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Autore: brutongaster    21/02/2013    2 recensioni
Cosa fa Marceline mentre Finn e Jake salvano il mondo? Certo scrive delle canzoni, guarda dei film, suona alle feste di tutta Ooo. Ma ci sono giorni in cui Marceline fa qualcos'altro: si annoia.
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marceline
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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«Allora» disse Tuff aprendo il frigorifero alla ricerca di qualunque cosa da mettere sotto gli affilati denti «cosa si fa nella terra di Ooo per non annoiarsi?». Continuava a fissare il cibo del frigorifero di Marceline con fare confuso.
«Non so» rispose la vampira «di solito suono, o scrivo o vado in giro in cerca di avventura».
«L'avventura mi piace» disse il vampiro «ma non hai anche tu un certo languorino? Cosa si mangia?» fissava il frigo di Marceline nervoso, la luce proveniente da dentro di esso dava un'ombra sinistra alle sue occhiaie.
«Devi mangiare il colore delle cose, guarda» prese una mela e ne succhiò il colore «e faresti meglio a fartelo piacere, ho ucciso per molto meno» disse la vampira minacciosa. Tuff la guardò impassibile.
«D'accordo» disse, facendo spallucce. Prese una mela come aveva appena fatto Marceline e si concentrò per provare a succhiarne il colore. Dopo qualche tentativo ci riuscì.
«Interessante» disse finendo la mela in pochi secondi «questa roba è buona» lanciò la mela alle sue spalle senza curarsene troppo e iniziò a succhiarne una dopo l'altra. Marceline rise vedendo il vampiro famelico attaccare qualunque cosa di rosso gli venisse a tiro.
«Vacci piano» disse «e stai attento a quel che succhi, se trovo qualche mio vestito a cui manca il rosso...» la sua faccia iniziò a trasformarsi in quella di un mostro molto arrabbiato. Tuff la guardò leggermente spaventato.
«Parola di lupetto» disse facendo qualche gesto strano con la mano destra «anche se non capisco del tutto cosa voglia dire». Marceline se lo sarebbe fatto bastare. Guardò la pila di mele grigie che si era accumulata alle spalle del vampiro e capì che era ora di riandare a fare la spesa.
«Beh, andiamo» disse prendendo l'ombrello e lanciandone uno al vampiro di fronte a lei. Aprì la porta e l'amico la seguì.
Ancora dentro la caverna aprì l'ombrello, pronta ad avventurarsi alla luce del sole. Avanzò tranquilla, senza badare troppo al suo seguito, solo dopo un po' si accorse che non ne aveva uno. Si voltò a controllare Tuff, e lo vide concentrato a trafficare con l'ombrello.
È proprio vero che la droga brucia i neuroni, pensò.
Aveva un braccio dentro l'affare e cercava di forzarlo per farlo aprire. Marceline tornò sui suoi passi per aiutarlo. Gli prese l'ombrello dalle mani e premette il piccolo pulsante per aprirlo. L'ombrello si aprì con uno schiocco improvviso che fece spaventare Tuff.
«Questo» gli disse Marceline «serve a ripararsi dal sole».
«Forte» disse lui guardandolo stupito. Se lo poggiò sulla spalla e iniziò a fluttuare in avanti, fischiettando.
«Dall'altra parte» lo corresse Marceline alle sue spalle. Tuff cambiò direzione.
I due errarono per un po' in superficie, Tuff non aveva mai visto il sole brillante della terra di Ooo, la Nottesfera era più sanguigna, terra rossa sotto cielo rosso. Monocromatica. I colori parevano meravigliarlo, quasi fanciullescamente si muoveva svolazzante sui verdi e i blu che lo circondavano, emanando un buonumore che metteva a disagio Marceline. Non era il buonumore ingenuo di Finn e Jake, era il buonumore di chi non aveva più pensieri negativi per la prima volta da tanto tempo.
«Come hai fatto a uscire dalla Nottesfera? Nessuno, esce dalla Nottesfera. Parola di mio padre. Eppure eccoti qui, senza il mio aiuto» chiese la vampira.
«Ho fatto quella cosa» fece dei gesti con le mani e una faccia contrita, come per dire lo sai no? Quella cosa la. Ma Marceline continuò a guardarlo con fare interrogativo.
«Faccina sorridente, latte d'insetto, quella roba là» concluse.
«Sei scappato insomma»
«Esattamente»
«Ben fatto» il regno di suo padre era un incubo, Marceline aveva bisogno di un ambiente rilassato, di una bella acustica e di un luogo dove la sua band avesse potuto avere un vasto pubblico. Nessuno diventa famoso nella Nottesfera. Ma lei ne era uscita per una questione di nepotismo e relativa importanza. Non ne era fiera, ma l'importante era star fuori da quella gabbia di matti.
«Seguimi ragazzino» disse Marceline accorgendosi di aver raggiunto la sua meta.

Si inoltrò dentro una caverna umida seguita a ruota dall'amico. Si addentrarono per un po' fino a raggiungere una costruzione malandata, vecchia, che doveva essere stata però molto moderna, ai suoi tempi.
«Che roba è?» chiese Tuff sbalordito. Perché i tossici si stupiscono sempre di qualunque cosa? Beata gioventù, pensò Marceline.
«Questo l'ho scoperto qualche settimana fa, purtroppo non ho ancora avuto il tempo di visitarlo» disse Marceline, anche lei un po' emozionata.
«Fantastico» disse Tuff tutto contento «però davvero, che cos'è?»
«Questo» rispose Marceline con fare drammatico, si stava davvero divertendo «è un centro commerciale» fece un rombo di tamburi sulle sue cosce.
«Wow! UN COSA?» Tuff sbirciava dentro l'edificio buio dai vetri.
«Dove credi che trovi tutti questi vestiti fighissimi?» chiese la vampira «questo è il paese delle meraviglie» si avvicinò al negozio e forzò la porta per poter entrare dentro.
«Fa un po' paura» disse Tuff guardando timidamente la vampira entrare dentro l'oscuro edificio.
«Fifone» disse lei con tono di sufficienza «dai sbrigati» lo esortò. Lui si decise a seguirla.
Il posto era buio e abbandonato. Si trovavano in un ampio corridoio, ai lati del quale si estendevano due lunghe file di locali. Ognuno di essi aveva un'etichetta diversa, delle inquietanti statue dalle fattezze umane stavano al loro interno. Marceline vide Tuff guardarli terrorizzato.
«Sono manichini» disse, dirigendosi verso il primo negozio. Entrò al suo interno ed iniziò a interagire con il manichino.
«Guarda» disse Marceline afferrandone uno per le braccia «sono di plastica» iniziò a volteggiare per corridoio del locale, districandosi tra malandate panchine e vetri rotti. Canticchiava una melodia lenta e continuava a roteare al ritmo di essa, con il suo partner che si muoveva meccanicamente come lei preferiva.
«Sono un po' inquietanti» disse Tuff guardando la vampira.
«Si, ma ottimi ballerini» rispose Marceline fermando le danze e appoggiando il manichino in posizione seduta, su una delle panchine. Lui rimase immobile, nudo, a fissarla con i suoi occhi vuoti e morti.
A Tuff scorse un brivido lungo la schiena.
«Questo posto fa paura» disse Tuff «Mi piace!» si addentrò dentro il negozio senza aspettare Marceline, che aveva intenzione di spulciarlo completamente per scovare qualche vestito carino. Ma si sa, gli uomini e lo shopping non vanno d'accordo. Sbuffò e si mise a seguirlo.

Proseguirono in avanti, dopo qualche metro il corridoio si ampliava in uno spazio circolare, con altri corridoi che vi confluivano, mentre di fronte a loro c'erano delle malandate scale meccaniche che non funzionavano più, ed una grande cabina trasparente che sembrava fatta per contenere delle persone.
«Guarda Marce» disse Tuff, distraendola. Lei si girò a guardarlo per capire cosa stava indicando, e lo vide fissare imbambolato il soffitto. Anche lei alzò gli occhi.
Sul soffitto era appeso qualcosa che a Marceline parve un aeroplano, ma non uno di quelli moderni di cui si ricordava lei, era più piccolo e aveva posto per sole due persone, all'interno di esso vi era un altro manichino che indossava una tuta marrone, una voluminosa sciarpa rossa e dei grossi occhiali protettivi.
«Me gusta l'outfit» disse lei raggiungendo il biplano. Afferrò il manichino e iniziò a spogliarlo, seduta nel posto di dietro, mentre Tuff si mise in quello davanti ad armeggiare con i comandi del velivolo.
Marceline si infilò la tuta, le stava enorme, ma lei aggiustò la cosa facendole molti risvolti alle maniche e nella parte delle gambe. Si avvolse la sciarpa attorno al collo e fermò gli occhiali sulla testa, regolando il grande elastico sulla misura giusta. Non fece in tempo a chiedere a Tuff un 'come sto?' di cortesia che si sentì uno strano rumore accompagnato da una altrettanto strana vibrazione.
«Questa roba funziona» disse il vampiro. Il biplano iniziò a muoversi verso il basso, Marceline perse la presa del manichino, lei e Tuff lo videro schiantarsi impotente sul pavimento, dopodiché iniziarono a seguirlo anche loro verso lo stesso destino. Mentre precipitavano, si misero a urlare.

  
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