Percy's reflections

Mi sentivo debole, come se su di me fossero passati un centinaio di camion, ingombri di merci pesanti...
Mi sentivo un vile, perché avevo lasciato sola Annabeth, luce dei miei occhi...
Mi sentivo impotente perché non potevo fare niente, se non torturarmi nei miei pensieri...
Aprii gli occhi.
Un cielo stellato.
Ecco cosa si stagliava sopra di me.
Milioni di stelle percorrevano la volta celeste, formando altrettante costellazioni, infinite, eteree...
Un canto.
Mi sentii pervadere da una dolce armonia.
Entrò nelle mie ossa, si fece strada nella mia mente, mi fece distendere tutti i muscoli tesi del mio corpo...
Abbandonai ogni pensiero.
Eppure nemmeno quel canto poteva durare in eterno, tutto finisce prima o poi...
Al termine dell'ultima nota, i pensieri tornarono a trovarmi, più vividi e dolorosi di prima.
Scappavo.
Chiudevo gli occhi, credendo che mi avrebbero lasciato in pace, mi rigiravo tra le coperte, sudavo freddo...
Una mano mi sfiorava la fronte, una mano delicata e fresca.
Calipso.
Aprii gli occhi, lentamente.
Mi immersi nei suoi, caldi, accoglienti.
Era davvero bellissima.
I suoi capelli color caramello sfioravano il mio viso, la sua bocca si avvicinò piano alla mia.
Mi baciò.
Fu come un'eternità, quel bacio.
Se mai Annabeth venisse a sapere di questo piccolo momento di intimità tra me e la figlia di Atlante, mi scannerebbe con tutte le sue forze.