Ding-! Qui è l'autrice!! Vi consiglio di leggerla con questa di sottofondo http://www.youtube.com/watch?v=z5absmIJN24  sono stata ispirata proprio da questa canzone!

Assenza

“Non andare. È pericoloso.”
Sentii una stretta al polso e incontrai lo sguardo di quel barista così strano.

Era serio e mi teneva con forza ma i suoi occhi emenavano un'altra luce.
“So badare a me stessa.” risposi staccandomi da lui e correndo via.
La katana mi sbatteva contro la schiena mentre mi arrampicavo su una scala antincendio, ma mi sentivo seguita così mi voltai nuovamente: mi stava inseguendo.

Socchiuse lentamente gli occhi mentre dei raggi dorati le illuminavano il viso.
Era domenica ed era decisamente presto.

La giovane donna si voltò dando le spalle alla finestra richiudendo gli occhi e accarezzò l'altra metà del letto matrimoniale... vuoto, come sempre.
Sospirò e si mise seduta passandosi una mano tra i capelli castani guardando il proprio riflesso contro il vetro della finestra e notò che la porta si stava socchiudendo e che faceva capolino un ragazzino dai capelli più scuri dei suoi ma gli occhi dello stesso azzurro intenso.
-Già sveglio?- domandò lei voltandosi verso la porta.
-Ci sono i cartoni a quest'ora.- rispose lui dondolandosi appena.
-Vai allora, ti preparo la colazione.-
In risposta lo vide guardare l'altra metà del letto vuota e poi uscire dalla camera.
Non parlavano spesso di lui.

Visto che lui non c'era mai.

Scese dal letto e s'infilò una felpa nera con una scritta dall'effetto rovinato sulle spalle: Sex Pistols.
Legò i capelli in una coda bassa. Non se li tagliava da anni e le erano ricresciuti.

In sala il bambino guardava la tv con apparente interesse mentre la donna gli versava i cereali nel latte caldo.
-Lavi vieni è pronta la colazione.-
-Arrivo.-
Non parlavano quasi mai.
Non che i due non andassero d'accordo, solo che gli bastava uno sguardo per capirsi.
Erano madre e figlio dopotutto.
-Hai dei compiti da fare per la scuola?-
-Uhm... a proposito... mi hanno sospeso.-
La donna non reagì alla notizia. Non era novità dopotutto.
-Come mai?- chiese invece mentre si versava del caffè.
-Honzo mi aveva rubato la pallina verde con il panda. Non me la voleva ridare e mi sono arrabbiato...-
La donna sorrise guardando quello sguardo smarrito.
-Non sei arrabbiata mamma?-
-So quanto sia importante per te quell'oggetto. Cosa gli hai tirato?-
-La cattedra.- rispose mangiando poi un po' di cereali.
La madre sospirò poggiando il viso sul palmo della mano.
-Portami il diario che ti firmo il rapporto disciplinare.-
Lavi scese dalla sedia e corse in camera.
 

Fu allora che le svanì il sorriso dal volto.
Quel bambino somigliava così tanto a suo padre.

Sentì una morsa alla bocca dello stomaco che salì rapidamente alla gola fino a sciogliersi in un'unica lacrima salata che scese lungo la guancia per poi essere asciugata rapidamente con la manica della felpa.
Lavi tornò porgendo il diario alla madre che firmò senza soffermarsi troppo su quel che c'era scritto.
Alzò il volume della tv mentre le note di un'allegra canzoncina giapponese avvolgeva la stanza.

Il cellulare iniziò a suonare.

“Mhn? Chi potrebbe mai essere a quest'ora del mattino?”
Aprì il messaggio leggendo brevemente il messaggio per poi sorridere appena.
 

Non vale la pena stare a piangere per un animale come lui, Ari-chan~

Kanra.