Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: crissya    26/02/2013    3 recensioni
Sherlock lo guardò vomitargli addosso tutto quello che aveva accumulato in una settimana di stress e senza dirgli qualche cosa di sconveniente per la prima volta da quando John lo conosceva Sherlock fece una cosa assolutamente conveniente alla situazione quanto più inaspettata.
Lo abbracciò.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
THE FIRST TIME WHEN YOU HUG ME (…and kiss me)
John arrivò a casa stanchissimo, quella mattina aveva iniziato il turno delle 6.00 quindi si era dovuto alzare alle 5.00 per prepararsi con alle spalle una notte passata assieme a Sherlock cercando di risolvere l’ennesimo caso intricato. Aveva accumulato 5 ore di sonno in 3 giorni e dovette abbandonare l’idea di farsi un pisolino quel pomeriggio in quanto Sarah gli aveva chiesto di fare anche il turno pomeridiano per sostituire Amber che era ammalata. Aveva sbattuto gli occhi da cerbiatta e agitato un poco la coda da cavallo e John, che sostanzialmente era buono per natura, aveva acconsentito a scapito della sua salute che gli procurò pesanti occhiaie violacee sotto gli occhi e un aspetto da zombi tale da far invidia a quelli di Romero.
Aveva visitato l’ultimo paziente e si era subito diretto fuori dall’ospedale per prendere un taxi. Nella fretta aveva dimenticato l’ombrello nel suo studio e in quel momento il cielo decise che non era abbastanza ciò che aveva fatto ma doveva infierire sul povero John tormentandolo con una pioggia improvvisa. John esasperato aspettò per venti minuti sotto l’acqua che un taxi si fermasse e finalmente almeno quel desiderio fu esaudito e John potette arrivare a casa.
Aprì la porta del semi-suo appartamento al 221b di Baker Street e quello che trovò fu il caos.
Vestiti sparsi per terra, barattoli, Baker, provette, stantuffi e roba simile sparsa sul tavolo del soggiorno con carte cartine e cartacce sparse sul pavimento, alcune recanti indizi di casi, altri referti clinici, i SUOI referti clinici, altri spartiti e altre ancora appunti della causa di tutto quello che pesava sulle spalle di John.
-SHEEERLOOOOOOCK!!!-
Una testa riccioluta si scosse appena dal divano dove Sherlock era intento a studiare un manualesulla “formazione degli ematomi post mortem”
-Sherlock! Per l’amor del cielo! E’ forse passato di qui un uragano?-
L’uragano Sherlock…pensò che quel soprannome calzasse a pennello.
-mi sembra altamente improbabile che un uragano possa essere entrato senza far danni in questa stanza e essersi dissolto così magicamente senza rompere le case vicine, John..- mormorò con in classico tono di sufficienza sul quale John in un più o meno normale momento ci sarebbe passato sopra ma oggi..oggi proprio no.
-la mia era una domanda retorica Sherlock. So benissimo che un VERO uragano non può essere passato di qui- rispose esasperato.
-allora perché l’hai chiesto? Sei troppo abituato a fare domande stupide-
John aprì la bocca per rispondere la richiuse subito.. era una battaglia persa in partenza perche in retorica Sherlock era imbattibile..così come in tutti gli altri campi meno ciò che concerne le emozioni e i sentimenti perché se vogliamo Sherlock può essere ben paragonato a un apianta grassa. A un cactus. Si, Sherlock era proprio un Cactus. Era ricoperto di spine che pungevano chiunque gli si avvicinasse anche se innocuo, inoltre non avendo bisogno di acqua, i cactus erano piante aride, come Sherlock.
L’Uragano-Sherlock.
L’Uragano-Cactus-Sherlock.
John scosse la testa e si diresse verso il frigo perché moriva di fame. Non aveva fatto la spesa per mancanza di tempo ma aveva lasciato della zuppa che si sarebbe riscaldato, il problema era che la zuppa non c’era più e al suo posto c’era un barattolo con cetrioli sott’olio. Non si fece domande, forse la sua mente era arrivata a giocargli brutti scherzi ma se ne infischiò e aprì il barattolo.
Purtroppo era tardi quando si accorse che quello che aveva in mano non era un cetriolo ma un dito umano!
Lasciò cadere il dito e il barattolo anch’esso pieno di dita sott’olio e lanciò un urlo
-SSSSHHEEEEEEERLOOOOOOOOOOOOOOOCK!!!!!!-
Sherlock si affacciò pigramente alla cucina e si diresse verso un John vibrante di rabbia.
-John! Il mio esperimento! Stà più attento la prossima volta-
Bene, fu proprio in quel momento che a John partì un tic all’occhio destro e le mani presero a vibrare. Lo avrebbe ucciso, ne era certo. Se si era salvato lanciandosi al tetto di un palazzo questa volta sarebbe rimasto vittima della furia di John e molto probabilmente quel giorno tutti i londinesi lo avrebbero ricordato come il John’s Day rendendo omaggio all’uomo che aveva posto fine alle sofferenze di molti.
Rivolse a Sherlock uno sguardo carico d’odio e quello con cui si scontrò fu il volto impassibile del coinquilino che lo guardava con le palpebre socchiuse e le braccia incrociate sul petto.
Non resistette all’impulso e, che Dio lo perdoni, gli tirò un pugno in pieno viso, forte abbastanza da fargli voltare la testa.
-ma che diavolo ti prende?!- protestò Sherlock massaggiandosi lo zigomo dolorante e fissando gli occhi di ghiaccio in quelli ormai infuocati del dottore.
-TU! E’ TUTTA COLPA TUA!! SEI LA FONTE DEI MIEI GUAI!! Ho accumulato solo 5 ore di sonno nella bellezza di tre giorni! E la colpa è la tua e dei tuoi casi da risolvere! E questo perché? Perché vuoi che sia SOLO io a seguire il filo rosso del tuo intricatissimo labirinto mentale, perché permetti SOLO a me di comprendere la tua mente contorta. Sei così bravo a dedurre le cose complesse che quelle semplici ti sfuggono come appunto ti sfugge che ho fatto il doppio turno a lavoro e che sono stato colto da una pioggia improvvisa e io ero senza ombrello e perché? Perche sono stato distratto dai TUOI molteplici messaggi. Poi torno qui sperando invano di godermi la quiete di un posto che dovrebbe essere anche il mio e invece trovo il caos assoluto!il caos che TU hai prodotto!Apro il frigo per mangiare e non solo la mia zuppa è scomparsa ma rischio anche di addentare un dito umano e perché? Perché TU stavi facendo un esperimento! E sai qual è la conclusione di tutto questo? Che la colpa è solo TUA!!-
Sherlock lo guardò vomitargli addosso tutto quello che aveva accumulato in una settimana di stress e senza dirgli qualche cosa di sconveniente per la prima volta da quando John lo conosceva Sherlock fece una cosa assolutamente conveniente alla situazione quanto più inaspettata.
Lo abbracciò.
Dapprima si mosse cautamente sporgendo le mani in avanti, cosa che fece pensare a John che lo stesse per picchiare, invece lo afferrò da sotto le sue braccia come a volerlo prendere in braccio, e lo strinse incrociando le braccia attorno al suo torace.
John rimase fermo e spiazzato. Sherlock avrebbe dovuto rispondere in modo del tutto inadeguato come faceva usualmente e avrebbe dovuto palesargli l’ovvio e iniziare un monologo dove sminuiva tutti i punti fatti presenti da John ma mai, MAI nessuno si sarebbe sognato anche solo vagamente una reazione simile.
Sherlock affondò la testa nell’incavo del collo del compagno respirandone il profumo.
-sei tu a seguire il filo rosso del mio intricatissimo labirinto e a capire la mia mente contorta perché SOLO TU riesci a farlo. Solo tu puoi capirmi come nessun altro. Ma se questo ti disturba così tanto puoi sempre rifiutare, ripensandoci non servirebbe a nulla perché ti convincerei ma potresti sempre andartene.. allora perché rimani?-
-rimango perché sono un fottuto idiota.- anche John strinse Sherlock a se comprendendo, se pur in minimissima parte, un po della confusione del compagno che infondo aveva ragione. Lui poteva andarsene invece rimaneva la e non rifiutava neanche. Infondo lui era rimasto ingarbugliato nel filo rosso dell’intricatissimo labirinto di Sherlock e non ne veniva più a capo. Ma alla fine con Sherlock lui stava bene e non avrebbe rinunciato a nulla.
-inoltre ti abbraccio perché è così che le persone fanno. Te l’ho visto fare più volte e tu chiami questo “consolare”  così ho applicato questo all’occasione.-
Sherlock però decise che doveva dare il colpo di grazia a John e, con l’innocenza di un bambino, gli posò un lievissimo bacio sulle labbra. –credo che tu abbia bisogno di almeno 8 ore di sonno per riprenderti. Quindi vai a dormire, prometto che questa notte non suonerò il violino ne farò rumori di alcun tipo.- detto ciò gli sorrise lasciandogli un bacio sulla fronte e tornando alla lettura del suo manuale.
John rimase letteralmente stordito e imbambolato, dall’abbraccio, dalle parole ma specialmente e soprattutto dal bacio d Sherlock. Ora di sicuro le 8 ore di sono che avrebbero dovuto giovargli gli sfuggirono dalle mani perché l’unica cosa che John riuscì a fare, seppur le sue scarse energie, fu raggiungere Sherlock sul divano esplorando territori che erano sconosciuti a entrambi.
 
I’m serial addicted!
Ciao a tutti Johnlockiani!! Questa è una delle tante follie che albergano nella mia mente! Allora anzi tutto ringrazio tutti quelli che seguono le mie storie, che le recensiscono che le mettono tra le preferite. Poi passo a dedicare anche questa ff alla mia Dear..al mio John.
Detto ciò, lasciate una recensione, mi piace sapere cosa ne pensate, se c’è da aggiustare qualcosa o meno. È un modo per migliorarsi. Bene. Alla prossima miei cari Johnlockiani che l’UMQRA sia con voi!! =)
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: crissya