New School
 
Auricolare inserito. Pistola alla caviglia, occhiali con telecamera, penna fotocamera e pugnale inseriti. Presi un grande respiro prima di entrare nell’aula per la mia prima lezione.
“Fulmine, sei pronta?”La voce nell’auricolare mi giunse precisa.
“Affermativo, signore.”risposi piano. Mi sistemai il maglione con le renne bianche e la gonna verde scuro.
Entrai. Ciò che vidi fu una moltitudine di ragazzi che leggevano o meglio facevano finta di leggere, talmente erano impegnati a messaggiare da sotto il banco. Mi diressi con passo sicuro verso l’insegnante, una donna molto in là con l’età e con una corporatura molto esile. Mi chiesi se a toccarla si sarebbe sbriciolata.
“Lei è la signorina Rachel Berry, immagino?”chiese con voce delicata. Le maniere sembravano quelle di una vecchia nobildonna.
“Si, signora.”risposi gentilmente. Lei annuì.
“Si vada a sedere nel primo banco vuoto che trova e inizi a leggere il capitolo sette sulla circolazione del sangue.”mi ordinò con poche semplici parole. I suoi occhi vecchi tentarono di seguirmi ma si stancò dopo pochi secondi. Mi voltai verso i ragazzi e l’unico posto vuoto era accanto a una ragazza dai capelli biondi tagliati alle spalle e chiusi in un fiocco azzurro. Indossava un maglioncino bianco sopra un vestito azzurro. Non c’erano altri posti così mi diressi verso di lei.
Quando le fui accanto, la vidi alzare gli occhi verso di me. Fui colpita dal loro colore. Così stupefacente e affascinante, un verde smeraldo che non avevo mai visto prima. Spostò la borsa dal banco che dovevo occupare e mi sorrise.
“Ciao, sei quella nuova?”mi chiese.
“Ehm si, piacere io sono …”iniziai a presentarmi ma fui interrotta da lei.
“Rachel Berry, si .. ho sentito grandi cose su di te.”
Ovviamente si riferiva all’altra scuola in cui ero andata. La scuola dove l’FBI mi aveva individuato e fatto entrare nelle sue file. Era importante avere agenti all’interno degli edifici pubblici. Ero la migliore in tutto e fu facile per loro farmi accettare quel ruolo. Certo, all’epoca avevo accettato solo per via di .. lasciamo perdere. Era una vecchia storia e c’ero passata sopra.
Lei mi fissava un po’ imbarazzata. Non avevo detto ancora nulla.
“Oh si .. non ci badare. Molte non sono vere ..”replicai finalmente.
“Tipo che non hai mai vinto tre volte di seguito il campionato di matematica  a livello nazionale?”
Le sorrisi.
“Okay, forse quello può essere considerato veritiero.”
Si mise a ridere. La sua voce cristallina si infranse nell’aula.
La professoressa ci fissò ma non pensai riuscisse davvero a vederci. Lo feci notare alla ragazza e lei disse che una volta aveva fatto lezione quando non c’era nessuno. Pensava fossero tutti presenti. Fu il mio turno di ridere. Mi tenni lo stomaco.
“Sei seria?”le chiesi ancora fra le risate.
“Certo, parola di scout!”Alzò la mano e fece il giuramento.
“Così sei stata negli scout?”chiesi. Mi veniva facile parlare con lei.
“Ovvio, per chi mi hai presa?”mi prese in giro.
“Non lo so .. non so nemmeno il tuo nome.”ribattei. I suoi occhi non mi abbandonarono per quei pochi secondi in cui ci fissammo.
“Vero!”Mi porse la mano.”Mi chiamo Quinn Fabray.”si presentò e strinsi la mano delicatamente.
“Piacere!”
In quel momento suonò la campanella. Raccolsi le mie cose e mi preparai per una mattinata intensa di lezioni. Conobbi diversi ragazzi e ragazze. Uno in particolare doveva essere stato molto impressionato da me perché non mi lasciava un momento. Me lo segnai mentalmente. Finn Hudson.
A pranzo presi un panino e dell’acqua. Non avevo mai molta fame. L’unico tavolo libero era occupato solo da un ragazzo in carrozzella e da due asiatici.
Mi avvicinai lentamente e sfoggiai il mio miglior sorriso.
“Scusate, mi presento .. sono ..”iniziai ma di nuovo fui interrotta.
“Rachel Berry, la tua fama ti precede!”rispose per me il ragazzo diversamente abile. Sarei mai stata capace di presentarmi senza che venissi preceduta da altri?
“Sono Artie Adams e questi due sono Mike Chang e Tina Cohen-Chang. Siediti pure con noi!”
Strinsi le mani a tutti e iniziammo una piacevole conversazione senza mai essere troppo indiscreti.
“Oggi sai già cosa fare?”mi chiese Tina, un sorriso dolce era stato sempre appoggiato sulle sue labbra.
“Non so .. forse studierò.”risposi, non sapevo sinceramente. Non c’erano missioni. Quindi ero abbastanza libera?
“Vieni con noi!Abbiamo le prove del Glee!”disse Mike che doveva aver capito dagli sguardi di Tina dove lei volesse arrivare.
“Cos’è?”chiesi subito.
“Un club di canto e ballo coreografato. Ci prepariamo per le provinciali. Dicono che sei brava a cantare.”
Ma in questa scuola c’era qualcuno che non sapeva tutto di me? Certo non era la vera me che conoscevano ma la  privacy dov’era finita?
“Va bene ..sono dei vostri.”
 
 
Seguii le indicazioni che mi aveva dato Artie e arrivai all’auditorium. Quando entrai, fui accolta da un professore che avevo visto per i corridoi. I capelli castani chiari  erano pettinati in modo impeccabile e indossava un gilet blu scuro su una camicia a quadri bianchi e neri.
“Devi essere Rachel!Artie e gli altri mi hanno parlato di te!Vieni pure a provare con noi!”Mi condusse verso il centro del palco. C’erano molti di quelli che avevo incontrato quella mattina. Finn, Tina, Blaine, Sam, Santana, Brittany, Joe, ovviamente Tina e Mike insieme a Artie e poi lei, Miss Quinn Fabray. Vederla lì mi sorprese ma scacciai piano il pensiero. Iniziammo  a cantare Crystal Ball di Keane. Era una canzone abbastanza conosciuta nella mia scuola ma capii che gli altri non erano così preparati, così presi posto al centro del palco e iniziai a cantare quelle parole che avevano molto significato per me.
 
Oh, crystal ball, crystal ball
Save us all, tell me life is beautiful
Mirror, mirror on the wall
Oh, crystal ball, hear my song
I’m fading out, everything I know is wrong
So put me where I belong
 
Terminai le ultime note e tutti erano immobili a fissarmi. Avevo qualcosa fra i denti? O forse la gonna mi si era strappata? Iniziai ad essere imbarazzata. Quinn che era accanto a me, iniziò a battere le mani.
“Beh Rachel, che ne diresti di diventare un nostro membro?”mi chiese il professor Schuster, quasi pregandomi.
“No, davvero .. non so proprio se ne sono capace..”
Tutti si misero a ridere.
“Dobbiamo proprio pregarti?”chiese ironica Santana mentre prendeva per mano Brittany.
“Va bene, sono dei vostri.” Gridarono tutti di felicità, soprattutto Finn che venne a stritolarmi. Era già tanto se non estraevo la pistola. Lo ritenevo un po’ troppo invadente. Provammo tutto il pomeriggio. Quando finimmo, ero più carica che mai. Sembrava che cantare mi scaricasse. Ed era quello di cui avevo bisogno.
 
“Ciao!”
Quinn. Sorrisi senza rendermene conto. Ero nel parcheggio accanto alla mia macchina.
“Bel gioiellino!”esclamò alla vista della mia auto super sportiva. Si passò una mano fra i capelli e mi fissò imbarazzata.
“Senti.. posso chiederti se potevi darmi una mano per imparare una canzone che sto studiando da una settimana ma non riesco proprio a ..” La interruppi per rispondere al telefono. Era Kurt. Un’altra missione. 
“Scusa ma non posso proprio .. “Salii sull’auto e me ne andai. Era una cosa urgente. Mi sarei scusata più tardi. Ora dovevo andare al mio quartier generale. Uno sguardo di stizza e anche di fastidio era apparso sul suo viso. Mi dispiaceva davvero. Ma dovevo andare.