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Autore: AngelOfSnow    23/02/2013    3 recensioni
Questa storia si è classificata 1° al "Contest: In ginocchio da te" di darllenwr, indetto sul Forum di Efp.
Dal capitolo:
Oh si, Kanda adorava perdersi fra i corridoi alla ricerca sfrenata di un coniglio idiota con Mugen sguainata.
Quel giorno a differenza di tutti, però, Lavi era scomparso nel nulla.
A ben vedere non poteva importargliene un fico secco ma Kanda, cercando di capire dove gli stesse tendendo un’imboscata, si era ritrovato ad osservare i possibili nascondigli preferiti dal coniglio per stanarlo.
Si, perché Yu Kanda sentiva a pelle che quella scomparsa fosse una semplice ritirata tattica.
Guardò dappertutto: i bagni, sotto il suo letto, dietro gli angoli dei muri... ma nulla.
Sembrava che qualche mago avesse fatto la magia dell’estrazione del coniglio al contrario e la cosa gli piacque parecchio.

Prima storia partecipante ad un contest inedito.
Spero vi piaccia.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Un po' tutti, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa storia si è classificata 1° al Contest: " In ginocchio da te. " di darllenwr sul Forum di Efp. 
 

 Domino del Compleanno.
 

 
 
Poiché nulla è mai dettato dal caso
E le emozioni seguono una loro logica,
come il Domino, fino a regalare qualcosa di indimenticabile e prezioso.
 
 
Yu Kanda non era mai stato una persona di compagnia. Mai.
Nemmeno durante le giornate in cui i suoi doveri di esorcista andavano a scemare e le sorti del mondo erano affidate a qualcun altro.
In quei rari casi di riposo ( che parola strana da usare ) per lui il tempo scorreva fra sfibranti allenamenti, litigi con una certa Mammoletta dai capelli bianchi, le marachelle di Komui a tutta la Sede, le lamentele di Jerry sulla sua repulsione nei confronti dei dolci, le occhiatacce al Supervisore Link, qualche imprecazione verso quelli della Sezione Scientifica, gli guardi dolci e allo stesso tempo furbi di Linalee e ... le corse sfrenate con in mano Mugen pronta ad affettare un certo coniglio dai capelli rossi, dopo l’aver ricevuto un bacio a fior di labbra del “buongiorno”.
Oh si, Kanda adorava perdersi fra i corridoi alla ricerca sfrenata di un coniglio idiota con Mugen sguainata.
Quel giorno a differenza di tutti, però, Lavi era scomparso nel nulla.
A ben vedere non poteva importargliene un fico secco ma Kanda, cercando di capire dove gli stesse tendendo un’imboscata, si era ritrovato ad osservare i possibili nascondigli preferiti dal coniglio per stanarlo.
Si, perché Yu Kanda sentiva a pelle che quella scomparsa fosse una semplice ritirata tattica.
Guardò dappertutto: i bagni, sotto il suo letto, dietro gli angoli dei muri... ma nulla.
Sembrava che qualche mago avesse fatto la magia dell’estrazione del coniglio al contrario e la cosa gli piacque parecchio.
Quando si diresse per fare colazione in refettorio, si stupì di non vederlo ma non se ne curò più di tanto, trascinato come al solito dalle chiacchiere della Mammoletta.
<< Ba-Kanda, già in piedi? >> sbuffò infatti l’albino e Kanda lo guardò male.
<< Mica dormo per ore, sembrando in coma come qualcuno di mia conoscenza, Fagiolino. >> berciò e andarono avanti per un quarto d’ora buono, prima di venire interrotti da Linalee che quella mattina sembrava abbastanza stanca.
<< Linalee hai dormito male, invero? >> chiese Crowley e anche i due ragazzi si fecero attenti, soprattutto Allen, con gli occhi pieni di compassione e qualcosa che Kanda definì come inutili sentimenti da donnicciola, senza offesa alle donne, s’intende.
Linalee prima di rispondere sbadigliò, portandosi una mano davanti alla bocca con fare elegante, e socchiuse gli occhi. << No Crowley, non ho dormito e basta. >> sussurrò impercettibilmente, cercando di non farsi sentire dal fratello.
I due esorcisti di tipo parassita s’avvicinarono alla ragazza in cerca di risposte mentre Kanda inarcava un sopracciglio, continuando a mangiare la sua solita Soba.
Non gli importava se la piccola Lee avesse dormito o meno e socchiuse gli occhi, pronto ad alzarsi da tavola con fare disinvolto.
<< Ehi, cos’è? >> trillò la voce di Allen incuriosita e Kanda si ritrovò, suo malgrado, a guardare cosa ci fosse in mezzo ai capelli leggermente lunghi della ragazza, che assunse mille colorazioni nell’esatto momento in cui Allen le poggiò la mano sul viso fresco e liscio.
<< Mh? >> chiese Linalee e Allen afferrò la ciocca di capelli dipinta di rosso per sventolarla davanti al viso della stessa.
<< Vernice. >> borbottò Kanda e si ritrovò subito attratto da un particolare: anche Marie e Miranda avevano un’aria stanca e completamente distrutta, con gli abiti leggermente sporchi di vernice.
Non fiatò sentendo nell’aria qualcosa di stampo Bookman e si tenne le sue considerazioni per sé, voglioso di andare ad allenarsi con la sua fidata Mugen. S’alzò dal tavolo e, consegnato il vassoio vuoto a Jerry, si diresse verso l’uscita del refettorio.
<< Kanda? >> la voce di Linalee lo fece voltare.
<< Mphf. >> fu la sua risposta e incrociò le braccia la petto, alzando leggermente il mento. << Che vuoi? >> continuò, fissandola in modo gelido.
Gli occhi neri di Kanda andarono a sondare quelli ametista scura di Linalee in cerca della domanda. Prima ancora che potesse capire però, la ragazza distolse l’attenzione e spezzò quel contatto profondo, arrossendo. << No, nulla, lascia perdere. >> bofonchiò, addentando il cornetto ancora fumante sul piatto di Allen, che prese a lamentarsi e a piagnucolarle contro.
Kanda aggrottò le sopracciglia. << Tsk. >> proferì, e si allontanò a passo di carica verso il boschetto dietro l’Ordine con l’intendo d’allenarsi.
Quando passò davanti alla libreria il suo corpo ebbe un fremito leggero. Non ebbe nemmeno bisogno di soffermarsi a riflettere sui motivi di quella reazione, trovandola familiare: Lavi.
Con passo pesante s’avvicinò alla porta e con sguardo infuriato fu sul punto d’aprirla. << Kanda! >> si fermò quando la voce di Jhonny invase il corridoio in un urletto stridulo. << Finalmente ti ho trovato! >> continuò euforico, andandogli in contro con metro e il polso fasciato da un piccolo cuscinetto pieno di aghi.
L’esorcista sbuffò prendendo ad allontanarsi dalla porta e prese a camminare verso l’esterno, seguito a ruota dallo scienziato impaziente di prendere le misure per le nuove divise estive.
<< Vedrai! Saranno comodissime anche durante gli scontri... >> Kanda si lasciò trascinare, non potendosi sottrarre alla cosa e notò un goccia di sudore scendere pigra e lenta sulla fronte libera dello scienziato.
Impazienza? Ansia? Caldo? Si chiese, trovando asfissiante il calore estivo, però dovette lanciare un’occhiata torva all’uomo prima di capire: menzogna.
Cosa nascondeva Jhonny così tanto da prendere misure inutili sopra a quelle che già aveva?Lavi.
La mente fu pressoché catapultata al pensiero che fosse colpa sua.
Qualsiasi cosa fosse e genere trattasse.
Stette in silenzio osservando i blandi tentativi dello scienziato ed evitò di fare domande che potessero comprometterlo: a lui non importava ciò che stava facendo Lavi in biblioteca. Assolutamente no.
Sicuro? La voce della sua coscienza prese a martellare frenetica, cercando di soverchiare l’orgoglio e dare spazio alla curiosità.
<< Tsk, Jhonny, hai finito? >> sbottò dopo mezz’ora e il ragazzo annuì, fiero, mostrandogli i modelli della nuova divisa.
 In effetti sembravano anche più pratici, ma Kanda notò il fremito nelle sue mani e sbuffò, incrociando le braccia al petto. << Hai altro da dirmi? >> chiese con tono cupo e l’altro divenne piccolo contro lo schienale della sedia.
<< No... >> asserì e l’orientale chiuse gli occhi in modo grave, capendo che stesse mentendo.
Stranamente lasciò correre, troppo stizzito per poter anche arrabbiarsi e, afferrata Mugen, si diresse verso l’esterno pronto ad allenarsi.
<< Kanda..? >> questa volta non si girò al richiamo e si limitò a fermarsi in mezzo al corridoio. << Emh... ecco. >> l’altro esitò.
<< Che vuoi? >> berciò.
<< Sai che giorno è oggi? >> Kanda si girò di scatto rivolgendogli un’occhiata severa e austera.
<< No, dovrei? >> chiese in tono di sfida e Jhonny inarcò un sopracciglio lasciando cadere la testa di lato.
<< Bene. >> ringhiò e allora Jhonny socchiuse gli occhi, scosse la testa e se ne andò, lasciando Kanda in mezzo al corridoio con una significativa quanto scettica occhiata.
Non capiva: cosa doveva ricordare nel giorno del quattro giugno?
 
L’indomani non fu meno strano del giorno precedente.
Anche quella mattina di Lavi non vi era stata traccia per tutto il giorno e Kanda si era sentito in dovere di andare a cercare in ogni dove ( preoccupato, però non l’avrebbe mai ammesso ) credendo che il coniglio stesse male.
<< Linalee. >> chiamò quella mattina e la ragazza si irrigidì appena, quasi stesse soppesando quali reazioni mostrare lui.
<< Buongiorno, dormito bene? >>
<< Tu per niente anche oggi. >> fu rapido a notare e la ragazza arrossì leggermente, cercando di nascondere gli occhi arrossati dietro un sorriso composto alla perfezione.
Contro quel sorriso nessuno poteva nulla e Kanda non era certo l’eccezione, bisognava semplicemente prenderlo in contropiede e questo Linalee lo sapeva alla perfezione.
<< Piuttosto ti vedo molto dispotico da ieri: sarà che ti mancano le sue attenzioni? >> osò Linalee e Kanda si stupì, mentre una vocina nelle sua testa annuiva e un’altra ringhiava di frustrazione contro la prima.
<< NO! >> fu troppo veloce a rispondere e Linalee sorrise maliziosa, dicendogli che avrebbe rivisto Lavi al momento giusto e che non si sarebbe dovuto preoccupare.
 A quel punto non restava che continuare ad allenarsi e lo fece da solo, fuori, prendendo come bersaglio uno di quegli alberi dal tronco robusto e resistente, capace di tenere testa ad un’arma divina come l’Innocence.
Kanda gli si abbatté contro con furia, lasciando che i muscoli prendessero a muoversi come macchine, guidandolo in una danza di morte che solo lui conosceva.
Improvvisamente si sentì osservato e s’interruppe girando di scatto la testa, pronto a scattare verso chi aveva osato spiarlo durante gli allenamenti.
Inarcò un sopracciglio nel notare un semplice gatto e fece in tempo a vedere solo un ciuffo di capelli rossi scomparire dalla finestra della biblioteca, prima di vedere un semplice scaffale pieno zeppo di libri.
<< Ba-Kanda, ferma quel gatto! >> urlò Allen da lontano e Kanda aggrottò le sopracciglia, continuando a fissare il gatto, che sembrava pronto a balzare via da qualsiasi parte pur di non rimanere lì, e lo afferrò in un movimento ferino, evitando che lo graffiasse e non commentando al bruciore quando le unghie del felino recisero la pelle.
Allen gli si fermò davanti con il respiro pesante e poggiò le mani sulle ginocchia, chinandosi leggermente in avanti, dicendo lui che il gatto aveva in bocca Timcampy. << Grazie... >> annaspò alla fine e Kanda ringhiò, troppo preso dall’aver notato le strabilianti coincidenze nell’esatto momento in cui  credeva di aver visto Lavi e l’averlo notato nella zona della biblioteca. Troppe.
Infatti lasciò perdere Allen e pestando i piedi si diresse verso la biblioteca, seguito da un Allen curioso e divertito, tenente in braccio un  gatto grasso e flaccido dall’aria annoiata. << Dove vai? >> chiese l’albino e lui sbuffò.
<< Non mi rispondi Ba-Kanda? Stai diventando sordo, oltre che smemorato?! >> ridacchiò Allen con aria sinistra e il corvino si fermò di botto con la schiena ricurva e mani tremanti, venendo avvolto da un’aura nera e poco rassicurante.
Allen s’irrigidì leggermente e strinse il gatto al petto, che sputò fuori il Golem del Generale Cross, ed evitò per tempo un fendente della lama di Kanda. << Ma sei impazzito?! >> urlò nel cadere a terra e lasciare andare il felino che prese a soffiare contro la minaccia.
<< Tu vuoi davvero morire, vero?! >> urlò e dal corridoio apparve Crowley con le sopracciglia aggrottate che li divise immediatamente.
<< Suvvia, invero! Non litigate! >>
<< Tsk! >> ringhiò a denti stretti e se ne andò scrollandosi di dosso Crowley il quale guardò Allen per cercare spiegazioni che non vennero mai date a quella “lite”.
 
La  mattina del terzo giorno, Kanda sentì nell’aria qualcosa di particolare.
Era frizzante e stonava parecchio con l’aria calda di giugno e con il sole accecante che vi era in cielo. Nulla di allarmante, comunque.
Presto o tardi quella situazione sarebbe scomparsa e con lei la voglia matta di vedere il coniglio dai capelli rossi che non vedeva da due...cosa diavolo stava pensando?!
Senza perdere altro tempo decise di entrare dentro la doccia e rilassarsi così da evitare i suoi pensieri. Alle volte lo uccidevano, quelli!
Bastava semplicemente che lui si distraesse un attimo che l’unica figura per lui esistente diveniva Lavi.
E se diveniva Lavi, i suoi rimorsi prendevano a tornare vividi con l’immagine di Alma e della sua donna che ancora non aveva trovato.
Non aveva tempo per innamorarsi ( chi aveva detto che fosse amore? ) ancora, soprattutto di qualcuno che, lo sapeva, li avrebbe lasciati in cambio di informazioni più ghiotte.
Ringhiò a quel pensiero e uscì dalla stanza, alzandosi i capelli in una coda alta, indossando un maglione dal collo alto, lungo e smanicato e il pantalone di una tuta vecchia per stare comodo. Uscì dalla camera solo dopo essersi allacciato Mugen al fianco e andò a mangiare in refettorio.
Il solito chiacchiericcio si spense al suo ingresso nella sala e solo il gruppo degli esorcisti sembrò continuare il loro teatrino. << Tsk. >> sbuffò l’orientale a quel punto e prese il suo vassoio sedendosi poi al fianco di Linalee che sembrava perfettamente riposata e tranquilla, comprendendo nella lista Miranda e Marie, e parlava con Allen di manicaretti e cibi di cui ignorava completamente i sapori.
<< Buongiorno Kanda! >> esultarono tutti con troppa enfasi e alla fine del solito pasto e solito tè, Linalee consegnò lui una busta minuscola e completamente bianca. Quelle buste da cartolina che solitamente hanno un mittente e un destinatario scritto o sul fronte o sul retro.
 In questo caso era bianca.  
Linalee sorrise soddisfatta alla curiosità di Kanda e sorrise. << Come immaginavo... comunque, aprila, no? >> e l’orientale inarcò un sopracciglio, forse troppo accondiscendente nell’eseguire e soprattutto troppo sorpreso per rendersi conto degli sguardi divertiti posati su di lui.
La prima cosa che fece fu chiudere la busta: troppo colorato l’interno per i suoi gusti, impossibile da sventolare ai quattro venti.
La seconda fu quella di riaprirla e cercare qualcosa, uscendo dalla busta una cartolina disegnata a mano, in cui le loro figure ( a partire da Linalee per finire con Komui dall’altro lato ) mostravano sorrisi felici e in una vignetta urlavano “Tanti auguri Kanda!!” e un piccolo bigliettino ripiegato in due con la scritta elegante e raffinata del coniglio in cui vi era scritto “Catch Me ~ ♥” solo per il gusto di farlo arrabbiare.
Ci stavano riuscendo a farlo arrabbiare, comunque.
Di botto alzò la testa e tremò, ricordando quale terribile giorno fosse quello: il suo diciannovesimo compleanno.
Si spiegò molte cose e poi, senza rivolgere un’occhiata in giro, uscì dalla stanza, imprecando quando le persone sorridevano e ridacchiavano soddisfatte al suo passaggio.
Appena uscito dal refettorio notò un bigliettino appuntato al muro e lo lesse, arrossendo. << ‘Yu-chan è proprio carino quando arrossisce.’ >>
Inutile dire che disintegrò il piccolo foglio in pezzettini minuscoli e continuò la sua avanzata verso la biblioteca.
<< AH! Kanda dove credi di andare?! >> fu l’urlo contento di Komui e il corvino cercò di aggirare il Supervisore, senza successo: venne preso per il braccio sinistro e trascinato verso una zona totalmente opposta alla biblioteca.
<< Tch. Lasciami andare! >> ruggì malamente e Komui lo lasciò andare, indicandogli un piccolo tunnel oscurato che portava verso il basso.
<< Questa è una prova di sopravvivenza per i neo diciannovenni, Kanda-kun, organizzata per te! >>
Kanda mostrò i denti e assottigliò gli occhi, pronto ad uccidere ma l’altro lo fermò. << Lo farai perché ho fatto riparare Mugen in pochissimo tempo, dopo la missione a Edo... >> Komui sorrise angelico e si ritrovò a scrollare le spalle. << ...vero? >> finì il Supervisore.
A lui non stette che sospirare e annuire, acquattandosi a quattro zampe per riuscire a passare in quello stretto cunicolo.
Pensò bene di uccidere tutti dopo quell’umiliazione e appena fuori dal tunnel, una piccola e fioca luce mostrò lui che potesse rimettersi in piedi e proseguire... ma quella era ancora la Sede dell’Ordine Oscuro o una casa infestata?
Nel guardarsi intorno Kanda non riuscì a vedere un piccolo buco nel pavimento e quando sentì una presenza alle sue spalle fu troppo tardi: venne spinto e fatto cadere.
Atterrò su qualcosa di morbido e riaprì gli occhi leggermente dolorante.
Li sgranò parecchio e si guardò intorno: l’ambiente oscurato e scaffali illuminati da piccole candele rosse, si trovavano dappertutto in modo tale da creare dei piccoli cerchi concentrici di luce e poi delle tessere, tantissime, tutte messe in fila di un cupo e tetro colore nero. Queste pedine arrivavano anche sopra gli stessi scaffali e tavoli e seguivano una traccia su alcuni libri perfettamente impelagati che andavano a fermarsi davanti ad un piccolo siparietto completamente illuminato da delle candele, dall’altra parte della biblioteca. Si, perché anche se camuffata in quel modo e completamente oscurata, quella era la biblioteca dove solitamente la Sezione Scientifica instaurava delle vere e proprie guerre teologiche.
<< Bello, vero? >> la voce gli perforò i timpani e saltò in aria, sguainando Mugen e puntandola al collo di Lavi.
Un Lavi fresco, frizzante, con l’occhio vispo, un sorriso ampio e sincero stampato in faccia e poggiato al muro nell’angolo più scuro della stanza in modo strafottente.
<< Hai deciso di morire? >> fu il commento freddo di Kanda e Lavi si strinse nelle spalle, per niente intimorito dal gesto e si scusò.
<< Lo so, hai detto che non vuoi che si festeggia il tuo compleanno. Hai anche detto che quei rari casi in cui stiamo insieme non vanno sprecati e... >>
<< Non ho mai detto una cosa del genere. >> affermò subito Kanda e Lavi sorrise, inarcando un sopracciglio.
 << No? >> fu la domanda retorica e Kanda arrossì leggermente distogliendo lo sguardo.
<< No e adesso spiegami che significa tutto questo! >> ruggì, minacciando di recidergli la testa in un colpo solo.
Lavi si mise bene in piedi e avvicinò il collo alla lama, graffiandosi il collo per potergli sfiorare in modo leggero la mano dell’altro.
<< Abbassa l’arma, Yu, ti piacerà come è piaciuto a noi farlo. >>
<< Voi chi? >> sussurrò minaccioso e tese nuovamente l’arma, recidendogli il collo in modo lieve ma comunque visibile.
<< Linalee, Miranda, Fou, Bak, Marie, Link, Jhonny, Reever, Jerry, Allen, Crowley, il Generale Tiedoll, Il Generale Sokaro, il Generale Cloud, Komui... devo andare avanti? >> chiese retorico ancora una volta e Kanda sbuffò, abbassando leggermente l’arma, poiché il sangue del rosso aveva preso a seguire il filo della lama di Mugen.
Lavi sorrise e poggiò la mano sulla spalla dell’orientale, facendolo rivolgere verso lo spettacolo sotto di loro, visto che erano su una specie di impalcatura sopra quello spettacolo. << Pronto? >> sussurrò con emozione e Kanda emise un gesto di stizza. << Avanti Yu-chan! Oggi è il tuo diciannovesimo compleanno! Mica abbiamo organizzato una festa... solo una piccola sorpresa in tuo onore! >>
<< Tsk, come se mi importasse. >> borbottò l’orientale e Lavi lo chiamò un paio di volte per farlo volgere nella sua direzione.
Lo baciò in modo lieve e prima ancora che Kanda potesse ucciderlo gli chiese di fare attenzione.
Lavi attivò un piccolo congegno e si ritrovarono intenti a guardare una piccola biglia seguire un percorso a spirale, superare alcuni lacci e fermarsi contro un piccolo gong, che vibrò. I lacci sciolti fecero muovere alcuni pesi che lanciarono in aria due botti, mentre da una gabbietta prendeva il volo una farfalla blu e andava a posarsi su di un fiore, attivando l’ennesimo congegno, questa volta facendo abbassare il vaso della piantina e partire una freccia con su scritto “I ♥Yu” ( che fece arrossire l’orientale e ridacchiare il rosso ) che prese poi fuoco e fu subito spento da una piccola caraffa d’acqua attivata dal proseguimento della biglia nella sua avanzata, e per ultimo si attivò un piccolo golem, dalle dimensioni di una biglia circa, che con la coda fece muovere il primo tassello.
Kanda trattenne il fiato, affascinato e al contempo desideroso di vedere di più.
Quando i tasselli presero a muoversi sgranò gli occhi nel vedere rappresentate in immagini alcune delle loro avventure e le così varie direzioni che esse stessero prendendo.
Era magnifico, poiché i colori allegri e vivaci delle immagini andavano a perdersi dentro un colore tranquillo che riconobbe subito: il rosa di un fiore di Loto. Il fiore dalla quale era possibile distillare veleno o profumo.
Lo stesso disegno creato dai tasselli era un fiore di loto e, nell’udire il suono simile a quello del mare creato dal continuo cadere e rincorrersi dei pezzi, Kanda trovò la risposta ad una delle sue domande.
La trovò soprattutto quando gli ultimi cadevano e dalla loro spinta facevano avanzare una biglia dorata. Quella andò a toccare un altro piccolo congegno e il siparietto s’allargò lentamente, facendo sgranare gli occhi a Kanda: era un dipinto non tanto grande di tutti loro, fatto in modo meraviglioso.
Lavi sorrise nel vedere lo sguardo meravigliato di Kanda e sorrise di cuore, avvicinandoglisi e prendendo a canticchiare. << Tanti auguri a te... ~ Tanti auguri a te... ~ Tanti auguri caro Yu... ~ Tanti aug- >> peccato che Kanda sollevò nuovamente la fidata katana e la puntò alla gola del rosso.
Nella sorpresa del gesto Lavi perse l’equilibrio e cadde in ginocchio davanti all’orientale che non aveva abbassato l’arma, e sudò freddo, pensando alle più orribili delle torture.
<< Yu-chan..? >> sussurrò non sentendo dolore.
<< Ti odio... >> ammise Kanda.
Lasciò cadere la lama senza guardare in faccia il rosso, nascondendo gli occhi dietro la frangia lunga e gli si avvicinò quel tanto che bastava per sovrastarlo del tutto. Lavi provò a rimettersi in piedi ma le mani di Kanda, libere da Mugen, glielo impedirono, ancorandolo in modo fisso con le ginocchia al suolo ma con il busto capace di rimanere diritto e rigido.
<< Stupido coniglio ti odio e ti farò a fettine. >> mormorò ancora Kanda e Lavi sorrise, decidendo di accettare quella forma di confessione e abbracciare Kanda all’altezza dei fianchi, poggiando la guancia destra contro la pancia, così da poterlo guardare di sottecchi.
Kanda a quel punto alzò la testa per evitare l’unico occhio verde del rosso e rimasero fermi in quella posizione per molto.
<< Ti odio davvero tanto. >> sussurrò in aria e Lavi strinse la presa, sorridente.
<< Anche io, davvero, davvero tanto. >> rispose in tono dolce Lavi e Kanda emise un gesto di stizza, rimanendo comunque in quella posizione strana ma intensa.
La vita di Kanda era un domino.
Un domino compromesso dalle emozioni e dai ricordi del passato e del presente, condizionando anche le scelte per il futuro, che aveva in sé il suono scrosciante di mille e più tasselli di legno a formare ciò che si è e sarà e dal calore di uno strano abbraccio, dato dalla persona che in qualche modo è sempre stata importante.
 
<< Yu-chan... >> sussurrò leggermente Lavi dopo quasi venti minuti in quella posizione e Kanda grugnì, facendogli intuire di continuare. << Non mi sento più le gambe... >> gemette Lavi e Kanda cercò di non sorridere.
<< Idiota. >>



 

   
 
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