24/02/2013
1 recensioni
A Cassandra Clare, che è riuscita a creare un mondo così meraviglioso. Ad Arianna, che me lo ha fatto conoscere, che mi ha
presentato la Malec, della quale mi sono letteralmente innamorata, e con cui sono puntualmente in contrasto anche per le cose più stupide.
A Milly, che con pazienza legge il libro che sto scrivendo, incoraggiandomi più di quanto possa credere e spronandomi a scrivere.
Vi voglio bene.
Alec non riusciva a capire più niente. Intorno a lui c’erano solo grida, botti, lo scricchiolio delle ossa che si rompevano e delle spade che si incrociavano. Il ragazzo riuscì a trascinarsi verso un muro e ci si appoggiò. Si sentiva il viso bollente, mentre le mani erano gelate e intorpidite. Senza che se ne accorgesse, l’arco gli scivolò di mano, cadendo sul pavimento imbrattato di sangue. Alec provò a muoversi, ma non si sentiva più le gambe. Le ferite alle braccia e ai fianchi erano più gravi del previsto. Stava morendo. Il ragazzo, con uno sforzo enorme, riuscì a drizzarsi e si diresse verso una saletta isolata, nascosta dietro un grande e pesante tendone, che nessuno sembrava ancor aver notato. Si trascinò al suo interno e arrivò fino al muro opposto alla porta. Quando ebbe toccato la parete fredda, sospirò e ci si appoggiò. Le gambe gli cedettero definitivamente e Alec cadde a terra con un singhiozzo. Lo sapeva. Era consapevole che sarebbe morto, in quella battaglia. Tutti ne erano certi. Eppure, adesso che stava succedendo, sentiva il panico pesargli sul cuore. Non poteva morire. Aveva così tante cose da fare. Doveva prendersi cura di Isabelle, stare attento a Jace…. E poi un’altra cosa. Almeno un’ultima volta, solo un’ultima volta, doveva vederlo. Voleva osservare i suoi occhi da gatto, seguire il contorno del suo viso, osservare le curve dei suoi capelli neri.
<< Magnus… >>
All’improvviso, come a suo comando, si sentì un frastuono orribile, seguito da lampi di luce colorata e urla acute. Il tendone che copriva l’accesso alla stanzetta venne disintegrato in un attimo, e Alec temé che uno dei demoni lo avesse scovato e fosse pronto a farlo a pezzi. Ma si sbagliava. Pochi secondi dopo, sulla porta comparve una figura che Alec conosceva bene: era un ragazzo alto e snello, la pelle olivastra insolitamente pallida, gli occhi dorati stranamente spenti.
<< Alexander…! >>
Magnus gridò il suo nome, la voce che tremava, e corse verso di lui. Alec era talmente stupito che non riusciva a muoversi. In realtà, non sarebbe riuscito a muoversi ugualmente. Il Sommo Stregone di Brooklyn gli si sedette accanto, osservando terrorizzato le ferite sul corpo del Cacciatore.
<< Che diamine hai fatto? Che diamine hai fatto? >>
<< Magnus… >>
<< Sta zitto, stupidissimo Nephilim! >>
<< Magnus, perché sei qui? >>
Lo stregone si fermò. Alec si accorse che tremava. Magnus sospirò, poi piantò le sue iridi verticali in quelle blu del Cacciatore.
<< … Ho rinunciato all’immortalità, Alec. >>
Il Cacciatore era talmente stupito che per un attimo si dimenticò del luogo e della situazione in cui si trovavano e urlò a gran voce.
<< CHE?! >>
<< …Non urlare. >>
Alec arrossì per l’imbarazzo, poi annuì e, riluttante, lasciò che lo Stregone iniziasse a curare le ferite sul suo bacino.
<< Perché lo hai fatto…? >>
Magnus esitò un attimo prima di rispondere.
<< ….Te l’ho già detto. Aku cinta kamu. Basta come spiegazione…?>>
<<…No.>>
<<…. Già. Lo avevo immaginato. Sai, a dirti la verità all’inizio non avevo intenzione di farlo. Dopo che tu avevi tradito la mia fiducia in quel modo… Ero pronto ad andarmene, come ho sempre fatto. Avevo preparato tutte le valigie, avevo impacchettato perfino il Presidente Miao, ma… >>
Magnus sospirò.
<< Ma non ce l’ho fatta. Capisci, Alec? Non ci sono riuscito. Mi sono dato dello stupido un centinaio di volte mentre correvo qui. E ho rinunciato alla vita eterna. Solo per te. >>
Quando gli occhi dello stregone si incrociarono di nuovo con quelli di Alec, il ragazzo si accorse con stupore che erano offuscati da qualcosa che assomigliava a…. delle lacrime.
<< Se oggi moriremo, lo faremo insieme. E se…. Se riusciremo a sopravvivere, allora voglio ugualmente morire con te. Proprio non mi va, sai? Non voglio vedere il mondo cambiare ancora, non voglio che gli anni passino continuamente senza avere un significato, un motivo per continuare a vivere. Voglio vivere con te, per te. >>
Alec singhiozzò e si accorse stupito di stare piangendo. Le lacrime scorrevano sulle sue guance pallide e si mescolarono a quelle dello stregone quando questo si chinò per baciarlo. Le labbra si incontrano dolcemente, quasi con timore, poi entrambi si fecero più sicuri e Alec cinse il collo di Magnus con le braccia, attirandolo a sé. Il bacio si fece soffocante, ma nessuno dei due sembrava intenzionato a smettere: quanto gli era mancato quel contatto, quel tocco che li univa? Troppo. Magnus fu costretto, malvolentieri, a lasciare andare il Cacciatore quando la saletta in cui si trovavano si riempì di demoni. Lo stregone guardò negli occhi Alec, e quest’ultimo si accorse che, adesso, brillavano di una luce eccitante.
<< Facciamogli vedere quanto siamo forti insieme, Cacciatore. >>
<< Sicuro. >>
Le pareti del salone erano ricoperte di sangue, il pavimento cosparso di cadaveri di Cacciatori e di Nascosti. Su un angolo erano appoggiate due figure vive, ma che si stavano lentamente spegnendo.
<< Alec. >>
Il Nephilim si voltò lentamente per guardare Magnus. Lo stregone era pallido e respirava in modo irregolare. Su i corpi di entrambi si allargavano grandi macchie di sangue.
Magnus ricambiò lo sguardo. Nei suoi occhi c’era il panico, il terrore, ma anche una sorta di pace. Gli avevano detto che, a forza di vivere in eterno, si cominciava a desiderare la morte. Per lui non era mai stato così. Anche ora, adesso che la fine si stava avvicinando, lui la temeva. << Alec…. >>
La sua voce tremava terribilmente.
<< …ho paura. >>
Il Cacciatore trattene un attimo il respiro, poi sorrise, debole. Sentiva in lontananza il rumore dei passi dei demoni che si avvicinavano inesorabilmente.
<< Magnus, ti amo. Grazie per essere qui. >>
Lo stregone sorrise e si chinò per baciarlo, un ultima volta. Quando si staccarono, entrambi sorridevano. Anche se la morte era lì, a due passi, andava bene. Perché erano insieme.
<< Sì, ti amo anch’io. >>
L’orda di demoni irruppe nella sala. Immediatamente, Alec e Magnus schizzarono in piedi, sul volto due sorrisi amari.
<< Sei pronto? Sappi che voglio che tu dia il massimo, per la nostra ultima battaglia. >>
<< Sarò sempre pronto, per te.>>