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Autore: dilpa93    26/02/2013    7 recensioni
Spoiler 5x16
"Lo aveva guardato stranito; sua madre era solita raccomandargli di non accettare nulla dagli sconosciuti, in quella cantilena a cui lui rispondeva sempre con uno sbuffo ed un “si, lo so” alquanto annoiato. Ma accettare un libro, che male poteva esserci?"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Rick Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Aveva iniziato a leggere lentamente, assaporando la bellezza di ogni parola, il profumo dell’inchiostro stampato, il fruscio delle pagine che sfregavano l’una contro l’altra, e la loro superficie ruvida a contatto con il suo polpastrello. Ma alla fine, come la prima volta, lo aveva finito in un batter d’occhi.

 
Ricordava ancora quel giorno, un giorno di pioggia in cui si era rintanato in una libreria con sua madre; lui, un bambino qualunque di dieci anni, pieno di sogni e speranze, pieno di curiosità lasciata libera di girare tra quei grandi scaffali. Guardava quei libri quasi annoiato, molti li aveva già letti, e di altri bastava la trama per fargli arricciare bocca e naso in una smorfia di disgusto.
Già a quell’età era un lettore accanito che non si accontentava dei classici libri per bambini, ma si dava a letture più mature; queste erano il suo rifugio, il suo pezzetto di mondo lontano da tutti, le sue avventure più belle e prima impensate.
Sospirava sconsolato cercando il libro perfetto che potesse tenerlo occupato in quella giornata uggiosa.
D’un tratto vide un’ombra comparire accanto a lui, alzò gli occhi incontrando quelli chiari e profondi dell’uomo, nei quali ora era certo rivedere i suoi.
“Credo che questo potrebbe piacerti ragazzo.”
Lo aveva guardato stranito; sua madre era solita raccomandargli di non accettare nulla dagli sconosciuti, in quella cantilena a cui lui rispondeva sempre con uno sbuffo ed un “si, lo so” alquanto annoiato. Ma accettare un libro, che male poteva esserci?
Ancora titubante e combattuto, con le dita sottili afferrò il volume, e solo quando lo ebbe tra le mani distolse lo sguardo dal volto dell’uomo di cui aveva studiato i minimi dettagli quasi sperando di poter trovare, in ogni ruga o solco, o nel modo in cui aggrottava le sopracciglia folte, la storia della sua vita.
“Di cosa parla?”
“Una trama non si svela mai. Una trama, giovanotto, può trarre in inganno il lettore facendogli perdere l’occasione di gustarsi un libro in realtà eccellente. Tienilo bene a mente.”
Gli scostò quel ciuffo ribelle dalla fronte, si mise le mani in tasca, girò i tacchi e si allontanò scomparendo tra gli scaffali.
“È una storia avvincente, ti piacerà.”
Solo la sua voce roca raggiunse gli orecchi del bambino che era.
“Grazie!” Urlò al vento mentre indagava rapidamente ogni angolo ed ogni affranto che la sua vista era in grado di raggiungere, nel tentativo di scovarlo.
Solo allora, una volta certo di essere rimasto solo, girò il libro svelandone così il titolo.
 
Casino Royale.
 
Si sedette tranquillo su di una sedia di un rosso vivo a pochi passi da lui.
Già dalle prime righe venne catturato da quel mondo di spionaggio, di gioco d’azzardo fatto di fish, carte, e denaro sporco; dall’odore che riusciva a sentire dell’alcol, del tabacco e del fumo uscente da sigari ardenti. Da quell’agente affabile, intraprendente, sprezzante del pericolo. Percosse, torture, un amore pericoloso che non trova il suo lieto fine, ma c’era sempre quella vena di speranza.
Lo finì senza rendersene conto, divorandolo come di solito i bambini mangiano le caramelle, una dopo l’altra con foga e frenesia.
Grazie a quell’incontro, a quel libro, decise che sarebbe divenuto uno scrittore; niente favole, romanzetti rosa o libri troppo impegnati, ma qualcosa che avrebbe rapito l’attenzione di chi leggeva, libri affascinanti, seducenti che narravano di quel mondo di cui aveva appena letto.
 
Gettò un’occhiata fuori dalla grande vetrina. Aveva smesso di piovere…
 
 
Dopo tanti anni quella storia lo aveva coinvolto come allora, lasciandogli, però, molto di più. Il ricordo di un’avventura che sarebbe potuta finire male, l’incontro con quello che sarebbe dovuto essere l’uomo più importante della sua vita e che, in un certo senso, lo era stato.
Un sorriso amaro si fece largo sulla sua bocca mentre riponeva il volume in bella vista sulla mensola dove trovavano posto le foto di famiglia.
 
Lo aveva trovato e subito perso; pochi istanti gli erano stati concessi insieme, minuti in cui non aveva avuto occasione di porgli quelle domande che da anni gli affollavano la mente. Ma bastò poco perché delusione e contrarietà si trasformassero in gioia e in una strana felicità per quelle parole mormorate prima di separarsi nuovamente.
“I just want you to know, son, I’ve been proud of you… always”.


ANGOLO AUTRICE:
Ispirazione fulminante post puntata.
Episodio meraviglioso che mi ha lasciata completamente senza parole *-*

  
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