Disclaimer: I personaggi
citati non mi appartengono
Se fosse il contrario si sarebbero ammutinati da tempo.
Questa fan fiction è nata dopo un’intensa
maratona
Delle storie di Will P.
Quindi, è una sorta di piccola
dedica.
Leggetele tutti, perché meritano
davvero.
.: How’s Your Halo? :.
Clint sa che la stanchezza può giocare brutti
scherzi.
C’è stata quella volta in ritorno dal Wakanda,
quando oh mio Dio gli ci sono voluti
venti minuti buoni per rendersi conto che no, alla televisione non c’era un redivivo
e non propriamente ignifugo Capitan America, ma solo un Johnny Storm più a
fuoco del solito.
Ai venti minuti, poi, è seguita quella che sa essere
l’ora e mezza più lunga della vita dell’Agente Coulson: questi, incastrato tra
lo stipite d’entrata e la scrivania, ha dovuto spiegare a Barton come il signor
Rogers fosse ancora criogenato nella più segreta stanza segreta del quartier
generale dello S.H.I.E.L.D. e che, soprattutto, non avevano utilizzato un
lanciafiamme per sciogliere la gabbia di ghiaccio in cui il leggendario eroe
dalla ancor più leggendaria messa in piega era rinchiuso.
E se lo diceva Coulson, Clint poteva fidarsi perché,
insomma, Coulson era Coulson e non esisteva nessun esperto/stalker/monomaniaco di
Capitan America più tuttologo di Phil.
La stanchezza gioca brutti scherzi, dunque, e questo
l’Agente Barton lo trova particolarmente
di cattivo gusto. D’accordo, è stato malmenato, ridotto ad un esagitato fan boy
con la testa più vuota della modestia di Stark, malmenato di nuovo per essere
riportato alla realtà e quindi malmenato una terza volta per difendere quella realtà, per cui..Okay,
va bene, è stanco. Ma la cosa è
ancora quantomeno scorretta.
-Avete vinto-
Clint risponde con un grugnito, non si volta e
continua a guardare un bersaglio che non ha alcuna intenzione di colpire. Lo shawarma o quello che è gli è rimasto
sullo stomaco, maledetto Stark e la sua idea, e gli pesa tanto addosso da
avergli ridotto a brandelli la voce –Le nozioni base di anatomia che esulano
dal semplice Conficca la freccia lì e
crepa starnazzano e schiamazzano indignate per la mancanza di rispetto e di
considerazione, ma Barton le ignora, le insulta, le mette subito a tacere perché,
Cristo, ha ben altro cui pensare.
-Dovresti essere felice-
-Lo sono. Sei qui-
-…Sono qui-
Clint non guarda accanto a sé. Lui vede tutto, quel
che è reale e quello che non lo è(*), non può nemmeno concedersi il
lusso di credere a ciò che vorrebbe, a ciò che la sua mente ha costruito per
lui con trame di sogno e rimpianto.
Così stringe la presa sull’arco e la catenina che
tiene al collo scivola tintinnando sul petto.
La fede è gelida contro il cuore.
Note
Finali
(*)”Vedo quel che è
reale e quello che non lo è”, Clint Barton Ultimate.
…Sono una persona orribile. Lo so. Mi
odio e tanto.
La fede che Clint tiene al collo è
quella indossata da Phil –Come si vede in un frame di Thor. Perché, ripeto, io
sono una persona particolarmente orribile.
Bene. E ora vi voglio tutti a leggere
le fan fiction di Will P se ancora non lo avete fatto, perché non potete
lasciarvele scappare!
Alla prossima!