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Autore: FrecciaJones    25/02/2013    1 recensioni
Continuazione della 9x16, dopo aver appreso dalla dottoressa Catherine che Jackson sarebbe diventato il maggior azionista del Seattle Grace.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, April Kepner, Jackson Avery
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
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Jackson non credeva alle sue orecchie, si guardava intorno e vedeva negli altri la stessa espressione incredula del suo viso. Aveva passato gli ultimi anni a lottare contro il suo nome, finalmente si sentiva un bravo chirurgo perché aveva vinto grandi sfide in quanto medico e non perché fosse un Avery, e adesso aveva ricevuto in dono un ospedale dalla madre. Per giorni i suoi colleghi non avevano fatto altro che lottare per avere anche solo un minimo di credibilità da parte degli investitori, e nonostante la loro esperienza e i loro buoni propositi erano risultati poco adatti, così avevano dovuto tirare in gioco Richard con i suoi dodici anni di esercizio come capo di chirurgia e Owen il nuovo capo, il nuovo leader, ma ancora una volta il progetto era stato considerato poco idoneo per essere portato avanti da loro. Adesso che avevano avuto i soldi dalla fondazione Harper Avery, tutto era diverso, ma le paure erano sempre le stesse. Esperti e uomini in affari li avevano giudicati incapaci di gestire un programma del genere, eppure non si erano scoraggiati ed erano arrivati fino in fondo, adesso avevano fondi e mezzi per dare il via alla compravendita , erano pronti nonostante i pareri contrari che avevano ricevuto, e si sentivano davanti una doppia sfida : ogni membro del Seattle Grace era ormai nelle loro mani e , dovevano dimostrare di essere dei buoi dirigenti, ma prima di tutto, prima di convincere gli altri, dovevano convincere loro stessi, e non era facile. L’entrata in gioco di Jackson sconvolgeva ancora di più i loro piani ,avevano previsto tutto, potevano affrontare qualsiasi conseguenza perché erano stati loro a volerlo, ma Avery era entrato in gioco di soppiatto, era un nuovo giocatore che non conosceva la puntata e che non era tanto sicuro di voler giocare, era stato scelto senza nemmeno essere consultato,  come quando uno sponsor manda in un centro commerciale un campione di Formula Uno a firmare degli autografi per essere il nuovo volto della campagna pubblicitaria, lo fa perché è stato scelto, perché così è voluto, ma non ha assolutamente idea di quello che lo aspetta, non conosce quel mondo perché ha passato una vita ad esercitarsi per fare altro.
Senza dire una parola Avery si allontanò dalla madre e si avvicino al dottor Hunt chiedendo un giorno di permesso dal lavoro.
-          “Va bene, ma tecnicamente da ora in poi non hai più bisogno del mio permesso, puoi prendertelo da solo … sei il capo adesso! ” rispose Owen poco convinto dalle parole che stavano uscendo dalla sua bocca.
Questo infastidì ancora di più Jackson che velocemente uscì dalla sala di quell’albergo.   Fece una lunga corsa per schiarire le idee ma questo non servì a niente. Rimase seduto sulla panchina del parco tutta la mattinata. Il telefono continuava a squillare , era la madre, poi Stephanie, poi ancora la madre ed infine, quando stava lanciando il cellulare oltre il lago, un altro squillò lo bloccò, decise di guardare prima di buttare tutto in aria. Era Derek Shepeard  e a lui doveva e voleva rispondere.
-          “Dottor Shepeard ... ?”
-          “ Avery, ascolta … so che vuol dire avere una madre invadente, so anche cosa vuol dire perdere il controllo, ma non lascerò che sia tu a perderlo questa volta, non adesso , non in questa situazione. Siamo finiti in questo pasticcio insieme e da adesso in poi dobbiamo supportarci a vicenda.  Abbiamo bisogno di te e tu hai bisogno di noi … non so che cosa ti stia passando per la testa ma qualsiasi cosa tu voglia fare non farla !”
-          “Non farò gesti estremi stia tranquillo!”
-          “Davvero? Qual è stata l’ultima cosa che hai fatto prima di rispondere alla mia chiamata?”
Avery pochi minuti prima stava lanciando un cellulare in un lago e aveva passato ore intere seduto su una panchina a non fare niente, perciò riconobbe che quello che stava facendo effettivamente aveva poco a che fare con la normalità.  
-          “Presumo dal tuo silenzio che io non mi sia sbagliato poi così tanto” disse Derek e poi aggiunse “Dico solo che hai bisogno un po’ di tempo per metabolizzare la cosa,  se vuoi la mia roulotte è libera …”
Jackson non se lo fece ripetere due volte e accettò la proposta.  
In ospedale tutti parlavano dei nuovi compratori e una nuova aria di speranza invase il Seattle Grace Hospital . Non mancò chi si complimentò con i dottori , chi fin da subito avanzò qualche richiesta e chi felice telefonò a casa annunciando che il licenziamento ormai era acqua passata.  Tutti però si chiedevano dove fosse l’uomo del momento, il maggior azionista , il dottor Jackson Avery .
Una piccola riunione fu indetta per presentare ufficialmente la nuova gestione e l’entusiasmo era evidente negli occhi di tutti.
-          “Dov’è il dottor Avery?” domandò Ross
-          “Non lo so … ” rispose Stephanie
-          “Che vuol dire che non lo sai?” ribatté Ross
-          “Ti ha detto che non lo sa idiota!Adesso sta zitto e ascolta!” affermò Jo cercando di andare incontro all’amica in difficoltà che imbarazzata non sapeva come rispondere.
Anche April era presente a quella riunione, ma non riusciva a concentrarsi su quello che i dottori dicevano, e non ce la faceva proprio ad essere tranquilla in quel momento. Sapeva cosa voleva dire quello per Jackson e non poteva stare serena.
-          “Dottor Hunt, dov’è il dottor Avery?” domandò April al capo una volta finita la riunione.
-          “Sono preparato a rispondere a qualsiasi domanda Kepner, ma purtroppo non ho una risposta per questa”
-          “So che Derek ha parlato con lui stamattina a telefono, chiedi a lui ” rispose Christina
-          “ Ok Grazie”
Una volta trovato il dottor Shepeard  April andò dritta al punto.
-          “Dottor Shepeard mi chiedevo se lei potesse dirmi dove posso trovare Jackson”
-          “Si potrei , ma non posso”
-          “Cosa?Perché?”
-          “ Ha bisogno di stare tranquillo …”
-          “Io ho bisogno di sapere se sta bene!” lo interruppe April.
-          “Beh dottoressa Kepner, se è proprio questo quello che vuole sapere, allora lo saprà … il dottor Havery sta bene, l’ho sentito poche ore fa e … sta bene” e dirigendosi alla parte opposta del corridoio non permise più alla dottoressa di fare domande.
Lanciatasi subito sulle cartelle e presa dall’organizzazione dei controlli post operatori April non si accorse che Meredith la stava fissando .
-          “Forse è meglio se fai sistemare quelle cartelle da un’infermiera” disse Meredith.
-          “Perché?” domandò April.
-          “Perché potresti comunicare al signor Wilson , paziente perfettamente sano dopo un intervento di appendice , di avere pochi giorni di vita se non si sottoporrà ad un intervento al cuore rischioso, che invece dovrebbe fare la signora Tate , ricoverata qui d’urgenza dopo un attacco di cuore”
-          “Oh ! Sono proprio un disastro oggi, stavo mischiando le cartelle! Non so proprio dove ho la testa”
-          “Io qualche idea ce l’avrei …”
-          “Sbaglio ad essere preoccupata?” chiese April alludendo chiaramente a Jackson
-          “No è normale, ne avete passate tante insieme”
-          “Vorrei solo parlargli , sapere come sta”
-          “Ok … so dov’è! Ma per nessuna ragione al mondo non devi dire a Derek che sono stata io a dirtelo”
-          “Lo prometto”
-          “E devi portare spesso quei dolcetti squisiti che sai fare tu … sai sono per il bambino”
-          “Ok ”
-          “Si trova nella roulotte di Derek , è stato tutto il giorno lì”
-          “Grazie !”
Le due dottoresse non si accorsero che ad ascoltarle, dietro la porta, c’era Stephanie, che senza pensare troppo alle parole che le due si erano scambiate e senza riflettere sulle implicazioni del suo gesto si tolse il camice e uscì dall’ospedale per andare dal dottor Havery.
Jackson era su una sdraio all’esterno della roulotte quando vide arrivare Stephanie.
-          “Stephanie, che ci fai tu qui?” non era proprio quella la reazioni che si aspettava lei.
-          “ Ho portato lo champagne” rispose lei intuendo subito che forse non era stata una buona idea quella di presentarsi lì.
-          “Champagne? Stai scherzando?!” Quello stupido champagne sembrava la ciliegina sulla torta, un ulteriore beffa del destino.
-          “No … pensavo ti potesse far piacere festeggiare. Sei il capo adesso … sei così giovane ed hai già un grande futuro davanti”
-          “Stamattina la mia vita è cambiata! Tutto quello per cui ho lottato è andato in pezzi! La mia famiglia mi ha regalato un ospedale, ma io prima di essere un Avery voglio essere un bravo chirurgo!A quale conquista brindo? Quale sfida ho vinto? Sono in cima alla vetta solo per i soldi dei miei … credimi è demotivante !”
-          “Chiunque farebbe di tutto per essere al tuo posto!”  disse Stephanie mandando su tutte le furie Jackson.
-          “ Forse a te può sembrare una cosa normale, un rampollo che accetta l’aiuto della sua famiglia per andare avanti !Certo!  Sei una specializzanda che va a letto col suo capo, sei un luogo comune vivente …“
-          “Adesso stai esagerando” disse Stephanie interrompendolo, ma non arrestò Jackson che ormai era un fiume in piena.
-          “Da quando sono al college ogni cena in famiglia, Natale, giorno del Ringraziamento o compleanno, sono sempre stato al centro dell’attenzione … di mio nonno, di mia madre e di ogni membro della famiglia che si sentiva in dovere di decidere per me, in quanto Avery, in quanto nipote maschio, in quanto unico figlio responsabile delle sorti della fondazione. Ho sempre lottato con tutte le mie forze per essere libero di decidere, volevo essere fiero di me e lo sono sempre stato , solo per il semplice fatto di avercela fatta da solo, e quando tutto va storto, quando sbaglio, l’unica cosa che non mi abbatte, che mi tiene in piedi è la consapevolezza di essere lì perché io l’ho voluto e questo mi fa sentire un uomo … questo mi ha reso forte … mi ha reso quello che sono, ma oggi, adesso, tutto quello che ho costruito appare e mi appare come un prodotto della famiglia Avery!Ma tu questo non lo puoi sapere, non lo puoi nemmeno capire, perché in fondo non mi conosci nemmeno, io non conosco te !”
-          “Forse è meglio se vado … ” aggiunse Stephanie . Aveva la sensazione di aver perso anche quel poco che aveva condiviso con Jackson, ma infondo sperava in un ripensamento di lui, lei avrebbe accettato le sue scuse e la serata sarebbe andata avanti con nuovi e buoni propositi rispetto a quelli, ma niente di tutto questo seguì la conversazione.
-          “Si è meglio così … è meglio che tu vada” rispose infatti lui.
April decise invece di aspettare prima di andare a trovarlo . Sarebbe andata dopo il giro di visite, perché era dovere di un buon medico arrivare alla fine del turno portando a termine i propri lavori , ma soprattutto perché aveva bisogno di tempo per assimilare la cosa. Cosa avrebbe detto? Cosa Avrebbe fatto? Questo non lo sapeva. Era certa però di dover andare, perché? Perché se lei stessa si fosse trovata nella situazione scomoda di Jackson avrebbe voluto lui accanto a se. Finito il turno si avviò diretta alla roulotte, senza sapere che dire, senza sapere cosa fare.
Avvicinatasi alla roulotte non vide nessuno, ma la luce dentro era accesa. Bussò e lui arrivò ad aprire.
-          “April …”
-          “Ciao Jackson  , ho saputo da Meredith dov’eri … so che sei qui perché volevi stare solo, o almeno è quello che ho intuito quando ho capito che Shepeard non aveva alcuna intenzione di dirmi dove poterti trovare , quindi posso andare via se vuoi …” Come al solito April stava parlando senza sosta.
-          “No” disse lui e senza aggiungere altro l’abbraccio per poi dirle all’orecchio “resta, ti prego!” E proprio in quel momento April capì che presentarsi lì era stata la scelta migliore.
I due si adagiarono dopo nel divano-letto infondo alla roulotte. Appoggiata sulla schiena e seduta tenendo in mano un cuscino April si limitò ad ascoltare Jackson che con lo sguardo fisso al tetto parlava di tutto quello che avrebbe potuto fare se avesse abbandonato gli studi e non avrebbe scelto di fare il chirurgo. “Forse lo scrittore, o il musicista …” diceva , poi aggiunse staccando gli occhi dal soffitto e guardando lei   :
-          “ Quando abbiamo smesso di essere amici io e te?”
-          “Quando siamo andati a letto insieme” rispose lei senza pensarci troppo. Erano soli, loro due insieme dopo tanto tempo e non poteva non essere sincera .
-          “Mi manchi April”
-          “Mi manchi anche tu” affermò lei.
-          “Ho bisogno di te” disse lui.
-          “Vedrai le cose si sistemeranno Jackson …” ma non finì di parlare che lui la interruppe.
-          “Resta con me stanotte April!” le disse.
Lei annuì, perché era la cosa più giusta da fare, perché non poteva fare altro. Lui cercò la sua mano , lei i suoi occhi, si incontrarono e si sostennero. Nessuna parola aveva senso , la luna fece loro compagnia e un singolo bacio li accompagnò nella notte che li aveva uniti riportandoli ad essere indispensabili l’uno per l’altra.
  
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