Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h.
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Autore: hera85    21/02/2013    0 recensioni
Orube viene promossa a Direttore e sarà lei a "dirigere" il magazine W.i.t.c.h.
Attenzione: è una sorta di seguito dello speciale su Orubema anche una What if?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Orube
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non sapeva come esprimere la sua gioia Orube.
Non appena le fu confermata "quella "notizia non seppe sè ridere o piangere dalla gioia, se esultare o gridare dalla felicità.
Aveva finalmente avuto il posto di Direttore del magazine W.i.t.c.h.
La prima cosa che fece fu quella di chiamare le ragazze per riferire loro la bella notizia e che da quel momento in avanti, Will & co. avrebbero lavorato con Orube.
Ebbene sì, le W.i.t.c.h. erano delle attrici e lavoravano per la rivista da parecchio tempo. Prima con i live action per poi passare la produzione al fumetto vero e proprio.
Erano state prese da una  scuola di recitazione molto prestigiosa o da scuole di teatro e, dunque, non venivano da alcuno show televisivo per talentuosi o sedicenti tali.
Orube non vedeva l'ora di cominciare questa nuova avventura!
Chiamò per la bella notizia anche Sylla che, inutile dire era contento per lei. Sapeva bene che Orube era una giornalista ingamba: aveva collaborato anche per alcune rubriche all'interno della rivista "Ghost Lab magazine "(la rivista di Raphael sul paranormale) ed era stata magnifica e dunque , lavorare per l'altra non sarebbe stato un problema. Sapeva che Orube era molto professionale e quando c'era il suo "tocco" ,era come una specie di magia, attirava lettori.
Quell'ufficio, quell'ufficio che tante volte aveva sognato di stare, ora lo avrebbe avuto lei.
Magnifico!
Tutti i suoi sforzi erano stati premiati. Era emozionata come quando entrò per la prima volta nella redazione del giornale omonimo. Era timorosa ma non perché non sapesse fare quello che tanto la appassionava ma temeva di fare il classico "passo falso" con cui ti giochi tutto. E invece andò tutto bene. Non avrebbe mai sognato di salire quel gradino tanto ambito ma ce l'aveva fatta.
  
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