Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: NastyaCoubert    26/02/2013    2 recensioni
Erano da pochi minuti il 30 dicembre 1916.
Il freddo di quella sera invernale era pungente all'inverosimile e Russia sentiva crepitare la secca pelle delle sue nocche scoperte, quasi quanto la neve sotto i suoi stivali.
-Alziamolo.-
Genere: Introspettivo, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

I personaggi presenti appartengono a Hidekaz Himaruya

 

Foro nel ghiaccio.

 

Erano da pochi minuti il 30 dicembre 1916.

Il freddo di quella sera invernale era pungente all'inverosimile e Russia sentiva crepitare la secca pelle delle sue nocche scoperte quasi quanto la neve sotto i suoi stivali.

-Alziamolo.- ordinò fra i denti stretti, impegnati a reggere, per un dito, il guanto che si era sfilato per annodare con più facilità il tappeto in cui avevano avvolto il cadavere dello starec.

Jusupov li guardava agitato, mentre un uomo ai comandi di Ivan prese l'altra estremità, pronto a sollevarlo.

Non fu facile, Rasputin non era esattamente uno di quelli individui che si possono definire dei "pesi piuma".

Ancora una volta Russia ringraziò la sua struttura fisica di nazione, al contrario di quella del membro della polizia segreta che lo stava aiutando in quel ingrato compito, la sua schiena non avrebbe avuto problemi in seguito a quello sforzo, in compenso molte croste delle innumerevoli ferite di guerra si spaccarono.

Sollevarono il cadavere oltre la balaustra, per poi gettarlo nella Neva, in un punto in cui sapevano che il ghiaccio sarebbe stato fragile.

In pochi secondi il corpo legato, ed avvolto nel tappeto, venne carpito dalle scure acque nel fiume russo.

Trattenendo un gemito di dolore, in particolare sentiva un taglio al fianco pulsare in modo regolare, si chinò stancamente per prendere una manciata di neve, macchiata del sangue scarlatto del siberiano, e gettarla poi anch'essa nel buco della Neva, liberandosi per sempre di quelle piccole prove. Avevano sparato a Rasputin quattro volte, e colpito diverse; Ivan sperò che in giro per Pietrogrado, come la chiamavano adesso, non ci fossero altre tracce cremisi, testimoni del loro delitto.

-State bene?- chiese la Russia a Jusupov, con un cenno della testa, mentre si rimetteva, con un certo sollievo, il guanto.

Fra tutti era stato quello che se l'era vista peggio. Se Russia e gli altri non fossero giunti in tempo, in quella fredda notte ci sarebbero stati due cadaveri.

- Fisicamente sì. Per il resto non posso far altro che essere preoccupato per il destino di tutti noi.-

-Lo siamo tutti.- rispose stancamente la nazione, allontanandosi di qualche passo dalla balaustra che delimitava l'alveo del fiume.

- Abbiamo agito nel giusto. Rasputin era una delle cause del tracollo della nostra situazione. Inoltre aveva molti nemici. Se non fossimo stati noi oggi, sarebbe stato un altro domani.- disse risoluto Dmitrij Pavlovic.

-Non dimenticate tuttavia che erano anche in molti ad amarlo. Non aspettatevi i complimenti dalla famiglia imperiale.- la voce di Ivan era lugubre.

Non sorrideva come suo solito e la sua voce da eterno bambino era mutata, acquisendo un timbro più duro. Qualcosa nell'animo di Russia stava cambiando per sempre.

-Lo zar è a Mogilev per il momento, ed inoltre negli ultimi tempi sembrava aver cambiato anche lui il parere sullo starec. Per quanto riguarda la zarina Alessandra, non penso sia una minaccia. Lei è odiata da quasi tutta la Russia ed il suo amante si era troppo compromesso.-

Ivan non seppe neppure dire chi avesse pronunciato quella frase. Da quando il cadavere era sprofondato, Russia aveva indirizzato tutta la sua attenzione ed il suo sguardo al foro irregolare lasciato sulla superficie ghiacciata. Gli era sembrato di vedere uno strano movimento dell'acqua.

-Non era la sua amante.- rispose quasi in modo meccanico, apatico. Ricoprì la piccola distanza che lo separava dalla balaustra del ponte e, sporgendosi tornò a guardare l'acqua scura.

Molti pensavano che ci fosse una storia fra la zarina e lo starec ma Ivan sapeva bene che, per quanto il siberiano fosse per Alessandra un'ancora di salvezza, l'unico uomo in grado di consigliarla e di guarire il piccolo Alessio, non avrebbe mai tradito il suo adorato ed amato Nicky. In ogni caso questa perdita l'avrebbe sicuramente distrutta.

Anche l'erede al trono e le sue sorelle avrebbe pianto la scomparsa del monaco.

Russia invece come si sarebbe comportato? Ivan non era mai riuscito a farsi un'idea chiara su Rasputin e forse non ci sarebbe mai riuscito.

Nonostante avesse partecipato all'omcidio, sembrava quasi che quel buco nel ghiaccio, gli fosse penetrato nell'animo, lasciando dentro di lui un marchio indelebile.

Troppe erano le croci che in quel periodo tetro Russia si era impegnato a portare ed ora quel peso lo stava uccidendo.

La guerra e la situazione interna del suo paese lo avevano ridotto in pezzi.

Gli tornò in mente quando durante una delle crisi di Alessio causate dalla sua emofilia, dopo giorni passati dal bambino ad urlare dal dolore, Rasputin era entrato nella stanza dell'erede e, mettendosi al capezzale del bambino, grazie ai poteri di cui si vantava, l'aveva guarito.

Russia, come molti altri, nutriva seri dubbi riguardo la veridicità delle doti taumaturgiche del siberiano, eppure, quando aveva visto il piccolo Alessio riprendesi, quando ormai i medici lo davano per spacciato, la sua razionalità aveva vacillato ed aveva sperato in cuor suo, che ci fosse un miracolo in grado di salvare persino lui.

Successivamente si vergognò per simili stupidi pensieri.

Eppure, in quella notte di dicembre, sentiva che qualcosa stava accadendo.

Pochi e sparuti fiocchi di neve cominciarono a scendere dal cielo e, mentre si apprestava ad allontanarsi, incitato dai suoi complici, sentì qualcosa di diverso.

Uno strano vento soffiava per le strade di Pietrogrado e si spargeva per tutta la Russia, un vento rivoluzionario che aveva ben poco a che fare con il meteo.

E, mentre per un attimo si era illuso di vedere una bollicina salire e scoppiare nel foro sul ghiaccio, capì nel suo animo che il cambiamento a cui aveva anelato stava avvenendo.

Quello che Russia percepiva appena, e che altri non immaginavano nemmeno, era il sorgere di una nuova forza, la quale avrebbe cambiato per sempre il corso della storia.

 

 

Note:

Le cose da dire sul monaco di origini siberiane (in russo chiamati starec) Grigorij Efimovic Rasputin sono innumerevoli, quindi faccio prima ad incollarvi qui sotto i link da cui ho preso gran parte delle mie informazioni ( sono più bravi loro a spiegare!)

 

http://en.wikipedia.org/wiki/Grigori_Rasputin

 

Per chi non se la cavasse bene con l'inglese vi basti sapere che Rasputin era un monaco che vantava di possedere dei poteri taumaturgici, in grado di guarire la gente.

In particolare divenne molto famoso in quanto spesso veniva convocato a corte dai Romanov, infatti non solo era la guida spirituale della zarina Alessandra e dello zar Nicola II (citato come Nicky), ma sembrava essere l'unico in grado di bloccare le emorragie (stregare il sangue, cit) dell'erede Alessio (il quale soffriva di emofilia).

La notte fra il 29 ed il 30 dicembre venne ucciso da dei politici che vedevano in Rasputin una minaccia vista la sua notevole influenza sulla coppia imperiale. Infatti, detto in modo brutale, Nicola era senza spina dorsale e quindi si affidava tantissimo alla moglie la quale lo pregava di seguire ciò che diceva Rasputin, in quanto la zarina lo riteneva una guida spirituale inviata direttamente da Dio. Inoltre molte accuse pendevano sul capo di Rasputin, era un libidinoso, e quindi veniva accusato di portar vergogna alla famiglia Romanov.

La zarina venne incolpata, ingiustamente, di avere una relazione con Rasputin mentre Alessandra rimase per tutta la vita fedelissima ed innamorata del marito. Di essere i principali responsabili del delitto vennero incolpati Feliks Jusupov ed il granduca Dmitrij Pavlovic.

Mentre lo starec veniva ucciso lo zar si trovava lontano da Pietrogrado a causa della guerra.

Rasputin quella notte venne avvelenato, picchiato, gli spararono quattro volte ed infine venne gettato nella Neva (il fiume che attraversa San Pietroburgo). Quando il cadavere fu ripescato due giorni dopo trovarono dell'acqua nei polmoni del monaco: era morto annegato.

 

Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere questa mia fic e soprattutto grazie a chi lascerà una piccola recensione.

p.s. chiedo venia se Russia sembra leggermente OOC, mi sono semplicemente presa questa libertà poetica per adattarlo meglio alla mia storia.

Saluti da NastyaCoubert.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: NastyaCoubert