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Autore: yachan    10/09/2007    12 recensioni
Gocce di memoria che si alternano nei vari momenti della vita...piccoli frammenti di una storia piena di amore e tristezza...il seguito di "Prima o Poi"...un nuovo cammino è stato intrapreso...
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doremi Harukaze, Hana-chan, Tetsuya Kotake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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GOCCE DI MEMORIA

GOCCE DI MEMORIA

Cap. 6

 

Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinite volte che
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un’eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te

 

***********

Doremì alzò lo sguardo al cielo. Era una bella giornata per fare una passeggiata. Ne aveva proprio bisogno…soprattutto dopo l’ultima litigata avuta con Kotake. Credeva che non si potesse andare più in basso di così, e invece…

Ricordò di quando era andata a prendere la figlia, e vide il ragazzo e la bambina seri.

-         Cos’è successo?- chiese preoccupata.

Nessuno dei due rispose. Poi vide la bambina iniziare ad avviarsi verso la casa dei nonni.

-         Hikaru?- la guardò, poi guardò Kotake- Insomma, che avete?

-         …sei stata tu?

-         Eh?

-         Sei stata tu a metterle in testa quelle idee?

-         Di che stai parlando?- chiese lei confusa.

-         Ha accusato Hana di essere la responsabile della nostra separazione.

-         Eh??- disse sorpresa- Non avrai pensato che sia stata io…?

-         E chi altro, se no? Eri solo tu che te ne uscivi con queste trovate.

-         Non sono stata io a parlar male di Hana!

Lui si voltò.

-         Ora, grazie alle tue insinuazioni, Hikaru mi odia.

-         Eh? Ti ha detto questo? Ma è impossibile!

-         Ancora una volta mi rendo conto, che separarci è la cosa più sensata. Non siamo fatti per stare insieme. Sono stato un illuso a credere che le cose potessero tornare alla normalità- e se ne andò.

Lei lo aveva guardato allontanarsi, senza voltarsi.

Se esisteva un modo per allontanare il dolore che le stava lacerando il cuore…lei non lo conosceva.

A poco a poco…lo sentiva più lontano…come un estraneo.

I ricordi legati a lui, parevano mischiarsi alle scene di litigio di quel periodo. I ricordi dolorosi avevano la meglio su quei momenti felici passati insieme.

In passato avevano litigato…ma mai così.

Credeva che fosse l’amore a tenerli uniti…ora non sapeva più cosa credere.

Notò di aver raggiunto il parco. Con nostalgia, si sedette su una panchina e si guardò intorno. Era come se si rivedesse lei da ragazzina, insieme alle sue amiche e a Yuri e Kotake.

-         Come cambiano i tempi…- disse in un sussurro.

Con quel caldo di quel pomeriggio, l’ombra degli alberi che si riflettevano sulla panchina era il posto ideale per rilassarsi. C’era un dolce tepore e una fresca arietta…si stava proprio bene. Chiuse gli occhi e cercò di ricordare vecchi episodi della sua gioventù…

 

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Non era andata bene, anzi decisamente male. Ormai ne era quasi sicura…Kotake la stava evitando. Ma perché? Per quale motivo? Così, d’un tratto…

E se avesse a che fare con la sua dichiarazione? Già, lui aveva iniziato ad evitarla da quel giorno. Avrebbe pensato che era solo frutto della sua immaginazione, ma dopo due giorni passati a rincorrerlo e guardare le sue spalle rivolte a lei, quasi non volesse neanche vederla, iniziava ad avere dei seri dubbi. Anche al Maho, la situazione non era migliore. Si comportava normalmente con tutti gli altri, ma quando lei tentava di dirgli qualcosa, lui non la guardava neanche e con qualche scusa si allontanava.

Forse lui…si era pentito di quella dichiarazione?

-         Ehi Doremì…

Lei alzò lo sguardo dal banco, quasi con un filo di speranza che si trattasse di lui, ma poi si accorse che era Yuri.

-         Mh? Che faccia delusa- disse Yuri che si era seduto davanti al banco di lei- Aspettavi qualcuno?

-         …no- disse lei sospirando- Nessuno.

-         Uhm…non sembra.

-         Yuri…posso farti una domanda?

-         Dimmi…

-         Tu sai se…Tetsuya mi sta evitando?

-         Eh?

-         Sì…ho cercato di avvicinarmi a lui, ma scappa via.

-         Ma dai- ridacchiò- E’ impossibile. Lui non potrebbe mai scappare da te.

-         Perché ne sei convinto?

-         Beh, perché lui è affezionato a te- disse Yuri con un sorriso.

Lei lo guardò un po’ imbarazzata.

-         …dici?- disse con un piccolo sorriso.

-         Certo, non fa che parlare di te. E quando lo fa, gli brillano e lacrimano gli occhi.

-         Che?

-         No, aspetta…quella volta era perché gli ho gettato del pepe negli occhi per errore.

-         …- lo guardò confusa, poi tornò a sospirare- E allora, perché mi evita?

-         Uhm…forse avrà paura che tu lo trasformi in una rana…

-         Che?

-         Ah, no, quello sono io, eh eh. Comunque, non ti preoccupare…Kotake avrà di sicuro un buon motivo. Non sai quante volte Ko-chan ha cercato di scappare via da me, quando mi vedeva.

-         Beh, certo…se lo utilizzi come cavia per i tuoi incantesimi.

-         Dovrebbe esserne lusingato, non credi? Fra tutti ho scelto proprio lui.

-         …non lo invidio.

I due ridacchiarono.

-         E’ lei, dici?- disse una voce da lontano. Un gruppetto di ragazzine li stavano guardando.

-         Sì, è quella ragazzina, Harukaze.

-         Non mi sembra un granché…perché Kotake-kun le ha fatto una dichiarazione? Sicura di aver sentito bene?

-         Vi dico di sì…ero lì vicina, quando li vedo parlare tra di loro.

-         Però è ridicolo, come fa a piacerle una bambina come lei?

-         Già, non è per niente bella e per di più è goffa.

-         Con tutte le ragazze che poteva scegliere, perché lei?

-         Ma non vedi come le corre dietro?

-         Forse, le faceva pena o deve averlo in qualche modo ingannato.

-         Sì, non c’è altra spiegazione. Una fallita come lei, non potrebbe piacerle davvero. Sai che figura ad andare in giro con lei?

Yuri guardò le ragazzine e poi l’amica. Lei non diceva niente e se ne stava ferma, mentre la vedeva fremere leggermente. Gli fece rabbia vederla così.

-         Ehi!- Yuri si alzò di scatto dalla sedia.

Le ragazzine si zittirono e lo guardarono sorprese.

-         E tu che vuoi?

-         Smettetela di parlare male delle persone!- disse Yuri arrabbiato- Non la conoscete neanche! Con che diritto la criticate!

-         Noi parliamo di chi ci pare e piace. E non sarai certo tu a impedircelo.

-         Vorrei vedere se parlassero male di voi, oche starnazzanti!

-         Come osi!

-         Siete solo delle…- si sentì tirato per la manica. Abbassò lo sguardo, per vedere Doremì che gli faceva cenno di no- ma…- guardò l’amica che era rimasta impassibile nel suo banco e che continuava a trattenerlo per la manica.

Rassegnato si lasciò cadere sulla sedia, mentre vedeva il sorriso vittorioso delle ragazzine.

-         Perché le hai lasciate andare? Sono solo delle bambine pettegole.

-         …va bene così, Yuri- disse lei con voce bassa e il capo chino- Grazie- disse con un sorriso.

Il ragazzino guardò preoccupato l’amica. Il suo sorriso non era sincero.

 

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Kotake camminava per le vie del paese, con Hana attaccata al suo braccio e con un buffo capello sopra, nella speranza di non attirare troppo l’attenzione su di sé.

Lui guardava il cielo di quella notte…sembrava uguale a quelle precedenti…solo che sentiva qualcosa di diverso…una amarezza profonda lacerava ancora il suo cuore.

Guardò la ragazza accanto a lui. Il suo viso sprizzava felicità da tutti pori, mentre guardava estasiata la festa. Era così contenta di stare lì in quel posto, con lui, in quella notte. Una volta tanto, poteva fare qualcosa di normale come passeggiare come una normale ragazza e non come Regina.

Lui la guardò con tenerezza. Pareva proprio una bambina, nonostante fosse cresciuta.

-         Guarda Tetsuya!- indicò tre personaggi che intrattenevano la folla con dei piccoli spettacoli- Andiamo a vedere anche noi- disse lei trascinandolo dal braccio e sorridendo come una bambina.

Kotake si lasciò trasportare dall’euforia della ragazza. Non voleva certo rovinarle quel momento di libertà. I due si avvicinarono alla folla che guardava curiosa il piccolo teatrino di comici.

-         Ah, ah!- rise indicandoli- Che divertenti!

Il ragazzo non poté fare a meno di sorriderle, alla piccola Hana che era ormai una Regina. Mentre lei continuava a ridere, lui si guardò intorno e notò da lontano due buffi codini rossi. Era di spalle e rideva con la persona accanto. Quasi in un turbinio di emozioni, guardò sorpreso quella ragazzina e istintivamente avanzò di un passo, come per raggiungerla…se non che, la ragazzina girandosi si scoprì essere un’altra persona, pettinata in tutt’altra maniera. Si bloccò lì, fissando quella persona, come il riflesso di un’altra persona che non c’era…

-         …Tetsuya?- la voce di Hana lo svegliò. Si girò per guardare il suo volto preoccupato- Cos’hai?

-         …niente- disse lui abbasso lo sguardo amareggiato.

A distanza di qualche giorno, gli era impossibile dimenticarsi di lei…della persona che lo aveva abbandonato.

-         Vuoi tornare a casa?- chiese lei.

-         No, no…- scosse la testa, cercando di riprendere il buon umore…o almeno tentando- Tranquilla. E poi ci stiamo divertendo, no?

-         …sì.

-         …Signor Kotake?- i due si girarono per guardare la ragazza che si era avvicinata a loro- Lei è il signor Kotake, vero?- chiese per aver conferma.

-         Eh…sì…- lui guardò confuso la ragazza. L’aveva già vista in precedenza?

-         Ah, scusate, non mi sono presentata- disse la ragazza imbarazza- Sono Ozumi, l’assistente di vostra moglie, la signora Harukaze. Ci saremo visti due volte, credo.

-         Ah, giusto…ora ricordo- ridacchiò imbarazzato dalla sua smemoratezza- Mi spiace.

-         Non si preoccupi…- gli sorrise e poi notò la ragazza bionda che gli stava affianco. La vide intenta a coprirsi bene con il cappello- Sua moglie, come sta? So che ha preso delle ferie…

Kotake smise di sorridere.

-         …sì, è via ora…- disse lui triste.

-         …Capisco…ha fatto bene a prendersi qualche giorno di riposo- disse Ozumi- Altrimenti avrebbe finito per crollare nuovamente.

-         …eh?- lo guardò stupito.

-         Io glielo avevo ripetuto alla signora Harukaze di rallentare con il lavoro, che il suo fisico non avrebbe retto ad un’altra ricaduta, ma lei non mi dava ascolto.

-         Ricaduta?- lui la guardò ancora confuso.

-         Sì, non gliel’ha detto sua moglie?- anche lei lo guardò confusa- La signora Harukaze si è più volte sentita male al lavoro…le avevo detto di chiamare un dottore, di farsi visitare…anche se lei diceva che si trattava di semplici svenimenti e che non era il caso, io la vedevo sempre più debole.

Kotake rimase a guardarla in silenzio, mentre nella sua mente provava a concentrarsi sul volto di Doremì. Provò a ripescare ricordi di lei, prima che finisse in ospedale.

Guardò la ragazza sorridergli come al solito, mentre chiacchieravano a tavola. Sembrava normale, serena e concentrata nel discorso.

-         …è stata male più volte? E quando ha iniziato a sentirsi così?

-         Non le saprei dire con certezza, ma la prima volta che ha iniziato ad avere capogiri è stato circa un mese fa.

Provò a guardare meglio la ragazza nei suoi ricordi. Se guardava con attenzione…poteva notare qualcosa che non andava. Il suo sorriso non era sincero e pareva sforzato, il suo sguardo sembrava guardare lui, ma era immerso nel vuoto e privo della sua luce e le sue braccia che si muovevano, parevano più sottili. Ora che la analizzava bene…Doremì non era veramente felice, non sorrideva come al solito…lei era triste.

Con la mente si spostò ad altri ricordi di lei…anche lì era triste, anche in quella occasione, anche in quell’altra…più sfogliava i suoi ricordi, più si rendeva conto di quello che ormai era chiaro. Doremì aveva smesso di sorridere da più di un mese…e più i giorni passavano e più la sua espressione diventava più cupa e triste.

Come mai non se n’era accorto? L’aveva avuta davanti per così tanto tempo e solo ora se ne rendeva conto?

Forse era perché in quei giorni era così preso dai suoi pensieri, da non accorgersi di lei.

L’aveva ignorata…

-         Ah…- la ragazza guardò Kotake che era rimasto in silenzio e diede un occhiata all’altra ragazza che gli stava accanto e che aveva chinato il capo- Ehm…potrei chiederle un favore?- chiese a Kotake- Potrei parlarle…in privato?

Lui non parve darle tanto ascolto, intento com’era a riflettere…però, parve che la domanda indiretta fosse arrivata al vero destinatario.

La ragazza bionda alzò la testa un po’ agitata.

-         Tetsuya, io vado a prendere qualcosa da mangiare…- disse la ragazza, coprendosi bene con il cappello, per non essere riconosciuta da lei.

-         Sì…- rispose senza pensarci.

La ragazza bionda si allontanò e rimasero lì Kotake e l’assistente, che continuava a guardare l’altra mentre se ne andava di fretta

-         Io…non lo sapevo…- disse Kotake triste- Doremì non mi ha mai parlato di questo.

-         …lo supponevo- disse Ozumi sospirando- E’ tipico di lei non voler dare preoccupazioni.

-         …già.

Ozumi rimase in silenzio e poi prese il coraggio di parlare.

-         Non voglio passare per un impicciona, non sono affari che mi riguardando, lo so…- abbassò la testa- Però sono preoccupata per la signora Harukaze. Ha iniziato a sentirsi male, quando sono aumentati i pettegolezzi.

-         …Eh?- lui la guardò senza capire- Di che parli?

L’assistente lo guardò un po’ esitante.

-         Ecco…al Palazzo girano tante voci…voci di corridoio, certo, ma che avrebbero potuto danneggiare la signora Harukaze.

-         Quali voci?

Con un po’ di timore, lei alzò la testa e lo guardò.

-         Le chiacchiere su di voi…

-         Su chi?- richiese, come se non avesse capito bene.

-         Su di lei, sulla signora Harukaze e…sulla Regina.

Kotake spalancò gli occhi.

-         Pettegolezzi su di noi? E cosa dicevano?

-         Oh, beh, cose senza fondamento…tipo che il rapporto dei signori Kotake non andava bene, che signor Kotake aveva baciato la Regina, che i due si amavano, che la signora Doremì quindi se ne fosse andata con signor Akatsuki…solo pettegolezzi, ma che avrebbero potuto peggiorare la salute di sua moglie.

E fu come un barile gli fosse caduto addosso. Ora iniziava a guardare le cose con più chiarezza.

-         …e Doremì le ha ascoltate?

-         …temo di sì.

Ed eccolo lì, ancora un volta, impalato a chiedersi com’era possibile che fosse così stupido? Così stupido da non accorgersi di niente…degli sguardi di Doremì, delle frasi di Akatsuki, della richiesta di aiuto di Hikaru…e tutto sembrava scivolare via.

Le parole di lei sembravano risuonargli come un eco…

Perdonami

E non c’erano scuse per quello che lui aveva fatto a lei.

L’aveva abbandonata e lei, com’era solita fare, aveva preferito tenersi tutto dentro, finché portata alla disperazione, aveva trovato come unica via di salvezza…la fuga.

-         Mi dispiace di essere io a dirle questo…pensavo che ne era già a conoscenza. Volevo solo aiutare la signora Harukaze. E quando l’ho vista qui…- fece una pausa esitante- con la signorina Hana…ho pensato fosse giusto dirle come stavano le cose. Prima che le cose peggiorassero…ma forse non era il caso, sicuramente lei avrà sistemato la faccenda con sua moglie- sorrise imbarazzata- Perché voi vi volete bene, no?

Kotake ricordò l’ultima litigata che aveva avuto con Doremì. La sua espressione sofferente e le lacrime…parole dure dettate dalla rabbia di quel momento…e poi, il silenzio tra loro due…fino alla separazione.

-         …signor Kotake?- la ragazza lo guardò preoccupata.

-         …ah- lui parve smarrito e confuso.

-         Qualcosa non va? Mi sembrate pallido…

-         N-no…- cercò di sorridere, ma il sorriso proprio non gli veniva- Scusa…devo andare…

-         Certo…arrivederci. Mi saluti la signora Harukaze.

Il ragazzo le passò accanto e velocemente si allontanò da lì.

L’assistente lo guardò e poi riprese a camminare.

 

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-         Abbiamo terminato- Momoko girò il cartello in Open a Closed.

-         Ottimo, ero stanca- disse Onpu stiracchiandosi.

-         Bene, allora noi andiamo a casa- disse Aiko.

-         A domani Majorika, Lala!- le ragazzine salutarono e iniziarono ad uscire dal Maho.

-         A domani!- salutarono la strega e la fatina.

-         Kotake, cosa fai, non vieni?- chiese Yuri, vedendo l’amico intento ancora a sistemare le cose.

-         Sì, ora vado…incomincia pure ad andare. Ci vediamo domani.

-         Come vuoi…- Yuri uscì dal Maho e Kotake sistemò il suo zaino con lentezza.

Guardò l’orologio. Bene, poteva andare ora. Era certo che lei si era allontanata a sufficienza.

-         Ci vediamo!- salutò.

-         Ciao Kotake- salutarono Majorika e Lala, poi il ragazzino uscì anche lui dal Maho.

-         Senti Majorika, ti sei accorta che ultimamente Kotake cerca di finire più tardi o prima degli altri?

-         Sì…

-         Perché credi che si comporti così?

-         Se avessi un manuale con le spiegazioni di ogni loro comportamento, lo saprei- sospirò- E comunque, mi preoccupa ora Doremì.

-         Mh? Come mai? A me sembrava la solita.

-         …no- scosse la testa- Stava solo fingendo.

-         Eh?

Kotake si sistemò lo zaino sulle spalle e salì i gradini fino a giungere al marciapiede. Camminò verso a casa e guardò l’orizzonte, il sole stava tramontando. Poi nel paesaggio, notò una figura. Si fermò a guardare la ragazzina, che pareva proprio aspettare lui.

-         …Doremì- disse sorpreso, poi si guardò intorno alla ricerca disperata di una strada secondaria.

-         Non ci sono scorciatoie- disse lei sicura, intuendo il suo pensiero.

-         E chi ha detto che stavo cercando scorciatoie- disse lui in un tentativo di difendersi- Sono solo di fretta…ho fatto tardi- avanzò velocemente passandole accanto, senza guardarla.

-         Aspetta- lo afferrò per il braccio- Non ti ruberò tanto tempo, farò in fretta- disse lei tenendolo ancora per il braccio- Riguardo a quello che mi hai detto qualche giorno fa…

Il ragazzino si irrigidì e guardò preoccupato l’asfalto. Era giunto il momento? Non poteva dilungare ancora un po’?

-         …eh, forse questo non è un momento buono e…

-         …non posso.

Kotake si zittì.

-         Apprezzo quello che mi hai detto…ma non posso ricambiare i tuoi sentimenti. Io ti considero solo un amico, niente di più- chinò la testa- Mi dispiace…- lasciò andare il suo braccio- Spero che resteremo comunque amici- dicendo questo, Doremì si allontanò da lì.

Il ragazzino rimase immobile, mentre continuava a guardare fisso per terra.

Una dopo l’altra, le parole di lei avevano trafitto il suo cuore.

Se lo aspettava…ma non pensava che fosse così doloroso.

Aveva tentato in tutti modi di scappare…ma era chiaro che non lo poteva fare per tutta la vita.

Ed ora, lì da solo…cosa doveva fare?

Un bel po’ lontano da lì, una ragazzina si era chinata a terra e piangeva silenziosamente.

 

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Hana guardò il dolce che aveva comprato. Ne aveva comprati due identici, per farlo assaggiare uno anche a Kotake. Era sicura che gli sarebbe piaciuto. Chissà se aveva finito di parlare con quell’assistente…e chissà se l’aveva riconosciuta. Forse no. Eppure, quella ragazza l’aveva guardata in malo modo…chissà perché.

E poi…chinò la testa…era rimasta un po’ turbata da quello che aveva sentito. Doremì stava male? Forse era per quello, che quel giorno l’aveva trovata nervosa?

Mentre camminava pensierosa, gli passò uno vicino, che quasi le faceva cadere i suoi dolci. Alzò lo sguardo e scoprì essere Kotake che camminava a passo veloce, per chissà dove.

-         Te…Tetsuya!- lo rincorse con in mano i dolci- Tetsuya, dove vai?

-         …Devo andare…

-         Dove?

-         Via. Ho bisogno di andare via.

-         Ma dove?- insistette, visto che il ragazzo pareva molto scosso- Tetsuya!- lo afferrò per il braccio, dato che non accennava a fermarci- Calmati e spiegami cosa ti è successo. E’ per quello che ti ha detto Ozumi? Tranquillo, ora Doremì starà bene…

-         Tu non capisci…- lui la guardò con i suoi occhi blu- Io l’ho lasciata…l’ho lasciata andare…

-         Eh?- lei lo guardò sorpresa, ma colpita dall’espressione triste di lui- Lo sai…è stata Doremì a lasciarti.

-         No, non è così- scosse la testa- Sono stato io il primo a lasciarla…l’ho abbandonata. Non mi sono accorto di niente e l’ho fatta soffrire…

-         Tetsuya…

-         Ho sbagliato tutto…- si staccò dalla presa di Hana- Avrei dovuto dare priorità alla persona che amo…e ora rischio di perderla per sempre.

-         Credevo che…- lo guardò con gli occhi in lacrime- credevo che tu…mi amassi…come io amo te.

Lui la guardò serio…uno sguardo molto freddo.

-         …io non ti ho mai amata. Non nel senso che tu intendi, né ti ho mai detto una cosa simile.

-         Però…

-         Tu sei l’amica di Doremì…ti ho vista fin da piccola crescere accanto alla ragazza che amo…il sentimento che nutro per te è solo affetto…niente di più.

-         Tetsuya…non dire così…- disse aggrappandosi alla giacca di lui e con gli occhi in lacrime- Ti prego…non mi lasciare…ho bisogno di te.

-         No, Hana…tu non hai bisogno di me…tu sei forte abbastanza per cavartela da sola. Doremì ti ha insegnato a lottare con le tue proprie forze, ad essere più sicura…lei ha sempre avuto fiducia in te. Ha sempre creduto che c’è l’avresti fatta a diventare una brava Regina, senza il suo aiuto, né degli altri. Ho sbagliato a comportarmi così…credevo di potermi rendere utile, ma invece ho solo peggiorato le cose. E ora, per la mia stupidità…ho perso le uniche cose che hanno senso per me…mia moglie e mia figlia- si voltò e si allontanò.

-         Tetsuya…no…non andartene- disse piangendo- Io ti amo…

 

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-         Grande, di questo passo il torneo scolastico lo vinciamo noi, quest’anno- disse un ragazzino.

-         Sì…- rispose l’altro dai capelli blu con meno entusiasmo.

-         Mh? Non ne sei convinto?

-         No, no- scosse la testa- C’è la faremo. Ci siamo impegnati quest’anno.

-         Hai ragione- si alzò in piedi- Però ora andiamo a casa. Si è fatto tardi.

-         Sì, ci vediamo domani- salutò e si preparò per andarsene.

Prese la sua borsa e se la coricò sulla spalla. Con aria assorta, iniziò a camminare verso l’uscita della scuola.

Aveva ancora in mente le parole di Doremì.

Mi dispiace…Spero che resteremo comunque amici.

Amici…

Sospirò amareggiato. Se per un momento la sua vita sembrava aver fatto un balzo in su, ora stava lentamente precipitando.

Perché…si chiedeva…perché doveva andare a finire così?

Sospirò di nuovo.

Era lui che l’aveva voluta mettere alle strette, dichiarandosi. Quindi, non doveva prendersela con lei, se l’aveva rifiutato.

Beh, non era andata proprio così, semplicemente lei lo vedeva solo come un amico.

Ma perché aveva quella sensazione, che non lo lasciava in pace, che lei non fosse stata del tutto sincera…come se il suo tono di voce avesse voluto significare altro.

Si fermò e si guardò in giro. Strano…gli era sembrato di udire la voce di qualcuno di conosciuto. Eppure a quell’ora non doveva esserci quasi nessuno a scuola.

Seguì la voce, fino al retro della scuola. Si fermò dietro l’angolo, quando vide Akatsuki in compagnia di una ragazza.

“Ma cosa ci fa lui qui?”- pensò stranito.

Poi guardò meglio la ragazzina, che era di spalle alla sua visuale, aveva la testa appoggiata al petto del ragazzino e lui la stava abbracciando.

-         Doremì…- sentì sussurrare dal ragazzino.

E fu come un incubo ad occhi aperti.

 

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Doremì aprì gli occhi. Si guardò intorno…si era addormentata. Era calata ormai la sera. Doveva proprio esser stanca per addormentarsi in quella panchina.

Guardò l’orologio e sussultò. Doveva tornare a casa prima che sua figlia si preoccupasse.

Si alzò dalla panchina, si sistemò il vestito stropicciato e iniziò ad incamminarsi.

Cosa le era saltato in mente di venire lì?

Le tornò in mente la discussione avuta con Kotake e rallentò il passo, mentre le lacrime rincominciavano a scendere dalle sue guance.

Quelle parole…continuavano a farle male…come un incensante ago che le trafiggeva il cuore. Piccole fitte che non le davano pace.

Ci aveva pensato a lungo, seduta in quella panchina…Doveva dimenticarlo?

Forse…era la cosa giusta da fare. Doveva chiudere con il passato, se voleva andare avanti con sua figlia. Però…lei lo amava, lo amava ancora…e questo sentimento la opprimeva sempre di più.

Probabilmente, se doveva tornare a quel giorno in cui lui gli aveva chiesto di sposarlo…avrebbe nuovamente detto di sì. Perché l’amore fa male, certo, ma non lo si può negare. E lei continuava ad amarlo, nonostante tutto.

E sapeva che…non avrebbe mai smesso di provare quel sentimento…anche dopo anni e anni.

Doveva rassegnarsi a convivere con questo dolore.

Guardò la sua mano, dove ancora c’era l’anello nuziale…brillava di una luce tutta sua quella sera…

Ammirò l’anello con nostalgia. Di come Kotake glielo porse con le mani che gli tremavano e il rossore nel suo viso.

Era stato bello finché era durato…

Prendendo fiato, obbligò all’altra sua mano di sfilarle l’anello, nonostante si opponesse con tutte le sue forze.

Non ci riusciva…non ci riusciva…

Cadde in ginocchio e iniziò a piangere. Strinse la mano con la fede al suo petto…ancora un minuto…ancora un minuto voleva tenerlo e poi si sarebbe decisa a levarselo.

Che imbarazzo…se l’avessero vista le sue amiche in quello stato…che avrebbero pensato di lei? Che era debole. Non era neanche in grado di voltare pagina. Ma che ci poteva fare se lo amava così tanto?

D’accordo…guardò la sua mano…ora era pronta a dirgli addio.

Velocemente si sfilò l’anello dal dito e lo fece cadere per terra.

Ora…era finita…finita.

Non avrebbe più visto quel suo viso sorridente, non avrebbe scherzato o discusso con lui, non avrebbero più camminato affianco a fianco con la piccola Hikaru.

Era davvero finita.

-         …Doremì…

Lei spalancò gli occhi pieni di lacrime e alzò la testa. C’era un ragazzo là davanti a lei, che la guardava sorpreso e affaticato, poi lui notò il piccolo oggetto per terra e il suo voltò divenne triste.

-         …allora, è finita?

Lei chinò la testa e si asciugò le lacrime. Con lentezza, ma decisione, si alzò in piedi.

-         Sì, come volevamo…

-         Non c’è modo per rimediare?

-         No…- iniziò a camminare verso di lui, ma non si fermò e gli passò accanto- Sii felice, Kotake.

E fu lì che non poté contenere le lacrime e l’amarezza che stava provando…era un addio.

L’aveva persa e non l’avrebbe più rivista…

Il loro mondo era crollato in quell’istante.

 

~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~

 

-         Come stavo dicendo…- disse un uomo avanzando avanti e indietro di fronte ad un gruppetto di ragazzini- Questo esame sarà un po’ diverso dal solito.

-         Cosa ci sarà di differente?- chiese Kotake.

-         Prima di tutto, non sarà un lavoro individuale, dovrete collaborare con i vostri compagni. Secondo, questo esame si farà insieme a quello delle apprendiste.

-         Ehh?!- esclamarono i ragazzini.

-         Ma finora non è mai successo- disse Momoko incerta.

-         Nel corso del tempo le cose sono cambiate- intervenne Majorika- E di fronte ai pericoli che ha corso il mondo della magia, si è pensato di prendere dei provvedimenti. Proprio per questo, si è deciso in una collaborazione con streghe e stregoni.

-         I primi esami che avete affrontato, erano mirati a migliorarvi individualmente e ad affrontare ogni ostacolo. Negli ultimi esami, le cose che verranno tenute in considerazioni, sono proprio la capacità di adattarsi agli imprevisti e lo spirito di collaborazione.

I ragazzini si guardarono tra di loro confusi e sorpresi.

-         Quindi, ci state dicendo che questo esame lo dovremmo fare con gli apprendisti stregoni?- disse Aiko.

-         Sì- l’uomo fece cenno di sì.

-         Beh, non sarà poi così difficile- disse Onpu- Abbiamo già operato insieme agli apprendisti stregoni altre volte e c’è la siamo cavata.

-         Può sembrare la stessa cosa, ma non lo è- disse l’uomo scotendo la testa- Il grado di livello del vostro esame, sarà molto alto, quindi pericoloso. Dovete dimostrare di saper un giorno difendere il mondo della magia, da qualsiasi attacco.

-         Purtroppo, non ci saremo noi ad aiutarvi in questo esame, quindi dovrete cavarvela da soli.

-         Non ci succederà niente, vero?- chiese preoccupata Hazuki.

-         Questo dipende da voi.

-         Ehi, ragazze, non so voi, ma comincio a preoccuparmi- disse Doremì.

-         Già, non si prospetta una passeggiata- disse Momoko.

-         E quando mai lo è stata?- disse ironica Aiko.

-         Mi raccomando di non sbagliare questo esame!- disse Majorika severa- Soprattutto ad alcuni di voi…- e guardò Doremì.

-         Ehi!- disse offesa sentendosi tirata in ballo.

-         Dovrete impegnarvi già dall’inizio- disse l’uomo- Non solo per superare la prova, ma anche per sopravvivere.

-         Ve l’ho già detto che quest’uomo mette i brividi quando parla?- disse Hazuki sottovoce.

-         Forse porta iella- disse Onpu, anche lei sottovoce.

-         Con questo è tutto- disse l’uomo- L’esame si terrà stanotte.

-         Mhh…- disse pensieroso Yuri. L’uomo lo guardò preoccupato.

-         Qualcosa non va Yuri?

-         In effetti sì, sensei- disse lui- Mi domando quanto durerà l’esame.

-         Chi può dirlo…dipende tutto da voi.

-         Uhm, è un bel problema…- disse preoccupato.

Harry lo guardò dispiaciuto. Sapeva che quella che gli aspettava era una dura prova, ma se volevano diventare degli stregoni a pieno titolo, dovevano affrontare questo esame.

-         Già, posso capire come ti senti…- disse lui.

-         Sì, insomma…come farò a registrarmi la puntata del Capitano Moore?

Tutti caddero per terra.

-         Non dirmi…ciò che più ti preoccupa, è un telefilm?- disse Kotake sconcertato.

-         Ehi, sono le ultime puntate!- disse Yuri- Non posso certo perdermele.

-         Pensa piuttosto ad impegnarti!- disse arrabbiata Majorika, poi guardò l’uomo- Bene Harry, ci vedremo più tardi per gli ultimi dettagli.

-         Sì- fece cenno di sì e salutò i ragazzini- A dopo- e scomparve con uno schiocco di dita.

-         Grande! Voglio impararlo anch’io questo trucchetto!- disse Yuri emozionato.

-         E perché mai?- chiese Kotake.

-         Semplice…potrei arrivare a scuola più velocemente, senza dover ogni mattina scappare da quei cani che mi inseguono, dalla vecchietta che mi riempie di verdura dicendo che sono denutrito, dalla macchina che puntualmente mi schizza con l’acqua della pozzanghera, dai bambini che mi rincorrono per farsi portare in braccio e…

-         Okey, fa conto che non te l’abbia chiesto- disse Kotake facendolo tacere.

-         D’accordo amici, diamoci da fare!- disse Aiko.

-         Sì- dissero tutti.

Doremì s’incontrò con lo sguardo di Kotake e cercò di sorridere.

-         Mettiamocela tutta, Tetsuya- disse lei. Kotake la guardò serio poi abbassò lo sguardo.

-         …sì- disse a bassa voce, senza guardarla e voltandosi.

La ragazzina rimase immobile a guardare il ragazzino che raggiungeva il suo amico. Perse il suo sorriso e guardò il pavimento.

Sapeva che sarebbe andata a finire così…

 

**********

 

Il parco affollato è il luogo ideale per il nostro ritorno a casa

Sto guardando te che sei sempre allegra

Ti sto ascoltando

Se il mondo venisse distrutto domani, cosa faremo?

Non dici niente

Ma stringi più forte il mio braccio

Ehi, voltati da questa parte

Le nostre labbra sono chiuse, il mio cuore sta palpitando

Non importa che tipo di persona tu sia, né dove, ti accetterò!

Quando sei ferita e stai piangendo

Voglio proteggerti, anche se mi scontrassi col mondo

Ti amo, non servono le parole

Il nostro ultimo bacio sarà eterno

 

CONTINUA…

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Dunque…tornando al discorso che feci al momento della prima pubblicazione di Gocce di Memoria…quanti capitoli avevo detto che erano? XD Ancora un po’ e non terminerò più.

E il bello…è che sono ancora ferma in un punto morto (^_^)’ Ok, non c’è niente da ridere…sono lenta e ancora non sono riuscita a portarmi avanti con le altre fic, sigh.

Beh, ma almeno mi consolo…stanno aumentando i lettori di Gocce di Memoria!

Dochan: Ti ringrazio per i complimenti! Ed è vero, la coppia Harutake è troppo carina! Beh, sì, mi piace anche come personaggio Masaru (Yada), però come coppia sono migliori Doremì e Kotake ^^ Sono contenta che ti stai iniziando ad appassionare, perché non ho ancora finito di scrivere ^o^

Lichan: Pare proprio che il personaggio di Yuri sia riuscito ad attirare la vostra simpatia…ne sono contenta. Non sapete quanto ha insistito perché scrivessi il continuo di Prima o Poi, perché voleva apparire XD E se grazie a lui, sono riuscita a farvi piacere questa fic, che sia il benvenuto! ^o^ Però, no Yuri, i lettori non vogliono entrare nel tuo circo, no, non insistere (U_U)’

Hey J: E pare che anche la piccola Hikaru abbia ottenuto i complimenti da parte dei lettori ^.^ Beh, in effetti questa bambina ne ha di carattere (°_°)’ Sia nella fic di Prima o Poi, che in questa, ha dimostrato di aver coraggio. E adesso sorge una domanda…Ma da chi ha preso? XD In più…un hurrà al testardo Kotake che finalmente si è deciso a dichiararsi! Ma non contenta io, glieli faccio passare di tutti i colori, ih ih, come sono maligna! Piccola precisione…per chi avesse letto la fic Prima o Poi, avrà notato delle scene che sono state riportate in questa fic.

Marty95: Beh, il mio obiettivo era farvi soffrire con i personaggi…uah uah! (Da notare, risata malefica…o risata idiota) E se ci sono riuscita, vuol dire che sono la malignità in persona. Scherzi a parte, devo dire che questo capitolo è quello che più mi ha commosso, quando lo rileggevo (ç.ç)

Mashiro-chan: Uhm, avevo previsto che Hana sarebbe passata per la perfida di turno. Però non lo faccio per cattiveria, non è che odi questo personaggio…(ok, forse un pochino, pochino, ma che rimanga tra di noi o mi manda una maledizione °_°’) solo chiedo che leggiate fino alla fine e forse poi capirete.

E con questo è tutto, continuate a recensire! Ah, poi un piccolo spam…comprate le meravigliose medicine della nonna di Yuri! Un giorno avrete mal di orecchie e subito dopo, non avrete più le orecchie! XD Garantito dai pochi sopravvissuti!

In più, fate un piccolo salto al mio sito per vedervi i piccoli video su Doremì o anche su Youtube, il mio nick è Yachan85. In Regalo il set completo di “Maho fai da te” by Majorika. L’unico set che ti permette di costruirti da solo un negozio e senza spendere! Avvertenza: il prodotto finale potrebbe essere più piccolo del previsto, molto più piccolo…XD

A presto e non linciatemi per i prossimi capitoli!

By Ya-chan

   
 
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