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Autore: _Crisalide_    24/02/2013    1 recensioni
[SPOILER 4X15]
Jeremy è morto. Ma Elena inizialmente non vuole crederci, si ostina a non crederci.
Attraverso le fasi del lutto, ecco come (secondo me), affronta la morte del proprio fratello.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elena Gilbert, Jeremy Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Shot Jeremy/Elena

Le cinque fasi del lutto

                                                                                                  "Humanity means nothing when you haven't anyone to care about"

Rifiuto:
“Jeremy!” Lo urli con tutto il fiato che hai in gola, mentre ti avvicini al corpo senza vita di tuo fratello. Non ti curi che sia sporco di sangue, non hai paura di perdere il controllo alla vista di quel rosso che cola sul viso di Jeremy, che macchia i suoi vestiti e i tuoi. Ora tutto ruota intorno a lui, a lui che ora stringi tra le tue braccia, a lui che lo culli proprio come quando facevi da bambina.  A lui che avresti sacrificato la tua stessa vita per salvare la sua. Disperata vai alla ricerca di quell’anello e in te si accende un piccolo barlume di speranza, mentre tieni stretta la sua mano. “Starai bene, ok? L’anello ti porterà indietro. Starai bene.”
Lo ripeti, con le lacrime agli occhi. Vuoi convincere te, Jeremy e Stefan che ti guarda, in silenzio. Si sente impotente ora Stefan, ha paura di dire o fare qualcosa, ha paura di dirti quello che nel profondo del tuo cuore sai anche tu. Ma che non vuoi crederci.
E ti aggrappi a quell’anello che più volte lo ha salvato. Come un’ancora di salvezza, una scialuppa nel mezzo di un mare in tempesta, lo afferri velocemente, prima di sprofondare nel buio. Prima che tutto diventi nero.
Ora lo hai portato a casa, insieme a Stefan. Anche se non puoi vederlo, percepisci l’occhiata che lui lancia a Caroline, che guarda la scena sconvolta. La tua migliore amica, che ha visto Jeremy crescere, fissa prima tuo fratello poi Stefan. E capisce. E si sente crollare, proprio come te.
Proprio come te che ora, seduta sul letto accanto a lui, tenendo ancora la mano stretta alla tua, lo guardi amorevolmente. Aspettando un segno, un sorriso da parte sua. Aspettando di potergli parlare, di piangere di gioia e poi scoppierete a ridere. Ti saresti presa cura di lui, mangerete gelato e magari giocherete con la sua Xbox, nonostante tu sia sempre stata negata con quei video giochi. Tutto si aggiusterà.
 
Rabbia:
Riesci a sentire le loro voci provenienti dalla cucina, anche se c’è lo scroscio dell’acqua, probabilmente hanno aperto il rubinetto, proprio per non farti sentire. E allora scendi giù e inizi a parlare; inizi a dire la tua, che sapevi sì del fatto che l’anello non funzioni più, ma lo hai visto. Lo hanno visto anche Stefan, Caroline..il tatuaggio, quel maledetto tatuaggio è sparito. E allora lo speri, lo speri che sia tornato normale e che l’anello abbia magari fatto il suo “dovere.” E se così non sarebbe stato, allora Bonnie, l’altra tua migliore amica, lo avrebbe riportato da te. Lo ha sempre fatto.
La bionda fa per dire qualcosa ma tu la fermi: non vuoi perdere la speranza, non puoi perderla. Sei ostinata, lo sei sempre stata, anche quando tutto ti sembra difficile, la speranza è quella che ti fa andare avanti. Che ti ha sempre fatto andare avanti.
Ora sei nella tua camera: sul letto c’è il tuo diario, fai un piccolo sorriso per tutte quelle volte che lo hai nascosto per evitare che Jer leggesse, che leggesse quel mondo che stavi scoprendo dopo aver conosciuto Stefan e Damon. Quello stesso mondo che ora lo ha ucciso, che ha ucciso le persone che ami. Che ha ucciso te.
C’è  Meredith nella stanza di Jeremy. Controlla il battito sul polso e tu le dici che non troverebbe nessun segno vitale. Lo sai perché succedeva sempre ad Alaric. E ti ricordi che perse la testa, diventando un altro e non vuoi che accada la stessa cosa a tuo fratello.
Meredith però ti sbatte in faccia quella cruda realtà: è morto, non ha più sangue nel suo corpo, che adesso deve portarlo in obitorio ma tu sei irremovibile e le urli contro, scaraventandola addosso al muro. Stefan ti blocca ma tu continui ad urlare, le rinfacci del fatto che ora sei vampiro anche a causa sua. E chiedi ancora di Bonnie, hai bisogno della tua amica, l’unica che può aiutarti.
E poi senti la sua voce. Quella di Matt che è appena entrato in camera e quando vede il suo migliore amico inerme sul letto sta per scoppiare in un pianto disperato. Ma tu, correndo verso di lui, lo rassicuri, lo abbracci forte forte e lo rassicuri. Gli prometti che Bonnie sarebbe arrivata presto e che tutto sarebbe andato bene.
 
Autorecriminazione:
Quando Matt ti ha portata nel”covo dei drogati”, facendoti scoprire quei nomi incisi sul muro di Vicki e di Jeremy, ti sei sentita in colpa. Insomma tutto è iniziato con te, tutti alla fine sono morti a causa tua. E poi il tuo amico ti dice qualcosa, che in questa città così assurda, in questa città che con sé porta solo sofferenze, è un bene avere speranza.
Lui l’ha avuta quando è morta Vicki, sua sorella, nonostante tutto. E capisci che tu non devi perderla. E ora sei li, seduta a tavola, insieme a Bonnie, Matt e Caroline, che parlano di un modo per riportare indietro Jeremy
Per riportare indietro tua zia Jenna, Alaric, Vicki. Ma tu all’improvviso non li senti più: un attimo prima avevi fiducia, speranza ma ora? Ora cosa provi?
Ti sei annullata, non ascolti Caroline che urla a Bonnie, non ascolti la Bennet che assicura di poterlo fare, niente
Sei all’improvviso consapevole. Sei consapevole di ciò che sta succedendo, come se il tuo cervello avesse ripreso a funzionare, facendoti vedere realmente come stanno le cose.
“Jeremy…è morto”.
Così rispondi al telefono ad April, che cerca Jeremy. Glielo dici in modo quasi meccanico, come se quelle parole fossero li davanti a te e tu le hai dovute ripetere.
E poi ritorni da Jeremy: lentamente togli la coperta che copre il suo volto e trattiene un urlo, spalancando gli occhi.
Senti la voce di Damon, che ti ha raggiunta e tu ti volti, in lacrime.
“E’ morto. “
Lo ridici ancora una volta e il vampiro moro si avvicina cauto a te. Lo senti dire che può aiutarti e tu gli chiedi come?
Come può aiutarti? Come può aiutarti a reprimere tutto il dolore che hai dentro, che ti consuma, che ti lacera l’anima?
Cerchi di calmarti e chiedi a Damon di portarlo giù.
Perché ora tu sai cosa fare.
 
Depressione:
Sei alla ricerca di qualcosa in cucina, sbattendo nervosamente i mobili, ignorando Stefan, ignorando Caroline e alla fine trovi quello che cerchi. Un flacone di detersivo. E lo cospargi per tutta la casa.
Non vuoi che la gente indaghi su cosa ci sia sotto la morte di Jeremy Gilbert. Ti ricordi di quando alla commemorazione di Carol Lockwood, Tyler è andato via, stanco di sentire tutte quelle cose false su sua madre.
E in quel momento lo capisci: non vuoi che la morte di tuo fratello venga infangata così, che magari avrebbero dato la causa ai soliti attacchi di animali o una caduta dalle scale.
Stefan ti supplica di smetterla ma tu lo guardi: perché? Perché smetterla quando la verità è una sola?
La verità è che tu non vuoi vivere in quella casa, circondata da ricordi.
Non vuoi vedere quei disegni su cui cospargi altro liquido, non vuoi vedere quella Xbox che scaraventi a terra con un calcio. E prendi poi l’ultima bottiglia di bourbon: l’hai lasciata li apposta, forse per ricordarti di Alaric e inizi a svuotarla, guardando Damon.
Gli chiedi se lui avrebbe voluto il suo amico indietro, insieme alle altre creature soprannaturali morte. Chiedi ai tre vampiri se lo farebbero: riportare indietro i loro cari.
“Lo faresti Damon? Perché io no..”
Continui in lacrime, versando ancora liquido, stavolta su Jeremy che giace sul divano; gli sfili l’anello e in quel momento ti chiedi se questo ti rende una persona cattiva.
Forse sì, o forse no, non ne hai idea.
“Non ne ha più bisogno.”
Dici queste parole, lanciando l’anello a Damon che ti guarda senza sapere cosa fare o dire, così come Stefan, così come Caroline. La senti piangere Caroline, le fai paura, sei irriconoscibile.
Il dolore della perdita ti rende irriconoscibile Elena, tu questo lo sai ma non ti importa, continui ad urlare, a gettare le cose a terra, a cospargere la tua casa o meglio quella che una volta definivi casa, di bourbon.
“Non c’è più posto nel cimitero per la mia famiglia, Caroline!”
Urli, lanciando quella foto che ritrae te e tuo fratello e prendendo poi un fiammifero che accendi; Stefan ti dice di non farlo, capisce cosa tu voglia fare ma tu lo fermi.
“Non c’è più posto per me qui, Stefan! Ogni  singolo angolo di questa casa è pieno di ricordi delle persone che amo e che sono morte. I miei genitori, Jenna, Alaric, Jeremy, John. Perfino John! Insomma cosa dovrei fare..io non ci riesco, non riesco a..”
Lo senti, lo senti il dolore, amplificato al massimo a causa del tuo essere. Il dolore che non ti fa respirare, il dolore che fa tremare ogni tuo muscolo, ogni tua cellula del tuo corpo. Ti cade il fiammifero ma Damon prontamente lo prende, spegnendolo nel suo pugno.
Ti chiede di calmarti ma tu non ce la fai, è troppo per te. E ti accasci a terra, piangendo, implorando loro di aiutarti, di farlo smettere.
“Per favore fallo smettere, fa male. Fa male.”
Scoppi a piangere, liberi quel pianto che per tutta la giornata hai tenuto dentro. Lo liberi, tra le braccia di Damon,  che ti sussurra piano che può aiutarti. Carezzando i tuoi capelli, lui  ti assicura che ti aiuterà. E tu lo guardi, lo guardi in lacrime, ti perdi nei suoi occhi azzurri e gli chiedi..
“Come?”
“Spegnilo. Spegnilo e tutto sparirà.” Lo guardi ancora, in silenzio mentre lui ti sfiora il viso. Ti senti quasi calma, mentre continui ad ascoltarlo. “Spegnilo. E’ questo ciò che devi fare. E’ questo ciò che voglio che tu faccia. Spegnilo, Elena.”
 
Accettazione:
Vuota.
Ecco come ti senti ora, guardando quella cornice rotta che hai gettato poco fa. Sei vuota, fredda e decisa su ciò che devi fare. Prendi quindi un altro fiammifero e lo sfregi contro il camino, accendendolo. Damon ti dice di non farlo, che non c’è bisogno, che troverete una copertura.
Ma tu sei irremovibile, è la cosa migliore pensi e poi nessuno avrebbe fatto domande.
“Ok, se bruci la casa, sarà perduta.” A parlare è Stefan: è buffo no? Avete passato giorni ad evitarvi, a litigare e ora eccolo li, a cercare di calmarti, di evitare che tu faccia degli errori, proprio come faceva un tempo. “E se un giorno, quando tutto sarà finito, vorrai tornare di nuovo a casa?”
“Non vorrò”
E’ la tua risposta: semplice e tagliente. E mentre dici quelle due parole, getti il fiammifero a terra.
Esci da casa, seguita da entrambi i fratelli, senza neanche voltarti a vedere quei ricordi che fanno male, diventare cenere.
Jeremy, i suoi disegni, la sua Xbox.
Le foto, le chiacchierate con i tuoi genitori, con Jenna, le tue amiche.
E poi eccolo li, il tuo diario. Quelle parole piene di paura, di angoscia, le tue domande senza risposta. I tuoi sogni, i tuoi desideri. Quei fogli prendono fuoco.
Una volta Stefan, la prima volta che lo hai invitato a casa, ti ha detto che i ricordi sono importanti.
Eppure ora eccoli li. Bruciare. E poi spegnersi.
Insieme alla tua umanità.

Non so che dire su questa shot: è venuta così, all'improvviso, riguardando la puntata e ispirandomi all'episodio di OTH, quello della morte di Keith, che si intitolava propèrio le fasi del ltto.
Spero vi piaccia, di avervi almeno emozionato un pò(?)
Enjoy!

 

  
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