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Autore: Engy_1    25/02/2013    1 recensioni
Il destino può cambiare in un attimo, senza rendercene conto. La propria esistenza prende una nuova piega, e comprendiamo che qualsiasi cosa non possiamo negare i sentimenti che nascono: l'amore, l'amicizia, la fiducia.
Non c'è una trama vera e propria. Sarà una sorpresa per tutti voi lettori!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Ti prego scappa!”
“No! Non posso lasciarti così! Sono nato per proteggerti!”
Voltai il capo sentendo i passi avvicinarsi. Stavano arrivando!
“Silvio ti supplico!”
Lo guardai con gli occhi colmi di lacrime. Non doveva stare qua.
“Non chiedermi una cosa così crudele amore mio…”
Una fredda, orribile rete metallica ci separava. L’attraversò con le dita cercando la mia mano. Non le rifiutai. Stringendole con tenacia, permisi al suo profumo di imprimersi su di me. Come potevo convincerlo ad andare via da qua?

“Facciamo così!” la mia voce tremava “Ci vediamo sul ponte vicino al faro” Sentii le lacrime pungermi il volto.
“No! Se corriamo verso quella-“
“CREDI IN ME!” lo urlai con tanto sfogo da temere che gli inseguitori mi avessero sentito.
Il suo volto era una lastra di marmo. Si morse il labbro poi, presa la mia camicia, mi costrinse ad avvicinarmi alla rete dove c’era uno spiraglio. Percepii le sue labbra sulle mie. Ruvide, taglienti, che mi facevano rabbrividire di piacere.
Un attimo dopo lo vidi allontanarsi, guardarmi un secondo prima di salire sulla Mercedes e sfrecciare lontano, verso il luogo prestabilito.
La rete era ancora calda per il suo tocco. Sulle guance mille lacrime mi accarezzavano dolorosamente.
“Forse questa è stato l’ultimo bacio…” dissi lentamente. Premetti le mani sulla bocca per trattenere i singhiozzi. Poi inspirai lentamente, percependo ancora il suo odore.

Una risata richiamò la mia attenzione.
“Esci fuori marmocchio!”
“Vogliamo parlare”
Erano i miei inseguitori. Erano vicini, talmente tanto che mi sentii osservato.
Scappai tra gli enormi container di un blu sbiadito. Evitando pozzanghere e altri ostacoli, silenzioso mi allontanai sempre di più dirigendomi dalla opposta a quella di Silvio. Se lo volevo proteggere era l’unica maniera.

“O lui, o te.. decidi.” così mi avevano lasciato, come un topo di laboratorio che cerca l’uscita sapendo di essere seguito con gli occhi ogni secondo. Naturalmente preferivo morire io, piuttosto di vivere in un mondo senza Silvio.
Per sbaglio colpii un sassolino che andò a sbattere contro il ferro rugoso, provocando un fragoroso rumore.
“Da questa!” urlò qualcuno.

Il cuore mi scoppiò nel petto dalla paura. Come avrei fatto? Ero circondato! L’unica entrata era continuamente sorvegliata e il recinto era alto quasi due metri e mezzo. Io, che ero un metro e un tappo, non potevo certo superarlo.
Corsi con un forsennato verso la luce, poi mi resi conto che c’erano degli uomini. Cambiai direzione almeno una decina di volte.
Dopo venti minuti buoni di corsa, stremato, mi inginocchiai a terra, in un angolo scuro, poggiando la schiena sulla rete. Per quanto avrei corso ancora? E le lacrime non la finivano di scendere per prendermi in giro.
“Silvio… Mi dispiace, ma non riuscirò a venire” solo quelle parole sembravano il finale di un dramma.

Incominciai ad immaginare in che maniera sarei potuto morire. Avrei giurato di aver visto uno con una mazza in mano. Magari mi avrebbero spaccato il cranio. Oppure mi avrebbero sparato, impiccato, fatto ingurgitare un veleno, affogato, preso a calci, picchiato e, perché no, violentato.
Quest’ultimo pensiero mi fece venire i brividi. L’unico che mi aveva mai toccato era stato Silvio e avrei voluto con tutto me stesso che fosse stato così anche prima di morire. Desideravo continuare ad essere solo e unicamente suo.
Ecco perché decisi di chiudere gli occhi e cercare di ricordare la mia vita… prima di Silvio e quella vera, dopo averlo incontrato.
 
 
 
CONTINUA…
 
  
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