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Autore: BlueChar    21/02/2013    3 recensioni
- Non ti è bastato spezzarmi il cuore Jus? – sussurrai appena. A quei occhi sfuggivo raramente. Mi trasmettevano sicurezza, amore.
- Vorrei essere il tuo Valentino stasera, Carly. – disse sincero. Non lo avevo mai visto così serio. Era più il tipo che andava ogni venerdì sera con i suoi amici a vedere uno strip in una via a luci rosse nel centro di Los Angeles, che il tipo che chiede ad una ragazza, a cui ha appena spezzato il cuore, di uscire la sera di san Valentino.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La brezza marina mi accarezzava dolcemente il viso, affondai le mie mani nella sabbia gelida alzando gli occhi al cielo scuro e pieno di stelle. In lontananza udivo il rumore del traffico di Los Angeles, mentre girandomi verso il mare sentivo il rumore delle onde che si infrangevano leggere e delicate sul bagnasciuga. “Hmm, mezzanotte in punto. Sapete cosa vuol dire?” chiesi tra me e me “oggi è San Valentino”.  Mi persi tra i miei pensieri con accorgendomi dei passi che si facevano sempre più intensi. Mi girai di scatto e tirai un sospiro di sollievo.
- Cosa ci fai a mezzanotte qui? – chiesi
- Potrei farti la stessa domanda. Sai che è pericoloso stare qui di notte. – rispose.
- Ma va, non c’è mai nessuno qui, Andrew! – dissi.
Andrew Gilbert  era il mio migliore amico fin dai tempi delle medie, avevamo passato parte dell’adolescenza insieme senza mai separarci.
Si sedette accanto a me guardando il mare, mentre io mi strinsi nel mio maglione sentendo un brivido di freddo che mi percorse la schiena.
- E’ per lui? – chiese voltandosi verso di me, annuii flebilmente ripensando alla sera prima. I miei occhi si inumidirono immediatamente.
 
Flashback della sera prima
 
- Julie, dove vai? Fermati ti prego. – dissi stanca.
- Carly, vieni in pista e divertiamoci! – rispose
- Si certo, tu ti diverti con il tuo fidanzato e io ballo da sola! – esclamai.
- Ehi ragazze. – tempismo perfetto Justin. Julie mi fece l’occhiolino andandosene con il suo fidanzato lasciandomi sola con lui.
Justin Drew Bieber era il mio secondo migliore amico, ma lui lo conobbi solo l’estate prima. Ci volevamo molto bene, fu il fidanzato di Flor, una delle mie migliori amiche, e diciamo che ho sempre avuto un ‘debole’ per lui.
Mi guardava in attesa di un ballo scatenato in pista e appena me ne accorsi andammo a ballare.
Mentre ballavamo lui sussurrò al mio orecchio – E se ti baciassi? – mi paralizzai all’istante sbarrando gli occhi. Aggrottai la fronte per poi rispondere con un ‘no, non dovresti’ secco. Ritornammo a ballare come se non fosse successo niente, poi l’atmosfera tra di noi si fece più calda.
“Jus, non sai quanto abbia voglia di baciarti” pensai guardandolo. I suoi occhi mi facevano dimenticare tutto, più li guardavo e più avevo voglia di prendere il suo volto candido fra le mie mani e baciarlo fino allo sfinimento.
- Ho qualcosa in faccia? – disse dato che continuavo a fissarlo.
- No, sei perfetto. – sussurrai in modo che la musica sovrastasse la mia voce.
- Come? – urlò.
- Non hai niente in faccia. – risposi. Ero molto più bassa di lui e i nostri visi erano molto vicini, sfiorai la sua guancia con la mia mano. Quante volte avevo sognato quel momento. Mi cinse i fianchi, i nostri nasi si sfioravano e riuscivo a percepire il suo respiro sulle mie labbra. Le nostre labbra si toccarono, schiusi la bocca assaggiando il lembo che sapeva di qualche alcolico e poi infilò immediatamente la lingua facendola roteare insieme alla mia.
“Carly sveglia , lui non ti vuole il vostro bacio è solo un passatempo” era la mia… coscienza a parlare? Strano, eppure non avevo bevuto molti alcolici. Mi staccai bruscamente sotto il suo sguardo stranito.
- Qualcosa non va?-  chiese.
- No. – sorrisi, poi mi avvicinai di nuovo a lui, alle sue labbra che pendevano dalle mie.
“Ma allora sei scema! Non ti vuole! Enne o enne t i v u o elle e.” uao adesso la mia coscienza faceva anche lo spelling. Mi staccai nuovamente.
- Usciamo fuori. – disse. Mi prese per mano fino a raggiungere il fuori del locale. Si posizionò davanti a me, si accese una sigaretta poi ritornò a guardarmi.
- Che hai? – chiese
- Nulla. – risposi
- Beh, sei strana. Non sembri tu. La Carly che conosco io. – disse
- La Carly che conosci tu non usa tacchi a spillo di 20 centimetri e vestiti corti e attillati. – dissi ridendo guardandomi dall’alto al basso. Anche lui rise mostrando la sua fila di denti perfetti. Il cuore iniziò ad accelerare.
Dopo aver buttato la sigaretta, poggiò la sua mano nel mio fianco e lo avvicinò al suo corpo. Le nostre labbra si ritrovavano nuovamente a pochi centimetri.
- Jus… - dissi cercando di allontanarmi  ma niente da fare, mi teneva saldamente stretta a sé.
- Dimmi piccola. – rispose puntando gli occhi sulle mie labbra più arrossate rispetto al solito.
- Tu hai baciato Miriam poco fa, perché adesso sei qui con me? – risposi spingendolo dal petto.
- Ho baciato anche Loren… - abbassò la testa.
- Tu mi hai… trattata come tutte le altre. – dissi confusa. – Sai Jus, pensavo che tra di noi ci fosse un forte legame di amicizia ma evidentemente mi sbagliavo. – continuai. Rientrai furiosa nel locale, sull’orlo di un pianto. Come poteva farmi una cosa del genere? Eravamo migliori amici, perché mi ha trattata come un giocattolo?
- Julie, io me ne vado. – dissi. Dai miei occhi si poteva notare la tristezza e la frustrazione del momento.
- Ehi ehi, che ti è successo? – chiese
- Io e Justin ci siamo baciati, ma lui ha baciato altre due ragazze prima. Mi ha trattata come un giocattolo. Adesso vado, ci sentiamo più tardi. – dissi. In pochissimo uscii dal locale che era diventato troppo assordante. Dov’era Andrew quando ne avevo bisogno? Mi sentivo uno straccio, un nodo in gola e un dolore al petto, gli occhi bruciare e il cuore spezzato in due.
 
Fine flashback.

Credo che tutti il giorno di San Valentino vorrebbero essere fidanzati per ricevere dal suo amoroso o dalla sua amorosa quel mazzo di fiori mai ricevuto, quei baci al chiaro di luna dopo una serata perfetta e soprattutto quegl’occhi che luccicano e quelle mani che tremano.
 
- Dato che non ho una Valentina per stasera. – chiusi il mio armadietto e mi ritrovai di fronte Andrew che mi fece sobbalzare – ti va di uscire? – continuò. Sorrisi, amavo avere un migliore amico come lui e non come quel verme di Justin.
- A giudicare dal tuo sorriso mi sembra un ‘si’ vero? – chiese
- Ovvio. – dissi calcando la O. Dopo me ne andai dritta in classe per seguire le ore di lezione.
 
“Surf alle quattro del pomeriggio nella spiaggia di casa tua, ci stai?” ed ecco che un bigliettino mi arrivò dritto in faccia da parte di Flor. Chissà come avrebbe reagito se gli avessi detto che avevo baciato il suo ex. Magari bene, o magari male.
 
“Si,certo” glielo rimandai.
 
Se c’era una cosa che amavo fare era il surf. Le onde, l’odore del mare, l’adrenalina che si prova entrando nel tubo, era tutto così perfetto. Ma avevo il terrore degli squali e molto spesso quando me ne capitava uno sotto di me, non facevo altro che avere attacchi di panico e tremavo per la paura.
Avevo appena finito di cavalcare un’onda,che Flor venne incontro a me.
- Carly, stasera a Malibu ci sarà una festa di San Valentino. Ti va di andarci? – chiese
- Stasera devo uscire con Andrew. – risposi
- Uh uh, appuntamento romantico? –
- Mannò, solo da amici niente di che. – sorrise
- In realtà anch’io avrei un Valentino stasera. –
- E chi sarebbe? –
- Daniel Monroe, quello del corso di matematica. –
- Stai dicendo quel figone che gioca a basket? –
- Esatto! –
- Flor conquista sempre! – dopo un’altra oretta passata in mare, rientrai in casa.
 
Con passi lenti mi diressi verso il bagno, non accorgendomi che stavo bagnando tutto il pavimento
- Carly. – disse mia madre sull’orlo di una crisi isterica. – Avevo lavato oggi! Ma ovviamente a te non importa dato che quella che pulisce sono sempre io, tu invece stai sempre a pensare al surf! – continuò urlando. La odiavo quando faceva così.
- Scusa, ciao. – dissi
- Non ti rivolgere così con me! – rispose. Era pazza,si.
- Ma così come? Smettila di inventarti cose. – dissi.
- Vattene prima che ti picchi! – picchiami pure, non ho paura. Era lunatica e pazza, meglio di così? Stavolta mi sbrigai a salire al piano di sopra, andando sotto i getti di acqua freddi della doccia. Mi stavo rilassando fin quando la mamma non urlò ‘ se non ti sistemi i tuoi vestiti, ti butto tutto’. Ma perché le ragazze della mia età avevano mamme normali ed io ero costretta ad avere questa qui?
Uscii scazzata dalla doccia, mi vestii velocemente, andai a sistemare i miei vestiti per far cessare le lamentele di mia madre e poi senza dire niente a nessuno andai in spiaggia. Il sole stava calando all’orizzonte colorando il mare. Chiusi gli occhi e respirai a pieni polmoni l’aria marina. Mi sedetti sulla sabbia tiepida, ma dopo cinque minuti la mia solitudine fu spezzata da qualcuno che in quel momento non era il benvenuto.
- Bello il tramonto in spiaggia,vero? – chiese Justin sedendosi accanto a me
- Era bello finché non sei arrivato tu. – risposi acida
- Andiamo Carly, così mi spezzi il cuore. – lo stavo per prendere a pugni.
- Che cosa vuoi da me? Vattene Justin. –
- No, Carly non me ne vado. – il suo tono si fece serio.
- Allora me ne vado io. – mi alzai, levandomi alcuni resti di sabbia che si erano attaccati al mio pantalone. Di conseguenza si alzò anche lui, parandosi davanti a me. Ero troppo debole per reggere il suo sguardo.
- Non ti è bastato spezzarmi il cuore Jus? – sussurrai appena. A quei occhi sfuggivo raramente. Mi trasmettevano sicurezza, amore.
- Vorrei essere il tuo Valentino stasera, Carly. – disse sincero. Non lo avevo mai visto così serio. Era più il tipo che andava ogni venerdì sera con i suoi amici  a vedere uno strip in una via a luci rosse nel centro di Los Angeles, che il tipo che chiede ad una ragazza, a cui ha appena spezzato il cuore, di uscire la sera di san Valentino.
- Non so cosa dirti. – e non sapevo realmente cosa dirgli. Per scappare da quella situazione imbarazzante, stavo per andarmene ma lui mi bloccò nuovamente.
- Al mio paese si usa rispondere. – disse
- Al mio paese si usa non spezzare il cuore alle ragazze. – risposi di consueto.
- Ascolta Carly. – disse guardandomi negli occhi. – Io non so cosa mi sia preso quella sera, ma ho sbagliato e lo so. Non volevo farti soffrire. Delle altre non mi importa tanto ma di te si, perché sei la mia migliore amica e non voglio perderti. – continuò.
Mi paralizzai all’istante, le parole non uscivano dalla bocca. Ero bloccata.
- Lo stai facendo di nuovo. – dissi seccata
- Ehm, cosa? – disse aggrottando la fronte.
- Guardi tutte in quel modo e le fai cadere ai tuoi piedi. Ma con me non ci riesci. – dissi
- Secondo me guardi troppe telenovele. – disse sorridendo.
- Può darsi ma questo non c’entra Justin. –
- Facendo i seri, dimmi di si ti prego. –
- Perché ci tieni così tanto?
- Perché non voglio lasciarti andare. – calò il silenzio fra di noi.
- A che ora mi passi a prendere? – dissi
- Alle 20.00 . – disse sorridendo. Il suo sorriso era qualcosa di meraviglioso. Mi piaceva guardarlo. Mi piaceva guardare i suoi occhi color miele. Mi piaceva accudirlo quando era ubriaco e ospitarlo di nascosto in casa mia. Mi piacevano i suoi abbracci, quando mi soprannominava ‘piccolo orsetto’, quando mi sfotteva per la mia altezza. Mi piaceva tutto di lui.
 
 
- Tu non puoi capire! – esclamai dall’altra parte della cornetta ad Andrew.
- cosa? – il suo tono era tipico di qualcuno che stava sbrigando delle faccende.
- Ho un appuntamento con Justin stasera! – dissi. -  Esulta con me! – continuai.
- E noi due? – chiese
- Oddio, è vero. Me ne sono dimenticata. –
- Ma che brava amica che sei. Comunque non importa perché stasera esco con Jessica. – disse.
- E’ meraviglioso. – dissi.
 
Avevo un vestito nero fin sopra le ginocchia abbastanza semplice, delle ballerine nere, un trucco ben evidente,  una lunga collana e infine misi i capelli di lato. Justin era qui. Era sotto casa mia, bello come sempre, con la sua umile Range Rover. Salutai frettolosamente mia madre, feci due respiri profondi e uscii di casa. Era appoggiato alla sua macchina con il cellulare fra le mani mentre cercava di mandare un messaggio, appena mi vide sorrise.
- Wow Carly sei fantastica. – disse, arrossì immediatamente.
- Grazie anche tu. – sorrisi. Salimmo in macchina, con quel vestito non potevo mettere i piedi nel cruscotto allora mi limitai a stare seduta compostamente. Accese la radio e per scaldare l’atmosfera - che stranamente era diventata imbarazzante – iniziò a canticchiare e io lo seguii. Se c’era una cosa che avevamo in comune era la passione per il canto. Da aggiungere alla lista delle cose che mi piacevano di lui era anche la sua meravigliosa, talentuosa, emozionante e fantastica voce.
- Dio, Justin canti benissimo. – dissi.
- E’ l’unica cosa che so fare bene. –
- Ma cosa dici, sai… conquistare le ragazze ecco! –
- Effettivamente. – disse pavoneggiandosi, gli diedi una pacca nella spalla per poi ridere.
Arrivammo al ristorantino romantico, ci sedemmo e ordinammo la nostra cena.
- Allora, che mi racconti? – chiese
- Ma nulla, solita vita. –
- Anche io. – disse dopo aver bevuto un sorso d’acqua.
- A scuol… - Justin fu interrotto da una banda forniti di chitarra e fisarmonica che iniziarono a cantare.
- Forza dai ragazzo ba-cia-la. – canticchiarono accompagnati dalla chitarra. – Forza dai ragazzo ba-cia-la. – continuarono.
- Justin, voglio una spiegazione a tutto questo. – dissi confusa.
- La vorrei anche io. – rispose più confuso di me.
- Idioti! Non è questo il tavolo! – li rimproverò il proprietario e loro se ne andarono sconsolati.
Io e Justin ci guardammo per poi scoppiare in una fragorosa risata che durò alcuni minuti.
Quando arrivò il primo piatto, a stento riuscì a mangiare senza ridere pensando a quei tizi.
Poi arrivò il secondo e infine il dolce.
- Dove andiamo adesso? – chiesi curiosa.
- Tu a casa tua, io a casa mia. – rispose come se fosse ovvio.
- Quindi la serata è finita qua? – chiesi incredula.
- Beh si è ovvio. –
- Ok, ciao allora. – ci ero rimasta male. Diamine si! Sarebbe stato meglio se fossi uscita con Andrew.
- Carly, stavo scherzando. –
- Vaffanculo. – dissi sorridendo.
 
Dal finestrino della macchina osservavo estasiata la costa occidentale al buio. Nonostante passassi ore ed ore a guardarla, non mi stancavo mai.
- Ti piace proprio il mare, eh? – chiese Justin.
- Si, è la mia passione. – dissi
- Perfetto, allora so dove portarti. – wa.
In pochi minuti giungemmo a Santa Monica, eravamo diretti al luna park che è una delle cose che amo di più.
- Ahh Justin amo il luna park! – dissi
- lo sapevo. – mi schiacciò l’occhiolino.
Ci facemmo giri in quasi tutte le giostre e arrivò il turno della mia giostra preferita: la ruota panoramica.
Come una coppietta innamorata, sedemmo ai posti che erano stati occupati da ragazzi realmente innamorati.
- Amo la ruota panoramica. – dissi
- anch’io. – rispose guardando l’oceano di fronte a noi.
Si girò verso di me, sfiorandomi la guancia con la sua mano.
- Sono stato davvero bene stasera. – disse continuando ad accarezzarmi.
- Anch’io Justin. – dissi spostando i miei occhi da un’altra parte.
Si avvicinava sempre di più ed io da scema indietreggiavo, per paura di essere nuovamente ferita. Stava per sfiorare le mie labbra quando boom, giro finito. Ci fu un attimo di imbarazzo tra di noi, poi tutto ritornò come prima.
Ci dirigemmo in spiaggia, mi tolsi le scarpe tenendole da una mano. A un certo punto, prese la mia mano intrecciando le sue dita con le mie. Una scarica elettrica partì in tutto il corpo. Mi irrigidì un po’ ma poi mi calmai. Ci fermammo. Lui era di fronte a me. Mi guardava, in attesa di qualcosa. Prese il mio viso fra le mani, osservando ogni mio piccolo particolare. E lentamente avvicinava le sue labbra alle mie.
- Come faccio a fidarmi? – chiesi fermandolo.
- Ho la faccia di uno che scherza? –
- No, però potresti spezzarlo di nuovo. –
- Riprenderò i pezzi del cuore e li riattaccherò, come un puzzle. – e questa vena poetica da dove esce fuori?
- Fidati. Per favore,fidati. E’ buffo lo so, ma mi rendi felice. Una tua risata rallegra una mia giornata, mi piace quando ti preoccupi per me, mi piace quando sono ubriaco e puntualmente mi aiuti. Mi piace guardarti dormire, sei così bella. – continuò.
- Justin, tu non sai da quanto tempo è che aspetto queste parole uscire dalla tua bocca. Me lo immaginavo sempre la notte. Si, prendimi per cogliona ma immaginavo sempre un noi. Ho sempre sognato di toccare le tue labbra con le mie. – dissi.
- Adesso non c’è più bisogno di sognare, piccola. – in una frazione di secondo azzerò le distanze. Le nostre bocche si rincontrarono. Schiusi le labbra per assaporare le sue, mentre lui aveva il mio viso fra le sue mani. Dentro di me, non so più cosa ci fosse. Sentivo tutte le emozioni possibili immaginabili. Era reale adesso?
- Che ne dici se tutto questo continuasse? – sussurrò contro le mie labbra.
- In quale senso? – scusate ma ero troppo in estasi per capire cosa mi stesse dicendo.
- Voglio che tu diventi la mia ragazza. –
- Ne sarei più che felice. – e un altro bacio scappò fra quella sera di metà febbraio. 





 

Allora, salve a tutte! Sono Carli e questa è la mia os su justin! Teoricamente la dovevo postare per il giorno di San Valentino ma non ho potuto, perciò eccomi qui adesso c: ditemi cosa ne pensate, lol. Domani è il mio compleanno, mi piacerebbe ricevere qualche recensione come regalo ahah. baci carli:*

   
 
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