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Autore: Milly98    27/02/2013    0 recensioni
Dicono che ogni persona sia legata a un'altra da un nastro rosso... Ma io non posso credere di essere legata proprio a lui...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Quel giorno mi ero divertita molto. Avevo provato per la prima volta il brivido dello snowboard, me l'ero cavata, tant'è che mi avevano fatta salire sulla seggiovia nel gruppo dei più abili, mentre la mia amica, purtroppo, era dovuta rimanere ancora un po' ad esercitarsi con gli altri.
Tuttavia, avevo un gusto amaro in bocca, una sensazione talmente spiacevole che in quel momento mi sarei volentieri strappata i pensieri dalla testa.
La mattina ero arrivata in ritardo, come mio solito, trovandomi davanti tre pullman, non sapendo in quale di questi dover salire. Mi ero guardata attorno vedendo persone con tute da sci ovunque, ma avevo subito scorto lui e il suo giubbotto arancione, di un colore accecante e brillante, al contrario dei suoi occhi. L'avevo seguito, sapendo che era della mia classe, quindi avevo scaraventato il mio zaino nello spazio apposito, dove poco prima anche lui aveva posato il suo, ed ero salita sul pullman. Una volta trovata la mia migliore amica mi ero accomodata accanto a lei.
E, adesso, eccomi qui: a pensare. Spesso vorrei non aver niente in testa, in modo che le frasi non si possano formulare, perché di solito i miei ragionamenti mi portano ad impazzire.
Avevo la testa appoggiata allo schienale della poltrona, osservavo il panorama sfocarsi sotto il mio debole sguardo affaticato.
Ricordai la giornata, rivivendo ogni attimo, come quando mi aveva sentita confabulare contro di lui, per lanciargli una palla di neve, il suo continuo interesse verso la mia amica... Ero distrutta. Sapevo di non aver alcuna speranza con quel ragazzo, tra lui e Lawly c'era una specie di atmosfera, una rivalità che nascondeva un amore profondo, la mia amica mi aveva confessato che lui le piaceva, anche se me n'ero accorta già da tanto tempo, probabilmente dalla prima volta che l'avevo vista, quando le avevo chiesto: "Eri in classe con lei?", indicando una mia compagna, lei mi aveva risposto "No, ero con quel biondino.", da quel momento avevo capito tutto. C'era un che di speciale tra quei due, ma questo non impediva a lui di essere un impiccione.
All'andata del viaggio, mentre con gli occhi chiusi mi abbandonavo al cullare del veicolo, lui si era sporto chiedendomi "Che fate?", anche Lawly dormiva. Gli avevo risposto scocciata: "Stiamo cercando di dormire.", questo non l'aveva fatto tacere, infatti si era dilungato chiedendomi qualcosa riguardo alle mie capacità nello sciare. Subito dopo si era svegliata la mia amica, avendo sentito la sua voce.
Ma ora io ero intenta a pensare. Lui, lei e io.... l'intrusa. Sì, mi sentivo come quella che "mette il dito fra moglie e marito", per questo decisis una cosa: non mi sarebbe più piaciuto.
Mentalmente avevo elencato i suoi difetti: impiccione, esibizionista, vanitoso, arrogante, scorbutico, basso (?), brutto (?)... Ok, forse qualcuno l'avevo inventato, ma gli altri erano tutti veri!
Come dimenticarsi quella volta in cui, tutta felice, avevo detto alla mia amica: "Che bello! Si va alla Fiera del Libro!" e lui, senza che nessuno lo interpellasse, si era voltato dicendomi: "Guarda che non andiamo alla Fiera del Libro." acido, nel suo modo scorbutico. Dopo era seguito un battibecco tra lui e Lawlietha, nel quale insinuava che la ragazza non sapesse neanche cosa fosse la Fiera del Libro. 
Avevo paragonato lui a un limone... erano aspri entrambi.
Mi voltai verso Lawly.
-Sai, ho deciso che non mi piace più.
Dissi. Avevo un muso lungo e la fissavo negli occhi. Non sembrava felice.
-Davvero?
-Sì.
-Margie, non si dimentica così facilmente una persona.
Annuii, poi sorrisi, era un sorriso così falso da disgustarmi.
-Lo so! Ma io ce la posso fare!
Mi guardò diffidente.
-Sul serio, insomma, come può piacermi un impiccione, scorbutico, antipatico, arrogante...
-Ok ok, ho capito, sappi solo che se lo fai per me stai sbagliando.
-Tranquilla, non riesco a sopportarlo, mi sta sul fondoschiena.
Tirai fuori un altro schifosissimo sorriso finto.
-Ok.
Si limitò a dire, si accasciò sul sedile e chiuse gli occhi.
Io non ci riuscii, fissai il vuoto che sfrecciava fuori dal finestrino, sapevo che se avessi chiuso gli occhi avrei visto lui.
 
  
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