Disclaimer: Non conosco i My Chemical Romance,
né intendo insultarli in qualche modo con questo scritto. Quanto segue è la
pura e semplice immaginazione di una devota fangirl che non ci guadagna un
assoluto niente.
Why then?
« Potresti spiegarmi perché ti comporti così? »
Gerard si volta verso la porta della minuscola toilette
del tour bus, che ricordava di aver lasciato chiusa. Una mano è sospesa a
mezz’aria a reggere una matita nera e un sopracciglio è alzato ad indicare sentito
stupore, mentre guarda Frank che, braccia conserte e sguardo bellicoso, lo
fissa appoggiato pesantemente alla cornice della porta.
Sbatte le palpebre un paio di volte. « Prego? »
Frank assume un cipiglio più severo, ma non dice nulla.
Gerard alza un sopracciglio, interrogativo, ma il silenzio persiste; dopo un
paio di minuti di scambio di occhiate si volta di nuovo verso lo specchio,
ancora vagamente perplesso, e fa per avvicinare la matita all’occhio destro per
dare gli ultimi ritocchi.
Frank, improvvisamente dietro di lui, lo strattona con
forza ad una spalla per voltarlo senza complimenti. Gerard lancia un gridolino
piuttosto stupido e si fa sfuggire dalle mani la matita con cui a momenti non
si cavava un occhio. « Dio, Frank, volevi farmi diventare orbo o cosa?! »
« Allora? »
Gerard, spaesato (nonché irritato), lo fissa. Frank gli
sta ancora stringendo la spalla, e sembra seriamente arrabbiato o offeso per
qualcosa che - evidentemente - sembra essere colpa sua. Come sempre di prima
mattina indossa solo i pantaloni del pigiama, quest’oggi accostati a dei
calzini di un accecante arancione. Come sempre, ha i capelli legati alla buona
in un piccolo codino, che serve a ben poco visti i molti ciuffi ribelli che
spuntano un po’ da ogni parte. Come sempre, si sta comportando come un cretino.
« Vorresti essere così gentile da spiegarti, Frankie? »
mormora infine, arrendendosi all’evidenza che sta per imbarcarsi in una
conversazione potenzialmente pericolosa, sicuramente lunga, e palesemente senza
senso.
Frank fa una specie di grugnito e si degna infine di
rispondere. « Ti stai comportando da carogna, Gee. »
Gerard non può far altro che sbattere nuovamente le
palpebre.
Frank sbuffa, irritato dallo sfoggio di tanta poca
perspicacia. « Durante i live, Gee.
Continui a trattarmi come una scocciatura. »
« In cosa- quand’è che ti avrei trattato come- …eh? »
La stretta sulla spalla di Gerard si fa più ferrea. « Mi
sembra chiaro, Gee, visto che continui a scacciarmi via ogni volta che mi avvicino.
» Occhiata astiosa.
Gerard sostiene quello sguardo accusatore, cercando di
capire se ha capito di cosa stanno parlando. Sì, ha capito.
« Frank, » tenta, conciliante « sono costretto a
staccarti, io durante i live… sai, canto. Ed è difficile farlo se tu tenti di
infilarti nei miei pantaloni… »
Frank si gonfia d’indignazione e lascia la spalla di
Gerard, ma solo per piazzargli un dito minaccioso ad un centimetro dalla
faccia. « Primo: non ho mai tentato di infilarmi nei tuoi pantaloni! Secondo! Tu
non mi stacchi, tu mi tiri una manata in pieno petto, quando non in faccia, e
mi lanci dall’altra parte del palco! »
Gerard sbarra gli occhi e si rende conto che Frank è
davvero arrabbiato. Frank non urla di solito - Frank è allegro solare e rumoroso, ma non urla. Solo quando è
infuriato si lascia andare e alza il tono, probabilmente senza rendersene
conto. Come non si rende conto del broncio che assume e che è sinceramente
ridicolo ma allo stesso tempo sembra sempre appropriato alla situazione, del modo
in cui la sua fronte si contrae o della piega che prendono le labbra… Gerard si
sta distraendo fin troppo.
« Adesso non esagerare, per favore. » replica, suonando
più acido di quanto vorrebbe.
« Io non sto esagerando, Gerard! È pura e semplice
evidenza che mi scacci quando tento di baciarti! »
« Dio, Frank! Come pretendi che riesca a cantare - perché,
sai, è quello per cui ci pagano - con
te che mi infili due metri di lingua in gola? Che mi ti strusci addosso senza
ritegno mentre io tento di fare uno
spettacolo decente! »
Okay, forse ha esagerato un po’. Un po’ tanto. Frank
assottiglia gli occhi e abbandona ogni parvenza di belligeranza, anche se il
tono con cui parla subito dopo è la chiara prova che sì, se l’è presa sul
serio. « Se non ti andava che ti baciassi in pubblico bastava dirlo, Gerard. »
E senza aggiungere altro va verso la porta.
« Oh Cristo, Frankie, non intendevo…! »
Ma non fa in tempo a trattenerlo, o quantomeno a
richiamarlo, che già se n’è andato facendo sbattere violentemente la porta.
Fuori in corridoio c’è solo Bob, in pigiama, che lo fissa imbarazzato.
« Ecco, io… dovrei fare pipì. »
*
Gerard è nel cucinino del bus e sta tentando di farsi un
panino. È stata una lunga ricerca, ma alla fine ha trovato una paio di fette di
pane abbandonate a loro stesse e qualcosa da metterci in mezzo. Qualcosa. Spera vivamente non sia nulla
di vivo. Intanto, le mirabolanti prodezze di chiunque-sia-alla-guida non lo
aiutano nell’impresa di prepararsi da mangiare.
Una curva presa con particolare entusiasmo per poco non fa
volare la mostarda sulla testa di Ray, o sul libro di Mikey (la traiettoria
pare incerta), ma Gerard ha portentosi riflessi e riesce ad agguantarla per un
pelo. Nel mentre entra nella stanza Frank, e l’atmosfera si fa improvvisamente
pesante. Anche Mikey, iPod a palla nelle orecchie e massima concentrazione
nella lettura, si sente a disagio senza capirne il perché.
Frank fa scivolare lo sguardo sui vari mobili della
minuscola cucina, sui suoi cari compagni e colleghi, sul paesaggio che scorre
oltre la finestra e infine, dopo lunghi momenti d’attesa, su Gerard.
Quest’ultimo non sa se esserne felice o fuggire lanciandosi dal bus in corsa.
Frank fa finta di niente e apre il frigo in cerca di una
birra, e a momenti non scardina lo sportello quando lo chiude non proprio
delicatamente. Con una bottiglia stretta fra le mani se ne torna in camera, non
prima di aver scambiato qualche parola con Bob e di aver provato che purtroppo
le occhiate ancora non uccidono. Anche se ci vanno molto vicino.
Gerard allenta la presa sulla mostarda, che non si era
accorto di star stritolando, e torna al suo panino (che, per la cronaca, era
pericolosamente in bilico sul bordo del tavolo) senza badare allo sguardo
inquisitore di Ray. No, certo, non ci bada.
« Cosa gli hai fatto? » chiede finalmente Ray dopo tredici
minuti tredici di muto scrutinio.
« Ma niente! » esclama indignato da tale insinuazione
Gerard, forse un po’ troppo forte e un po’ troppo rapidamente per uno che non
ci stava badando affatto. Mikey alza un sopracciglio, e non si sa bene come
faccia a seguire la conversazione visto il volume esageratamente alto della
canzone che sta ascoltando. « Abbiamo solo… discusso, okay? Un piccolo, uh…
fraintendimento, ecco. »
Ray lo fissa intensamente e lui distoglie lo sguardo, a
disagio. Sui tre si posa un silenzio imbarazzato che viene spezzato dopo non
molto da Ray. « Allora chiarite il vostro… fraintendimento,
va bene? E in fretta. » Si alza e se ne va portandosi via l’ormai pronto
panino.
« Ehi, quello è il mio pranzo! » esclama Gerard. Da sopra
il libro, Mikey gli lancia un’occhiata compassionevole.
*
Gerard non credeva possibile che un’arrabbiatura durasse tanto. Ma continuava a sperare che più
di quel tanto non potesse durare.
Aveva già dovuto sopportare un concerto in quelle
condizioni: attualmente sono al secondo, ed era sicuro, davvero sicuro, che non
lo vedranno sopravvivere ad un terzo. E non solo perché Frank continuava a
provare ad ammazzarlo.
Okay, ammazzare è una parola grossa. Fatto sta che Gerard
era da poco stato costretto ad esibirsi in una graziosa serie di evoluzioni per
evitare i piedini di Frank che venivano casualmente a trovarsi dietro alle sue
gambe, o in mezzo. Poi i fan si convincono che sia un maniaco dei salti…
Gerard osserva con la coda dell’occhio i movimenti di
Frank, che se ne è stato fin troppo tranquillo negli ultimi venti minuti;
probabilmente è rimasto traumatizzato dal reggiseno che una ragazza dalla
seconda fila gli ha lanciato in faccia, e vuole evitare un secondo incidente
simile.
Come fa quello stupido a non capire che è difficile anche
per lui? Insomma, sta praticamente cercando di concupire la sua chitarra, e
Gerard deve sforzarsi di continuare a cantare in maniera decente invece di
fargli… qualcosa. Qualunque cosa. Ma lui è un uomo integro e morale e devoto ai
fan che sono venuti tutti lì per vederlo esibirsi, e non per vederlo molestare
il chitarrista della band. Quasi tutti, almeno.
Finisce la canzone in un tripudio di grida estatiche e non
può fare a meno di sorridere come un bambino davanti a tutte quelle persone che
urlano il loro nome. Quindi, spinto dalla foga e dalla gioia del momento, si
gira e corre verso Frank, evitando per un pelo di scontrarsi con Mikey e di
restare intrecciato in un gomitolo di fili elettrici.
Frank, dall’altro lato del palco, si sta godendo il bagno
di folla, e proprio in quel momento decide di mostrare al pubblico un’elegante
giravolta con successivo lancio della chitarra contro un amplificatore. O
meglio, contro Gerard che si trova precisamente davanti all’amplificatore.
Frank impallidisce rendendosi conto di dove
stia per sbattere la sua chitarra, ma Gerard riesce non si sa come a schivare
lo strumento e ad arrivargli davanti incolume (quando si dice la fortuna).
Frank lo guarda stupito, sollevato, ed ancora un po’
arrabbiato, ma Gerard è più veloce e prima che l’altro abbia anche solo il
tempo di dire ‘guh?’ lo sta baciando con trasporto tale che rischia di farli
cadere entrambi. Frank non perde tempo ponendosi domande essenziali quali “Eh?”
e risponde animatamente al bacio, il sangue che pompa quintali di adrenalina e
gli fa fischiare le orecchie insieme al boato degli spettatori.
Gerard si stacca lentamente e avvicina la bocca al suo
orecchio. « È questo che non hai capito, io non ho nulla in contrario a fare
tutto quello che vuoi dopo lo show… »
ha giusto il tempo di mordicchiargli il lobo prima che Frank torni a reclamare
le sue labbra per fargli capire quanto approvi il suo discorso.
Vi basti sapere che dovettero staccarli e portarli via di
peso Bob, Ray e un uomo della sicurezza, mentre Mikey cercava di aiutare delle
ragazze in prima fila che erano appena svenute.
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Lo sapete cosa comporta il setacciare per giorni interi
ogni archivio immagini esistente nel web? No? Fangirling acuto, perdita di
neuroni e scrittura di fanfiction. Per la vostra fortuna, a me sono capitati
tutti e tre! :D
Niente da dire a parte che quei cinque sono tutti
adorabili, e quei due in particolare devono continuare a fare quello che fanno
ad ogni spettacolo, per il bene di tutti.
Il “guh?” e i “metri di lingua in gola” appartengono a chi
di dovere. XD
Will