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Autore: LullabySong    26/02/2013    4 recensioni
Tay era pronta a ricominciare, anche se non sapeva da dove partire e come sarebbe andata in futuro, ma i suoi sogni ed il suo coraggio la spingeranno a realizzarli, anche se in un modo inaspettatamente fantastico...
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“… così Dave Grohl, polistrumentista, cantautore ed ex batterista dei Nirvana, fondò una band con il nome di “Foo Fighters”. Questi non voleva che la band fosse una copia pallida di quella di Cobain, e neanche aveva fondato i Foo Fighters per ‘ripicca’ nei confronti degli altri ex membri. Grohl era molto legato a Cobain, erano molto amici, e nel periodo della morte di quest’ultimo,  Dave stette molto male.
Anni dopo, infatti, vedremo che i Foo Fighters dedicheranno un intero album a Cobain, intitolato appunto “In Your Honor”.”
“Allora, come sto andando?” continuò Tay, rivolta verso la madre, che fino a pochi secondi prima la stava ascoltando in quella che doveva essere la sua tesina d’esame di terza media.
“si, per adesso stai andando bene” le rispose, assonnata, dato l’orario di tarda notte.
“mamma ascolta, sei stanca... ripeterò da sola, tu va’ a dormire”
“No, tesoro, tranquilla. Ci tengo che tu domani faccia l’esame in modo giusto, come vuoi.”
“Me la caverò da sola, vedrai.” Le disse sorridendole.
Ma in realtà non sapeva se ce l’avesse fatta a finire di ripetere quell’ammasso di parole che oramai nella sua mente erano mescolate l’una nel discorso dell’altra. Solo che non ce la faceva a vedere sua madre dormire in piedi, e farle passare la nottata in quel modo.
Alla fine, Tay riuscì a convincerla ad andare a coricarsi.
Passò l’intera nottata così, a ripetere le stesse e medesime parole del discorso ogni volta, fino a quando non si addormentò sulla sua tesina d’esame.
Il mattino dopo – ovvero, poche ore più tardi – Tay, che aveva l’aspetto di uno zombi in Call Of Duty – un gioco di “sparatorie” che a lei piaceva e con il quale ci giocava spesso con suo fratello maggiore – si stava sbrigando per andare ad affrontare il suo esame di terza media.
Non era ansiosa, al contrario: era molto tranquilla, e ricordava, stranamente, tutto ciò che aveva studiato.
E, no, non era triste perché poi non avrebbe più rivisto i suoi compagni di classe, per niente. Anzi, era stracontenta di toglierseli di mezzo una volta per tutte. Per quei tre anni interi, l’avevano soltanto presa in giro, insultata, maltrattata, usata ed esclusa. E lei aveva subito. Non vedeva l’ora di cambiare aria.
Pochi minuti dopo, Tay entrò a scuola e percorse l’enorme corridoio che portava alla sua aula, dove dovette aspettare il suo turno. Sfortunatamente non era sola, c’erano un bel po’ dei suoi compagni di classe che non sopportava, quelli falsi. Ed in più faceva caldo, troppo caldo.
Finalmente arrivò la sua migliore amica Janet, che già da lontano le fece delle smorfie strane per farla ridere. Persino lei che ancora non era vicino a Tay riusciva a notare il suo nervosismo arrivato appena vide la sua “compagnia” fuori l’aula.
“Hola bellezza” disse Janet.
“Hey”
“Ansiosa?”
“Non certo per l’esame..”. “per .. questi qui. Non vedo l’ora di togliermeli dai piedi” continuò, stavolta sottovoce.
“Finalmente questo è l’ultimo giorno che li vedremo.”
“non sono soltanto loro che non rivedrò più come prima..”
“Tay, non dire così. Noi continueremo a vederci, okay? Certo, sarà più difficile adesso, ma non mi separerei mai dalla mia migliore amica. Adesso su’ col morale e ripeti, che dopo Marie ci sei tu”.
Tay le sorrise dolcemente, forse con le lacrime agli occhi, chi lo sa.
“Taylor Phosen” chiamò la coordinatrice.
Le due ebbero il tempo di un breve ma caldo abbraccio ed un “buona fortuna” da parte di Janet.
la ragazza entrò, si sedette di faccia ai professori e prima che lei cominciasse la coordinatrice le disse: “Phosen, lei è stata l’unica persona in tutta la scuola che abbia avuto dieci al tema d’esame d’italiano, complimenti. Per il resto non è andata male: inglese nove, francese otto, matematica sette e prove invalsi otto. Bene, cosa vorresti esporre per prima?”
“La musica”.
Taylor ripeté tutto ciò che aveva studiato, nel modo in cui l’aveva detto a sua madre la scorsa notte.
Tutto procedé bene e finì dopo poco tempo il suo ultimo esame.
Stremata dal caldo, appiccicosa ma sollevata e felice, tornò a casa.
Fece una doccia, mise le cuffie nelle orecchie e si stese sul letto a riflettere su quello che lei avrebbe deciso per la sua vita, a partire dal liceo. Non aveva ancora scelto che indirizzo fare, a lei piacevano troppe cose. Era difficile alla sua età decidere che futuro avere, o almeno averne una piccola prospettiva. Furono molte le scuole che visitarono in seguito, molte come le indecisioni che le tartassavano la testa.

Era il mese di Agosto e la fase “trasloco” iniziò per la famiglia Phosen. 
Se agli esami Tay stava soffocando, adesso le mancava l’aria dal caldo insopportabile.
Il trasloco durò non poco, ed il lavoro fu davvero molto essendo una casa di quattro piani. Eh si, una casa davvero ampia, che avevano trovato all’ultimo istante grazie ad un caro amico del signor Phosen che gliela offrì a poco prezzo in affitto. Per questo avevano traslocato, perché la tassa del mutuo della casa precedente era diventato troppo alto ed il signor Phosen non aveva lavoro.
Adesso si arrangiava con qualche lavoretto come il riparo di tende ed altro per riuscire a portare avanti la famiglia, ma non videro mai un raggio di sole nel loro tempo in Italia. La signora Phosen era di lì ed al signor Phosen allora piaceva l’idea di andare a vivere in Italia, per questo ci vivevano. Vorrei sapere chi me lo ha fatto fare di decidere di vivere qui. Questo pensava in quegli ultimi periodi.
Tay si sentiva in debito con i suoi genitori e voleva tanto aiutarli in qualche modo, ma non c’era verso di trovare un lavoro alla sua età. Per questo  voleva cercare di poter dare il meglio nell’ambito scolastico e trovare un lavoro per aiutarli, ma in quel momento restava con le mani in mano.
Prese la scopa che era accanto a lei ed iniziò a ripulire quella che sarebbe stata la cucina. La casa era piena di polvere, non veniva utilizzata da anni ormai, e la fatica per rimetterla in sesto non era poca.
Impiegò ore per sistemare per bene quell’aula ed era sfinita, ma non poteva concedersi riposo.
Si portò una mano alla fronte e s’asciugò il sudore, poi continuò a pensare.
I pensieri. Di quelli ne aveva troppi per la testa, per non parlare dei sogni. Di quelli ne aveva infiniti numeri, ed infinitamente bisogno. In fondo, quale quattordicenne non avrebbe il bisogno di sognare? Ma in fondo tutti ne hanno di sogni, solo che han paura di affrontarli, probabilmente di nuovo.. ma Tay almeno il coraggio di sognare ce l’aveva ancora.
  
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