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Autore: we_are_infinite1899    24/02/2013    0 recensioni
Lis è una semplice ragazza di 15 anni, che vive insieme alla madre e al fratellino nel lussuoso e ricco Distretto 1. Ma perchè proprio la notte prima della mietitura è così agitata? Perchè è così diversa dagli altri abitanti dell'1? Al contrario di molti suoi coabitanti, per Lis, i giochi sono solo uno stratagemma per uccidere la gente. Odia i favoriti dell'1, del 2 e del 4. Odia gli Hunger Games.
Ma tutto cambia la mattina della mietitura.
Genere: Avventura, Azione, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 1
Il giorno della mietitura
 
 
Osservo i giochi di luce che manda la fiammella della lampada ad olio sul soffitto.
Ombre, riflessi, macchie, che cambiano forma e consistenza in continuazione.
Come ogni anno, non riesco mai a dormire la notte prima della mietitura. Osservo il volto rilassato di mio fratello.  Rey ha solo 13 anni, ma pure essendo più piccolo di me di due, dimostra più saggezza di un adulto.
Non sembra per niente preoccupato, lì, nel letto affianco al mio. Io ho il cuore a mille, non riesco a capacitarmi che domani potrei essere sorteggiata. Ho solo 15 anni.
Odio ammetterlo, ma sono nel distretto 1. Insomma, il distretto più fortunato di Panem. Costruiamo robe di lusso per la gente di Capitol City, abiti, scarpe, gioielli, mobili costosi e altro ancora.
Insomma, non dovrei essere preoccupata. Sono tra i distretti favoriti insieme al 2 e al 4.
Poi penso che tutti quello che sto dicendo non ha senso. Perché dovrebbero esserci distretti favoriti? Potremmo sì, vincere, ma potremmo anche essere benissimo uccisi.
Ed è solo perché siamo i tre distretti in condizioni migliori di tutta Panem. A volte vorrei scappare, andare via da questo frivolo distretto fatto di gioielli, fiocchi rosa e scarpe con tacchi vertiginosi. Mi piacerebbe vivere nel 4, dove c’è il mare. O ancora nel 3, o nel  5. Anche l’11.
Molti mi trovano strana perché non riesco ad apprezzare i favori e il lusso che ci offre Capitol City. Be, la cosa è semplice. Non posso.
Ho visto immagini di altri distretti, il 12 sembra una discarica, nell’11 la sorveglianza è estrema. Da noi non esistono fili spinati o cose del genere, anche se i pacificatori rimangono sempre persone antipatiche e severe. E mi domando il perché? Perché noi sì e loro no?
Non so che pensare. Nel 2 addirittura ci sono volontari, che attendono solo di entrare nell’arena per fare casino e uccidere tutti.
E mentre mi lascio trasportare dai pensieri, finalmente mi addormento.
 
-          Lis!! Lis! Svegliati! -
La voce di mio fratello riecheggia nella stanza.
Apro gli occhi. La mietitura.
 La gente pensa che le persone dei distretti favoriti aspettino questo momento da tempo, per offrirsi volontari. Be, non so nel 2 o nel 4 o nel resto del distretto 1, ma io sono di pessimo umore.
Mia madre fa eco dalla cucina di fare colazione. Mentre arrivo a tavola vedo la foto di mio padre posizionata  in uno scaffale nel corridoio.
E’ morto quando avevo 7 anni. Ray 6.
Una malattia gravissima che, pur avendo a disposizione parte dei sofisticati medicinali di Capitol City, i medici non sono riusciti a curare. Non ricordo molto di lui. Una voce dolce, i capelli ricci e castani chiari. I modi gentili con la gente.
Dopo aver trangugiato colazione senza un minimo di appetito mi chiudo in bagno per cambiarmi.
Il mio vestito per la mietitura è color lavanda, lungo e semplice, con le spalline sottili e con i bordi ricamati. Non voglio saperne delle mode di Capitol City.
Mezz’ora dopo siamo tutti pronti. Mia madre mi ha pettinato in modo che i capelli mi scendano leggeri sulla spalla destra, tenuti fermi da un pettine a forma di libellula.
Mi osservo allo specchio. I capelli castano chiaro, con quei soliti riflessi ambrati. Gli occhi verde smeraldo, ereditati da mia madre. Insomma, sì, il tutto è molto, molto bello.
Mio fratello invece si è messo un completo grigio chiaro e si è tirato i capelli color miele all’indietro, come si usa tra maschi in questo periodo.
 
Un’ora dopo, alle 10 precise scendiamo tutti in piazza, davanti al Palazzo di Giustizia dove abita il sindaco Mynner. Un uomo sulla cinquantina con i capelli leggermente grigi   e gli occhi neri.
Ci raduniamo come sempre per ordine d’età, i più piccoli davanti, i più grandi dietro. Mentre mi dirigo alla linea dei 15, noto i volti tristi della linea 12, e più in là, quelli rassegnati dei diciottenni.
“Ancora 3 anni” mi dico, “3 anni e questa tortura finirà…”
Clio, la nostra presentatrice, comincia a parlare:
-          Benvenuti, signori e signore del distretto 1! Come sempre è un onore essere la  presentatrice di un distretto così importante come il vostro! Felice 2° Edizione della Memoria dei  50° Hunger Games!
Dimenticavo. E’ l’edizione della Memoria, che si svolge ogni 25 anni, sempre con una sorpresa diversa. Nella prima edizione, gli strateghi avevano inventato un’arena che, quando volevano loro, poteva far spostare la Cornucopia, i boschi, i laghi… in modo che i tributi perdessero il senso dell’orientamento e quando credevano di essere in un punto in realtà erano in un altro.
Clio fa un attimo di pausa.
-          Ora diamo la parola al nostro amato sindaco Mynner!
Il sindaco Mynner si alza dalla sedia affianco al microfono, e con indifferenza inizia a fare un lungo e noioso discorso sulla storia di Panem, di Capitol City, della distruzione del distretto 13 e dell’arresa degl’altri 12 distretti. Poi si mette a parlare degli Hunger Games, e dell’Edizione della Memoria finche non restituisce il microfono a Clio.
Osservo i suoi tacchi vertiginosi, il vestito rosso fuoco fatto a tubo, i tatuaggi argentati sulle braccia, e quella strana parrucca azzurra completamente riccioluta e selvaggia. Afferra con naturalezza il microfono e continua il suo discorso:
-          Bene, è il momento di scegliere i tributi che parteciperanno agli Hunger Games! Prima le signore! 
Delle unghie smaltate di viola si introducono dentro quella grande boccia di vetro che contiene i nomi di tutte le femmine dai 12 ai 18 anni del distretto 1. Il mio nome è scritto 8 volte.
Lis Reeshwood.
Mi giro intorno. Molte ragazze sono ansiose, altre hanno aria di sfida, altre ancora sono tranquille.
Dall’altra parte della piazza scorgo la testa di mio fratello.
Sospiro.
La mano di Clio dopo vari secondi di indecisione pesca il biglietto. Lo scarta lentamente, con aria quasi divertita.
Trattengo il fiato, il cuore comincia a martellarmi in petto, quando Clio annuncia:
-          Il tributo femmina del distretto 1 è… Lis Reeshwood!
Il petto smette per un secondo di martellarmi.
Mi guardo in torno, non capendo bene che stia succedendo, aspettando che questa Lis esca fuori dal pubblico e salga sul palco. Poi mi rendo conto che hanno sorteggiato me. Me.
I volti sono puntati su di me. Da lontano sento il gemito di mio fratello che si volta per vedermi.
I piedi camminano da soli, e cercando di mantenere la calma, mi avvicino al palco, scortata da due pacificatori.
-          Benvenuta Lis! -  annuncia in tono cordiale la presentatrice dalla parrucca azzurra.
Sul palco, la gente che mi fissa, mia madre che mi guarda con aria sofferente, il volto di mio fratello…
-          Ci sono volontarie? - dice ancora Clio.
Nessuno si va avanti. Non è raro avere volontari nell’1 ma neanche così tanto comune. E in fondo me lo immaginavo: come Edizione della Memoria quell’odioso presidente Snow ha dichiarato che armi, cibo, oggetti utili per sopravvivere saranno la metà di quelli che l’arena fornisce di solito.
Sarà più facile morire di fame che venir uccisi.
Ho le lacrime agli occhi, ma non devo assolutamente piangere. So già che morirò.
-          E ora è il turno dei maschi! –
Clio prende un altro nome dalla boccia alla sua destra, e quando lo scarta ha un fremito.
-          Il secondo tributo è… Rey Reeshwood!
  
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