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Autore: Scillan    26/02/2013    1 recensioni
Un mese. Da un mese alla lingua argentata non è permesso proferire suono
Un mese. Da un mese agli occhi smeraldini del principe non è permesso posarsi su qualcosa che non sia la sua carceriera.
Un mese. -Loki. La tue esecuzione avrà luogo domani.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Odino, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Un mese; era da un mese che alla lingua argentata non era permesso muoversi, guizzare e finalmente proferire qualcosa di differente da un grugnito o un gemito. I brillanti occhi smeraldinu che sovrastavano quella lingua imbavagliata dal metallo e dalla magia fissavano il mare che ingoiava i pensieri e le trame che si ingarbugliavano nella mente del principe degli inganni. Ogni tanto le palpebre si chiudevano, mentre l’incantatore si lasciava cullare del continuo ma leggero tirare dei lunghi capelli neri ad opera della spazzola.

 

-Bisognerebbe tagliarvi i capelli, mio principe- proferì l’ancella alle sue spalle, unica figura presente nella vita di prigionia del corvino otre a quelle della madre e del fratello.

A quanto pare era una delle serve favorite e più fidate di Odino, tanto che le era stato affidato il compito di occuparsi del figlio perduto di Asgard. Era lei che infilava le manette ai polsi dell’uomo ogni mattina quando questi apriva gli occhi al mattino, ed era sempre lei che passava amorevolmente la spugna sul corpo sudato a causa degli incubi notturni. Sempre lei che al calare delle tenebre obbediva agli ordini del Padre degli Dei, facendo soffrire Loki con la sua personale tortura fin che la luna raggiungeva la sua massima altezza prima di ricadere nelle profondità della terra. Sempre lei che prendeva quel corpo martoriato e corroso dal veleno e con dolcezza e la cura di una madre lo riportava al suo giaciglio, rispondendo al suo agonizzante mugolare -Suvvia, mio signore. I grande Odino deciderà presto la sua reale pena, e questi tormenti finiranno…- oppure sarebbero peggiorati. Solo Odino lo avrebbe deciso, e ancora erano tutti in attesa.

 

Loki riaprì gli occhi, osservando nel riflesso del vetro che ricopriva l’intera parete l’ancella dai lunghi capelli scuri raccolti in una grossa treccia che continuava a pettinare i suoi, che avevano quasi raggiunto la vita, per colpa delle magie curatrici che venivano adoperate durante il suo sonno in modo tale da permettergli una nuova sessione di tortura il giorno dopo; la magia stimolava le sue cellule a un più veloce lavoro di ristrutturazione. Solo le se qualità divine impedivano al suo corpo di non invecchiare velocemente, nonostante le unghie e i capelli crescessero ad ogni sessione di qualche centimetro.

Il silenzio fu la ovvia risposta e, mentre la donna su alzava dal cuscino posto dietro di lui su cui era precedentemente inginocchiata, le pupille smeraldine del principe fissavano l’immagine offuscata della museruola argentata che impediva il muoversi delle sue labbra da quando lui e Thor erano partiti da Midgar. Chiudendo di nuovo gli occhi risentì le urla della madre e gli sguardi freddi chi gli avevano pugnalato la schiena provenienti da chi aveva assistito al suo ritorno a “casa”.

Una sciocchezza, infondo, per il suo già frantumato orgoglio, distrutto dalle sue sconfitte, e la sfilata in mezzo alla strada principale di Asgardia, ordinata dal Padre degli Dei non appena aveva rimesso piede alla città dorata. –Che sia di esempio!- inneggiava la folla. –Che sia di esempio!- inneggiavano i guerrieri. –Che sia di esempio!- inneggiavano i suoi vecchi compagni, che aveva lui stesso tradito. L’unico che invece non aveva parlato era il figlio dorato della città dorata. Con gli occhi chiusi e il Tesseract tra le mani, aveva guidato il piccolo corteo formato dal principe caduto e diversi soldati che lo circondavano. Non una parola era uscita dalle labbra del dio biondo, che, imponente, portò il gruppetto fino alla reggia e alla stanza del trono. Lì Loki aveva alzato gli occhi, ricolmi di decisa insolenza, bugia anche quella, in fondo, del suo reale stato d’animo, ma, come sempre, ancorandosi ad odio, rancore e gelosia sarebbe riuscito a riscattarsi. Ma purtroppo non era ancora il tempo, e prima avrebbe dovuto guarire, esteriormente e interiormente. Se la museruola glielo avesse permesso, il corvino avrebbe sorriso, felice davanti all’espressione sconvolta del Padre di Tutti, che lo rivedeva vivo per la prima volta dopo tanto tempo, sebbene ne fosse già a conoscenza. Il dover decidere della pena del figlio, gli dipingeva il dolore sul volto, ma l’anziana divinità cercava di nasconderlo il più possibile davanti al suo popolo che urlava giustizia. Non tutta la sua regale armatura, non il suo possente trono e la sua potente figura, niente poteva aiutarlo a sorreggersi mentre stava per fare ciò che avrebbe dovuto.

 

-Che sia di esempio!

-Che sia di esempio!

-Che sia di esempio!

 

Solo queste parole si potevano udire in Asgard, divenendo la sua voce, ma l’uomo, il dio, il principe a cui erano rivolte sembrava sordo a tale appello, convinto sulle sue gambe, incurante persino delle proprie lesioni. Quell’urlo, quel grido disumano, quell’ordine morì al levarsi della destra del Padre degli Dei, e non un cittadino continuò ad urlare, non un bambino osò piangere, non un vecchio osò protestare.

Il re, finora retto si sedette lentamente sul suo pesante trono, la moglie fiera alle sue spalle, sebbene il suo dolore fosse molto meno nascosto di quello del consorte.

-Loki!

Quelle due sillabe serpeggiarono per tutto il regno, facendo rabbrividire chi le ascoltare, e chiudendo gli occhi a chi conosceva la creatura a cui quelle quattro lettere appartenevano.

-Principe Loki!- ripeté Odino, dopo una pesante pausa. –Queste sono le tue accuse. Aver causato l’esilio di tuo fratello Thor su Midgar. L’aver ordito un piano danneggiatore contro Asgrad. Aver causato un conflitto con Jotunheim e ucciso il re dei giganti di ghiaccio..- suo padre – Aver tentato di uccidere il principe ereditario, esserci riuscito con circa ottanta vite umane, tentato di conquistare Midgar con l’aiuto dei Chironti e..:!- ad ogni accusa la voce di Odino, da prima possente ma contenuta, diveniva mano a mano sempre più alta, lasciando trapassare sempre più la rabbia e il disprezzo per le azioni che il foglio adottivo aveva compiuto, arrivando a raggiungere l’urlo, soppresso poi dalla piccola mano della moglie, posata sull’avambraccio del Re. Questo chiuse l’unico occhio che possedeva, lasciando passare i secondi e lasciando a Loki il tempo d assimilare parola per parola la rabbia del suo popolo e di suo padre, che se da una parte gli toglievano sempre più il terreno da sotto i piedi, dall’altra aiutavano le sue gambe a farsi più convinte e forti, decise ormai a reggersi sulle proprie forze, infischiandosene della terra su cui posavano. Anche gli occhi verdi del principe erano chiusi, mentre dentro di se urlava risposte, una più velenosa e fantasiosa dell’altra, ma la sua unica arma, o la sua favorita almeno, era bloccata dalla magia e dal metallo nel fondo della sua gola. Subì quindi in un ostinato silenzio, unica risposta che potesse dare, insolente anche quello, con la sua schiena dritta e la testa alzata, a dimostrazione della sua decisione di non piegarsi. Gli smeraldini tornarono a risplendere quando Odino riprese a parlare, sebbene sempre con l’occhio chiuso, come a non voler vedere la risposta, anche se solo corporale, di colui che definiva ancora figlio. –Il Padre di Tutti non è ancora pronto ad esalare la sua sentenza.- annunciò, mentre il silenzio della folla ri ruppe in mormorii di stupore.

-Portatelo via.

 

Ed ora eccolo lì, in quegli appartamenti della parte bassa del palazzo reale, quelle tre stanze associabili forse ad una camera dal letto senza finestre, per il giaciglio che si trovava nel centro, un soggiorno su due livelli, un sui cui si sedeva rivolto verso l’unica vetrata presente, e un bagno. E a parte i servizi di quest’ultimo, il letto e qualche cuscino, non vi era nulla quelle tre stanze. Nessun libro era occupato a tenere attenta la mente dell’ingannatore, né alcun foglio per scrivere, nessun passatempo, neppure un insulso gioco. Il principe caduto era solo con i suoi affilati pensieri e l’ancella che si occupava di lui, cibandolo, lavandolo, vestendolo con la tunica verde, suo unico indumenti, tutte le mattine, e togliendola tutte le sere, prima di iniziare la punizione, il cui servizio serviva più a logorare il prigioniero, impedendogli di recuperare in qualsiasi modo i poteri toltagli da Odino stesso, che ad altro. Solo le visite di sua madre e di suo fratello interrompevano il silenzio e la noia di quelle giornate, portandogli notizie, perlopiù inutili, certo, e parlandogli di quanto dolore gli abbia, e gli sta, infliggendo, mentre aspettano, come lui, come tutta Asgrad, il verdetto di Odino.

 

L’ancella aveva appena recuperato un paio di forbici, aprendo magicamente un cassetto nascosto presente nella parete, e le stava avvicinando alle lunghe ciocche corvine di Loki chi gli ricadevano sulla schiena, quando l’unica porta che permetteva di uscire o entrare, apribile ovviamente solo con la magia, si spalancò, lasciando entrate il Principe Dorato nella stanza. L’ancella si voltò, dato che l’entrata era nella parete opposta alla vetrata, mentre il fratello si limitò a fissare il biondo utilizzando il riflesso della parete trasparente. Il possente Dio era in silenzio, grave, il volto adombrato da stani e contrastanti sentimenti, che il Principe degli inganni raccolse suddividendoli in rabbia, dolore e impotenza.

 

-Loki- proferì finalmente.

 

-Il Padre di Tutti, Odino, ha decretato che la tua esecuzione avrà luogo domani, al levasi del sole.

Angolo dell'autrice: è più un introduzione, che la vera storia, che, lo ammetto, cambierà totalmente, finendo mischiata al fumetto e ancora alla mia fantasia.
Per il resto, spero di aver reso al meglio il personaggio di Loki, sebbene ci sia ancora poco da valutare, e anche quello di Thor e i due genitori, che avranno maggiore impatto nel seguire della storia, mentre qui fanno solo brevi conparse. Parlando poi d un dubbio che mi è sorto, e a cui non ho saputo trovare risposta, la luna e il sorgere del sole, il discorrere delle giornate in tempi più o meno ugnuali a quelli della terra, sono un mio tocco, non sapendo effettivamente come si muove il tempo ad Asgard. Per il resto,
see you later!

Ps: Commentate!!!!

  
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