Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: AshHurricane    21/02/2013    1 recensioni
"Arrivò lampante, improvvisa, e lo travolse come nient’altro prima d’allora aveva mai fatto: Kagami Taiga, la tigre della squadra di basket del liceo Seirin, il figlio fortunato di un padre ricco sfondato e di una madre accondiscendente, lui, orgoglioso e irruento, si era innamorato.
E per la prima volta come non gli accadeva ormai da anni, lo stomaco gli si ribaltò così all’improvviso da fargli sentire il bisogno di vomitare quel poco caffè bevuto. "
Si okay, è la mia primissima fan fiction su K n B però insomma, Kuroko e Kagami sono l'amore puro. La sto scrivendo, e sono al secondo capitolo, e non so quanto e se andrò avanti ma spero di farcela u.u E spero piaccia! >3< ( Il titolo della storia, è preso da "sei di mattina" di Briga, sono innamorata di quella canzone cwc )
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daiki Aomine, Ryouta Kise, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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‘Siamo solo io e te adesso’( prologo )

La porta chiusa a chiave, due mandate, le tende tirate a isolare la casa dal gelo invernale, la neve che copriva ogni cosa, Kuroko sul suo letto, addormentato, la sua mano ancora appoggiata contro il suo braccio, il suo petto che si sollevava piano e il respiro leggero. Kuroko con la testa sopra il cuscino, il suo cuscino, Kuroko mezzo coperto dal lenzuolo leggero.
I sensi di Kagami erano in tilt, un accumulo di sensazioni, emozioni che lo scuotevano. E Kuroko stava lì, e dormiva. E lui stava lì, steso, nudo, vicino a lui, lo sguardo a vagare sul suo corpo, assorto. E nella sua testa, di nuovo, da capo, Kuroko sotto di lui, Kuroko che si chiudeva la porta alle spalle, Kuroko che si sfilava la maglietta, Kuroko che gli parlava all’orecchio, Kuroko che sorrideva –Sorrideva!
La pelle dell’altro era scossa da piccoli brividi di freddo, uno spiffero gelido si faceva strada da sotto la tenda. Kagami alzò il riscaldamento, prese una coperta, coprì l’altro e andò a farsi un caffè, ancora nudo, spoglio di pensieri, carico di immagini confuse che gli turbinavano in mente, uno stupido motivetto felice ad occuparla, un motivetto che gli ricordava stranamente quello di una pubblicità. Com’è che faceva? Si sforzò di ricordarselo, ma non gli veniva in mente. Forse era la pubblicità della cioccolata, pensò.
Ciò che era successo nelle brevi ore precedenti invece, quello si che gli era rimasto in mente. E continuava a passargli davanti agli occhi, una riproduzione casuale senza fine a cui la sua fervida immaginazione accompagnava canzoni sdolcinate che non era nemmeno sicuro di aver mai ascoltato. Ma probabilmente quelle gliele aveva fatte sentire proprio l’altro, visto che le amava così tanto.
Passò una mano sulla nuca, si sedette sulla poltrona in salotto, la tazza dai bordi sbeccati tra le mani, il caffè bollente che lo scaldava un poco, il sibilo del vento oltre la finestra chiusa, lui chino sulla sua tazza, quasi fosse un fuoco capace di scaldarlo tutto, a bere il caffè fumante a piccoli sorsi. “A bere così tanto caffè ti verrà acidità di stomaco” gli diceva Kuroko, quella sua strana professionalità da ragazzino che sognava di fare il medico nel tono della voce. Kagami ne rideva sempre.
E di nuovo, nella sua testa, riapparve Kuroko. Non che se ne fosse mai andato da li, intendiamoci. Ormai Kagami non pensava ad altro. Andava a fare la spesa, e prendeva i biscotti che piacevano all’altro, giocava a basket nel campetto vicino la palazzina dove abitava e pensava alle nuove mosse che avrebbe potuto mostrare all’altro. La sua vita aveva iniziato a prendere un verso strano, aveva iniziato a ruotare attorno a Kuroko, piuttosto che attorno al sole, come la terra, o attorno al basket, nel suo caso specifico.
Fu a quel punto, la tazza sbeccata tra le dita e l’ultimo goccio di caffè sul fondo di essa che Kagami se ne rese conto. Arrivò lampante, improvvisa, e lo travolse come nient’altro prima d’allora aveva mai fatto: Kagami Taiga, la tigre della squadra di basket del liceo Seirin, il figlio fortunato di un padre ricco sfondato e di una madre accondiscendente, lui, orgoglioso e irruento, si era innamorato.
E per la prima volta come non gli accadeva ormai da anni, lo stomaco gli si ribaltò così all’improvviso da fargli sentire il bisogno di vomitare quel poco caffè bevuto. 



N.d.a. 
Mh, ecco, questo è solo il prologo di ciò che sto scrivendo °w° 
E a dir la verità nemmeno si capisce molto da questo prologo. . . Ma va beh e.e 
Non vi è una vera e propria ambientazione spaziale, e nemmeno una precisa indicazione temporale, già . . 
Vi basti sapere che ciò che viene raccontato nel prologo avviene successivamente ai fatti che
andrò a raccontarvi nei captioli a venire u.u 
Ehm, si, il titolo e anche il titolo del prologo sono tratti dalla canzone "sei di mattina" di Briga, di cui tipo mi sono innamorata c-c 
Ehm, che dire, tutto risulterà più chiaro nel primo capitolo, e poi nel secondo presumo o.ò
Ad ogni modo è una cosa che sto scrivendo diciamo da un giorno e dato il numero di storie che sono riuscita a finire ( una. . . ) spero solo di riuscire a tirarla avanti, almeno queeeesta c.c 
Boh niente, spero che vi ispiri un pochino *w* 

Miki >3<

  
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