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Autore: Glen96    24/02/2013    1 recensioni
Due sorelle, due agenti, una missione!
3 regole da rispettare e 6 ragazzi da arruolare (fa anche rima! hihihi).
Una nuova avventura aspetta gli Avengers e lo SHIELD
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti. So che questa Fan Fiction avevo già cominciato a pubblicarla ma poi avevo deciso di cancellarla. Adesso ho deciso invece di rimettermi in gioco e andare avanti pubblicando anche nuovi capitoli. vorrei sottolineare il fatto che io sono particolarmente affezionata al personaggio di Steve Rogers alias Capitan America, quindi sarà un personaggio molto presente. Tra l'altro vorrei avvisarvi già da subito che andando più in la con i capitoli appariranno altri personaggi Marvel, ma non vi dico altro. Buona lettura e spero che vi piaccia!


L’agente Smith e l’agente Xfile erano sedute davanti alla scrivania di Nick Fury con davanti dei fascicoli di sei persone. Fury le guardò con espressione seria “Avete capito qual è esattamente il vostro compito? L’agente Coulson è già stato inserito nel programma e vi aiuterà nella missione, ma il buon esito dipende soltanto da voi due.” Disse serio l’uomo. I due agenti si guardarono e sorrisero “Sarà fatto signore” disse l’agente Smith.
I due agenti presero i fascicoli ed uscirono dall’ufficio. “E così si cambia di nuovo scuola!” disse Xfile “Già, così sembrerebbe. Ma per una missione si fa volentieri.” Disse l’agente Smith.
 
Immaginiamo di essere a New York, in una scuola qualsiasi in un quartiere qualsiasi e magari frequentata da gente qualsiasi direte voi, ma no. In quella scuola, nella St James High School c’erano sei adolescenti con delle capacità uniche nel loro genere: Tony Stark, terzo anno, mente brillante e narcisista, Bruce Banner, ultimo anno e rabbia pericolosa, Donald Blake, terzo anno, bello e forte ma con caratteristiche linguistiche… particolari, Steve Rogers, ultimo anno studente modello e ragazzo all’antica, Clint Barton, terzo anno e mira infallibile per lanciare le palline nella spazzatura e Natasha Romanoff, secondo anno e ragazza fredda e distaccata. I due agenti dello SHIELD erano stati mandati in quella scuola per addestrarli e farli entrare nelle forze della giustizia in un gruppo chiamato I Vendicatori.
 
21 settembre. Un appartamento qualsiasi di Manatthan in un giorno qualsiasi. O forse no. Elle e Charlotte Smith sono alle prese con i preparativi per il primo giorno in una nuova scuola. Elle è seduta tranquilla al tavolo della cucina e mangia tranquillamente dei biscotti inzuppati nell’orzo caldo mentre osserva divertita la sua sorellina di un anno più piccola che corre da tutte le parti alla ricerca delle cose che ha disseminato in giro. La vede nascondere una pistola sotto il vestito verde ed un coltello nello stivale di pelle marrone. Le sfugge una risatina  che attira lo sguardo confuso di Charlie “Dici che è troppo?” chiede dubbiosa. “Io farei a meno della pistola. Non credo che ci attaccheranno nel bel mezzo della ricreazione.” Dice Elle mettendo la tazza nella lavapiatti. “Oh… giusto.” Risponde Charlie prendendo la pistola e mettendola nell’armeria dietro un quadro. “Come mai sei così agitata? Non è la prima volta che cambiamo scuola. L’anno scorso l’abbiamo cambiata 3 volte per una missione, rammenti?” dice la più grande. L’altra annuisce pensierosa “Non sono agitata, è che ho una strana sensazione. E se qualcosa andasse storto? Voglio dire, noi non siamo addestrate a fare conoscenza con un branco di adolescenti alle prese con tempeste ormonali. Noi siamo spie!” risponde la più giovane. Una volta sgomberato il tavolo Elle ci appoggia i sei fascicoli aperti e li indica “memorizza quanto più possibile. Non possiamo andare in giro con dei fascicoli di studenti nella borsa tutto il giorno.” La sorella apre una voluminosa agenda mostrando all’altra le foto dei sei ragazzi con degli appunti e delle tabelle libere che aspettano di essere compilate. “Mi sono data da fare. Ho anche preparato gli schemi per i loro orari, così sarà più facile pedinarli.” Dice soddisfatta la brunetta con gli occhi azzurri che luccicano di orgoglio. L’altra la guarda con gli occhioni neri che sembrano quasi ridere pensando a Charlie che scriveva china sulla sua scrivania sfogliando fascicoli, scattando foto e facendo ricerche su internet. Le aveva proprio insegnato bene. Una nota di tristezza la invase per un attimo. Lei era la nipote di Fury ed era stata addestrata a quel lavoro quasi dalla nascita, ma Charlie no. Ricordava ancora quando Nick l’aveva trovata sola per strada che piangeva alla ricerca dei genitori morti in un incidente d’auto. La piccola non aveva parenti all’infuori della sua mamma e del suo papà. Lo SHIELD era sempre molto attento a chi reclutava. Erano spesso orfani che non correvano il rischio di essere aspettati a casa da qualcuno o di avere legami che potessero interferire con il loro lavoro. Malgrado Charlie avesse solo un anno in meno di lei, Elle se n’era sempre occupata, cercando di non farle mai mancare niente. Ma l’affetto di una madre è insostituibile, così come la sua infanzia perduta. Invece di giocare con gli altri bambini, le due lanciavano frecce e coltelli contro una sagoma. Era così che avevano scoperto le loro capacità: Elle era un ottimo Haker. Non c’era software che potesse bloccarla, ed era una campionessa con la balestra. Charlie invece aveva un udito finissimo, che nelle loro missioni era sempre una risorsa in più, oltre al fatto che eccelleva nell’utilizzo di fucili e mitra, la divertivano da sempre. Elle tornò a concentrarsi sulla missione “Tu ti occuperai di Blake, Romanoff e Rogers, mentre io degli altri tre. Ci ritroveremo a pranzo e a ricreazione in un posto che poi decideremo per discutere delle nostre scoperte e una volta ogni due mesi faremo rapporto a Fury. Tutto chiaro?” chiese Elle. Charlie si fece improvvisamente seria “Lo volevo io Banner…” disse imbronciata. Elle quasi cade dalla sedia. La sua cara sorellina rimarrà sempre la stessa. Era anche lei un ottimo agente, ma in alcuni momenti in cui ci sarebbe voluta serietà, tirava fuori un lato particolarmente infantile che non si addiceva ad una spia. Ma Elle le voleva un gran bene anche per quello e si limitò a scoppiare in una fragorosa risata. “No Charlie! Banner me lo becco io! Tio ho già lasciato Donald che è carino!” dice brevemente. Charlie sorride in modo strano “Posso guidare?” Elle impallidisce in modo inquietante “Ma anche no. Al limite al ritorno” dice con voce sottile. Era risaputo fra tutti glli agenti che Charlie non era una brava guidatrice. Era troppo distratta per poterlo essere.
 
Elle parcheggiò la Mercedes argentata in un posto non troppo distante dall’entrata, e una volta scesa dall’auto andò con la sorella in segreteria dove ricevettero tutte le indicazioni e gli orari. Poi si avviarono verso l’entrata dove incontrarono uno studente, probabilmente del secondo anno con due grandi occhi neri quasi sporgenti  e corti capelli castani. Le guardò un attimo pensieroso, poi fece cenno loro di raggiungerlo. Charlie gli corse incontro mentre Elle si limitò ad affrettare il passo. “Phil Coulson, piacere! Voi due dovete essere Smith 1 e Smith 2 la vendetta” disse il ragazzo con un sorriso a 64 denti. Charlie annuì entusiasta “Sì! Io sono Smith due la vendetta! Tanto piacere!” disse stringendogli forte la mano e correndo all’interno dell’edificio. Il ragazzo rimase un filo scioccato dalla reazione della ragazza e guardò Elle aspettandosi quasi che diventasse viola e gli ruttasse in faccia. Invece la diciottenne rimase lì a guardarlo con un sorriso rassegnato. Phil si grattò la testa “Tipino particolare, eh?” ebbe infine il coraggio di dire. Elle sollevò le spalle “Sì, mi spiace. È fatta così. Ma posso assicurarti che è un ottimo agente. Sono sicura che si sta già dando da fare con la missione. Comunque io sono Elle, tanto piacere!” disse la ragazza allungando la mano. Phil la strinse cauto. “Umh… speriamo. Fury ha detto grandi cose su di voi. Giovani ma esperte. Ammetto che questa è la mia prima missione, ma essendo sul campo di questa missione da più tempo mi sembra giusto che ti informi di come funzionano le cose in questa scuola, e se ti può essere di aiuto posso anche farti da guida turistica. Sicura che Smith 2 non abbia bisogno di aiuto per orientarsi?” chiese il giovane ancora un po’ disturato dalla reazione improvvisa e imprevedibile di Charlotte. “Sì, un aiutino mi farebbe comodo. Per Charlie non ti preoccupare. È molto socevole, non credo che avrà problemi a farsi aiutare da qualcuno.
 
Mentre Elle si faceva aggiornare e guidare da Phil, Charlie aveva già trovato il suo armadietto e tentava disperatamente di aprirlo. Probabilmente le era capitato uno di quelli difettosi, non era la prima volta, quindi sapeva cosa fare, ma era noioso perdere tutto quel tempo per una serratura. Aveva tre studenti con cui stabilire un contatto, e così stava solo perdendo tempo.poi sentì qualcosa sfiorarle una spalla, e la sua reazione istantanea fu quella di voltarsi e colpire più velocemente possibile. Sentì un gemito di dolore maschile e vide qualcuno accovacciarsi a terra con aria dolorante. Il suo pide aveva colpito proprio lì. Poi guardò il ragazzo con più attenzione. Capelli biondo scuro corti, occhi azzurri, naso dritto, lineamenti regolari e un fisico muscoloso anche se non eccessivo. Aveva già visto quel ragazzo in foto. La sua mente lo collegò al nome di Steve Rogers, il ragazzo invincibile. Bè, forse non era poi così invincibile pensò Charlie. Poi cercò di impersonarsi nella figura della nuova studentessa mortificata, non che ci fosse davvero bisogno di recitare perché era realmente dispiaciuta. “Oddei! Scusami! Non volevo, è stato istintivo! Mi dispiace davvero tantissimo! Non so come sia potuto succedere. Scusami scusami scusami!” disse chiandosi e mettendogli una mano sul braccio in cerca di una risposta. Dopo pochi secondi il ragazzo di rialzò lentamente e cercò di ridarsi un po’ di contegno. Si schiarì la voce alla ricerca di un tono garbato senza sfumature di dolore. “Non ti preoccupare. Sono cose che succedono. Così imparo a non sorprendere alle spalle una ragazza alle prese con un armadietto difettoso. Comunque ero solo venuto a vedere se magari ti serviva aiuto con l’armadietto.” Disse cercando di accennare un sorriso. Charlie parve un po’ scocciata dalla cosa. Un armadietto era benissimo in grado di aprirla da sola, ma il ragazzo voleva solo essere gentile, uindi cercò di sembrarlo anche lei “No grazie. Credo che me la caverò anche da sola con l’armadietto. Sono davvero mortificata per l’inconveniente. Sei sicuro di star bene?” chiese apprensiva. Lui annuì e le fece un saluto con la mano e si avvio verso il bagno dei maschietti. Charlie si guardò intorno per essere sicura che Phil e sua sorella non l’avessero vista, e non essendo nel quadrante, aprì finalmente l’armadietto mettendoci dentro i libri e attaccò magneti e foto in pochi secondi. Poi lo chiuse e andò verso la sua classe di storia.
 
Elle salutò il collega sulla porta della sua classe di elettronica, e non appena entrò non potè fare a meno di sorridere. Vide seduto con altri ragazzi che ridevano Tony Stark che era al suo stesso corso avanzato di elettronica. Bingo. Annotò nel pensiero che frequentavano un corso comune e se ne rallegrò. La cosa avrebbe facilitato il suo lavoro. Al contrario di sua sorella, Elle andava con ordine quando si trattava delle tre regole di Fury per la missione Omega: quella della fondazione della squadra dei vendicatori.
1-conosci la tua preda
2-stabilisci un contatto
3-catturala
Andò a sedersi dietro al ragazzo. In quella posizione poteva tranquillamente sentire tutte le discussioni del ragazzo con i suoi amici. Decisamente argomenti privi di interesse per lei. Fece vagare lo sguardo per tutta la classe per vedere chi fossero i suoi nuovi compagni e che tipo di relazione c’era con la sua preda. Il suo sguardo si fermò su un ragazzo seduto in prima fila in un angolo che era chino su un quaderno a prendere appunti su qualcosa. Capelli ondulati e castani non troppo lunghi e  occhi scuri e vagamente tristi. Le ricordava leggermente uncagnolino. Aveva la stessa tenerezza nello sguardo. Era Bruce Banner. Tirò fuori un foglio e cominciò a prendere appunti sui suoi due nuovi compagni. Passò tutta l’ora a scrivere dei suoi compagni che intervenivano spesso. Erano entrambi intelligenti e conoscevano molto bene la materia, ma erano due persone così diverse. Si sarebbe divertita a pedinarli e a cercare di scoprire tutto della loro vita. Sarebbe stata la loro ombra. Suonò la campanella e la spia si preparò ad uscire ma fu fermata dall’insegnante. “Smith, Stark. Venite un attimo qui da me per favore. Allora signorina Smith. Ho lettosul suoi fascicolo che era la migliore allieva del suo corso nella sua vecchia scuola. Pensavo che sarebbe davvero magnifico se lei e il signor Stark lavoraste insieme al progetto che ho dato per compito. Sarebbe un modo per condividere le vostre esperienze in materia, e poi credo che la aiuterà ad ambientarsi.” Disse l’insegnante togliendosi gli occhiali dal naso e guardandoli con occhi vaqui. Stark sbuffò seccato. Era un gran maschilista, e lei lo sapeva, ed era anche convinto di essere il migliore, ma ancora non aveva avuto a che fare con lei. I due acconsentirono e si diedero appuntamento per il venerdì pomeriggio in biblioteca, poi ognuno dei due andò nella propria direzione.
 
Charlie uscì di corsa dalla scuola e si precipitò nella Mercedes al posto di guida e accese il motore. Vide Elle in piedi davanti alle scale che la guardava in attesa. “Cara Charlie, sei sicura di non voler far guidare Elle? Sai che se la cava meglio.” Disse una voce gentile e un po’ elettronica. Il programma che sua sorella aveva installato ovunque, ecco che cos’era. Si chiamava Thia, ed era un programma intelligente e molto buffo. Era quasi come la voce della coscienza di Charlie, mentre era la migliore amica di Elle. “Suvvia Thia. Non potresti semmai chiedermi com’è andato il primo giorno?” chiese ridacchiando. Il programma sbuffò “Com’è andato il primo giorno?” chiese con finto interessamento. Poi borbottò piano un “Finirà con lo schiantarsi un’altra volta”.  “Ti ho sentito!” disse Charlie ingranando la retromarcia e facendo manovra per uscire dal parcheggio. Poi vide una chioma rossa correre nel parcheggio e avviarsi verso l’entrata della scuola. Charlie sorrise e schiacciò l’acceleratore. Tutto accadde in pochi secondi che fortunatamente la spia aveva ben calcolato. Si sentì un lieve tonfo e un’imprecazione contro il cofano della macchina. Elle corse verso di lei e vide la ragazza rossa a terra dolorante.
 
 
 
 
 
 
   
 
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