Storia scritta per le Stelle Kinkanti, il Carnevale indetto da kinkmemeitalia, sul prompt carezze languide. =3

Warnings: kitty!Sdentato
Non betata.


Hiccup sente qualcosa accarezzargli il viso.
Sono tocchi delicati che si ripetono ad intervalli regolari per tutta la sua faccia, come delle ipnotiche carezze un po’ languide che lui, con il cervello ancora impastato dal sonno e le palpebre incredibilmente pesanti, potrebbe anche fingere d’interpretare come un banale sogno un po’ più vivido degli altri, se solo il qualcosa in questione non fosse fastidiosamente peloso.
Il ragazzo sbuffa e si sforza d’ignorarlo. Si concentra sulla sensazione di calore che gli trasmettono le pesanti coperte di lana, rincorre il sonno con la stessa disperazione di un poveraccio che non dorme da giorni ma con addosso comunque la sgradevole sensazione che continuerà sempre a scivolargli dalle dita, e quando quel tocco comincia a fargli con troppa insistenza il solletico al naso è costretto controvoglia ad aprire almeno un occhio.
Nello stesso istante in cui la sua palpebra, seppur con notevole fatica e poca collaborazione, comincia a sollevarsi, Hiccup è certo di vedere la prospettiva di un altro paio d’ore di riposo scomparire anche quella mattina facendogli ciao ciao con la mano e con quel suo solito sorriso gentile che gli strapperebbe volentieri a morsi dalla faccia.
Soffia contro la coda incredibilmente soffice ed un po’ sfuocata che gli sta penzolando davanti agli occhi come un ciuffo ribelle fastidioso; poi sbadiglia.
« Sdentato, potresti gentilmente scendere dalla mia testa? Sei pesante ».
Il minuscolo felino nero come la pece miagola e gli strofina la coda contro la guancia in quello che Hic interpreta come una specie di saluto affettuoso, ma invece di spostarsi, si lecca una zampa e si sistema meglio tra i capelli del suo amico umano. Hiccup lo sente stiracchiarsi ed infilargli una zampa nell’orecchio mentre cerca una posizione più comoda.
Mugugna contrariato, richiudendo l’occhio e sbadigliando subito dopo.
« Sdentato, per favore ».
Il gatto, per tutta risposta, si limita a miagolare di nuovo e riprende a muovere la coda contro la sua faccia.
Hiccup resiste in quella situazione forse per un’altra decina di minuti scarsi, sforzandosi perlomeno di non trovare l’amico troppo irritante, poi si arrende.
Con uno sforzo non indifferente per le sue membra ancora stanche e intorpidite dal sonno, si sforza di sollevarsi sui gomiti, sbadigliando vistosamente, e Sdentato ne approfitta subito per scendere con un balzo dalla sua testa e scivolare sotto il suo braccio.
Strofina il muso contro la sua mano, facendo le fusa, poi si impossessa del cuscino e si riappisola come se nulla fosse nel leggero solco in cui, fino ad una manciata di minuti prima, giaceva la testa di un Hiccup beatamente addormentato.
Il ragazzo sbuffa un sorriso, ormai rassegnato alla consapevolezza di non essere più lui il padrone di casa.
« Buongiorno anche a te, comunque » mugugna, accarezzando con gentilezza il felino tra le orecchie, poi si rassegna del tutto e, stropicciandosi gli occhi, si alza dal letto per andare a lavarsi la faccia e cominciare in qualche modo anche quella giornata.