Questa
vita – ha detto mia madre – figlio mio va vissuta
Questa
vita non guarda in faccia, in faccia massimo sputa
La
fine – Tiziano Ferro
Fuori nevica.
Sai credo di non
aver mai visto dei fiocchi così grandi cadere su New York, non sto scherzando,
sono così grandi che sembrano delle piume, come quelle che escono dal piumone
nel letto, e come le piume vengono cullati dall’aria e scendono a terra
lentamente.
Non riesco a
concentrarmi sul rapporto che devo terminare di scrivere, guardo la neve e
vorrei essere lì fuori, come una bambina girare su me stessa a braccia aperte e
la lingua di fuori, e invece sono qui in questa stanza illuminata da delle luci
al neon, che ogni tanto si spengono perché salta la corrente. È brutto essere
adulti.
Lo so è strano
detto da me, ma a volte vorrei poter comportarmi proprio come facevi tu. Mi volto,
la tua sedia è stata tolta da qualche nuovo addetto alle pulizie più di tre
mesi fa, una mattina sono arrivata e non c’era più, tutti si sono accorti di
quell’assenza, ma nessuno l’ha rimessa al suo posto. Neanche io.
Spero che anche
tu in questo momento sia alla finestra a guardare questo spettacolo della
natura, ma probabilmente non sarai neanche a New York, sono passata ieri al tuo
loft, ma nessuno mi ha aperto, come anche il giorno prima e quello prima
ancora.
Oggi invece ho
preso la chiave che mi avevi dato e sono entrata, giusto due passi, l’odore di
chiuso mi ha invaso, sui mobili c’è uno spesso strato di polvere, mentre le
foto sono ancora a terra con i vetri rotti intorno. Sono uscita e sono venuta
qui al distretto, e senza che me ne accorgessi ho iniziato a scriverti questa
email.
Dove sei? Come stai? Con chi sei?
Non mi interessa
se sei con un’altra donna, o con altre cento, voglio solo sapere che ci sei,
che hai ricominciato a vivere. Ma paura che non sia così.
Rick rispondimi,
ti prego, almeno questa volta. Mi basta una sola parola, un insulto, un’imprecazione,
una preghiera, ho bisogno di sapere che non sei caduto nell’oblio.
Me l’avevi detto
che non mi avresti perdonato se non l’avessi ritrovata viva, e per questo non
ti sto chiedendo perdono, ma tu non hai colpa Rick.
TU NON HAI
COLPA.
Sono sette mesi
che te lo scrivo, sette mesi che tu mi ignori, come ignori tutti gli altri, ma
almeno a loro un indirizzo per farti spedire le cose l’hai dato, a me non hai
mai detto niente, neanche un ti odio.
La Gates mi sta
fissando, sai gliel’ho detto di noi due. Sì, il giorno dopo che sei sparito mi
ha trovato nel pub all’incrocio con diverse bottiglie di birra finite davanti a
me, mi ha guardato e mi ha detto che non avrei dovuto disperarmi, che al tuo
ritorno avrebbe avuto bisogno di un’amica come me, io sono scoppiata a ridere e
le ho raccontato tutto, sì anche di quella sera in cui hai distrutto metà del
tuo loft e mi hai stretto così forte a te da farmi venire dei lividi sulle
braccia.
Mi ha appena
detto di andare a casa, le ho risposto che non posso, lei ha spostato
semplicemente lo sguardo sulla nostra foto fatta a Central
Park che ho sulla scrivania e si è allontanata.
A te tutto
questo, però, non interessa e io, invece, mi ostino a raccontartelo.
I fiori sulla
tomba di Alexis li ho buttati, erano marci, e le ho messo un mazzo di fiori
finti, in modo che la neve non li rovini, appena il tempo migliorerà le porterò
dei girasoli.
Scusa mi ero
incantata, ero persa in uno dei miei viaggi mentali, pensavo a come sarebbe se
tu fossi fuori da questo palazzo e stessi guardando verso questa stessa
finestra.
Illusa.
Si era attivato
lo screensaver sullo schermo del computer, non c’è più l’orologio che fissavo
prima dei weekend, no ora c’è una frase scritta da Lanie: Ricordati di Vivere!
Non sei l’unico
che ha perso il motivo per cui vivere: io ho perso te, ho perso l’amore, ho
perso Alexis, ho perso mia madre, e sto perdendo me stessa. Per questo ti
scrivo tutti i giorni, perché non so se io sopravvivrò a tutto questo, e il tuo
ritorno è ancora troppo lontano per poter sperare.
Ti amo Rick
Kate
Lo scrittore finisce di leggere l’email, questa non l’ha
cancellata come tutte le altre ancora prima di leggerle, no, ieri ha avuto
paura quando non ha visto nessuna email o messaggio in arrivo da Kate. Aveva pensato
che si fosse arresa, che l’avesse abbandonato, e invece sta ancora combattendo, ma sa che se
lui non torna sarà la fine per entrambi.
Non le risponde, non ne ha il coraggio, come non ce l’ha
neanche di tornare a casa. Tornare a New York sarebbe come suicidarsi.
Butta il cellulare sul tappeto vicino al letto, la donna con
i capelli rossi al suo fianco si sta svegliando, Meredith lo guarda, anche lei
ha gli occhi rossi e gonfi.
Non ci sono state notti di passione tra di loro o baci
rubati, no, non ci sono neanche parole tra di loro durante la giornata, solo la
notte quando si ritrovano nello stesso letto si abbracciano, si guardano ed
entrambi pensano a quel momento in cui hanno tenuto in braccio per la prima
volta la loro bambina.
Non ci sono neanche più lacrime per il loro dolore, solo la
consapevolezza di cosa hanno perso.
Panda’s Corner:
È stato relativamente facile
scrivere tutto questo,
sarà per via della neve o sarà
che è un periodo di Merda, non so.
Sia chiaro io spero che l’episodio
di stanotte non finisca in questo modo,
ma per quale motivo avrei dovuto perdere l’occasione
di scrivere qualche bel finale alternativo?
Esatto, per nessun motivo.
Grazie di aver letto.
Baci Becky
Ps: avete
presente la long che avevo iniziato?
Beh l’ho giusta persa
tutta,
e mi ero dimenticata di
salvarla sulla chiavetta, quindi la devo riscrivere. XD
A voi le conclusioni.