Non ha senso, non ha né capo né coda.... Non mi piace... Ovvio! Ecco cosa combino quando dovrei studiare! Accidenti!

Vabbè... Stendiamo un velo pietoso...

Ciao!

Di palle di neve e subdole vendette.

Appoggiata al davanzale della finestra, Bulma, guardava la piccola Bra ridere felice mentre tirava palle di neve all'immobile consorte. L'unico suo rammarico era non poterlo vedere in faccia in quel momento: Vegeta doveva essere a dir poco irritato.

Ad un tratto, come se avesse potuto leggerle nel pensiero, il saiyan si era voltato verso la finestra guardandola in cagnesco come a dirle: questa è tutta colpa tua.

Era stato in quel momento che la scienziata non era più riuscita a trattenersi finendo così per lasciarsi andare ad una risata quasi grottesca, girandosi di spalle per evitare che il suscettibile compagno potesse scorgerla.

Ciò che non aveva calcolato, però, era che, grazie al suo udito alieno, Vegeta era perfettamente in grado di sentirla anche attraverso la finestra e, ancora meno, aveva calcolato come il principe in questione fosse terribilmente vendicativo.

Così, quando durante il suo telefilm preferito quella sera, Bra corse verso di lei con una gigantesca palla di neve fra le mani Bulma si chiese, solo per un attimo, perché Vegeta non fosse lì a difenderla dal demonio mezzosangue che avevano concepito insieme. La risposta le arrivò lesta quando, dopo essere stata ricoperta dalla testa ai piedi di gelida neve compressa, il suo sguardo aveva scorto l'impassibile saiyan ghignare divertito al suo indirizzo.

Maledetto, non l'avrebbe mai più sottovalutato.