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Autore: koorime    24/02/2013    4 recensioni
Poi è diventato papà e Halloween ha cominciato ad assumere tutt’altro significato.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Titolo

Titolo: Over the Rainbow
Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Dean Winchester, Castiel, Joanne Marshmallow Winchester (OC)
Rating: Pg
Charapter: 1/1
Beta: neerapendragon
Words: 1315 (fiumidiparole)
Genere: commedia
Warning: pre-slash, AU, sequel di The Family Business
Summary: Poi è diventato papà e Halloween ha cominciato ad assumere tutt’altro significato.
Note: Scritta per la Quinta settimana del Cow-T 3 di maridichallenge sul prompt “maschera”.

DISCLAIMER: vorrei tanto possedere Castiel, ma no, né lui né nessun altro mi appartiene .__. Neanche Dean, no *sigh*

 

 

Dean ha sempre adorato mascherarsi, fingere di essere qualcun altro, magari un cowboy solitario uscito da un film di Eastwood o un Ghostbuster. Una volta si è anche vestito da pompiere e ha passato la sera a proporre a perfette sconosciute se erano state loro a chiamarlo. Se ricorda bene, è stata proprio quella volta che è ha conosciuto Madison, l’unica che abbia riso e che gli abbia detto che era l’approccio più imbarazzante della serata – ma che gli aveva comunque dato il suo numero, perché diceva che quel completo gli stava divinamente.

Poi è diventato papà e Halloween ha cominciato ad assumere tutt’altro significato.

Joanne adora Halloween e già quando era una cosina piccola e rugosetta, con solo qualche mese di vita, fissava instancabile i costumi che le sfilavano davanti al musetto, allungando le manine nel tentativo di afferrare stoffe e maschere – e infilarsi in bocca tutto il possibile. Crescendo ha cominciato a chiedere di travestirsi da questo o quel supereroe, da questa o quella fiaba, fin dai primi di marzo e facendo ridere lui e Sam, perché «Marshmallow, mancano mesi ad Halloween, non ti sembra un po’ presto per pensarci?»

Lei però scuote puntualmente la testa, un piccolo broncio a renderla assolutamente adorabile, e afferma: «No! Così possiamo farlo bene!» Ovviamente quel mister perfettivo che è suo fratello è sempre stato fregato a questa risposta, quindi lui si è sempre ritrovato, pochi minuti dopo, seduto al tavolo con gli altri due a studiare il modo migliore per rendere i costumi.

Perché, ecco, un’altra cosa che Joanne adora sono i costumi a tema e coordinati – e lui è troppo fottuto dal suo sorriso per dirle di no. Quindi, anche quest’anno, si ritrova a fissare la sua immagine riflessa nello specchio e a chiedersi se il costume resisterà a un’intera serata di camminate e rincorse per il quartiere – e perché diavolo sia così scomodo avere la coda.

«Papà?» Dean si volta e sorride a Joanne, ferma sulla porta della camera, perfetta nel suo vestitino azzurro, le scarpette rosse che risaltano ai suoi piedini e i piccoli fiocchi azzurri che chiudono le due trecce bionde – sistematele da Jessica.

«Ehi, Dorothy, fatti guardare» le sorride, facendo un circoletto in aria con il dito. Joanne non se lo fa ripetere e fa un giro su se stessa con una risatina, concludendo poi con un piccolo inchino un po’ traballante. «Bellissima» dice, guadagnandosi un sorriso entusiasta, «ma dov’è Toto?»

«Toto ha perso un orecchio e lo zio Sam lo sta curando»

«Allora vieni qui e dammi una mano con questa» dice, accovacciandosi davanti a lei e porgendole una parrucca marrone e spelacchiata. China la testa e lascia che sua figlia gliela sistemi in testa, tutta espressione concentrata e tensione per restare in equilibrio sulle punte. Quando lei fa un passetto indietro e lo guarda, con le manine sui fianchi, sorridendo poi soddisfatta, lui dà un’occhiata veloce allo specchio e le chiede: «Come sto?»

Joanne gli si lancia tra le braccia, aggrappandosi al suo collo. «Il Leone Codardo più bello di tuuuutto l’universo» afferma, sistemandoglisi contro il petto, quando lui la stringe e si alza in piedi.

«Okay, andiamo a vedere come sta il tuo Toto?» le propone, vedendola annuire.

Sam è al piano di sotto, seduto al tavolo della cucina, con la paglia che gli spunta dalle maniche del vestito e, più corta, dal colletto, il cappello da Spaventapasseri abbandonato accanto a lui, mentre si rigira il cane di pezza tra le mani e ne saggia le cuciture.

«Toto!» urla Joanne, la testolina poggiata contro la sua spalla e una manina tesa verso il pupazzo. Sam sorride e glielo passa, alzandosi poi in piedi.

«Ora dovrebbe tenere, ma tu proteggilo, okay?» le dice e lei risponde «sì» stringendoselo subito al petto. Sam sorride e le da un bacio appena in tempo, perché poi qualcuno suona al campanello e lei si agita e sguscia dalla presa di Dean e corre ad aprire, Toto sempre stretto a lei.

«Chi è?» domanda, ma già aprendo la porta e facendo ridere Dean, che l’ha seguita, perché non crede riuscirà mai a non seguirla con lo sguardo per accertarsi che stia bene, anche quando sarà grande e indipendente.

Davanti a loro c’è l’Uomo di Latta più carino che Dean abbia mai visto – e okay, non lo ammetterà mai ad alta voce, ma ormai il pensiero gli è scappato, quindi deve solo fingere che gli dia fastidio averlo pensato.

«Ehi, Cas» fa un mezzo sorriso, alzando una mano in saluto e vedendosi rispondere con un educato cenno del capo.

«Cas!» urla Joanne, saltellandogli tra i piedi. «Guarda cosa ha fatto zio Sammy!» aggiunge, agitandogli il povero Toto davanti. Castiel sorride e fa una carezza a lei e al pupazzo.

«È un cagnolino bellissimo, Marshmallow» dice e a Dean scappa una sorriso, nel sentirlo chiamare sua figlia con quel soprannome. Non lo sa che diavolo c’è tra lui e Cas – non vuole saperlo, per ora, a dirla tutta – ma sembra che Joanne lo abbia, ormai a tutti gli effetti, accolto in famiglia e, dannazione, chi è lui per dirle di no? Quindi lui e Cas continuano a uscire per una birra insieme quasi tutte le settimane, portano Joanne al parco, le leggono favole e si prestano a vestirsi in coordinato per Halloween. Praticamente fanno tutto quello che fanno una normale coppia di genitori, senza però la parte fisica e sessuale – e Dean non è sicuro se la cosa gli dispiaccia o meno, ecco.

«Papà, dolcetto o scherzetto!» lo richiama sua figlia, tirandogli una mano – zampa.

«Okay, allora vai a chiamare Jessica» le dice, guardandola poi scappare verso le scale. Sam, accanto a loro, ridacchia e poi gli lancia un’occhiata, prima di raggiungerla in poche mastodontiche falcate.

«Ehi, aspettami, Joanne!»

Rimasti soli, Dean torna con gli occhi su Castiel, ancora fermo sulla porta di casa, un sorriso ad ammorbidirgli le labbra piene. Dean si ritrova a leccarsi le sue, attirando così l’attenzione dell’altro su di esse.

Cazzo.

«Vuoi sederti, nel frattempo?» gli offre, chiudendo finalmente la porta, lasciata aperta dalla bambina. Castiel fa un passo in più per sposarsi dall’ingresso, finendo così involontariamente nel suo spazio personale. Del tutto involontario, ne è certo, davvero. È capitato così tante volte in quegli ultimi mesi, che ormai Dean quasi non ci fa più caso – quasi. «Uhm» dice, intelligentemente, a un soffio da lui, con quel paio d’occhi assurdi che lo scrutano e sembrano volergli parlare. Gli danno le vertigini, dannazione.

Lo scalpiccio per le scale e il chiacchiericcio degli altri gli danno la spinta per fare un passo indietro e riuscire, finalmente, a staccarsi dallo sguardo dell’altro, sorridendo a sua figlia che gli corre in contro.

«Ehi, Marshmallow, la Strega Buona del Nord è pronta?» La bambina annuisce aggrappata alle sue gambe e poi si volta e corre verso Jessica, che sta scendendo gli ultimi scalini, aiutata da Sam, a causa dell’abito lungo che minaccia di farla inciampare. «Okay, direi di andare» dice, afferrando il cestino per i dolci e aprendo la porta.

Joanne corre accanto a lui, agganciandosi il cestino nell’incavo del gomito e infilandoci il cagnolino di pezza dentro, così da poter stringere la mano sia a lui che a Castiel.

Il quartiere brulica già di ragazzi travestiti che si rincorrono, facendosi scherzi, e bambini che, con timido coraggio, si allontanano dalle proprie famiglie di pochi passi, presi dall’entusiasmo della festa. L’aria è fresca, ma c’è talmente tanta gente per strada che nessuno si preoccupa delle temperature, tutti troppo presi ad assaporare la magia di una zucca intagliata e la risata stridula di una strega appesa sul portico di casa.

Il sole sta lentamente tramontando e Dean viene da canticchiare la musichetta de Il mago di Oz, chiedendosi che immagine assurda devono dare tutti e cinque. Poi Castiel intona Over the Rainbow[1] e lui chiude gli occhi, per un attimo, e sorride, felice. 

Fine.

   
 
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