Salve bei fanciulli ! Se state leggendo questo messaggio allora avete cliccato sulla storia e di conseguenza state rendendo felice questa cara ragazzuola e.e Volevo precisare velocemente che, essendo il prologo, è abbastanza corto (ovviamente i capitoli saranno molto più lunghi) e che l'ho scritto al presente. Durante i prossimi capitoli, che saranno incentrati sulla storia, si svolgerà tutto al passato. Nel prologo, come potrete leggere, la storia è già in avanti. Ritorneremo insieme dal principio a partire dal primo capitolo miei cari lettori! Inoltre, se fate attenzione, potrete chiaramente distinguere il carattere problematico della protagonista. Ora vi lascio :* Un bacio e buona lettura ! Spero che v'interesserà almeno un pochino ino ino ... fatemelo sapere :3

~~~~~~~~

Prologo

La questione è semplice. Esiste, anche se pochi la conoscono, una differenza tra piacere e piacere. Detta in questa maniera non sembrerebbe propensa a scatenare alcuna reazione da parte vostra. Già, forse perchè neanche voi sapete distinguere questi due verbi. La definizione non ha niente a che vedere con qualcosa di vagamente sconcio. O forse si ? Personalmente li definirei degli omonimi. Esatto. Volete una definizione più precisa ? Beh che dire, il primo piacere è quando ti senti semplicemente attratta, fisicamente parlando, da una persona,  – o più, se si tratta di qualche giovincella come me – ma appena scompare dalla tua visuale, la dimentichi in un batter d’occhio. Cosa abbastanza sconcertante, soprattutto quando la incontri alla sprovvista e ti viene una mini tachicardia. Niente di abbastanza pericoloso da farmi passare la voglia di farmi piacere altri ragazzi. Il secondo piacere ... beh questo è leggermente un po’ più difficile da spiegare. Si tratta di una sola persona, ma sei comunque certa che non si tratti d’amore. Ti piace, ti attrae, ma non abbastanza da farti innamorare. O magari si tratta d’amore e semplicemente non me ne sono accorta. Se è così allora direi che mi sono messa in un bel pasticcio ora come ora... Ok inizio a divagare. Ritorniamo all’argomento di prima ... Ah si piacere. ¨Per quanto riguarda le sensazioni, la prima cosa che ti fa capire che si tratta di quel tipo di piacere è quando senti una stretta alla bocca dello stomaco. Quando senti quelle farfalle che ti fanno venire crampi fino a farti boccheggiare. Sensazione abbastanza calda, ma c’è chi la definisce fase di innamoramento. Sbagliato ragazzi – anche se mi riferisco più alle ragazze, abbastanza ingannevoli. Sarebbe una blesfemia definire l’amore come dei semplici e stupidi insetti che ti girovagano nello stomaco. Definizione a dir poco disgustosa. L’amore è diventato un argomento facile su cui parlare, la gente non si rende ormai nemmeno più conto di quanti “ti amo” sbagliati dice. Credono che infine si siano innamorate, ma invece no. Ora non sono qui per giudicare storia per storia e neppure le persone che si definiscono innamorate. Dico solo che l’amore è un argomento su cui bisogna rifletterci per ore, capire la definizione esatta senza l’aiuto delle persone e di ciò che raccontano. O magari mi sto sbagliando. Magari la mia disperazione in questo momento mi sta semplicemente dando una valida – anche se poco credibile – soluzione su cui appoggiarmi. Forse sono io ad aver semplicemente sbagliato le varie definizioni di “piacere”. E dire che fino a qualche mese fa ero più che certa della mia teoria. Ero. Non avevo mai collocato il verbo piacere con quello amare. Spero che non abbiano nulla a che fare tra loro. In caso contrario avevo fatto male i miei calcoli. Anzi li sto facendo male tutt’ora. Ma vi confido che di speranza ne ho fin troppa. E spero che in tutte le storie che ho passato, io non mi sia mai innamorata per davvero. Anzi direi piuttosto che la speranza conservata la stia usando soprattutto ora, davanti a lui, davanti a un ragazzo tanto arrogante quanto freddo che con un suo solo sguardo, riesce a farmi percepire distintamente il rifiuto amaro. Già spero di non essermi innamorata di lui, spero che quella voglia di proteggerlo, di sacrificare la mia propria vita per lui, di volerlo vedere sorridere più facilmente, di voler stargli accanto costantemente, di voler sentire le sue dita accarezzarmi il collo leggiadre, di voler percepire il suo respiro sulle mie labbra, di voler lambire ogni parte del suo corpo, di voler annegare in quel petrolio dei suoi occhi e non riemergere più, di volerlo vedere desideroso di me ... non sia amore.