Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Lord Byron    22/02/2013    2 recensioni
Marie e Leo non hanno niente in comune, ma il destino li fa incontrare, avvicinare, conoscere. E forse, innamorare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Ciao a tutti!
Per la prima volta, pubblico una storia originale. Romantica e breve, spero che vi piaccia.

LB


L’appuntamento era fissato per le undici nell’atrio del palazzo e Leo si presentò puntuale. Dopo alcuni convenevoli, seguì l’agente immobiliare in ascensore  al decimo ed ultimo piano fin dentro l’appartamento per cui aveva fatto un’offerta. Si trattava di un attico il cui salone era dominato da una preziosa scala in marmo bianco e da una vetrata che offriva una splendida veduta di Roma. Gli ambienti erano spaziosi e pieni di luce e la terrazza avrebbe potuto ospitare trenta persone almeno. Leo non ascoltò neppure l’agente perché aveva già deciso. Così, firmò quasi subito le carte per l’anticipo e il cospicuo assegno per l’agenzia. L’agente parve stupito della rapidità dell’acquirente, ma ogni sua perplessità scomparve una volta ricevuto il compenso. Venti minuti dopo, Leo era solo nella sua nuova casa. Uscì sulla terrazza e telefonò immediatamente a Debbie.
- Occupati del trasloco, per favore – disse alla segretaria dopo averla informata dell’acquisto – Deve essere tutto pronto per venerdì prossimo -.
- Certamente, mister Venturi – rispose la donna, abituata all’emergenza.
L’idea di vivere per un po’ a Roma non gli dispiaceva e difficilmente avrebbe potuto evitare di assolvere l’impegno preso con suo padre. Sabato sera, in quell’ appartamento ancora vuoto, avrebbe avuto modo di incontrare il consiglio di amministrazione della Company in vista del suo inserimento quale consigliere. Sebbene la cosa non lo entusiasmasse, aveva deciso da tempo di non opporsi alla tradizione della famiglia. Aveva studiato per quella carica, godendo di tutti i privilegi che la società gli riconosceva in quanto erede di Ermes Venturi. Anni di college in America, frequentazioni della buona borghesia, fidanzate del ceto adeguato, viaggi e divertimenti in tutto il mondo. Studiare economia e business a queste condizioni non gli era parso il peggior destino possibile. Decise di scendere a piedi, per dare un’occhiata al resto dell’edificio. Su ogni piano c’erano vetrate immense con belle vedute di Roma e arredi raffinati, con specchi preziosi e eleganti lampadari. Su ogni pianerottolo due porte, oltre all’ascensore dotato di serratura. Incrociò la ragazza al primo piano. Stava armeggiando con un mazzo di chiavi e sobbalzò sentendolo arrivare. Si voltò di scatto - Oddio che paura – esclamò portandosi una mano al petto. Leo sorrise alzando le spalle – Le chiedo scusa, non pensavo di spaventarla- ma lei scosse la testa – No, è che qui nessuno usa le scale e così.- tossicchiò – e così non mi aspettavo di vederla arrivare -.
Leo la guardò un momento e poi decise di presentarsi – Sono l’inquilino dell’attico, mi trasferisco sabato – tese la mano e lei la strinse – Molto piacere, sono Marie e vivo in questo appartamento – lo fissò un momento poi parve riconoscerlo – Mi sembra di averla già vista ma non riesco a ricordare -.- In qualche rivista, forse. Purtroppo. Mi chiamo Leo Venturi -. Un’espressione stupita le comparve in viso – E’ vero, si, è proprio lei – sorrise – Quindi, c’è una celebrità in questo condominio -.
-      Non so se sono davvero una celebrità – si schernì Leo. Improvvisamente, si rese conto che per le persone lui era ciò che i giornali scrivevano; in un certo senso, la persona appena conosciuta che aveva davanti sapeva già molto su di lui.  Marie si mostrò imbarazzata – Mi scusi, non intendevo offenderla. – tornò a combattere con la serratura – Ogni tanto rimango chiusa fuori -.
- Aspetti – Leo si avvicinò, prese le chiavi e al secondo tentativo riuscì ad aprire – Ecco, ma le consiglio di chiamare un tecnico. Se no davvero rischia di rimanere fuori -.
- Grazie.. – gli sorrise – Bene. Allora, da sabato è dei nostri. L’attico è meraviglioso, ha fatto una buona scelta -.
- Credo anch’io..  buona giornata, Marie – la salutò.
Uscendo dall’edificio, Leo ripensò alla ragazza, ricordò i suoi occhi scuri che lo guardavano un po’ curiosi e il suo vestito, lungo e vintage, di velluto verde. E poi il cappello, calcato sulla testa, sotto cui inutilmente aveva tentato di raccogliere i lunghi cappelli castani. Marie, pensò, allontanandosi con la sua Jaguar.
 
 
 

L’estro creativo non era mai mancato a Marie; fin da bambina il suo passatempo preferito era stato creare monili con perline, conchiglie, bottoni, cappelli ed acconciature stravaganti che poi donava a sua madre ed alle amiche di scuola. Aveva imparato prestissimo ad usare la macchina da cucire, così come l’arte del ricamo, diventando in breve un’ottima sarta. Fin da piccola si era costruita una certa fama; per i compleanni, per carnevale e per qualsiasi altra festa le persone la cercavano per avere consigli, per i suoi accessori sempre diversi ed assolutamente originali, per modificare un abito rimasto a lungo in fondo all’armadio o appena comprato. Niente di strano che adesso, a trent’anni, Marie si ritrovasse ad esercitare la professione di stilista; creava gioielli, bigiotteria, abiti per ogni occasione, accessori per le persone e per arredare la casa e per farlo utilizzava ogni genere di materiale. Lavorava molto in casa, dove aveva allestito uno studio personale, anche se l’atelier ufficiale si trovava presso un negozio di abbigliamento in centro città. Le piaceva la sua attività e soprattutto adorava lo sguardo soddisfatto dei clienti che riusciva ad accontentare, anche quando le richieste erano oltremodo stravaganti. Proprio come quella di cui si stava occupando, l’acconciatura di una sposa che voleva fra i capelli uva e foglie di vite. Sorrideva tra se, mentre col filo inanellava le perle di vetro scuro che formavano i grappoli seguendo il modello in cartoncino che aveva già realizzato. Chissà che cosa avrebbero detto gli invitati a nozze. Era una cosa da VIP.. Quell’idea la fece ripensare a Leo Venturi. Un VIP coi fiocchi nel condominio.. Non era certo la prima volta, dal momento che si trattava di un palazzo lussuoso e in una posizione panoramica invidiabile. Per qualche mese aveva vissuto in quello stesso attico un famoso attore di teatro che non faceva altro che dare feste, due anni prima l’appartamento era stato affittato ad una band rock inglese che ci trascorreva pochi giorni a stagione. Insomma, l’attico era bellissimo, a quanto pareva. Doveva ammettere che anche Leo Venturi era affascinante. In realtà, le fotografie delle riviste non gli rendevano giustizia; era alto e atletico, con un portamento elegante ed uno sguardo scuro  profondo. Inoltre, era stato molto gentile con lei, aiutandola con la serratura. Le venne in mente che non aveva ancora chiamato il tecnico. Lo squillo del telefono la distolse dai pensieri e dal lavoro. Un altro cliente. Si trattava di una comunione.
Uscì di casa mezz’ora dopo. All’atelier la stava aspettando un cliente per l’addobbo di una serata importante. Questo tipo di lavoro non era usuale per lei, tuttavia ogni tanto le capitava e le dava grande soddisfazione creare ambienti accoglienti ed originali per feste ed altri eventi. Fu accolta da Angela, la commessa che le indicò una ragazza in tailleur grigio che la attendeva in sala mostra. Marie si affrettò a raggiungerla con un bel sorriso stampato in volto.
- Buongiorno, sono Deborah Harris – si presentò la donna parlando con un forte accento anglosassone. Aveva un’aria seria e tutto di lei trasmetteva una buona dose di distacco. “Non è per lei, l’addobbo” pensò subito Marie, osservandola.
- Ho bisogno di un addobbo floreale per una cena importante, sabato sera – la informò – Mi rendo conto che abbiamo poco tempo, meno di tre giorni, tuttavia mi è stata consigliata vivamente dall’Ufficio relazioni col Pubblico dell’ambasciata inglese. Crede di potersi occupare della mia richiesta? – le domandò in tono distaccato. Marie si rese conto che si trattava di un’ottima occasione per entrare nel giro dell’alta società. Non che la cosa la interessasse più di tanto, perché era soddisfatta della sua clientela e del suo guadagno, tuttavia sapeva di poter aspirare a qualcos’altro. Così annuì – Ma certo, miss Harris, di sicuro riusciremo a trovare una soluzione che la soddisferà -. Si sedettero alla scrivania e subito Deborah estrasse un taccuino – Molto bene. Ho bisogno di una bozza e di un preventivo. Si tratta di una cena d’affari. Abbiamo a disposizione un’ampia terrazza e un notevole salone, che vorremmo sfruttare. Le chiedo anche di pensare agli abbinamenti con la porcellana e l’argento delle stoviglie che verranno utilizzate. L’arredamento dell’attico è moderno e ricercato e…- Marie la interruppe – Potrei fare un sopralluogo? -. L’altra annuì – Certo, anche adesso, se vuole -.
Uscirono dall’atelier e si infilarono nella Limuosine che aveva accompagnato Deborah. Con sua grande sorpresa, l’automobile la stava riaccompagnando a casa.. Intuì immediatamente di che cosa si trattava, di una cena nell’attico appena acquistato da Leo Venturi.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Lord Byron