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Autore: behappyandsmile xx    22/02/2013    2 recensioni
Freddo.
Il mio corpo caldo a contrasto con le mattonelle fredde del bagno.
Le mie gambe nude e ormai quasi scheletriche a contrasto con il pavimento gelido. Quasi non mi accorgo del freddo che provo. Il mio corpo sembra uno scudo a tutte le emozioni che una normale persona puo' sentire.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CARA AMICA DI PENNA...
 
 
 
 






Freddo.
Il mio corpo caldo a contrasto con le mattonelle fredde del bagno. 
Le mie gambe nude e ormai quasi scheletriche a contrasto con il pavimento gelido. Quasi non mi accorgo del freddo che provo. Il mio corpo sembra uno scudo a tutte le emozioni che una normale persona puo' sentire.
Sono seduta in questa posizione da piu' di mezz'ora.
Le mie braccia, coperte da una lieve vestaglia sono circondate attorno alla tazza del water, e la mia testa e' rivolta verso il basso, per trattenere i conati di vomito che ormai mi sorprendevano da molto,troppo tempo ormai.
In questa posizione semra quasi stia pregando. E lo sto facendo. Sto pregando che questa agonia finisca al piu' presto.
L'aria gelida di Dicembre, filtra dalla finestra congelando tutto il resto che c'e intorno a me. Un brivido mi attraversa, ma poi mi ricompongo subito. 
I miei occhi prima chiusi ora sono aperti. Lucidi e rossi per il troppo sforzo. Un'altro conato di vomito mi attraversa. Mi piego in due sotto la tazza del water, e vomitare tutto quello che e' rimasto in me. Sangue.
Sono giorni che vomito sangue senza fermarmi. Non mangio piu' perche' so che vomiterei anche quello.
Questa malattia mi sta prosciugando. Non solo fisicamente, anche perche' sono diventata pelle e ossa. Non riesco piu' a sorridere, non riesco neanche piu' a fare una battuta. Prima non ero cosi'. 
Prima di questa malatttia avevo una vita. Passavo quasi tutti i sabati sera fuori a divertirmi con le mie amiche. Flirtare con i ragazzi e fare scherzi stupidi.
Gia', le mie amiche... Da quando sono in questo stato nessuno si e' piu' fatta sentire ne vedere. Solo Emely.
Emely e l'unica che passa a casa mia quasi tutti i giorni per sapere se le mie condizioni migliorano. Le altre sembrano quasi sparite dal mondo. 
Il senso di tristezza mi invade, e i miei occhi si incupiscono. Anche se non voglio ammetterlo, mi mancano le mie amiche. Mi manca la voglia di vivere che ormai e' sparita in me. Mi alzo lentamente sorreggendomi alla tazza del water, anche perche' sono ancora molto debole. Mi incammino verso la porta e tornare in camera mia, ma mi fermo davanti il mio riflesso sullo specchio. I miei lunghi capelli neri, sono totalmente spariti. I miei occhi marroni scuro, un tempo vivi di felicita' e giovinezza ora sono tristi e spenti. Il mio corpo un tempo tonico e snello per le ore passate in palestra ora e' secco e smunto. La mia carnagione abbronzata e olivastra, e' stata sostituita da una pelle bianca e pallida.
Ho l'aspetto di un morto, a questo punto tanto vale morire sul serio.
La mia malattia mi sta risucchiando in una bolla, a cui non permetto a nessuno di entrare. La mia malattia che tanto spaventa la gente solo a sentire il nome.
Perche' io sono malata di cancro. 
All'inizio i medici credevano fosse solo un'innoquo virus intestinale. Ma poi le cose hanno iniziato a peggiorare. Ho iniziato a vomitare giorno e notte, ma non solo quello che mangiavo. Ho iniziato a vomitare anche sangue. Passavo le notti in agonia con la febbre sempre alta.
Poi abbiamo scoperto che avevo il tumore al fegato. Non potete immaginare come ci sono rimasti miei genitori. Mia madre era completamente distrutta. Mio padre era anche messo peggio di lei, ma cercava di nasconderlo perche' secondo lui, doveva essere forte per tutti noi. Le mie amiche all'inizio mi sono state vicino, ma poi quando ho iniziato la chemio, e ahime', a perdere i miei adoratissimi capelli neri sono sparite tutte. Mi hanno abbandonato tutti. Tutte tranne Emely. Tutti tranne Robin. Una lacrima bagna la mia guancia, ma io la faccio sparire velocemente.
Mi allontano dallo specchio, intenzionata ad andare di nuovo in camera mia e cercare di addormentarmi. Spengo la luce e chiudo la porta, inoltrandomi nel corridoio vuoto di casa mia. Appena arrivo in camera mi butto sopra il letto cercando di addormentarmi, ma qualcosa attira la mia attenzione. Appoggiata sopra il comodino c'e un oggetto  troppo conosciuto per me. Il mio diario. Mi siedo completamente sul letto e lo prendo iniziando a sfogliarlo. Mi fermo in una pagina ormai ingiallita dal tempo passato ed inizio a leggere.
 
 
 
 






10-09-2001
 
Caro Diario,
Oggi e' stato il mio primo giorno di scuola e sono soddisfatta di come e' andata. Ero terrorizzata di andare perche' mia sorella mi ha detto tante cose brutte sulla scuola elementare. Ha detto che ti nascondono le cose e ti fregano sempre i soldi per il pranzo, ma ha me non e' successo niente di tutto questo, anzi mi sono fatta tanti,tanti amici. Ho conosciuto Emely. E' simpaticissima, e mi fa ridere tantissimo.
Le voglio gia' bene anche se l'ho appena conosciuta, e poi e' bellissima. E' bionda con gli occhi azzurri. Sembra una principessa. Anche io voglio essere bella come lei e avere gli occhi azzurri. Invece ho questi occhi marroni scuri. Non mi piacciono per niente. Comunque ho deciso che Emely diventera' la mia migliore amica. Credo che questo sabato la invitero' a casa mia cosi' potremo giocare e divertirci. Chissa' se vorra' venire. Pero' penso di si', anche perche' credo di starle anche io simpatica. Domani le chiedero' di diventare la mia migliore amica.
Comunque a scuola, non ho fatto amicizia solo con Emely. Ho conosciuto tantissmi altri bambini, solo che non mi ricordo i nomi. Tanto domani glieli richiedo. Poi la maestra ha detto che sono molto brava a scrivere anche se ho solo sette anni e mezzo, quindi mi ha regalato questo diario. Mi ha detto di scriverci tutto quello che mi passa per la testa, ed ho proprio intenzione di farlo. Ha detto che pero' non devo farlo leggere a nessuno. Forse lo faro' leggere ad Emely, pero' solo a lei e nessun'altro. Quando sono tornata a casa ho raccontato a mama e papa' come e' andata oggi a scuola. Hanno detto che sono stata brava e che sono felici di me. Mia sorella invece e' stata antipatica, ha detto che e' solo l'inizio e poi' vedro' come degenerano le cose. Non so cosa significa, ma non staro' a pensarci.
Comunque adesso devo andare,perche' mia mamma mi sta chiamando per andare a cena.  Domani tornero' a scrivere, quindi non ti manchero' molto. Pero' devo ancora decidere il tuo nome. Vabbe' lo decidero' domani. 
Ciao  
 
 







Sorrido rileggendo la mia prima pagina di diario. Li' avevo solo sette anni e avevo appena iniziato le elementari. La mia caligrafia era ancora
infantile proprio come quella di una bambina che sta imparando a scrivere. Mi mancano quei tempi, quando vedevi tutto con l'innocenza di una bambina. Quando piangevi solo perche' avevi perso la tua bambola preferita. Ora invece piangi perche' non sai se supererai anche quella giornata. Continuo a sfogliare le pagine del diario immergendomi nei ricordi.
 
 
 








11-09-2001
 
 
Caro diario,
oggi finalmete ti daro' un nome. Ci ho pensato molto durante la giornata, e ho deciso che ti chiamero' Amica Di Penna. So che questo non e' affatto un nome. Ma secondo me e' quello che ti rispecchia di piu'. Anche se sei solo un oggetto, tu diventerai la mia amica,  proprio come Emely, e poi l'unico modo che ho per comunicare con te e' scrivere. Per questo ho scelto questo nome.
Comunque oggi ho chiesto ad Emely se vuole diventare la mia migliore amica. E indovina? Lei ha detto di si'. Sono felicissima perche' ho una migliore amica. Non he mai avuta una. Ho sempre avuto amiche, ma non migliori amiche. Poi le ho chiesto se sabato vuole venire a casa mia. Lei ha detto che le piacerebbe, ma prima deve chiedere a sua mamma. Spero' che sua mamma dica di si', cosi' sabato potremmo divertirci tantissimo a giocare. Oggi a scuola abbiamo fatto matematica. Mi piace la matematica perche' ci fa ritagliare e colorare i numeri.  Quando ho detto a mia sorella che mi piace fare matematica si e' messa a ridere e poi se ne e' andata. Non capisco qual'e il suo problema. Sta sempre a ridere quando parlo, e poi mi prende in giro. E' antipatica e brutta. Ecco perche' poi mamma e papa' la mettono sempre in punizione.
Comunque oggi  a ricreazione io Emely ed un'altra nostra amica abbiamo giocato a " mamma e figlia". Ci stavamo divertendo tantissimo. Solo che poi e' arrivato Steven a romperci la scatole. Steven e' un'altro che viene in classe mia. Solo che non riesco a capire se Steven e' simpatico o no. A volte e' divertente e mi fa ridere, ma altre volte diventa antipatico e fa battutacce. Poi oggi non ha fatto altro che dare fastidio ad Emely. Ovviamente io l'ho difesa perche' e' la mia migliore amica, e poi Steven alla fine si e' stancato di romperci e se ne e' andato. Comunque alla fine oggi e' stata un bella giornata, anche perche' c'e il sole. Ora pero' ho sonno, e non voglio addormentarmi mentre scrivo. Buona notte amica di penna. A domani.
 
 
 





Sfoglio piu' velocemente le pagine. La mia infanzia e' stata bellissima. Ero piena di amici e genitori amorevoli. Non mi e' mai stato negato nulla. Credevo che la mia vita alla scuola superiore sarebbe stata felice e spensierata, ma non e' stato cosi'. Continuo a voltare la pagine, fino a fermarmi. 
 
 
 








12-09-08
 
 
Cara amica di penna,
oggi e' stato il mio primo giorno di scuola superiore. Io ed Emely eravamo terrorizzate, tanto che ieri sera lei e' venuta a dormire da me cosi' potevamo prepararci insieme per quell'indimenticabile giorno. Abbiamo passato tutta l'estate a pensare a questo giorno. Abbiamo letto cataloghi e cataloghi per capire come fare buona impressione e a come abbordare i ragazzi piu' grandi. Emely ed io non avremo avuto problemi per questo. 
Comunque questa mattina mentre ci stavamo preparando si vedeva lontano un miglio che Emely era nervosa, anche se cercava di tenerlo nascosto, ma io ormai la conosco troppo bene per non capire come sta realmente. Abbiamo passato un'ora davanti allo specchio per decidere come truccarci. Non troppo trucco per non sembrare volgari, e nemmeno troppo poco per non sembrare delle sfigate. Alla fine comunque, quando mi sono ritrovata davanti alla classe, mi sono completamente dimenticata di tutto quello che ho imparato questa estate dalle riviste. Non so nemmeno perche' ero cosi' nervosa questa mattina. E' successo tutto da se'. Io che parlavo con gli altri e facevo amicizia.  Poi io ed Emely abbiamo conosciuto altre due ragazze. Georgia e Alexandra. Sono simpaticissime e carine. Anche loro erano terrorizzate all'idea di iniziare tutto in una nuova scuola e con gente che non conoscevano, proprio come me ed Emely. Invece e' stato cosi' semplice. E' difficile crederci, ma mi sono divertita oggi a scuola. La giornata e' volata, ed ero quasi triste di andarmene. Ho fatte cosi' tante nuove conoscenze. Mia cara amica di penna oggi e' stata proprio una bella giornata, e non la cambierei affatto.
Comunque ora mi sta squillando il telefono, e scommetto che e' Emely. Quindi devo andarmene, anche perche' senno' si arrabbia se non rispondo.  Ciao ciao =)
 
 
 
 







Stavo crescendo. Stavo finalmente diventando un'adulta. Sembrava tutto perfetto. La mia vita era perfetta. Invece no. Il destino ha voluto complottare contro di me decidendo di levarmi tutto quello che mi sono costruita in tanti anni.
 
 
 










15-01-09
 
 
Cara amica di penna,
da pochi giorni siamo ritornati a scuola dopo le vacanze. Mi dispiace tanto non averti scritto, ma sono stata a letto con l'influenza per tutte le vacanze. Non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto per quanto stavo male. Ma ora sto bene, e mi sono ripresa. Comunque ieri e' successa una cosa splendida. Sono finalemente riuscita a parlare con Robin, quello del terzo. Sono felicissima. Praticamente ieri ero davanti le macchinette a prendermi qualcosa visto che avevo fame, e mangiarlo di nascosto durante le lezione. Accanto alla macchinetta c'era Robin che messaggiava al telefono, e non ha fatto caso a me. Comunque dentro di me stavo morendo, e cercavo di fare l'indifferente, anche perche' non volevo fare figure di merda. Ero li' che cercavo di prendermi qualcosa da mangiare che la macchinetta mi frega i soldi. Io impreco, pero' me ne pento subito dopo, ricordandomi che c'e' Robin li' vicino a me. Pero' in quel momento accade una cosa stranissima. Robin si infila il telefono in tasca, accorgendoci che ci sono, e mi fa: "Ti serve aiuto?". Ed io ero tipo:"No, non tranquillo, e' che la macchinetta mi ha fregato i soldi.", poi mentre parlavo cercavo di fare il mio migliore sorriso. Poi inaspettatamente Robin, tira fuori il portafoglio e infila delle monete. Mi chiede cosa voglio ed io riesco a malapena a rispondere.
Lui mi porge il pacchetto di Kinder Bueno e mi sorride. Io mormoro un lieve grazie. Poi mi fa;"Comunque mi chiamo Robin, e tu?" ero mezza intenzionata a dirgli che non c'era bisogno che mi dicesse quale fosse il suo nome, perche' gia' lo so. Comunque gli dico lievemente il mio nome. Mi chiede come mi trovavo in questa scuola e rimaniamo per un po' li a chiaccherare. Dopo un po' pero' sono dovuta tornare in classe perche'la professoressa e' uscita dall'aula infuriata e sbraitando contro di me. Poi oggi Robin quando mi vedeva mi sorrideva e si e' addirittura seduto a pranzo con me Emely, Georgia e Alexandra. Oggi ero felicissima. E poi le ragazze sono convinte Robin mi venga dietro. Sinceramente io non ne ho idea. Pero' ogni tanto l'ho visto indugiare di piu' lo sguardo su di me e sorridermi.
Cavolo, oggi sono proprio contenta. Ora pero' devo andare che devo vedermi tra esattamente mezz'ora con le ragazze in centro, e  ancora non sono vestita. Ci vediamo dopo. Ciaooo :D
 
 








Termino la pagina con l'amaro in bocca. Eppure sembra che non ne abbia ancora abbastanza. Sfoglio ancora piu' velocemente le pagine fermandomi in una data. Qui iniziano i problemi.
 
 
 
 







20-06-2009
 
 
Cara amica di penna,
Oggi sono triste e arrabbiata perche' non ho potuto festeggiare i miei quattro mesi con Robin come si deve, perche' sono malata. Robin e' venuto comunque a casa mia, ma piu' che una giornata romantica, sembrava quasi che Robin fosse il mio infermiere. E' stato bravissimo ad occuparsi di me, ma volevo che fosse il giorno perfetto. Sono settimane che non faccio altro che vomitare e vomitare. Ho sempre la febbre alta e mi sento debole. Il mio medico dice che e' solo un un virus intestinale, ma io non sapevo che i virus intestinali si prolungassero cosi' tanto. Mi sto seriamente preoccupando, e poi sto saltando tantissimi giorni di scuola. Robin se ne e' appena andato. Mi ha lasciato un mazzo di rose e mi ha regalato un bracciale. E' bellissimo, il ciondolo e' a forma di un cuore spezzato. Dietro ha fatto incide la frase "PER SEMPRE" e poi davanti ha scritto "Robin". Lui ne ha uno uguale, solo che davanti c'e scritto il mio nome. E' stato dolcissimo a regalarmi un braccialetto cosi'. Comunque sto ancora malissimo, e non so nemmeno come faccio a scrivere ora. Domani mia mamma vuole accompagnarmi di nuovo dal mio medico per sapere perche' le mie condizioni non migliorano. Poi oggi prima che arrivasse Robin mi sono spaventata tantissimo. Ero di nuovo preda ad una delle mie crisi di vomito, ma questa volta stavo vomitando sangue.
Mi sono spaventata tantissimo, ma non ho detto nulla a nessuno perche' non volevo che si preoccupassero ancora di piu'. Non ho idea di cosa ho, ma sono sicura che questo non e' un semplice virus intestinale. Vedro' cosa mi dira' domani il mio medico. Ora vado, anche perche' sono gia' stanca per aver scritto cosi' tanto. Ciao Ciao.
 
 






Sapevo che non era un semplice virus intestinale. Sapevo che era qualcosa di piu' grosso. Eppure il fatto che sapevo, non e' bastato a renderlo meno doloroso.  Giro un'altra pagina, fermandomi in quella dopo, ricominciando di nuovo a leggere.
 
 
 






21-06-09
Cara amica di penna,
oggi e' stato una giornata abbastanza strana. Questa mattina, invece di prepararmi per andare a scuola, mi sono dovuta preparare per andare dal mio medico con mia mamma. Alzarmi diventa sempre piu' faticoso, e la febbre non accenna ad abbassarsi. Quando il mio medico mi ha visto, ha sussultato. Ero proprio messa in pessime condizioni. Mi sono spogliata e mi ha visitata. Quando mi sono rivestita, aveva uno sguardo seriamente preoccupato. Mi ha chiesto di uscire, perche' lui e mia mamma dovevano discutere. Sono rimasta fuori per dieci minuti ad aspettare che finissero. Quando mia mamma e' uscita, aveva lo sguardo sconvolto e afflitto.
In macchina ancora non ha accennato a parlare, ed io, preoccupata le ho chiesto cosa avesse. L'unica cosa che mi ha detto e' che tra tre giorni dovro' farmi delle lastre. Le ho chiesto perche', ma lei non mi ha risposto. Non so cosa diavolo stia succedendo, e sinceramente non mi va proprio di capire la mente contorta degli adulti. Oggi mi sono venute a trovare Emely e le ragazze per vedere come stavo. Poi piu' tardi mi ha chiamata Robin. Sono felice di come stanno andando le cose tra me e lui, perche' sembra che ci tenga sul serio a me. Oggi non scrivo tanto anche perche' sono gia' esausta. Ora vado. Ciao :)
 
 
 
 
 
 




Non riuscivo nemmeno a scrivere una paginetta di diario senza sentirmi esausta. Le cose fino ad oggi non sono migliorate tanto, anzi non hanno fatto altro che peggiorare. Non mi ricordo cosa accade poi. Sfoglio attentamente altre pagine di diario, riprendendo poi a leggere.
 
 
 









18-07-09
 
Cara amica di penna,
e' da un bel po' che non scrivo, e ho anche un mucchio di cose da scrivere, solo che non ne ho la forza. So che ti devo spiegazioni, ma queste ultime settimane sono state d'inferno. Ancora non riesco a credere che tutto questo stia capitando a me. Mi sento vuota, persa, triste, addolorata. Non so nemmeno io come dovermi sentire. Il mio destino e' gia' stato scritto. I risultati delle lastre sono arrivate la scorsa settimanana. Da quel giorno e' cambiato tutto. Non ho un semplice virus intestinale come credeva il mio medico. C'e un motivo se sono stata a casa per tutti queste settimane con la febbre alta, c'e un motivo se non ho fatto altro che vomitare, vomitare anche sangue. C'e un motivo se ho sofferto tutto questo.
Ho il cancro. E' difficile per me scriverlo, ma quello che e' stato piu difficile e' ammetterlo a me stessa. Ora che sto scrivendo sono gia' esausta. Ma voglio continuare a raccontare. Mia mamma, mio papa' e mia sorella erano distrutti. Mamma e Kate non hanno fatto altro che piangere di nascosto da me. Ma io riuscivo comunque a vederle. Mio padre invece si e' chiuso in un silenzio inpenetrabile, parla solo a me. La cosa piu' difficile e' stato dirlo alle ragazze e Robin. Le ragazze sono venute a trovarmi tutti i giorni, cercando di rallegrare le giornate. Quando l'ho detto a Robin ha pianto. Abbiamo pianto insieme, abbracciati. Mi chiama sempre e mi e' sempre vicino, come Emely e le ragazze. La prossima settimana inizio la chemio, e io sono terrorizzata, soprattutto di perdere i miei adorati capelli ricci e neri. Quando l'ho detto a Robin, mi ha risposto che sarei stata comunque bellissima, e mi avrebbe amata lo stesso come adesso. Le ragazze invece hanno detto che mi avrebbero comprato una valanga di parrucche. Sono fortunata di avere cosi' tanta gente al mio fianco a sostenermi. Sono fortunata ad avere loro.
Ora pero' sono veramente esausta, e riesco a malapena a scrivere, quindi per oggi ti saluto. Ciao amica di penna. =)
 
 
 








C'e qualcosa di malinconico in questa pagina di diario. Sembra quasi che lo sappia che questa sara' una delle mie ultime pagine. Sento che sto per piangere, ma mi trattengo. Volto un'altra pagina, e continuo a leggere.
 
 
 






23-12-09
 
 
Cara amica di penna,
sono mesi che non scrivo piu', e ho molte cose da dirti. L'ultima pagina che ho scritto ti dicevo che avrei cominciato la chemio. Bhe', sono ormai mesi che la sto seguengo, e sono rimaste solo poche ciocche di capelli nella mia testa. Georgia ed Alexandra sono sparite dalla mia vita. Non le ho piu' viste ne' sentite, non so che fine hanno fatto. Emely e' rimasta con me. Viene sempre a casa mia o a trovarmi in ospedale quando vengo ricoverata. Da quando ho scoperto di avere questa malattia, anche lei si e' allontanata da Georgia e Alexandra. Robin invece mi e' piu' vicino che mai. Passa sempre da me dopo la scuola, e mi chiama quando non puo' venire. C'e un motivo per cui ti sto scrivendo dopo tutti questi mesi. Voglio arrivare subito al punto, anche perche' sono gia' stanca.
Questa sara' la mia ultima pagina. Ho passati bellissimi anni della mia vita raccotandoteli, scrivendo tutto quello che mi passa per la testa. Nella mia prima pagina scrivevo che saresti diventata la mia amica, e lo sei diventata sul serio. So che non e' normale avere come amica dei pezzi di carta, ma io non ti vedo solo come della semplice carta. Ma come una compagna con qui ho vissuto i momenti piu' belli e piu' tristi della mia vita. Sei stata un'amica per me. Ma e' ora di dirti addio. Devo andare avanti con la mia vita, e cercare di superare questa malattia.
Ora sono davvero davvero stanca, e quindi ti saluto. Addio amica di penna.
 
 









Ho le lacrime che mi rigano le guancie. Sono passati quattro anni dall'ultima volta che ho scritto in quel diario, e solo ieri ho avuto il coraggio di ritirarlo fuori. Non l'ho aperto, non l'ho toccato. L'ho solo appoggiato accanto al comodino di camera mia. Non so perche' ho deciso di ritirarlo fuori, l'istinto mi ha guidata.
Richiudo il diario, e lo riappoggio sul comodino. Sono quattro anni che combatto contro questa malattia, e ancora non sono guarita. Mi sento che giorno dopo giorno, questa malattia stia avendo la meglio contro di me, e che un giorno perdero' questa battaglia. A questo punto vale morire sul serio invece che vivere e continuare a combattere una partita gia' persa. Guardo il diario, invecchiato dal tempo passato, e immediatamente so cosa fare. Riprendo il diario e lo apro in una pagina bianca. Afferro la penna appoggiata sopra il mio comodino, e appoggio la punta, tremante sulla pagina bianca.
 
 









Cara amica di penna,
sono quattro anni che non ti scrivo. E' passato davvero un bel po'.
Quattro anni fa, stavo combattendo contro la mia malattia. Quattro anni dopo ancora non e' cambiato nulla. Sto ancora combattendo.
Sembra quasi che questa malattia non abbia voglia di lasciarmi. Sono esausta, sono stanca di lottare. Nella vita non si vince sempre, e questa volta ho deciso di arrendermi. 
E' ora che io me ne vada. Ieri sono andata in farmacia a comprare dei sonniferi. Non so perche' l'ho fatto. Mi sono detta che mi servono solo per dormire bene. Ma dentro di me, so che non e' per quello.
Ieri ho deciso di ritirarti fuori dai miei mucchi di roba, e non so nemmeno perche' ho fatto questo. Ma ora ho le idee chiare. So cosa devo fare. E' ora che io, Elizabeth Charlie Clark non faccia piu' parte di questo mondo. Questo, amica di penna e' un addio. Un addio definitivo. Mi manchera' scriverti, come mi e' mancato scriverti in questi quattro anni. Addio amica di penna.





Richiudo il diario, riappoggiandolo nel mio comodino mentre altre calde e amare lacrime rigano il mio viso. Il pacchetto di sonniferi e' appoggiato li' accanto a me.
Lo afferro, aprendolo delicatamente. Ancora piangente ne' affero una manciata, non so quanti, ma molti e li ingoio tutti. Mi sdraio sul letto, aspettando che i sonniferi facciano effetto. La mia vita mi ripassa davanti. Immagini di io da piccola con Emely, poi con Robin. Mia mamma, mio papa', mia sorella. 
Poi piu' niente.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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