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Autore: Hastatus    23/02/2013    2 recensioni
Gabriel, l'Angelo dell'annunciazione, è giunto.
Sarà possibile 'vivere' ancora? Incrinare i gusci eretti intorno a sé?
Rei, sarà possibile?
Pochi capitoli, un finale personale, più...felice.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Misato Katsuragi, Rei Ayanami, Shinji Ikari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Ne quaesieris, Rei -
(Non domandarti, Rei).

 

Una sfera.
Una lucida sfera. La superficie all’apparenza metallica, il colore blu ghiaccio.
 
Sembrava emanare gelo dal suo stesso corpo, e chissà da dove, poiché non mostrava alcuna apertura di sorta. Eppure era un’entità biologica, un essere dotato di vita. Vita palpitante, pulsante? No, non quel genere di vita, non la vita umana. Una vita istintuale e fredda, irragionevole e distruttiva.
 
Fluttuava al di sopra dei grattacieli, enorme, completamente silenziosa. Lo spaventava: la voce di Misato, proveniente dal microfono, dichiarava che aveva un diametro di quasi un miglio e mezzo. Il timbro di Misato era duro, professionale, ma ormai aveva imparato ad associarlo a un profondo scompenso emotivo: lo stesso, in effetti, che provava lui in quel momento.
In tre ad affrontarlo, in tre appostati in agguato nascosti dai palazzi, o da quel che ne rimaneva in mezzo a quei cumuli di macerie derivanti dalle passate, ma recenti, battaglie. Erano appostati come lupi in attesa di aggredire una preda nel mezzo di un bosco nevoso, e i motivi della loro caccia erano analoghi, dettati dall’istinto di sopravvivenza che accumuna tutte le creature.
 
D’improvviso, il cielo si aprì.
 
“Abbiamo perso il contatto visivo con l’Angelo!”

“Cosa? Com’è possibile?”

“E’ scomparso dal campo visivo!”

Era vero. L’Angelo non era più visibile all’interno della schermata, ma Misato notò immediatamente che il sensore di campo magnetico continuava a segnalarlo. Quindi doveva esserci, e i ragazzi dovevano percepirlo.
 
“Shinji! Riesci a vederlo?”

“No, ma il sensore lo rivela, è sempre fermo sullo stesso punto”
 
“Bene, è inutile aspettare. Date inizio alla procedura sincronizzata”

“Sì”
 
In un baleno, le tre unità EVA uscirono allo scoperto, mirando contemporaneamente al diciottesimo Angelo, Gabriel, l’Angelo dell’annunciazione, l’araldo che avrebbe comunicato al mondo intero la vittoria della sua specie. Era invisibile,  ma sospeso al di sopra di un lago circolare, un cratere pieno d’acqua. Le esplosioni dei colpi erano violentissime, e il loro eco faceva rimbombare il suono in modo apocalittico e mostruoso. Tuttavia, non era possibile quantificare se e come l’Angelo fosse stato danneggiato. Shinji, Rei e Asuka continuarono a sparare senza modificare la traiettoria ancora per qualche secondo, poi smisero simultaneamente e tornarono a nascondersi dietro ai palazzi. Il cuore del ragazzo sprofondò quando, pochi secondi dopo, la sfera ricomparve…perfetta e illesa, come se nulla l’avesse scalfita. Poi, come guidata da una forza ultraterrena, la sfera prese a fluttuare in direzione della base della Nerv. Per quanto fosse lenta, le sue dimensioni l’avrebbero portata lì in pochi minuti.
 
“Rei, Asuka!”, urlò Shinji al microfono, “Dobbiamo proteggere la base, sta andando lì!”

“Incredibile, sei proprio perspicace!”, lo sfotté Asuka. Rei tacque, ma il ragazzo sapeva che aveva capito e che si stava preparando per agire.
 
Come facciamo? Come facciamo?”
 
“Shinji”
 
Misato lo chiamava attraverso l’altoparlante.
 
“Shinji, presto. Dirigetevi verso la base e posizionatevi al di sopra di essa, a 120° l’uno dall’altro. Quando l’Angelo sarà sufficientemente vicino, al mio ordine innalzate tutti e tre i vostri AT-field. Sono stata chiara?”

“Sì…ma resisteremo davvero poco”

“Non importa, dobbiamo parare l’attacco”
 
Così agirono. Corsero al di sopra della base, travolgendo gran parte di ciò che rimaneva della città: edifici, veicoli, macerie. Si posizionarono come ordinato, e aspettarono. La tensione era palpabile. L’Angelo, ben visibile, si avvicinava con calma quasi avventata, come se non avesse affatto tema di essere distrutto.
Mancavano pochi secondi, e ormai la sfera blu occupava quasi tutto il campo visivo.
 
“Ora!”
 
Con un sibilo spaventoso, le tre barriere ottagonali vennero estromesse dagli EVA, andando a circondare l’area che sottendeva la base della Nerv. L’Angelo si arrestò improvvisamente, con un cigolìo metallico inconfondibile. Shinji sudava freddo: l’avevano bloccato, ma non riusciva a sentirsi sicuro. Per qualche motivo, riusciva anche a percepire cosa provavano Asuka e Rei, rispettivamente angoscia e cupo panico.
 
Poi l’Angelo scomparve di nuovo. Un istante dopo, si trovava all’interno della barriera.
 
“Com’è possibile? Non può essere! Ha superato tre AT-field senza nemmeno entrarvi in contatto, è assurdo!”, urlò Misato, completamente incredula.

“Effetto tunnel”

“Come?”. Misato si voltò: era stata Ritsuko a parlare.
 
“Effetto tunnel. In meccanica quantistica, una particella ha una probabilità, bassissima ma non nulla, di trovarsi dalla parte opposto a una barriera di potenziale arbitrariamente alta. L’Angelo ha sfruttato questo principio, è evidente, disgregandosi microscopicamente nella sua struttura subatomica. Avremmo dovuto prevederlo…”

Nel frattempo, la battaglia infuriava. L’Angelo ancora non aveva preso l’iniziativa di attaccare, ma i tre EVA si stavano accanendo su di esso come tre leoni su di un bufalo. Ma ancora non riuscivano a scalfirlo. Improvvisamente, il corpo sferico divenne completamente nero.
 
“Cosa sta succedendo?”, si chiese Shinji, profondamente spaventato. Poi, non poté più pensare: venne scagliato a diverse miglia di distanza da una spaventosa esplosione, che mandò in frantumi i tre AT-field ancora attivi. Sbatté violentemente contro un edificio, facendolo parzialmente crollare, e si accasciò dolente al suolo. Tuttavia, ebbe la forza d’animo di rialzarsi immediatamente e controllare la sorte delle sue compagne. Asuka era nella sua stessa situazione, ma almeno cinque miglia più distante, semisommersa all’interno di un altro cratere pieno d’acqua; Rei era ancora distesa, poco più vicino.
 
“Rei! REI! Mi senti? E’ tutto a posto?”

“Sì”, rispose, e il cuore di Shinji si alleggerì di botto, “Sto bene. Ma l’EVA-00 ha subito danni di moderata entità”

“Non importa”, comunicò Misato all’altoparlante. “Situazione dell’Angelo stabile”

Era così: l’angelo non era esploso, come si erano aspettati. Troneggiava, nuovamente blu, al di sopra della base.
 
“Ritsuko, cos’è successo? Come mai non è esploso?”, chiese Misato, impotente.
 
“Il rilevatore elettromagnetico ha mostrato un incremento subitaneo di energia, e poi un violento rilascio. Questo significa che  l’Angelo ha assorbito istantaneamente un enorme pacchetto di energia dalle onde elettromagnetiche circostanti, e che l’ha poi restituito sottoforma di fotoni, generando l’impatto”
 
“Questo significa…che potrebbe rifarlo a oltranza!”

“Esatto”
 
Misato studiò la situazione, ma questa era disperata. L’Angelo sembrava inattaccabile; le unità EVA venivano ripetutamente scagliate lontano da esso dalle esplosioni, che a più riprese squassavano la centrale operativa. L’obiettivo dell’Angelo era quello di farla crollare su se stessa…
 
“…Generando una voragine conica, dalla quale poi entrare e dirigersi verso Adam. Un vero e proprio inferno”.
 
Ancora una scossa, frammenti di parete si staccarono e crollarono sul pavimento della sala operativa. Dovettero ripararsi la testa con le braccia; lo schermo guizzò e per qualche istante il segnale non comparve. Ritornò pochi secondi dopo, ma i comandi non rispondevano più: un assordante allarme risuonava per la sala.
 
“I comandi non rispondono! Non possiamo più controllare gli EVA! L’esplosione ha danneggiato i ripetitori!”
 
Ritsuko era a bocca aperta, inorridita. Misato tentò l’estrema azione.
 
“Gli altoparlanti! Gli altoparlanti funzionano?”
 
“Sì, ma non so ancora per quanto tempo, il segnale è frammentato!”

“Non importa”. Misato afferrò il microfono. “Shinji! Shinji!”

Una flebile risposta, che però pareva urlata, uscì dall’altoparlante.
 
“Shinji...siamo…siamo nelle vostre mani”
 
Il microfono cadde a terra, sfasciandosi. Poi risuonò la voce del comandante Ikari.
 
“Presto! Ritirata immediata nei rifugi E-1 ed E-2!”

Tutti fuggirono, uno scalpiccio di scarpe, poi nessuno. Misato  non si curò dell’ordine. Rimase di fronte allo schermo, e così fece Ritsuko.
 
“Shinji, contiamo su di voi”.
 

*

 
La seconda esplosione aveva scagliato gli EVA ancor più lontano. Shinji percepiva chiaramente il proprio braccio destro ormai fuori controllo. L’EVA-00 aveva subito ancor più danni, e Asuka aveva perduto mezza calotta toracica.
 
Pensa, pensa, pensa, pensa…”
 
La pressione degli avvenimenti, la paura di ciò che poteva succedere agli altri due piloti, le condizioni di Rei e gli inevitabili incalzamenti di Asuka resero Shinji completamente lucido. Analizzò la situazione. L’Angelo aveva appena causato la seconda esplosione: avevano ancora qualche istante prima che avvenisse la terza.
 
“Asuka, Rei, mi sentite?”

“Sì”
 
“Dobbiamo attaccare di nuovo”

“Ma come?”, protestò Asuka, “Come possiamo fare? E’ intoccabile!”

“Dobbiamo ancorarlo al suolo. Se riusciremo a farlo, il contraccolpo dell’esplosione potrebbe farlo saltare”
 
“Sei pazzo!”, urlò la ragazza, “E’ una missione suicida, anche noi saremo spazzati via dal rinculo!”
 
“Non ho alcun’altra idea, Asuka. Se ne avete, sarò contento di sentirle. Ma è la nostra unica possibilità. Non so se sopravvivremo, ma forse garantiremo questa stessa sopravvivenza ad altre persone”.
 
Un momento di silenzio.
 
“Dacci il via”, sentenziò Rei.
 
Così partirono. Correndo disperatamente, si avvicinarono all’enorme sfera del colore del ghiaccio. Shinji si tuffò contro il suo corpo così apparentemente artificiale, eppure così vivo, affondando le dita dell’EVA-01 sulla sua superficie, incontrando un’enorme resistenza. Attivò l’AT-field e lo convogliò al braccio: riuscì finalmente a fare breccia, per quanto poco, sul corpo dell’Angelo, e su quella scalfittura si ancorò con le mani. Puntò i piedi del suo EVA contro due edifici circostanti, pronto a resistere all’esplosione; Rei e Asuka avevano nel frattempo fatto lo stesso. Ed ecco: il corpo dell’Angelo tornò nero, sapeva che mancava pochissimo…
E poi successe, senza che alcuno di loro lo avesse programmato. L’esplosione avvenne, distruttiva e ineluttabile, ma non furono spazzati via. I tre EVA  si rifugiarono, senza che fossero controllati dai piloti, nell’unico luogo sicuro, ovvero esattamente al di sotto dell’Angelo. L’onda d’urto passò, travolgendo qualunque cosa, ma essi non furono colpiti. Le loro armature di metallo si staccarono, crollando al suolo, rivelando la loro natura organica, la loro natura umana. Come guidati dalla mano di un creatore, si levarono dal suolo, simmetricamente, e atterrarono con liquida fluidità al di sopra della sfera, sempre intatta.
Misato e Ritsuko osservavano la scena dallo schermo, troppo esterrefatte per parlare. Con un ruggito disumano, eppure così umano, l’EVA-01 afferrò le mani degli altri due. Cominciò poi a trasudare liquido, e così anche gli altri, scambiandosi il fluido attraverso le braccia così unite.
 
“E’ incredibile”

“Cosa, Ritsuko? Cosa?”

Il diagramma d’onda mostrava sovrapposizione dei tre segnali dei tre EVA. Ma quello che mozzò il fiato alle due donne fu il segnale di attività biologica.
 
“Il loro codice…”
 
Una vibrazione violenta, un sussulto lungo tutta la struttura, urla di orrore dai rifugi. Le due donne si guardarono, e poi si voltarono all’unisono verso lo schermo, che mostrava un rigonfiamento del terreno di fronte all’Angelo sormontato dai tre EVA. Il rigonfiamento, estesissimo, si ruppe: con un boato, fluttuando verso l’alto, comparve Lilith, la Lancia di Longinus stretta nel pugno. Al suo fianco, microscopico ma paradossalmente visibilissimo, l’embrione di Adam.
Entrambi schizzarono improvvisamente verso l’alto, posizionandosi al di sopra dell’Angelo, al di sopra dei tre Eva trasudanti LCL.
E di nuovo, l’inaspettato. Lilith e l’embrione di Adam, come fossero fiocchi di neve esposti al calore del sole, si fusero, cadendo come una secchiata d’acqua sopra i tre EVA.

“Il loro codice…il loro codice genetico…guarda il sensore, Misato!”

“Si sta mescolando”

E ancora, un lampo di luce fulminò l’aria, bruciò il territorio circostante, e scomparve in un istante. Al ritorno della visibilità, la scena era ancora cambiata. Misato e Ritsuko osservarono con crescente stupore che l’Angelo non c’era più, e che al suo posto vi era l’ennesimo, enorme cratere, sopra il quale fluttuavano i tre EVA, che però avevano mutato aspetto: erano asciutti e bianchi, e i loro tratti sembravano essersi fusi e mescolati, donando loro un aspetto più umano. Esattamente sopra di loro, troneggiava una nuova sfera, bianca come gli EVA e non più grande del diametro apparente del sole, ed egualmente luminosa.
 
Scomparve come una bolla di sapone. I tre EVA crollarono contemporaneamente al suolo, scompostamente, ma rimanendo intatti. L’atmosfera tornò prepotentemente terrena, ma Misato intuì che il pericolo era cessato, nel senso più profondo del termine.
 
Avevano appena assisitito al Third Impact.
 

*

 
Tre giorni dopo, ore 20:00, appartamento di Misato.
 
“Grazie per essere venuta”
 
“Figurati. Come stanno i ragazzi?”

“Si riprenderanno tra qualche giorno”, rispose Misato. “Si sono svegliati, ma riposano molto,e  ne hanno bisogno. Tu come stai?”

“Credo…credo bene”, disse Ritsuko, sorseggiando il suo tè verde. “Credo bene, tutto sommato. Sommando che buona parte della città è distrutta, che tutte le persone che si erano rifugiate nei blocchi E-1 ed E-2 sono cadute a causa della tumultuosa risalita di Lilith, compreso Gendo Ikari…credo bene”
 
“Ti capisco”, condiscese Misato. “Eppure molte cose non mi sono ancora chiare”
 
“Credo che nessuno capirà mai a fondo quel che è successo”
 
“Ma dobbiamo provarci. Ritsuko, i ragazzi sono ancora…ragazzi. La SEELE ha fallito, capisci?”

“Sì. E di questo sono profondamente felice”
 
“Cosa pensi sia successo?”

“Io posso fare solo delle ipotesi, ma i fatti le confermano abbastanza bene, no? Misato, Adam e Lilith hanno arbitrariamente deciso di aiutare Shinji, e Shinji ha voluto che la specie umana proseguisse la propria Storia. La loro porzione divina è andata distrutta”
 
“Certo”
 
Vi fu un momento di silenzio disteso. Poi Misato continuò.
 
“Il loro codice genetico ha subito dei cambiamenti”

“Già. Questo è spettacolare…il loro genotipo è cambiato, ma il loro fenotipo – l’aspetto esteriore – no, con un’eccezione.  La loro psiche è intatta. Eppure le coppie di basi che costituiscono il loro genoma sono cambiate, mescolandosi con quelle della porzione umana di Lilith e Adam”
 
“Sono altre persone, ora?”
 
“No. Le persone sono frutto dell’esperienza individuale. Ma questo cambiamento ha un’enorme importanza per uno di loro…Misato, parlo di Rei”
 
Le due donne si osservarono per un istante, mentre Misato comprendeva ciò che questo significava. Poi parlò.
 
“Rei…Rei avrà un’individualità, Ritsuko. Non sarà mai più quella di prima…capisco! Sarà Rei, una vera Rei, una autentica… persona
 
“Ma saprà mai superare ciò che ha vissuto…?”
 
“Io…io credo di sì”.

 

*

 
Giorno successivo, ore 7:00, infermeria della ex-Nerv.
 
Era tutto molto torbido, come se stesse osservando attraverso una vasca di vetro piena d’acqua limacciosa. Ma, mano a mano che i secondi passavano, il mondo si faceva sempre più nitido, i contorni delle figure acquistavano spessore e la luce donava colori e forme.
Un po’ squallide, invero. I letti d’ospedale non sono esattamente la prima cosa che una persone vorrebbe osservare la mattina, appena destatasi. Soprattutto dopo aver passato una giornata in compagnia di esplosioni devastanti e distruzione estesa a kilometri.
Shinji si rizzò a sedere, e scoprì con sorpresa di riuscire a farlo con sufficiente agilità. Si osservò intorno. Due letti si trovavano di fianco al suo. A sinistra, Asuka dormiva profondamente, con un’espressione distesa che poteva sembrare beatitudine.
A destra, Rei. Il volto serio, i capelli corti un po’ scompigliati, ma estremamente composta nel suo riposo. Shinji la osservò per diversi minuti, beandosi di quella visione, respirando silenziosamente per non svegliarla. Tuttavia, non servì: la ragazza si mosse appena sul letto, e poi aprì lentamente gli occhi.
Due luminosi, espressivi occhi verde smeraldo.
 

*

  
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