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Autore: MissysP    22/02/2013    2 recensioni
[Spoiler!] [7x01, Asylum of the Daleks]
Rory vorrebbe tanto un figlio, ma Amy non può averne. Così prende la sua decisione.
Lo fa per amore di Rory e ha fatto la sua scelta.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Pond, Martha Jones, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 The choise

Titolo: The choise
Beta: Rosalie_
Personaggi: Amy Pond, Rory Williams and Martha Jones
Pairing: Amy/Rory
Raiting: Verde
Note: Missing moments
Genere: Sentimentale, Slice of Life
Avvertimenti: Spoilers! [7x01, Asylum of the Daleks]
NdA: Fine pagina.


Amelia Pond era seduta su un lettino medico e guardava fuori dalla finestra che si affacciava sul giardino dell’ospedale. Stava aspettando, come sempre. Ormai era diventata un’abitudine aspettare; ma questa volta era diverso: attendeva la dottoressa Jones.
 
Il tempo era magnifico, splendido. Il sole splendeva, riscaldando l’aria e si sentivano il canto degli uccellini e le voci dei bambini che giocavano all’aperto. E sentire quelle dolci risate innocenti e spensierate le fece battere forte il cuore. Incominciò a torturarsi le mani con insistenza, mentre osservava un punto indistinto del pavimento davanti a sé. Era impaziente e incominciava ad odiare quelle quattro mura, dipinte di un rilassante giallo canarino, che la circondavano. Le mancava l’aria ed ebbe la tentazione di scappare e di sottrarsi a quella responsabilità. 
Ma non lo fece. Doveva essere coraggiosa, come spesso la definiva il Dottore, e andare avanti, fino alla fine e lo doveva fare per Rory. 
Ad un certo punto sentì il suo cellulare squillare e il suono la fece sobbalzare, prendendola alla sorpresa. Afferrò la borsa sulla sedia accanto a sé e tirò fuori il telefono, accettando la chiamata. 
«Pronto?» 
«Amy, dove sei?» la voce di suo marito le seccò la gola e non riuscì a rispondere. Aprì e chiuse la bocca più volte e alla fine prese un profondo respiro. 
«Scusa, sono al lavoro. Perché?» Parlò troppo veloce e sperò di non risultare più ‘strana’ del solito. 
«Come “perché”? Non ti ricordi che oggi viene mio padre a cena? Sei in ritardo,» spiegò l’uomo mentre si destreggiava impacciato fra i fornelli. Amy era più brava di lui, decisamente.
«Oh, già. Sì. Scusa, me ne ero dimenticata…» mormorò rammaricata. Era consapevole di comportarsi con sospetto negli ultimi tempi, ma non sapeva come risolvere la questione. 
«Non importa, ma adesso dovresti proprio ritornare a casa,» disse Rory, con un sorriso dipinto in faccia ed Amy se lo poté immaginare. 
La porta si aprì, catturando l’attenzione di Amy. Quando vide la dottoressa farle un cenno Amy fremette ancora di più. 
«Senti Rory, devo andare. Ho quasi finito, dieci minuti e arrivo. Okay?» disse e non lasciò il tempo al marito di replicare. 
La dottoressa si accomodò alla sua poltrona e poggiò una cartelletta sulla scrivania. L’aprì e consultò brevemente i fogli. Alla fine annuì e tossicchiò un attimo. Amy si sedette sulla sedia davanti a lei e la guardò dritto negli occhi, in attesa del responso. 
«Allora?» domandò subito Amy. 
«Le analisi, signora Williams, confermano che lei è in ottima salute. Non c’è niente che non vada…» esordì la donna, ma sul suo volto non era comparso nessun sorriso di conforto che Amy si aspettava in seguito a quelle parole. 
«Ma…» la spronò Amy. 
«Ma lei non può avere figli, signora. E’ fertile, in perfetta salute, ma comunque c’è qualcosa che le impedisce di avere dei figli. Mi dispiace.» 
Amy rimase immobile, ferma al suo posto ed incredula. Aveva sperato, fino all’ultimo e per un fugace attimo aveva avuto l’impressione che tutto sarebbe andato per il meglio. Ma le sue speranze erano state distrutte crudelmente. 
«Signora Williams lei ha viaggiato?» domandò la dottoressa, calcando maggiormente sull’ultima parola. Amy non comprese a che cosa si riferisse di preciso. 
«No, perché?» 
«Nelle sue analisi ho trovato qualcosa di molto interessante,» spiegò voltando diversi fogli e porgendole uno. Amy lo guardò, ma non riuscì a capire che cosa ci fosse scritto. 
«Dottoressa, non capisco. Potrebbe essere più specifica? Avrei un altro impegno,» disse con durezza. Si alzò e si avvicinò alla sedia dove aveva lasciato il cappotto e la borsa. Incominciò a vestirsi, ma l’altra donna la fermò. 
«Ha viaggiato nello spazio?» domandò schiettamente. A quelle parole Amy si bloccò, alzando lo sguardo verso d lei. Era a bocca aperta e sul volto della Jones si dipinse un sorriso divertito. 
«Ho indovinato, non è vero?» e con un cenno della mano la invitò a sedersi di nuovo. 
«Come lo sa?» 
«Oh, semplice anche io lo facevo. Con il Dottore.» 
«Impossibile.» 
«Oh, andiamo il Dottore non le ha mai parlato delle sue vecchie compagne?» 
«Non ne parla molto spesso e nemmeno volentieri.» Amy non capiva più nulla, chi era la donna davanti a lei? 
«Beh, mi chiamo Martha Jones e un tempo ho viaggiato con il Dottore,» rivelò con un sorrisetto sghembo. 
«Non ci credo!» scattò l’altra. «Quella Martha?» 
«Allora ti ha parlato di me… Ne sono colpita, non è il solito a guardarsi indietro…» mormorò e il suo sguardo si spense, ritornando indietro a vecchi ricordi ormai abbandonati e chiusi in un cassetto. 
«Comunque, ritornando a lei… Molto probabilmente a causa di questi viaggi il Tardis potrebbe aver avuto degli effetti collaterali su di lei…» incominciò a spiegarle. 
«Demons Run,» 
Fu l’unica parola che Amy pronunciò con tristezza assoluta. La vista le si offuscò e sentì le gote rigate dalle lacrime. Lacrime che caddero a bagnarle le mani. E incominciò a raccontare tutto. 
«Amy?» la chiamò Rory, comparendo da dietro la porta. Quando vide la sua espressione di sconforto si preoccupò. «E’ successo qualcosa?» domandò apprensivo. Amy sollevò lo sguardo e si sforzò di sorridergli, come se nulla fosse. 
«No, no. Non è successo nulla, non ti preoccupare. Piuttosto dov’é Brian?» sviò, cercando di sembrare il più normale possibile. Poggiò il cappotto e la borsa sull’appendiabiti all’ingresso e si avviò verso la cucina, dove ad attenderla c’era suo suocero. 
«Hey!» esclamò sorridendo e allargando le braccia, buttandosi a salutare Brian. 
«Amy, che bello rivederti, finalmente!» 
Rory rimase poco dietro a guardare sua moglie, sempre più convinto che qualcosa non andasse. Ma rimase in silenzio, fingendo di non essersi accorto di nulla e cercò di godersi la serata. 
  
Amy fece la sua scelta. Approfittò del turno in ospedale di Rory per preparare le valigie e per tutto il tempo i suoi occhi erano offuscati dalle lacrime. Sentiva la testa pesante, gli occhi gonfi e sentiva il collo umidiccio a causa delle lacrime. 
Le mani le tremavano e non riusciva a ripiegare i vestiti. Sbuffò e lanciò, disperata, una maglietta dall’altra parte della stanza. Si fece cadere a terra, poggiandosi al letto e restò tutto il pomeriggio a piangere, nel silenzio della loro stanza, ancora per poco. 
Stava provando un grande risentimento per se stessa, si stava odiando per l’assurda e stupida decisione che aveva preso. Ma andava fatto. Doveva farlo, per lui. Lui che aveva tanti desideri, uno in particolare. Avere un piccolo bebè che gli assomigliasse, che gli volesse bene. Un bambino dove sarebbe stato un padre presente. Amy già lo poteva vedere un bellissimo bambino con gli stessi occhi di Rory e quei capelli biondi. Da grande avrebbe anche ereditato quel sorriso adorabilmente impacciato. Ma quel bambino non sarebbe stato anche suo e avrebbe dovuto accettarlo al più presto. 
Poco dopo tornò a finire le valigie e le chiuse. Le portò all’ingresso e si sedette sul divano ad aspettare il ritorno di suo marito. Svuotò la mente e rimase avvolta nel completo silenzio. Il ticchettio dell’orologio era l’unico rumore che permeava nella stanza. 
In perfetto orario, come al solito, Rory arrivò nel primo pomeriggio e quando vide le valigie cercò immediatamente con lo sguardo la donna. 
«Amy?» la chiamò. La donna sollevò la testa di scatto e si voltò verso l’ingresso. Rory la raggiunse e la sua espressione rasentava la preoccupazione. «Va tutto bene? Di chi sono quelle valigie?» 
Amy rimase a guardarlo in silenzio per un paio di minuti, facendo preoccupare sempre più il compagno. «Sono tue,» rispose alla fine. 
«Mie?» chiese, confuso. 
«Devi andartene. Voglio il divorzio,» disse tutto in un solo respiro. Rimasero entrambi in silenzio. Lui era sorpreso da quella richiesta improvvisa ed insensata, mentre lei era rimasta sorpresa di essere riuscita a dire quelle parole. 
«C-cosa?» Rory si aggrappò disperatamente all’illusione di aver sentito male, che fosse tutto uno scherzo. 
«Hai sentito, voglio il divorzio.» 
«P-perché?» non comprendeva quella decisione improvvisa. 
«Vuoi dei figli. Io no.» 
Rory credette di precipitare, in un buco nero infinito. Un buco nero senza via d’uscita e il suo cuore si spezzò. Si mise in cerca di una motivazione, ma non la trovò. Sentì la disperazione impossessarsi del suo corpo. Non sapeva che cosa fare. 
«Pensavo… pensavo che anche tu ne volessi…» 
«No, ti sei sbagliato.» 
«B-beh posso… posso aspettare… Possiamo riparlarne più avanti…» balbettò sempre più impacciato. Amy faticò a trattenere le lacrime che minacciavano di rigarle le gote. 
«No. Ho preso la mia decisione. Non voglio dei figli ora e non ne voglio più avanti. Mai,» rispose con freddezza. Lui ne rimase sorpreso, spiazzato. Arrivò a pensare che quella che avesse davanti a lui in quel momento non fosse la sua Amy, ma un’altra. Era un’aliena. Semplice. Probabile, possibile. 
Senza alcun dubbio. 
«Amy i-» 
«Vattene Rory. Vattene da questa casa, ora.» Quelle parole furono un macigno sul suo cuore ormai martoriato. Nella sua lunga vita – più di duemila anni – aveva patito molte sofferenze e quel colpo fu il più duro. 
«E’ questo quello che vuoi veramente?» domandò Rory, stringendo le mani a pugno. Sperò che la donna rispondesse negativamente a quella domanda, ma era proprio convinta della sua scelta. 
«Si.» 
«Amy…» 
«Devi andartene Rory,» disse prima di dargli le spalle. 
Rory rimase a fissarla per un attimo prima di annuire e voltarsi. Afferrò le valigie ed uscì da quella casa. Si chiuse la porta alle proprie spalle e se ne andò, cercando di non voltarsi indietro. 
Era dura accettare quella decisione e non credeva che fosse possibile che la loro storia finisse in quel modo. 
Era incredibile.


















Note dell'autrice
Sono ritornata con un'altra storia su Amy e Rory ^^ Fino adesso sono i miei companions preferiti, dopo Martah. che - avrete notato - ho inserito anche in questa storia. Che dire? Fin dal momento che ho guardato questa prima puntata sono rimasta estefatta da come è iniziata. PEr un momento ho creduto veramente che si sarebbero separati, ma fortunatamente ci ha pensato il Dottore a mettere ogni cosa apposto... xD Volevo scrivere un breve scorcio di come erano andate le cose fra Rory ed Amy e come fossero arrivati alla decisione di divorziare; e anche perché non ci sono mai abbastanza sotrie su questa fantastica coppia!
Adesso incomincio a chiedermi se ho fatto bene a non inserire anche River... In fondo è loro figlia...
Va beh! :) Ringrazio la mia nuova beta, Rosalie, che pazientemente ha corretto la storia ^^
Un bacione enorme e a presto! MissysP
  
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