Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Ricorda la storia  |      
Autore: Will P    11/09/2007    8 recensioni
«Potresti spiegarmi perché ti comporti così?»
Gerard si volta a guardare Frank che, braccia conserte e sguardo bellicoso, lo fissa appoggiato pesantemente alla cornice della porta.
«Prego?»
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Why then

Disclaimer: Non conosco i My Chemical Romance, né intendo insultarli in qualche modo con questo scritto. Quanto segue è la pura e semplice immaginazione di una devota fangirl che non ci guadagna un assoluto niente.

 

 

 

Why then?

 

« Potresti spiegarmi perché ti comporti così? »

 

Gerard si volta verso la porta della minuscola toilette del tour bus, che ricordava di aver lasciato chiusa. Una mano è sospesa a mezz’aria a reggere una matita nera e un sopracciglio è alzato ad indicare sentito stupore, mentre guarda Frank che, braccia conserte e sguardo bellicoso, lo fissa appoggiato pesantemente alla cornice della porta.

 

Sbatte le palpebre un paio di volte. « Prego? »

 

Frank assume un cipiglio più severo, ma non dice nulla. Gerard alza un sopracciglio, interrogativo, ma il silenzio persiste; dopo un paio di minuti di scambio di occhiate si volta di nuovo verso lo specchio, ancora vagamente perplesso, e fa per avvicinare la matita all’occhio destro per dare gli ultimi ritocchi.

 

Frank, improvvisamente dietro di lui, lo strattona con forza ad una spalla per voltarlo senza complimenti. Gerard lancia un gridolino piuttosto stupido e si fa sfuggire dalle mani la matita con cui a momenti non si cavava un occhio. « Dio, Frank, volevi farmi diventare orbo o cosa?! »

 

« Allora? »

 

Gerard, spaesato (nonché irritato), lo fissa. Frank gli sta ancora stringendo la spalla, e sembra seriamente arrabbiato o offeso per qualcosa che - evidentemente - sembra essere colpa sua. Come sempre di prima mattina indossa solo i pantaloni del pigiama, quest’oggi accostati a dei calzini di un accecante arancione. Come sempre, ha i capelli legati alla buona in un piccolo codino, che serve a ben poco visti i molti ciuffi ribelli che spuntano un po’ da ogni parte. Come sempre, si sta comportando come un cretino.

 

« Vorresti essere così gentile da spiegarti, Frankie? » mormora infine, arrendendosi all’evidenza che sta per imbarcarsi in una conversazione potenzialmente pericolosa, sicuramente lunga, e palesemente senza senso.

 

Frank fa una specie di grugnito e si degna infine di rispondere. « Ti stai comportando da carogna, Gee. »

 

Gerard non può far altro che sbattere nuovamente le palpebre.

 

Frank sbuffa, irritato dallo sfoggio di tanta poca perspicacia. « Durante i live, Gee. Continui a trattarmi come una scocciatura. »

 

« In cosa- quand’è che ti avrei trattato come- …eh? »

 

La stretta sulla spalla di Gerard si fa più ferrea. « Mi sembra chiaro, Gee, visto che continui a scacciarmi via ogni volta che mi avvicino. » Occhiata astiosa.

 

Gerard sostiene quello sguardo accusatore, cercando di capire se ha capito di cosa stanno parlando. Sì, ha capito.

 

« Frank, » tenta, conciliante « sono costretto a staccarti, io durante i live… sai, canto. Ed è difficile farlo se tu tenti di infilarti nei miei pantaloni… »

 

Frank si gonfia d’indignazione e lascia la spalla di Gerard, ma solo per piazzargli un dito minaccioso ad un centimetro dalla faccia. « Primo: non ho mai tentato di infilarmi nei tuoi pantaloni! Secondo! Tu non mi stacchi, tu mi tiri una manata in pieno petto, quando non in faccia, e mi lanci dall’altra parte del palco! »

 

Gerard sbarra gli occhi e si rende conto che Frank è davvero arrabbiato. Frank non urla di solito - Frank è allegro solare e rumoroso, ma non urla. Solo quando è infuriato si lascia andare e alza il tono, probabilmente senza rendersene conto. Come non si rende conto del broncio che assume e che è sinceramente ridicolo ma allo stesso tempo sembra sempre appropriato alla situazione, del modo in cui la sua fronte si contrae o della piega che prendono le labbra… Gerard si sta distraendo fin troppo.

 

« Adesso non esagerare, per favore. » replica, suonando più acido di quanto vorrebbe.

 

« Io non sto esagerando, Gerard! È pura e semplice evidenza che mi scacci quando tento di baciarti! »

 

« Dio, Frank! Come pretendi che riesca a cantare - perché, sai, è quello per cui ci pagano - con te che mi infili due metri di lingua in gola? Che mi ti strusci addosso senza ritegno mentre io tento di fare uno spettacolo decente! »

 

Okay, forse ha esagerato un po’. Un po’ tanto. Frank assottiglia gli occhi e abbandona ogni parvenza di belligeranza, anche se il tono con cui parla subito dopo è la chiara prova che sì, se l’è presa sul serio. « Se non ti andava che ti baciassi in pubblico bastava dirlo, Gerard. » E senza aggiungere altro va verso la porta.

 

« Oh Cristo, Frankie, non intendevo…! »

 

Ma non fa in tempo a trattenerlo, o quantomeno a richiamarlo, che già se n’è andato facendo sbattere violentemente la porta. Fuori in corridoio c’è solo Bob, in pigiama, che lo fissa imbarazzato.

 

« Ecco, io… dovrei fare pipì. »

 

*

 

Gerard è nel cucinino del bus e sta tentando di farsi un panino. È stata una lunga ricerca, ma alla fine ha trovato una paio di fette di pane abbandonate a loro stesse e qualcosa da metterci in mezzo. Qualcosa. Spera vivamente non sia nulla di vivo. Intanto, le mirabolanti prodezze di chiunque-sia-alla-guida non lo aiutano nell’impresa di prepararsi da mangiare.

 

Una curva presa con particolare entusiasmo per poco non fa volare la mostarda sulla testa di Ray, o sul libro di Mikey (la traiettoria pare incerta), ma Gerard ha portentosi riflessi e riesce ad agguantarla per un pelo. Nel mentre entra nella stanza Frank, e l’atmosfera si fa improvvisamente pesante. Anche Mikey, iPod a palla nelle orecchie e massima concentrazione nella lettura, si sente a disagio senza capirne il perché.

 

Frank fa scivolare lo sguardo sui vari mobili della minuscola cucina, sui suoi cari compagni e colleghi, sul paesaggio che scorre oltre la finestra e infine, dopo lunghi momenti d’attesa, su Gerard. Quest’ultimo non sa se esserne felice o fuggire lanciandosi dal bus in corsa.

 

Frank fa finta di niente e apre il frigo in cerca di una birra, e a momenti non scardina lo sportello quando lo chiude non proprio delicatamente. Con una bottiglia stretta fra le mani se ne torna in camera, non prima di aver scambiato qualche parola con Bob e di aver provato che purtroppo le occhiate ancora non uccidono. Anche se ci vanno molto vicino.

 

Gerard allenta la presa sulla mostarda, che non si era accorto di star stritolando, e torna al suo panino (che, per la cronaca, era pericolosamente in bilico sul bordo del tavolo) senza badare allo sguardo inquisitore di Ray. No, certo, non ci bada.

 

« Cosa gli hai fatto? » chiede finalmente Ray dopo tredici minuti tredici di muto scrutinio.

 

« Ma niente! » esclama indignato da tale insinuazione Gerard, forse un po’ troppo forte e un po’ troppo rapidamente per uno che non ci stava badando affatto. Mikey alza un sopracciglio, e non si sa bene come faccia a seguire la conversazione visto il volume esageratamente alto della canzone che sta ascoltando. « Abbiamo solo… discusso, okay? Un piccolo, uh… fraintendimento, ecco. »

 

Ray lo fissa intensamente e lui distoglie lo sguardo, a disagio. Sui tre si posa un silenzio imbarazzato che viene spezzato dopo non molto da Ray. « Allora chiarite il vostro… fraintendimento, va bene? E in fretta. » Si alza e se ne va portandosi via l’ormai pronto panino.

 

« Ehi, quello è il mio pranzo! » esclama Gerard. Da sopra il libro, Mikey gli lancia un’occhiata compassionevole.

 

*

 

Gerard non credeva possibile che un’arrabbiatura durasse tanto. Ma continuava a sperare che più di quel tanto non potesse durare.

 

Aveva già dovuto sopportare un concerto in quelle condizioni: attualmente sono al secondo, ed era sicuro, davvero sicuro, che non lo vedranno sopravvivere ad un terzo. E non solo perché Frank continuava a provare ad ammazzarlo.

 

Okay, ammazzare è una parola grossa. Fatto sta che Gerard era da poco stato costretto ad esibirsi in una graziosa serie di evoluzioni per evitare i piedini di Frank che venivano casualmente a trovarsi dietro alle sue gambe, o in mezzo. Poi i fan si convincono che sia un maniaco dei salti…

 

Gerard osserva con la coda dell’occhio i movimenti di Frank, che se ne è stato fin troppo tranquillo negli ultimi venti minuti; probabilmente è rimasto traumatizzato dal reggiseno che una ragazza dalla seconda fila gli ha lanciato in faccia, e vuole evitare un secondo incidente simile.

 

Come fa quello stupido a non capire che è difficile anche per lui? Insomma, sta praticamente cercando di concupire la sua chitarra, e Gerard deve sforzarsi di continuare a cantare in maniera decente invece di fargli… qualcosa. Qualunque cosa. Ma lui è un uomo integro e morale e devoto ai fan che sono venuti tutti lì per vederlo esibirsi, e non per vederlo molestare il chitarrista della band. Quasi tutti, almeno.

 

Finisce la canzone in un tripudio di grida estatiche e non può fare a meno di sorridere come un bambino davanti a tutte quelle persone che urlano il loro nome. Quindi, spinto dalla foga e dalla gioia del momento, si gira e corre verso Frank, evitando per un pelo di scontrarsi con Mikey e di restare intrecciato in un gomitolo di fili elettrici.

 

Frank, dall’altro lato del palco, si sta godendo il bagno di folla, e proprio in quel momento decide di mostrare al pubblico un’elegante giravolta con successivo lancio della chitarra contro un amplificatore. O meglio, contro Gerard che si trova precisamente davanti all’amplificatore. Frank impallidisce rendendosi conto di dove stia per sbattere la sua chitarra, ma Gerard riesce non si sa come a schivare lo strumento e ad arrivargli davanti incolume (quando si dice la fortuna).

 

Frank lo guarda stupito, sollevato, ed ancora un po’ arrabbiato, ma Gerard è più veloce e prima che l’altro abbia anche solo il tempo di dire ‘guh?’ lo sta baciando con trasporto tale che rischia di farli cadere entrambi. Frank non perde tempo ponendosi domande essenziali quali “Eh?” e risponde animatamente al bacio, il sangue che pompa quintali di adrenalina e gli fa fischiare le orecchie insieme al boato degli spettatori.

 

Gerard si stacca lentamente e avvicina la bocca al suo orecchio. « È questo che non hai capito, io non ho nulla in contrario a fare tutto quello che vuoi dopo lo show… » ha giusto il tempo di mordicchiargli il lobo prima che Frank torni a reclamare le sue labbra per fargli capire quanto approvi il suo discorso.

 

Vi basti sapere che dovettero staccarli e portarli via di peso Bob, Ray e un uomo della sicurezza, mentre Mikey cercava di aiutare delle ragazze in prima fila che erano appena svenute.

 

---

Lo sapete cosa comporta il setacciare per giorni interi ogni archivio immagini esistente nel web? No? Fangirling acuto, perdita di neuroni e scrittura di fanfiction. Per la vostra fortuna, a me sono capitati tutti e tre! :D

Niente da dire a parte che quei cinque sono tutti adorabili, e quei due in particolare devono continuare a fare quello che fanno ad ogni spettacolo, per il bene di tutti.

Il “guh?” e i “metri di lingua in gola” appartengono a chi di dovere. XD

Will

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: Will P