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Autore: MadHatter96    21/02/2013    3 recensioni
Questa shot è collegata alla long "Destino"
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“Mello, ti devo dire una cosa importante…”gli aveva timidamente sussurrato Sayu all’orecchio, quel giorno della grande scoperta.
Lui però era troppo impegnato a parlare al telefono con… Near. Perché si stavano parlando? Forse era uno scambio di informazioni.
Fatto sta che era talmente preso dalla conversazione da far innervosire la sua ragazza, ormai quasi moglie, che con molta naturalezza si era posta davanti al ragazzo a braccia incrociate e aveva scandito bene le parole: “Mihael Keehl, che il tuo cervello sia rivolto a me o no io te lo dico, aspetto un bambino.”
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matt, Mello, Nuovo personaggio, Sayu Yagami
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Destino- I give you my life

 Mello sta per entrare nella stanza che fino a quel momento era rimasta sigillata ai suoi occhi.
Perché non aveva potuto assistere? Sono così rigidi in Giappone?
Prende un profondo respiro mentre sente il russare di Matt ancora abbandonato su quelle odiose sedie di plastica dell’ospedale.
Abbassa piano la maniglia. Sente il petto alzarsi e abbassarsi velocemente nonostante il rumore quasi nullo dell’aria che ne esce. Il cuore batte forte,  forse troppo, e la sua mente non è più in grado di formulare un pensiero degno di lui.
In fondo è sempre stato così; mente brillante, spirito di iniziativa… ma quando quella cosa nel petto pompa troppo forte inizia a fare cazzate, cazzate  che spesso minacciano di portargli via la vita. Ma ora non può più permettersi di rischiare.
Muove il primo passo all’interno della camera; le pareti di un caldo color salmone gli trasmettono una sensazione familiare nonostante lui sia quasi completamente estraneo allo stereotipo della familiarità.
Di nuovo respira a fondo per poi alzare leggermente lo sguardo.
Sayu sta dormendo.
I capelli color cioccolato sono sparsi sul cuscino bianco, il lenzuolo leggero le avvolge il corpo fino ad appena sotto il seno, quasi come la veste di un angelo addormentato.
Perché è quello che la ragazza è agli occhi di Mello: un angelo innocente che probabilmente non avrebbe mai dovuto avere a che fare con lui.
Osserva il viso rilassato della giovane, sorridente anche nel sonno… sorridente nonostante tutto.
È ormai passato un anno dal caso Kira, e ora sono lì, insieme.
Fa per avvicinarsi ma qualcosa lo blocca.
Un rumore… anzi, un suono.
Dei piccoli e leggeri gemiti infantili.
Oh. Mio. Dio.
Sposta leggermente l’iride chiara verso la propria destra.
Non vede nulla, nulla tranne una di quelle culle metalliche tipiche degli ospedali.
Come mai in quel posto non riuniscono tutti i neonati in una stanza apposita come fanno in tutti gli altri?
Oh, poco importa.
Muove altri quattro passi, giusto per non rimanere sulla soglia.
Ancora è costretto a riprendere fiato, per il semplice motivo che per qualche secondo si è dimenticato di respirare.
Tiene ancora gli occhi fissi sullo strano contenitore per poi sussultare nel vedere una piccola manina alzarsi e poi tornare a nascondersi dietro il pezzo di plastica rosa.
“Aimi…” legge piano il nome scritto sul cartellino fissato sul tubo di acciaio della culla.
Che dovrebbe fare ora?
Non ha nemmeno il coraggio di muoversi, come se un solo battito di ciglia possa distruggere tutto quanto.
Ancora un altro passo, poi si blocca nuovamente.
Ha paura, ha paura che solo la sua vicinanza possa distruggere quella fragile creatura che sa esistere lì a tre metri da lui.
Eppure un calore al petto gli dice che deve raggiungerla.
Allunga leggermente il collo nella speranza di vedere qualcosa ma con scarsi risultati.
“Mihael…”
La dolce voce di Sayu… il suo vero nome…
Di nuovo il suo raggio visivo cade sulla ragazza che ora lo guarda con un tenero sorriso.
“Sayu… stai bene?” Sussurra quasi con paura di disturbarla.
Lei annuisce piano per poi guardare la culla accanto a lei: “Senti? Sta chiamando il papà!” Dice sorridendo rassicurante.
Papà.
Sembra così strano quel termine… così irraggiungibile… eppure è suo.
Finalmente le sue dannatissime gambe si decidono di portarlo fino al piccolo nido.
Prima guarda titubante, per poi sporgersi completamente.
Un dolce batuffolo riposa sotto la sua ombra: sua figlia.
È bellissima.
Dolce, dolce più del cioccolato.
Nonostante sia coì piccola può cogliere tutti i tratti migliori di Sayu.
Aimi… il loro cucciolo.
Sente le labbra sorridere mentre quei maledetti occhi iniziano a pizzicare.
“Non la prendi in braccio?” Chiede la voce della neomamma.
Mello sente un brivido percorrergli la schiena mentre il suo corpo freme par l’emozione.
Allunga le braccia per accogliere quel piccolo angioletto. La solleva piano, stupendosi di quanto piccola sia.
Per un momento ha paura di romperla, ma poi tutto è naturale… persino per lui.
La adagia tra le proprie braccia e la piccola si rilassa, sicura come lo era nel ventre materno.
Per un attimo gli occhietti si aprono per fissarlo… sono azzurri, come i suoi.
“Mello, ti devo dire una cosa importante…”gli aveva timidamente sussurrato Sayu all’orecchio, quel giorno della grande scoperta.
Lui però era troppo impegnato a parlare al telefono con… Near. Perché si stavano parlando? Forse era uno scambio di informazioni.
Fatto sta che era talmente preso dalla conversazione da far innervosire la sua ragazza, ormai quasi moglie,   che con molta naturalezza si era posta davanti al ragazzo a braccia incrociate e  aveva scandito bene le parole: “Mihael Keehl, che il tuo cervello sia rivolto a me o no io te lo dico,  aspetto un bambino.”
Ovviamente nell’arco dei primi tre secondi non aveva dato importanza alla voce della ragazza, poi quando finalmente riuscì a metabolizzare le parole non aveva potuto  fare altro che pronunciare un secco quanto incredulo “Eh?”
Sayu aveva annuito fredda per poi sorridere divertita dall’espressione del biondo. Lui dal canto suo staccò il cellulare dall’orecchio per chiedere: “Mi prendi in giro?”
Lei aveva scosso la testa sempre con una lieve risata.
Il telefono tornò meccanicamente all’orecchio del tedesco che continuava a fissare la giovane con occhi sgranati: “Near… avrò un figlio.”
Che lo stesse dicendo proprio a quel latticino è una cosa che ancora oggi non sa spiegare, forse l’istinto o forse la troppa felicità.
“Auguri Mello.” Aveva risposto impassibile l’altro, eppure in quel momento era convinto che la sua voce lasciasse trasparire un sorriso.
Che poi, in quel momento fosse entrato Matt con la sua camminata spavalda e il suo tipico “Salve gente!” era proprio tempismo.
Ormai Mello era da due minuti che non cambiava espressione, sempre abbandonato sulla sedia con una barretta di cioccolato retta appena da un braccio penzolante, con il telefono in mano dal quale Near si godeva la scena attraverso i scarsi suoni che gli arrivavano, e gli occhi color ghiaccio sgranati e luminosi come non lo erano mai stati fino ad oggi.
“Aspettiamo un figlio…” aveva sempre ripetuto meccanicamente all’amico, che in tutta risposta aveva lasciato cadere la sigaretta che stringeva tra le labbra.
Sayu li aveva lasciati fare divertita.
Ricorda benissimo gli occhi verdi dell’amico che si alternavano da lui alla ragazza, e poi quella sua irritante frase che aveva smosso tutta la situazione: “Amico… sei sicuro che sia tuo?”
“Come?!”
Sayu era scoppiata a ridere mentre l’albino dall’altra parte della cornetta aveva commentato con un: “Attenzione Mello.”
Che è? Si metteva a fare dell’ironia anche quel lurido ghiacciolo?
Ma ora che importanza ha?
Eccola lì, la sua piccola stretta tra le sue braccia.
“Ciao piccola mia.” Dice Mello avvicinando il suo volto a quello della bambina.
“Ti assomiglia.” Mormora Sayu. Lui la guarda e sorride.
Cosa può chiedere di più?
“Vieni pure.” Una voce femminile attraversa la stanza mentre la porta si apre. È la madre di Sayu.
Ovviamente lei è rimasta lì, ad assistere e aiutare durante il parto.
La donna entra stringendo al petto tre copertine.
“Hai visto Mell?” Gli chiede rivolgendogli un sorriso. Lo ha accolto come un figlio… e la cosa lo fa sentire in colpa.
Lei non sa chi è, e non lo saprà mai, come non saprà mai di aver dato alla luce colui che è diventato il killer più spietato mai conosciuto.
Eppure Mello e convinto che in fondo lo sappia. Mell, è così che lo chiama… come se quel nome potesse essere vero. Probabilmente in fondo lo sa, ma la verità fa troppo male.
Ma ora non ha importanza, perché ora anche lei ha di nuovo una famiglia.
“Salve gente!”
Eccolo. Matt trotterella allegramente dietro alla donna per poi fermarsi ad osservare la scena.
“Come stai Sayu?” Chiede avvicinandosi al letto e chinandosi per guardarla negli occhi.
“Mai stata meglio, non credi?”
“Sei bellissima.” Dice il rosso sorridendole.
Lei ridacchia.
“Tsk!”  Mello non ha alcuna intenzione di dargli la soddisfazione di mostrare attenzione nei suoi confronti. Lo fa per dispetto, nonostante non ci sia una ragione… solo perché lo diverte.
Ma Matt lo sa.
“Paparino!” Esclama mettendogli una mano sulla spalla e poi guardare oltre ad essa.
Aimi dorme serena in braccio al padre,  bella come il cuore di lui.
“Sai… secondo me è stata concepita grazie a qualche forza sovrannaturale, è bellissima, e per questo tecnicamente impossibile che sia tua.”
“Matt, ringrazia questa creatura che tengo in braccio per il fatto di essere ancora vivo…”
Il rosso si allontana di qualche centimetro fingendosi impaurito, per poi scattare ancora in avanti e implorare con voce infantile: “Posso tenerla in braccio? Ti prego! Ti prego!”
Mello sbuffa ruotando gli occhi.
“Eddai! Almeno dalla a Sayu! Mica sei tu che l’hai partorita… o sì?”
“Matt!” Esclama il biondo stringendo delicatamente la piccola al petto, come a volerla proteggere da quel pazzoide.
L’altro sbuffa alzando i suoi googles arancioni sopra la testa.
“Sono proprio come fratelli eh?” Mormora Sachiko alla figlia che annuisce, mentre i due ragazzi sono troppo presi a bisticciare per ascoltare.
All’improvviso il cellulare di Mello vibra.
“Ahi! Mi sa che è ora di cedere la principessa allo zietto…” canticchia Matt allargando le braccia.
Mello cede a malincuore la piccola Aimi che sia gita appena.
Si allontana un po’ dalla scena, giusto per guardare il telefono.
Quindi sei padre… complimenti  di cuore Mello.”
Near ha un cuore? E da quando?
Eppure Mello non se la sente di ignorarlo, è troppo felice.
Ha vinto ancora.
Appoggia il cellulare su un tavolino color panna per poi tornare dalle persone che ama.
Matt ha ceduto la piccola alle braccia della madre che la culla dolcemente.
“Mello, non ti devi preoccupare, insegno io a tua figlia a giocare a Super Mario.”
Il biondo lo ignora e l’amico sorride divertito dalla finta freddezza del ragazzo.
“Mello… vieni qui.” Mormora Sayu facendogli cenno di affiancarsi a lei.
Lui sorride sedendosi sul bordo del letto.
Gli occhi scuri della ragazza guardano la piccola e poi si posano su di lui: “Siete bellissimi.”
Lui scuote la testa. No, quell’angelo non ha nulla a che vedere con uno come lui… eppure è lui ad avergli dato la vita.
Ancora il volto di Mello si avvicina alla piccola che nel sonno alza la manina appoggiandola sulla cicatrice del giovane che appoggia delicatamente le labbra sulla fronte della bambina.
“Vi amo…” mormora guardando la giovane moglie.
Matt e Sachiko guardano la scena, ben attenti a non interrompere.
Sayu appoggia la testa sul petto di Mello che la stringe.
“Anche noi ti amiamo.” Sussurra chiudendo le palpebre.
La vita, ecco la sua vita. Chissà se L è felice, ora, nel vedere questo. Lui spera di sì.
Lui è il numero uno, e lo sarà sempre… almeno per loro.
Per loro darà la sua vita, qualunque cosa significhi.
“Ehi Mello…” La voce di Matt interrompe i pensieri  del giovane .
“Sì?”
“ come te la  caverai con i pannolini?” 


  

Salve! Questa storiella è stata esclusivamente dettata dalla nostalgia della mia prima fanfiction pubblicata, così mi sono messa qui a rispolverare i personaggi utilizzati ed è saltata fuori questa... 
spero sia di vostro gradimento. 
Se notate errori vi prego di farmelo sapere... ve ne sarei molto grata *inchino* 
 
 
 
 
 
  
  
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