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Autore: Flicka92    11/09/2007    3 recensioni
Questo è in assoluto il primo racconto che pubblico, perciò invoco la vostra clemenza (se preferite, considerate come attenuante l'infermità mentale). Gli ingredienti, mi duole ammetterlo, sono abbastanza banali: una biblioteca misteriosa, una vittima, uno spietato killer (anche se di un genere... un po' particolare). Tuttavia, uniti ad un odio profondo per il latino, partoriscono qualcosa che solo una mente malata può concepire...
Genere: Dark, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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La preda

La preda


La creatura si svegliò, allungando con voluttà gli arti indolenziti, in un tenue crepitio. Un senso d'eccitazione la pervase, facendola fremere in tutto il corpo: una nuova preda era arrivata, e lei era pronta per la caccia.


Buio, polvere, afa... Carlo si asciugò la fronte, esasperato. Aveva frugato la biblioteca in lungo e in largo, ma di vocabolari neanche l'ombra. Emise un lieve gemito, ma subito si azzittì: l'opprimente silenzio era stato rotto da un leggero fruscio, e le ombre, gli parve, si erano fatte più fitte...
Ma non accadde nulla.

La creatura aspettava, tesa, rimproverandosi quell'involontario rumore. Erano così tanti anni che attendeva... ed ora era sul punto di rovinare tutto! Con sollievo, vide il ragazzo scuotere le spalle. Sciocco umano! L'essere si rilassò, pregustando silenziosamente ciò che l'aspettava...

Carlo si avvicinò a uno scaffale, sfiorando con un dito i vecchi libri polverosi, fragili e incartapecoriti come la pelle d'un morto. E poi...

Eccolo!
Ora l'essere poteva esultare... no, doveva essere prudente... non poteva permettersi errori, no!

Sorridendo, il ragazzo allungò una mano, canticchiando a mezza voce. Con circospezione tentò di estrarre il vecchio volume dallo scaffale, ma dovette usare entrambe le mani per riuscirci. Era insolitamente pesante, forse a causa dello spesso e ruvido rivestimento nero, recante incise poche, celestiali lettere: "voc..olar.o la.ino - itali.no ". Appena mosso, il libro sollevò una nube di polvere, e appestò l'aria stagnante con un pungente odore di muffa, ma Carlo, per nulla scoraggiato, lo pose sul tavolo. Poi, l'aprì.

La creatura restò un attimo immobile, abbacinata dalla luce pur flebile, dopo tanti anni di oscurità. Confusamente distinse l'umano che la sovrastava, ne percepì l'odore, avvertì il tocco delle sue dita sudate. A quel punto scattò.

Carlo rimase perplesso per qualche istante, osservando la pagina: la carta era ingiallita e consumata, ma l'inchiostro spiccava vivido, colando il piccoli rivoletti vermigli. Vi appoggiò delicatamente le dita, lordandole d'una sostanza brunastra, calda e vischiosa, che non era inchiostro. Ed ecco, all'odore di muffa se ne sostituì un altro, acre e nauseabondo, di sangue e putrefazione. Un brivido gelido percorse la schiena del ragazzo, che tuttavia non riuscì a ritrarsi, stordito dal pestilenziale fetore che si levava dal libro.

L'essere esultava, inebriato dall'odore di carne fresca, da troppo tempo ormai dimenticato. Ora, finalmente, avrebbe potuto saziarsi... finalmente...

D'un tratto, pur intontito dalle esalazioni, il ragazzo avvertì un acuto bruciore alla mano. Sotto i suoi occhi inorriditi, la punta delle dita iniziò a sgretolarsi e a cadere; interi pezzi di carne viva imbrattarono le pagine, prima di essere fagocitati dal libro. Brano a brano, l'arto si andava disgregando, ma Carlo non riusciva a reagire, la testa gli vorticava, china sempre più sulle pagine, attratta da una forza irresistibile. Fu allora che comprese, in un attimo di disperata lucidità, che il libro si stava nutrendo di lui... Con uno sforzo immane riuscì a raddrizzarsi, e lentamente, tormentosamente, tentò di chiudere l'infernale volume.

La creatura intuì ciò che stava accadendo, e che mai sarebbe dovuto accadere. Oppose resistenza, sbattendo convulsamente le pagine ed innalzando rabbiose strida. Cercò di carpire quanta più possibile energia vitale, dibattendosi come un animale in agonia. Lottò con ferocia per il proprio pasto, pronta a tutto, immemore d'ogni cosa tranne che della preda in fuga.

Il ragazzo era allo stremo, ma con la forza della disperazione riuscì infine a chiudere il libro. Sentì confusamente il proprio corpo cadere a terra, con un tonfo lontanissimo. Poi, tutto fu buio.


Il giorno dopo, una voce annunciava gracchiante alla radio: "E' stato trovato, in una stanza fuori uso d'una vecchia biblioteca, un ragazzo in gravi condizioni fisiche. E' infatti mancante quasi totalmente della mano destra, e versa in un grave stato d'incoscienza. Le cause di tali lesioni rimangono ignote. Accanto al corpo non sono stati rinvenute armi, nè oggetti contundenti che possano spiegare il fenomeno. Sul tavolo, il vecchio vocabolario che il ragazzo stava consultando."
  
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