Solitary Isolation

Sbatti la porta alle tue spalle e sussulti, infastidita dal rumore violento e indiscreto.
Con un mal di testa tremendo come quello che hai adesso, ogni singolo suono risulta come un colpo di pistola.
Getti le chiavi nella ciotola sopra il comò vicino alla porta e subito te ne penti; il tintinnio assordante provocato dall’impatto con la ciotola non aiuta di certo il pulsare delle tue tempie.
Togli in fretta le scarpe e le getti chissà dove, accasciandoti sul divano un secondo dopo.
Chiudi gli occhi e massaggi la fronte, concentrata.
Ricordi che tuo padre ti aveva detto che massaggiare quel punto preciso della fronte poteva aiutare a far passare il mal di testa. Ricordi anche qualcos’altro riguardo a come alleviare la tensione e rilassare i nervi, ma non ne sei sicura, non sei un medico.
Quel silenzio assordante è spezzato da un brontolio, proveniente dal tuo stomaco. Gemi.
Anche se hai terribilmente fame, non sei in vena di alzarti e prepararti qualcosa.
Pensi a casa tua e a come chiameresti la mamma. Lei ti preparerebbe subito qualcosa e te lo porterebbe in camera. Poi ti accarezzerebbe i capelli, facendoti passare il mal di testa. Ma lei non può adesso. Si trova a cinquecento miglia di distanza e tu sei da sola nel tuo appartamento fatiscente.
Il bisogno di mettere qualcosa nello stomaco è impellente, perciò scivoli letteralmente giù dal divano. Sei sul pavimento e normalmente scoppieresti a ridere al pensiero di quanto ubriaca devi sembrare, anche se in realtà non hai mai toccato un drink in vita tua. Stai aspettando che una voce familiare ti dia della cretina, e ti dica di tirarti su, ma ancora un volta realizzi il tuo stato di solitudine.
Il proprietario della voce che stai aspettando è tornato a casa, con mamma, dove tutto era giusto.

Vivere con uno stipendio da cameriera significa vivere di un pacco di spaghetti al giorno.
Fino all’anno scorso eri obbligata a magiare cose simili e in simili quantità, essendo la capo cheerleader, perché dovevi mantenerti in forma, ma ora non hai scelta.
Sei dipendente di spaghetti istantanei.
Odi la loro artificialità e il gusto di conservanti che li impregna, sanno semplicemente di plastica in bocca.
Tuttavia è l’unico cibo che può soddisfare il tuo stomaco al momento.

Dopo aver messo qualcosa sotto i denti, decidi di fare un lungo bagno caldo.
Forse aiuterà a calmare il mal di testa. Beh, almeno speri.
Lasci riempire la vasca di acqua calda, ti spogli lentamente, gettando la divisa da cameriera nel cesto traboccante di abiti sporchi.
Ti rimproveri da sola per esserti dimenticata di fare il bucato e cerchi di fissare nella mente che devi farlo domani prima di andare a lavoro.
Versi dell’olio di lavanda nella vasca, cercando di non pensare che in realtà non potresti permetterti questo piccolo lusso.
Il bagno è però una cosa importante per te, fa parte della tua routine, ne ha fatto parte per anni.
Scivoli lentamente nella vasca, e noti che forse l’acqua è un po’ troppo calda, ma allo stesso tempo sei grata del suo calore.
Chiudi gli occhi una volta dentro e appoggi la testa contro il bordo, permettendo così al tuo corpo di assorbire quel calore piacevole e lasci che l’aroma della lavanda riempia i tuoi sensi e li stordisca.
Potrebbe essere tutto perfetto, ma manca una cosa.
O meglio, una persona.
Il bel momento è rovinato dai tuoi ricordi, i ricordi di lei.
Il tuo corpo soffre per la mancanza del suo tocco, ma tutto quello che puoi fare adesso è immaginare.
Immagini le sue braccia che ti stringono, le sue mani che ti massaggiano il cuoio capelluto, la punta delle sue dita sulle tue braccia, che ti fanno un leggero ma piacevole e pigro massaggio.
Ma tu sai che tutta l’immaginazione del mondo non è nulla in confronto alla realtà.

Esci dall’acqua quando comincia a perdere il suo calore.
Ti asciughi con gesti meccanici, guidati dall’abitudine, e scivoli dentro a un paio di pantaloncini e una delle sue magliette.
Ti sta enorme, ma è anche per questo che ti piace così tanto.
E forse anche perché profuma così tanto di lei.
Non puoi descrivere questo odore.
Come non puoi descrivere l’odore dell’estate;
Come non puoi descrivere l’odore della pioggia;
Come non puoi descrivere l’odore dell’erba e degli alberi.
Non puoi descrivere il suo odore, è semplicemente odore di Brittany.

Anche se sai che dovresti spendere il tuo tempo per cercare un posto di lavoro che ti aiuti ad arrivare almeno a fine mese, decidi che stasera non è il momento.
Il tuo mal di testa è quasi andato via del tutto, anche se puoi ancora percepire un leggero dolore.
Decidi così di andare a letto presto.
Salti nel letto e ti tiri le coperte sulle spalle.
Il tuo iPod è sul comodino, dove l’hai lasciato la scorsa notte e quella precedente ancora.
Fai partire la playlist che hai chiamato ‘casa’ e lasci che la musica ti consumi.
Il tuo braccio ti avvolge il busto, fino ad arrivare sulla spalla opposta.
Credi che il tuo corpo faccia così per cercare di sentire cosa si prova ad essere avvolti da un braccio caldo e delicato, ma dentro di te sai benissimo che sta agendo per memoria.
La musica è l’unica cosa che impedisce ai brutti pensieri di prendere il sopravvento.
Da quando sei arrivata a New York, hanno costantemente riempito la tua testa impedendoti di dormire tranquilla.
Tuttavia, la musica non può fare nulla per bloccare gli incubi che la notte ti tormentano.

Niente può.

Angolo della traduttrice:
Buongiorno! ^-^
Siete sopravvissuti a tale dose di angst?
Io personalmente ho trovato questa one-shot stupenda, perché va decisamente oltre il lato tutto ‘amore e arcobaleni’ di questa coppia c:
Fatemi sapere se è piaciuta anche a voi!
Ringrazio Rosa, che ha fatto da beta :3 Grazie mille, davvero, ormai senza di te mi sentirei persa xD
Per qualsiasi cosa mi trovate qui: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=163045
Un bacio
<3