L’aria è gelida, l’autunno a Cardiff è arrivato prima del solito. Il freddo lo sente bene Ianto, non solo sulla sua pelle bagnata dalla pioggia gelida, ma lo sente tanto e soprattutto dentro di se.
Era così anche quando il sole della pallida estate gallese riscaldava tutto intorno a lui, perché quello che lo fa sentire gelido è il peso che porta dentro di se.

Il peso di un amore, sì perché Ianto sa di amare, l’ha capito finalmente, non può negare a questo punto qualcosa che è parte di se stesso. Ianto ama jack ma Jack non c’è. Jack se n’è andato tre mesi prima, senza una spiegazione, senza un perché, senza.. di lui.

Lui è rimasto dove era prima, perché era la cosa giusta da fare. Ianto ha sempre cercato di fare la cosa giusta, per lui è importante sapere di essere nel posto giusto, al momento giusto, compiendo nel modo giusto quello che deve essere compiuto.

Ianto è accompagnato da tutti questi pensieri mentre rincorre un weevil per le fogne bagnate di Cardiff, sapendo che anche uscendo da quel luogo non ritroverà il calore di cui ha bisogno, il calore di Jack: perché Jack se n’è andato.
Nei mesi passati Ianto si è posto spesso domande sul suo stare con Jack,  ha cercato tante opzioni le ha elencate a se stesso, smentendosi poi da solo. In realtà nemmeno lui sa il perché.

Tutto è nato in modo naturale, strano, per lui ancora più strano considerando che mai avrebbe pensato di essere coinvolto sentimentalmente con un uomo, figurarsi con uno immortale, che viene dal futuro, e che ha 170 anni più di lui.
Ianto quando pensa a Jack trova un solo termine per descrivere tutto quello che  sono assieme:  impossibili.

Eppure non è così perché loro erano qualcosa assieme, anche se non rientravano in nulla di quello che per Ianto è una coppia.
Lui e Lisa erano una coppia, con lei era tutto facile, era tutto normale. Avevano obiettivi, sapevano già come sarebbe stato il loro futuro, era tutto facile, tutto possibile. Con Jack invece non c’era nulla di facile, mai. Non era stato facile accettare di essere attratto da lui, non era stato facile comprendere il suo desiderio di stare con lui, di appartenergli.  Non era stato nemmeno facile la loro prima volta assieme, la diversità delle labbra di un altro uomo sulle proprie, il gusto così diverso di Jack, da tutto quello che per Ianto era stato legato al sesso e al desiderio fino a quel momento.

Non era stato facile desiderare di toccare la pelle di un altro uomo, e ancora meno desiderarne il piacere, eppure tutto era stato così naturale, che ripensandoci anche adesso Ianto sorride e sente un brivido di eccitazione attraversare tutto il suo corpo.
Toccare intimamente un altro uomo, sentire i gemiti di Jack mentre ne accarezzava il corpo, vedere il piacere che poteva dargli con la sua bocca e le sue labbra, guardandolo negli occhi.

Gli occhi di Jack;  mancano tanto a Ianto. Erano un punto di riferimento per lui, sapeva che bastava voltare lo sguardo e gli avrebbe trovati, rassicuranti e sorridenti, solo per lui.
Adesso Ianto si sente solo, non è la prima volta che gli succede. Spesso nella sua breve vita ha dovuto fare i conti con la solitudine, solo che adesso è diverso. Questo tipo di solitudine non è uguale a nessuna di quelle che ha provato prima, è gelida.