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Sapeva di correre un grande rischio, ma non riusciva a rinunciarci: nonostante fosse solo un bambino, gli piaceva troppo guidare l’auto di Brian.
Era sempre stato nel sedile posteriore del passeggero, mentre ora poteva essere lui a guidare la macchina, a decidere dove andare. Con Rupert seduto dietro e la città davanti, Stewie si sentiva un dio.
Ma c’era un motivo preciso per cui guidava quell’automobile, perché volendo avrebbe potuto tranquillamente prendere quella di Peter – tanto l’uomo lasciava le chiavi da qualche parte nella casa, che ogni volta cambiava e passava molto tempo prima che l’uomo avesse bisogno di usarle, e ancora più tempo perché le trovasse: quella era la macchina di Brian.
Il posto di guida era intriso del suo caratteristico odore canino (a guardar bene, vi si sarebbero potuti anche trovare alcuni peli bianchi); se prendeva l’auto poco dopo che il cane l’aveva usata, poteva sentire il tiepido calore del suo corpo su quel sedile; poteva vedere la strada e la stessa Quahog come le vedeva Brian; infine, gli piaceva da matti possedere – anche se a sua insaputa – una cosa importante per l’altro.
Non poteva però non pensare a come sarebbe stato bello mostrargli che sapeva guidare e modestamente anche molto bene, a come sarebbe stato averlo seduto di fianco a sé mentre guidava, chiacchierando o sentendolo leggere il suo ultimo romanzo… ma sapeva che quelle erano solo delle fantasie, delle fantasie irrealizzabili.
Avrebbe utilizzato l’auto ma senza avere accanto a sé la persona che amava; e questo pensiero spesso gli faceva passare la voglia di usarla, casualmente salvandolo dall’essere scoperto.
THE END