che con questa frase, l’altro abbia compreso di non proseguire; ma a quanto pare, Blaine non è così sveglio come ha sempre dimostrato di essere in realtà.
“Ma Kurt, dai, è divertente!”
“Blaine…”
“No, sul serio! E poi tu sei bravissimo a cantare; hai una voce splendida!” continua con enfasi e nota le guance di Kurt colorarsi di porpora. Sorride: adora quando il volto color porcellana del suo ragazzo cambia colore in modo così appariscente. Quando capisce che non otterrà una nuova ribattuta gli dice “E se venissi solo per provare? O anche guardare e basta. Voglio dire, nessuno ti obbligherà a cantare se tu non vuoi. Giusto Finn?”
“Huoffo!” risponde il quarterback masticando una coscia di pollo arrosto.
Kurt li guarda, prima uno e poi l’altro; notando gli occhi speranzosi di Blaine non può fare a meno di sospirare e dire “Potrei anche provare una volta.”
“Grande! Che ne dici di subito dopo le vacanze?” dice Finn che ha finalmente ingoiato la carne.
Blaine fa schioccare le dita “Giusto! È un’idea fantastica! Non c’è niente di meglio che iniziare l’anno nuovo con un nuovo membro!”
Kurt fa cadere la forchetta, fermando quel fiume di parole “Ehi, fermi tutti. Io non ho mai detto né quandoche mi sarei iscritto al Glee.”
Finn Hudson e Blaine Anderson si guardano un istante e poi tornano ai loro piatti in un silenzio quasi tombale fino alla fine del pranzo, interrotto solo da qualche domanda di Carole o Burt e dalle posate che stridono nei piatti; il cheerio si rende conto che è colpa sua.
“Blaine” dice Burt “mi aiuti a prendere il dolce?”
Il ragazzo lo guarda perplesso e poi fa un cenno affermativo col capo, seguendolo con un po’ di timore in cucina.
“Prendi i piattini” il signor Hummel non specifica dove, sa già che il ragazzo conosce ormai ogni posto per ogni oggetto della cucina; Blaine fa quello che gli è stato chiesto, prendendo anche le forchettine e, quando si volta per poggiarle sull’isola vede l’uomo guardarlo con uno strano cipiglio.
“Che c’è signor Hummel?” domanda cauto, non sa cosa potrebbe dirgli.
L’uomo prende un respiro profondo e poi parla “Blaine, voglio essere sincero. Tutti questi sotterfugi non mi piacciono e non vi fanno bene.”
“Lo so” sussurra con un groppo in gola.
“Capisco che Kurt ha paura, ma se davvero tieni a lui, cerca di renderlo un po’ più…”
“Libero?”
“Avrei detto tranquillo.” risponde Burt con un sorriso “Ma forse anche libero va bene.”
Blaine arrossisce; ha pensato alla parola “libero” perché sa quanto Kurt possa sentirsi legato con quella divisa. Lo capisce, ma comprende anche che non sarà mai felice se continuerà a mentire a se stesso fino alla fine dell’anno. E Blaine vorrebbe davvero riuscire a camminargli accanto per i corridoi del McKinley senza timore.
Sospira sentendo Burt proseguire con un “Oh, e se per caso lo farai piangere, giuro che verrò a prenderti per le orecchie e ti seppellirò vivo nel giardino di casa.”
“Papà!” urla il figlio entrando in cucina facendo sussultare sia il suo ragazzo che il padre.
“Oh, Kurt, dimmi…”
“Cosa stavi dicendo a Blaine?!” domanda incrociando le braccia e guardandolo serio.
Il signor Hummel ingoia a vuoto, una gocciolina di sudore scende dalla sua fronte “Uhm… io… niente.”
“Bene. Sarà meglio, perché se no ti assicuro che ti farò andare avanti a carote e acqua per un mese!” minaccia serio notando Blaine trattenere una risata.
Burt prende la torta dal forno, spento, e poi biascica “Stavamo solo parlando” e senza ascoltare la risposta del figlio, torna in sala.
Kurt sospira e Blaine gli si avvicina con un sorriso “Sei venuto in mio soccorso.”
“Certo. Conosco mio padre; so quanto può diventare protettivo.”
“Beh” dice l’altro avvicinandosi e lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra “è stato un gesto adorabile.”, recupera piattini e forchettine e segue il signor Hummel; il cheerio rimane fermo sul posto alcuni istanti, poi si passa due dita sulle labbra e con un sorriso sereno raggiunge la famiglia.


 

***
 

È la sera di Natale e Blaine è sdraiato sul letto ad osservare il soffitto mentre continua a pensare alla vigilia con Kurt. È arrivato nel primo pomeriggio, con addosso un paio di skinny jeans che gli hanno mozzato il fiato ed un cardigan bianco con dei disegni decisamente natalizi –renne e stelle di natale– neri.
Il primo pensiero di Blaine, dopo avergli preso il cappotto ed averlo fatto accomodare, sarebbe stato quello di baciarlo con foga e spogliarlo per arrivare ad un “dopo”, ma essendo lui così eticamente puro, ha evitato, salutandolo con un abbraccio ed un bacio a stampo sulle labbra. Kurt ha sorriso e ricambiato la stretta mostrandogli poi il dvd infilato nella sua tracolla: Moulin Rouge. Insieme ad una scatola con i biscotti con gocce di cioccolato che lui adora.
Preso in contropiede, Blaine, non ha potuto che ringraziarlo ed accontentare le sue richieste.
Si sono seduti sul divano e, tra un popcorn e l’altro, hanno guardato il film cantando le canzoni e consumando fazzoletti come se fossero stati ad un vero funerale.
Hanno parlato del più e del meno ed il padrone di casa ha cercato ancora una volta di convincere il fidanzato ad unirsi al Glee, ricevendo un’altra risposta negativa.
Poi è arrivata la domanda, quella che Blaine sperava rimanesse nascosta in un angolo del cervello di Kurt, “Ma i tuoi non ci sono nemmeno oggi?”; e si è trovato in difficoltà.
Avrebbe voluto dirgli la verità, ma odia la compassione.
“Oh, è l’ultimo giorno di lavoro prima delle ferie invernali; da domani saranno qui.”
“Bene!” gli ha detto Kurt con eccitazione “Il Natale si passa in famiglia.”
E lui gli ha risposto con un sorriso amaro, mascherandolo meglio che ha potuto; la verità dovrà rimanere nascosta ancora per molto, sei mesi ancora, poi se ne andrà da Lima: il MIT lo sta aspettando con trepidazione.
Si morde un labbro tornando al presente. Il MIT, MassachusettsInstitute of Technology, dista ben 324,8 chilometri da New York…
- Come posso abbandonare Kurt da solo a New York? Sempre che stiamo ancora insieme si intende… - pensa sospirando e cercando di trovare una soluzione – So per certo che lui non abbandonerà i suoi sogni per me; ed io nemmeno. Una relazione a distanza? Funzionerà? -
Quando il giorno precedente ne hanno parlato, si è reso conto che il cheerleader non vorrebbe fare altro che andarsene da quel paese bigotto che è l’Ohio e trovare una vita nuova e fortunata nella Grande Mela; ma lui, Blaine Anderson, non è più sicuro di niente.
Quello che prova per Kurt è qualcosa che va oltre all’immaginabile: il suo amore, la sua compagnia, la sua voce, i suoi gesti teneri e dolci, i suoi consigli sulla moda, le sue battute, il suo cercar di capire il nerdese che infesta le serate alla Tana ed i suoi outfit stravaganti, lo fanno innamorare ogni giorno di più, rendendolo più sicuro e al tempo stesso più debole.
Ha dei sogni, Blaine, ed ha paura di perderli senza rendersene davvero conto, intossicato da un amore che ha il timore non reggerà fino alla fine dell’anno scolastico.
Si rigira sul letto e volta la schiena alla porta, il cellulare accanto è illuminato, sorride sapendo che sarà un messaggio dei Warblers, o di Kurt magari.
Ma aggrotta le sopracciglia vedendo la foto di un uccellino un po’ sbilenco e ridacchia: è Wes che, oltre agli auguri, gli fa sapere che Roma è fantastica e che Alison gli ha regalato una scultura di un usignolo fatta da lei.
Gli manca Wesley; nonostante la maledetta discussione, e dopo soli cinque giorni d’assenza, gli mancano da morire i suoi consigli sagaci –e ovviamente anche Martelletto– perché sa, che in quel momento, ha bisogno di lui. Sospira sentendosi di nuovo solo. I suoi amici Warblers –David, Nick e Jeff– sono dalle rispettive famiglie e non vuole certo disturbarli, e la famiglia Hummel-Hudson è a Columbus fino a capodanno per passare le feste con i nonni.
Nonostante sia il terzo anno consecutivo che passa le feste da solo, si rende conto che l’isolamento lo sta annientando. Non è più abituato al silenzio: vuole le chiacchiere concitate, le caramelle lanciate, i baci rubati e gli abbracci desiderati… Ma decide di non dare troppo peso a queste necessità.
Rilegge il messaggio di Buon Natale di Kurt, prima di dirigersi nella sala buia e giocare con il nuovo FIFA13 regalatogli da David, ascoltando l’ultimo cd di Mika donato da Jeff e mangiando i popcorn regalati da Nick –cioè, Duval gli ha regalato un chilo di semi di mais e la macchina per i popcorn della Disney– perché sì, è contento anche se non può stare con Kurt a Natale.
Sospira pieno di delusione e butta sul cuscino il joystick, non è in vena di giocare; recupera il telefono, abbassa la radio e compone il suo numero.
Blaine?” , risponde dopo tre squilli.
“Kurt! Ciao! Buon Natale!” dice eccitato l’ex Warblers.
Blaine, di nuovo Buon Natale anche a te. Ma ci siamo sentiti un’ora fa.”, ridacchia l’altro.
“Lo so, ma… mi manchi.” Sussurra quasi preoccupato che gli venga sbattuto il telefono in faccia.
Per alcuni secondi regna il silenzio, poi un piccolo sospiro si fa largo nelle sue orecchie, “Oh Blaine, non sai che darei per essere lì.”
“Ti stai annoiando?”
Non puoi nemmeno immaginarlo!”, risponde con un borbottio, “Nonna Mary ha fatto le frittelle di mele.”
“Beh, sono buone.”
Sì, ma non se le impani nella farina di granturco! Copre completamente il sapore della mela! E poi stiamo giocando da un’ora a bingo. A bingo capisci?! Il gioco più inutile del mondo…”, continua con un tono disperato.
Blaine ridacchia “Dai, non è poi così male.”
Dall’altra parte del telefono arriva uno “Sgrunt” e poi, come ripresosi dalla rabbia chiede: “Tu che hai fatto? Hai giocato a monopoli con i tuoi?”
Un brivido percorre la schiena del nerd, che vorrebbe chiudere la chiamata, raggiungerlo e piangere sulle sue spalle, ma risponde con il tono più annoiato del suo repertorio d’attore “Nah, mamma preferisce le carte, mentre mio padre ha guardato una partita registrata” - Beh - pensa - non è poi tutta questa bugia. -
Uhm…”, il tono di Kurt è pensieroso, “sarebbe stato meglio andare alla Tanae trascorrere il Natale solo noi due.”
- Non sai quanto mi sarebbe piaciuto! - pensa Anderson con rammarico, ma dice solo: “Sarebbe stata un’ottima idea!”
Oh, Carole chiama! Ci vediamo quando torno Blaine.”, e dopo aver sentito i saluti del suo fidanzato chiude la comunicazione.
Blaine osserva il cellulare, una strana sensazione di ansia e solitudine riempie il suo cuore, e la paura inizia a penetrargli nelle ossa.


oooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOoooOooo

Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo
Buon martedì mercoledì a tutti.

Perdonate questo cambio di giorno, ma sto facendo davvero tante cose tutte assieme e ciò mi crea non pochi problemi di tempo...
Allora, come potete vedere, in questo capitolo, abbiamo qualche piccolo segreto che sta venendo alla luce.
E la partecipazione straodinaria di Finn Hudson che non rompe l'anima come al suo solito XD
Poi, ecco la cena a casa Hummel-Hudson, niente di che, visto che lo scoglio Burt Hummel Blaine lo aveva superato tempo addietro lol
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo ^^
Un saluto a quelle ragazze che oggi avevano (o avranno domani?) verifiche/esami! In bocca al lupo!
Un ringrazziamento speciale a Milly, perchè sei sempre presente anche quando io "mi nascondo", e ad Angel perchè ancora 12 giorni! XD
Grazie a tutti quelli che leggono, leggono per sbaglio, che commentano che hanno inserito questa storia tra seguite/ricordate/preferite!
Grazie a tutti, davvero! A martedì prossimo :3
Charty 

 




Note Specifiche:
  1. Il pick-up di David è questo: http://newcarspec.com/2011/05/11/2011-dodge-dakota-new-edition-for-years/ e sì, lo ha rosso XD
  2. Il volo AE036 è inventato, sono andata su un sito di controllo voli e mi piaceva il numero (insomma, è il 36! lol)
  3. Ciubecca è il personaggio pelosissimo di Star Wars (fotina:http://quattrovecchiinamerica.wordpress.com/2010/09/22/la-forza-e-potente-nei-giovani-jedi/star-wars/)
  4. Il cardigan bianco con renne e stelle di natale in nero lo potete ammirare nella 3x09.
  5. 324,8 sono i chilometri che dividono Boston (Massachusset) da New York.
  6. FIFA13. Sì, non avrei messo proprio questo videogame tra i regali di Blaine (infatti ha smesso di giocarci dopo due minuti XD), ma mi ha obbligato il mio moroso. Fissato!
  7. La macchina per i popcorn della Disney! Non è un’idea geniale?!
  8. I nonni di Kurt… esistono? Non li ha mai avuti? Sono vivi o morti? Mah. Comunque a me servivano XD
     
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Chartraux