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Autore: lestat92    21/02/2013    0 recensioni
Trovava drammaticamente romantico quello che stava facendo e per di più l'atmosfera lo stava aiutando
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Non è giusto" si disse, accese un'altra sigaretta e poggiò la penna sulla scrivania. Fuori pioveva ed era sera, quel momento della giornata in cui non c'è più luce, ma non è nemmeno completamente buio. Trovava drammaticamente romantico quello che stava facendo e per di più l'atmosfera lo stava aiutando. Si alzò per andarsi a guardare allo specchio, ventitre anni e non ne dimostrava ne uno di più ne uno di meno, i capelli lunghi incorniciavano il viso da giovane uomo non ancora completamente formato che cozzava con gli occhi selvaggiamente verdi. Guardava lo specchio ma non riconosceva l'immagine riflessa, spense la sigaretta nel posacenere e decise di andare alla finestra per guardare la pioggia che scendeva insensibilmente sopra ad ogni cosa. Tornò sulla lettera si sentiva costretto a portare a termine quello che aveva iniziato, sfiorò la pregiata carta di lino che aveva scelto per scrivere. Accese un'altra sigaretta, fece due o tre tiri e la spense subito, gli occhi gli erano diventati lucidi e probabilmente tra la penombra del fumo una lacrima scese.
Una goccia di pioggià le bagnò il volto, giusto sotto le ciglia sfumando il mascara, subito dopo avvertì un'altra goccia poi un'altra ancora, prese velocemente la posta e corse in casa. Si voleva togliere le scarpe non ne poteva più di quei tacchi seppur bassi. Appena tolte le scarpe si sdraiò sul divano sfogliando la posta e il gatto le saltò sul petto, non aveva un gran seno ma era ancora soda data la sua giovane età di venticinque anni, le labbra sottili erano coperte da un sottile strato di lucidalabbra alla giliegia. I lunghi capelli color grano le si erano posati sul petto, non era molto alta infatti sdraiata superava a malapena la metà del divano a quattro posti. Trovando tra la posta una lettera senza francobollo ne mittente i suoi grandi occhi blu diventarono immediatamente lucidi, l'avrebbe dovuta leggere prima che il suo fidanzato rincasasse e quindi l'aprì.
Pioveva da tutto il giorno ormai, ed il rumore dei tergicristalli gli dava sempre più fastidio, seduto nella sua auto grigia si mimetizzava perfettamente nel grande branco di lamiera e carne che lo circondava. Era l'ora di punta e come tutti i giorni si apprestava a tornare a casa dalla sua fidanzata. Vivevano insieme da 2 anni e si sarebbero sposati al massimo dopo un altro anno di convivenza. Si accese una sigaretta più per noia che per voglia e subito gli cadde della cenere sulla camicia con le sue iniziali che usava per il lavoro, ma scordatosi di abbassare il finestrino l'abitacolo si era immediatamente riempito di fumo, i suoi occhi azzurri iniziarono a lacrimare e pensò "Cazzo a ventisette anni ti scordi ancora queste cose". Dopo quaranta minuti buoni di coda riuscì a varcare la soglia di casa  giusto in tempo per trovare la sua fidanzata sdraiata sul divano a leggere quello che gli parve un biglietto, non vi fece troppo caso la giornata era quasi finita era contento di essere a casa col suo amore. 
Si accorse subito che qualcosa non andava in lei però era così silenziosa, così poco affettuosa e immediatamente ripensò al bigliettino con il quale l'aveva vista appena tornato dal lavoro e decise che le avrebbe chiesto cosa fosse quel foglio ma più tardi, prima voleva vedere se le tutto sarebbe tornato alla normalità in questo caso avrebbe incolpato se stesso e la sua gelosia.
Non lo sopportava più, erano passati due giorni e la convivenza in casa era diventata difficile. Le dava fastidio mentire al suo ragazzo in quel modo, ma non poteva dirgli veramente cosa c'era scritto in quella lettera perchè probabilmente non avrebbe capito ed il loro rapporto si sarebbe sgretolato. Anche se in questo momento sentiva di non essere più sicura dei suoi sentimenti nei confronti del ragazzo che le dormiva affianco. Lo conosceva da quando aveva diciannove anni, non si era mai innamorata prima di conoscerlo quindi per lei era stato il primo amore. Si era subito innamorata dei suoi occhi azzurri e gli ripeteva che loro figlio sicuramente avrebbe avuto degli occhi meravigliosamente azzurri come quelli del padre. Ora però quel sentimento vacillava. Quella notte non riuscì a dormire anche a causa di una forte nausea.
"Amore mio, è passato un anno da quando ci siamo conosciuti. Ho ringraziato il signore migliaia di volte per aver fatto si che noi due ci incontrassimo, che ci amassimo. Hai dato così tanto a qualcuno che aveva così poco da offrire. Ti ricordi quando ci siamo incontrati? avevi un cardigan scuro, un semplicissimo paio di jeans ed una sciarpa. Dio che freddo che faceva quel giorno in biblioteca, eravamo uno di fronte all'altra e continuavo a guardarti perchè per me eri  così...così irraggiungibile, credo di essermi innamorato di te quel giorno, credo di essermi innamorato mentre ti guardavo mangiucchiare il tappo della penna o forse quando hai contraccambiato il mio sguardo, non ricordo nemmeno più... Ho iniziato questa lettera poco dopo che te ne sei andata da casa mia, oggi abbiamo fatto l'amore ed è stato magnifico...ma non si ripeterà più tutto questo...ho deciso che dobbiamo finire questa relazione, dobbiamo chiuderla qui amore. Ti guardavo dormire, ti accarezzavo oggi e vedevo solo il presente...non vedevo un futuro per noi due e mi sono reso conto che nonostante tutto quello che provo per te, non posso essere l'uomo della tua vita, quello l'hai già incontrato...è lui che dorme con te la notte non io...Lui ti darà dei figli non io. Ti ricordi quando mi accompagnavi nell'area fumatori quando ci trovavamo in biblioteca? Ti guardavo negli occhi e sognavo di nuotarci dentro anche se in realtà eri te che nuotavi dentro di me, ti guardavo e quello che vedevo mi faceva male e mi fa male anche ora. Lui ti amerà per sempre, lui sarà tutto per te, sarà un buon padre per i vostri figli, riuscirà a mandare avanti la famiglia...Io invece non sto nemmeno bene con me stesso, come potrei stare bene con un'altra persona? Ti amo credimi ma non posso stare con te. Toccarti, Baciarti, amarti mi fa sia sentire vivo che morire dentro. Dentro di me c'è un'anima morta, marcia e deviata. L'anima di un amante che per ritornare a vivere ha bisogno di soffrire. Voglio chiudere quà questa lettera, lo sai non sono mai stato bravo con le parole...volevo solo farti sapere che devo andare, devo andare via per far si che tu possa essere felice. Ti amo"
Rilesse quelle parole per l'ennesima volta ormai poteva recitare quella lettera a memoria come un pappagallo ben addestrato. Era passato quasi un anno da quando aveva aperto la busta contenente quell'addio. Era riuscita a tenerlo nascosto al suo fidanzato tutto quel tempo. Era convinta che quel povero giovane che ancora la teneva sveglia la notte avesse avuto ragione su tutto, ora lei era felice. Le mancava cosi tanto però, era scomparso dal giorno alla notte. Aveva avuto ragione su tutto, tranne su di una cosa ma lui ora non lo poteva sapere. Per questo ogni volta che lei guardava gli occhi verdi del suo bambino sorrideva.
  
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