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Autore: ParalyzedArtwork    25/02/2013    0 recensioni
Dopo la famiglia Harmon, la casa fu intrisa da un grande via vai di gente, il piano di Vivien si stava attuando... Ma cosa accade se una coppia sconvolge le loro carte?
Ed il piccolo nipotino di Constance, come sarà diventato? Ed i fantasmi, cercano ancora vendetta?
Ed un collegamento con Asylum?
Buona lettura.
Genere: Erotico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Non-con, Violenza
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Scostava sempre di più la felpa dalla spalla, facendo scivolare giù la zip per aprila, a sua volta faceva scorrere su quella pelle bianca la spallina del reggiseno insieme a quella della canottiera, le sue unghie aguzze tenevano saldi i suoi polsi a terra  e pian piano iniziarono a bloccargli le braccia. Era lì immobile a terra, le lacrime continuavano a scendere, era persuasa da un lungo brivido e le mancava il respiro, il cuore le batteva estremamente veloce, e non riusciva ancora a svegliarsi. Non riusciva a sentire più i dolori della caduta, sentiva una pulsazione nella parte inferiore e il suo respiro diminuiva ogni secondo rendendo quei pochi respiri carichi d’aria e vitali. Con la lingua scendeva sempre più giù, dal collo al petto, dal petto all’inizio del seno, era arrivato quasi al centro quando una voce dietro una parete lo ammonì con una sola parola. Il ragazzo carico di rabbia e strafottenza, digrignò i denti e con tono acido chiude gli occhi e disse: “Sentiamo, cosa vuole un morto da secoli? Dirmi che sono pericoloso?” la sua voce aveva iniziato ad assumere toni puramente sarcastici e movendo la testa per accentuare il tono di quelle parole piano piano voltava lo sguardo verso l’uomo. “Oh, mi dispiace dottore, vuole uccidere lei la ragazza? Anzi la povera paziente? Noo, ma lei vuole solo vivisezionarla e divertirsi con la scienza. Sicuramente per il bene dell’umanità… O quello della sua gola da uomo.”  Faceva scoccare le labbra a quasi ogni parola e adesso guardava l’uomo con occhi fintamente compassionevoli. Mollò le braccia della ragazza e si staccò dal suo corpo, sedendosi sull’ultimo gradino delle scale e ponendo un gomito sul suo ginocchio appoggiando la mano serrata a pugno sulla sua guancia, senza staccare con quel suo nuovo sguardo il giovane uomo. “Oh, mi scusi tanto.”
L’altro era quasi intimorito, era ritto su di se e non dava alcun accenno al muoversi. “La prego signorino, la ragazza ha bisogno di una medicazione.” Annoiato adesso fissava la ragazza insieme al medico. Era stesa a terra e stava ricominciando a respirare normalmente, strabuzzava gli occhi ma ancora non riusciva ad aprirli, adesso iniziava a riaccusare i dolori. “Vede, ha subito una brutta caduta, ha perso sangue, probabilmente si sarà fratturata qualche osso, per non parlare di qualche possibile problema alla parte psichica.” “E’ atterrata al suolo di lato, ha avuto l’accortezza di pararsi la testa con il braccio. Si vede che non vali proprio nulla come medico, mi stupisco che tu abbia portato poche vittime al paese, sicuro eri tu ad operare, amico? Non hai notato nemmeno il suo braccio. Per il resto la sua tempia ha toccano un po’ il gradino nella caduta e ci ho pensato io. E’ fuori pericolo, ha dolore alle ossa per la caduta qualche livido. Ah già, starà sicuramente morendo per due livide sulle cosce.” “Non possiamo dobbiamo controllare.” Nel discorso del ragazzo si era avvicinato alla paziente e la stava osservando da vicino, adesso stava movendo le braccia per sollevarla e portarla via; ma lui gli bloccò la mano con la sua, allungandosi lentamente dalla sua posizione. Lo fissava diretto negli occhi, anche il dottore i era girato al tatto di quella mano. “Non hai inteso? Non toccarla.”


”Dobbiamo trovarla, assolutamente!” si aggirava per la stanza camminando avanti ed indietro, agitando le braccia sconvolta. “Calma signora, starà gironzolando per la casa, magari è uscita in giardino. Non lo trova anche lei magnifico? Non ama il giardinaggio? E’ una mia vecchia passione, credo rilassi mol…” “Non mi interessa nulla del giardinaggio! Se lo può..” “Cosa ne pensate della pace nel mondo?” Le due donne lo fissarono. Era sempre lui che fermava le discussioni con qualche strampalata frase, per evitare tempeste nascenti. “Allora?” Continuavano a fissarlo incredule mentre lui continuava a recitare una parte di cui era estremamente convinto. “Signore non litigate, vi prego. La pace inizia da qui. Amate l’altro come fosse vostro fratello” E prese le due donne e le avvicinò. Si lasciarono trasportare fissandosi incredule. “Adesso stringetevi la mano ed abbracciatevi.” Le due continuavano a fissarsi, ancora ed ogni tanto lanciavano a lui qualche occhiata. “Sbrighiamoci, la pace non ha tempo” Lanciandogli un’ultima occhiata e vedendo il suo volto fiero, le due si convinsero a dargli retta. Si strinsero la mano e si abbracciarono. “Perfetto. Amore sicuramente la signora cercava di tranquillizzarti, credi ai fantasmi?” e si lasciò sfuggire una risatina. “ Danielle sarà in giro per casa, calma, riflettiamo.” “Non eri sconfortato anche tu fino a poco fa? Io non capisco. Sai cos’ha passato e sai che non possiamo rischiare. Anche allora non credevamo a queste cose.” “Sicuramente credere in una forza superiore, una banda di morti ci aiuterà, sicuramente. Ma è anche una questione normale. Andrò a cercarla, sai com’è fatta, ama curiosare in giro..” “ … E ficcarsi nei guai, appunto.” Le diede un bacio sulla guancia ed andò via nella direzione in cui era scomparsa la ragazza. “Signora Marshall, suo marito, con tutto rispetto è pazzo.” “Se non lo fosse non staremo per comprare questa casa.”

Trotterellava tranquillamente per la casa e svoltava  a caso, dopo un po’ che girava e che aveva visitato praticamente tutta la casa si era ritrovato davanti alla porta che portava allo scantinato. La porticella bianca, che era spalancata, aveva sentito delle voce e rimanendogli solo quel luogo da visitare si era deciso ad andare. Prima di scendere era un po’ preoccupato e sperava vivamente che sua figlia fosse di sotto a curiosare, magari con i vecchi oggetti antichi lasciati dai proprietari o gli attrezzi da giardino, ed inizialmente aveva deciso di sporgersi un po’. Non aveva notato nessuno, da quel poco che poteva vedere e notando la via libera scese. Percorsi i primi 3 gradini notò subito sua figlia a terra che si massaggiava la fronte e si stava rialzando e intanto, continuando a toccarsi la fronte, si girava velocemente incuriosita sulla dinamica degli avvenimenti. “Eccoti qui! Si può sapere dove ti eri cacciata?! Tua madre ha rischiato per cinque minuti un crollo nervoso e una litigata assurda, inutile e io di perdermi seriamente qui dentro” Si era voltata di scatto e fissava il padre farneticante. Era come se si fosse appena svegliata dopo 12 ore di sonno, era intontita. “Sei viva fiorellino?” la fissava con occhi dolci, per tranquillizzarla scostandole i capelli da davanti agli occhi, mettendoglieli dietro all’orecchio. “Scusa, è che mi stavo annoiando sentendo parlare la signora e ho visto delle palline rimbalzare per la stanza e seguendole ho visto che cadevano a qui. Poi appena mi sono sporta per vedere qualcosa sono caduta.” Stava guardando al suo lato, il padre prendendole il mento e tirandolo su, la costrinse a fissarlo negli occhi.”Ti sei fatta male?” scosse la testa. Lui le alzò un braccio e lo vide pieno di graffi e girandosi ancora una volta notò i graffi sulla fronte. “ Una bella caduta direi. Sicura niente di rotto?” scosse ancora la testa. “Allora torniamo su. Tua madre appena sarà tutto morirà.” “… Posso non dirglielo?” “Assolutamente.. No fiorellino”
Salirono le scale e chiusero la porta, avviandosi verso le due donne.
In quel momento dal dietro un muro si intravidero due ombre.



”Eccola qui! Sana e salva” “Oh mio dio cosa hai fatto alla tempia?” “Caduta dalle scale curiosando” L’uomo la prese per un braccio prima che potesse tuffarsi dalla figlia e poi la strinse a se. “Sta bene, dottoressa premurosa.” La donna corrugò la fronte ma poi notò il largo sorrise della figlia e decise di imitarla anche lei “Però devo medicarti comunque, sembri una vittima di un horror.” “Futuro assicurato. La scienziata pazza in luoghi disabitati, almeno farei un lavoro simili sia a quello di te che di papà” “ Certo, peccato che non ti pagano.” “Non che con questi tempi, recepiamo anche noi sempre la paga tesoro.” “Signori Marshall, mi rincresce di dover rovinare questo momento famigliare, ma dovrei sapere cosa vorreste fare con la casa. Avevo pensato di chiamare immediatamente il mio datore, per sapere che la questione del mutuo era attuabile, magari anche permettendovi di pernottare nella casa questa sera, visto la grande lontananza dalla vostra casa prima accennata” I due si guardarono e fecero cenno di si con la testa. “Le saremmo grati se potesse intercedere per noi e darci questa possibilità.” Sorridendo la donna si avviò verso l’entrata “Chiamerò il direttore per strada, il suo ufficio è situato qui vicino, sarà meglio avviarci, così potrete discutere con lui direttamente”


La porte si chiuse  e davanti ad essa apparvero due ombre.

Avviatosi al cancello notò ancora quegli occhi. Adesso il suo cuore era pieno di sconforto. Un fantasma? E se fosse lui la causa di quell’incidente? “Mamma an
diamo?” 

Oltre il recinto dei suo vicini, anche qualcun'altro fu attratto dalla loro venuta. 
   
 
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